DOPO DUE ANNI SI FERMA LA LOKOMOTIVA GERMANIA: PAESI EUROPEI FERMI E BERLINO NON ESPORTA PIU’
LA FRANCIA A CRESCITA ZERO… COLPO DI SOLE DI RENZI AL SUD: “TRASCINEREMO NOI L’EUROPA FUORI DALLA CRISI”
La locomotiva Germania rallenta.
Per la prima volta dopo due anni il Pil tedesco registra uno -0,2% nel secondo trimestre 2014.
Il dato è peggiore delle attese che indicavano una possibile flessione del -0,1%.
La crescita del primo trimestre rispetto all’ultimo del 2013 è stata rivista dal +0,8 al +0,7%. Il rendimento del bund, il titolo di Stato decennale, crolla sotto l’1% su attese crescenti per ulteriori misure da parte della Bce per venire in soccorso ai governi con misure non convenzionali pro-crescita: è la prima volta mai registrata dalle serie storiche.
Quelle che arrivano da Berlino non sono le uniche brutte notizie sul fronte della ripresa.
Oggi l’Eurostat ha diffuso le stime sull’economia dell’Eurozona: nei 18 Paesi la crescita è ferma e sale dello 0,76% su base annua.
Le previsioni degli analisti erano di una crescita trimestrale dello 0,1%.
Nell’Unione europea a 28 paesi il Pil cresce dello 0,2% trimesterale e dell’1,2% annuale.
Ma oltre al prodotto interno lordo, che è fermo anche in Francia, a far paura è lo spettro deflazionistico: dopo il Portogallo (-0,7%) anche la Spagna segna un’inflazione negativa (-0,4%).
A livello europeo si registra un nuovo calo dal 0,5% di giugno al 0,4% di luglio.
I dati del Pil nel secondo trimestre, diffusi questa mattina dall’istituto di statistica Insee, segnano che l’economia francese è ferma per il secondo trimestre consecutivo. Il dato invariato rispetto al trimestre precedente segue la crescita zero già registrata nel primo trimestre dell’anno rispetto all’ultimo trimestre del 2013. L’economia francese ristagna e il governo si prepara a rivedere le stime per il 2014.
Il ministro delle finanze, Michel Sapin, ha scritto sul quotidiano Le Monde che per l’anno in corso la previsione di crescita sarà ridotta dall’1% allo 0,5%. Come conseguenza Parigi mancherà l’obiettivo di deficit-Pil al 3,8%.
La nuova stima è un rapporto superiore al 4%. Sapin sollecita risposte dall’Europa, dal rafforzamento dell’azione della Bce ad un adattamento delle regole di budget alla situazione economica, quindi maggiore flessibilità rispetto ai vincoli che gravano sui conti pubblici.
Arriva a stretto giro la replica di Francoforte.
A parlare è la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile dove cita fra i rischi anche una «domanda interna inferiore alle attese» e invita i governi a «riforme strutturali».
Riforme strutturali che «dovrebbero mirare innanzitutto a promuovere gli investimenti e la creazione di posti di lavoro», e i Paesi dell’Eurozona dovrebbero «procedere in linea con il Patto di stabilità e crescita senza vanificare i progressi conseguiti», risanando i bilanci «in modo da favorire l’espansione economica», scrive la Bce.
Per quanto riguarda l’allarme deflazionistico (le nuove stime danno l’inflazione al 0,7% nel 2014) la Bce dice di essere pronta a fare la propria parte con «misure non convenzionali».
C’è però una possibile luce in fondo al tunnel di buona parte dell’Eurozona, ed è la Grecia ormai prossima a uscire da una recessione durata sei anni.
Anche la Spagna, con un +0,6% già incassato grazie alle riforme decise adottate dal premier Mariano Rajoy sotto la pressione di Ue e Fondo monetario internazionale.
La Grecia, sempre nel secondo trimestre, ha segnato un -0,2%, un dato migliore del -0,5% previsto e che apre all’uscita dalla recessione peggiore dal dopoguerra.
Ma proprio la Spagna riaccende l’allarme-deflazione: mentre i prezzi restano positivi in Francia e Germania e stagnano in Italia, in Spagna sono scesi a luglio dello 0,3% su anno.
Numeri che rischiano di rivelare che la ripresa ha già dato il meglio di sè.
Al termine della disamina delle cose serie, da annotare l’affermazione del premier italiano Renzi, frutto ci auguriamo di un colpo di sole, visto il suo tour al sud dove il sole picchia forte: “Oggi l’Italia è nelle condizioni di poter essere la guida dell’Europa, di trascinare l’Eurozona fuori dalla crisi», ha detto parlando a Napoli alla Città della Scienza.
Meglio non commentare.
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