DUE MILIONI E MEZZO DI PERSONE DI ISRAELIANI SCENDONO NELLA PIAZZE DELLE CITTA’ DELLO STATO EBRAICO PER PROTESTARE CONTRO NETANYAHU E LA SUA GUERRA NELLA STRISCIA: “STA METTENDO A REPENTAGLIO LA VITA DEGLI OSTAGGI, CHE SEMBRA VOGLIA SACRIFICARE COME GLI INNOCENTI PALESTINESI”
LE VOCI DEI MANIFESTANTI: “C’È UNA MACCHINA DELLA PROPAGANDA CHE DIFFONDE VELENO, C’È LA MINORANZA AL POTERE. IL 75% DELLA POPOLAZIONE È FAVORE ALL’ACCORDO SUGLI OSTAGGI”
«Siamo qui per dimostrare il vero spirito israeliano, sostenere le famiglie degli ostaggi. Siamo qui per dimostrare che ogni persona, ogni israeliano, madri, padri, soldati, stanno manifestando perché sostengono ogni sforzo per portare indietro i nostri ostaggi».
Ne è convinto Nir Gartzman, che da Haifa si è spostato a Tel
Aviv per prendere parte alla grande manifestazione di ieri. Con lui oltre 500mila persone in piazza degli Ostaggi e, nel corso della giornata, decine di migliaia in tutto il Paese, fino a «2,5 milioni» secondo gli organizzatori.
Nir è cofondatore del venture capital theDock e sin dall’inizio delle proteste anti Netanyahu, è sceso per strada ogni sabato per manifestare il suo dissenso. «Il diritto di Israele di difendersi – spiega in mezzo alla folla – non è in dubbio, come la necessità di seguire giustizia per l’esercito. Ma abbiamo bisogno di una soluzione pacifica per riportare tutti a casa e ottenere un supporto internazionale per un futuro pacifico di tutta la regione».
«Non possiamo delegare a nessuno la nostra responsabilità, visto che la nostra democrazia è a rischio. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità, noi non abbiamo lo stesso potere del premier ma abbiamo la nostra voce». Ora Peled Nakash insieme alla sua Aid Coalition, ogni fine settimana manifesta contro il premier.
«Netanyahu e i suoi stanno usando la guerra per i loro usi. Reagiamo alle loro azioni. Non puoi picchiare un bambino e poi chiedergli perché piange. Con manifestazioni come questa mostriamo un Paese forte che tiene al suo aspetto democratico. C’è una piccola parte di sostegno a Netanyahu, una frazione del Paese. C’è una macchina della propaganda che diffonde veleno, c’è la minoranza al potere. Il 75% della popolazione è favore all’accordo sugli ostaggi. Netanyahu sta mettendo a repentaglio la vita degli ostaggi, che sembra voglia sacrificare come gli innocenti palestinesi».
In tutto il Paese ci sono stati, soprattutto al mattino, blocchi stradali e manifestazioni, il più delle volte interrotti dalla polizia che ha usato anche cannoni ad acqua per disperdere la folla e ha fermato circa quaranta persone. Fulcro principale, la piazza degli Ostaggi a Tel Aviv. «Sono tutti di sinistra che vogliono il male d’Israele – dice Gilad – e danno l’idea che il Paese sia debole e così i nostri nemici se ne approfittano, come successo il sette ottobre».
I familiari del Forum più numeroso, Bring Them Home Now, che insieme al Consiglio di Ottobre e altre organizzazioni, ha organizzato la grande manifestazione di ieri. Che sarebbe dovuta essere sciopero generale, ma il maggior sindacato, l’Histadrut, pur condividendone gli scopi, non ha aderito.
Nella piazza degli Ostaggi si sono susseguiti comizi, discorsi e visite, come quella del presidente Isaac Herzog, del capo dell’opposizione Yair Lapid, dell’attrice Gal Gadot. La richiesta della piazza è unica: portare tutti gli ostaggi da Gaza e finire la guerra. È stato anche diffuso un video di Hamas che mostra l’ostaggio Matan Zangauker, ottenuto dall’esercito in una operazione a Gaza diversi mesi fa, forse risalente all’inizio della guerra. Nel video, il giovane dice: «Uscite e fate rumore come sapete fare».
I cortei sono stati anche interrotti dall’allarme per un missile lanciato dallo Yemen, intercettato (ieri la marina israeliana ha colpito una centrale elettrica nei pressi di Sanaa) e poi in serata è arrivato un razzo da Gaza. Dove Israele ha colpito, tra gli altri, dinanzi all’ospedale Al-Ahli a Zeitoun nel centro della Striscia, dove c’erano miliziani.
(da agenzie)
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