LE ACCUSE DELLA BASE LIGURE DI FORZA ITALIA A TOTI: “HA DATO IL COLPO DI GRAZIA AL PARTITO CON IL SUO CERCHIO MAGICO”
SERVILISMO VERSO LA LEGA, FAVORITISMI, REGOLE CHE CAMBIANO SECONDO CONVENIENZA, CAPOGRUPPO NOMINATO SENZA VOTAZIONE
Se qualche elettore di centrodestra si era illuso che Giovanni Toti, presidente per caso della Regione, avrebbe “cambiato verso” alla gestione del potere ligure pare si stia ricredendo piuttosto velocemente.
Ormai la base stessa di Forza Italia non nasconde nei commenti la profonda delusione per i comportamenti e le scelte operate dal Gabibbo bianco, compresi grossolani errori nella composizione della sua Giunta.
La prima accusa è di essersi circondato da un ristretto Cerchio magico, composto dal suo vicino di casa (Giacomo Giampedrone, sindaco di Ameglia), dall’amica della moglie Italia Cavo (la moglie di Toti, Siria Magri, era la sua capa in Mediaset), il coordinatore regionale Sandro Biasotti e la protetta di quest’ultimo Lilli Lauro, risultata non eletta.
La seconda accusa riguarda indirettamente proprio Lilli Lauro: per far posto a lei, Toti ha costretto alle dimissioni da consiglieri (diventano assessori) proprio Giampredone e la Cavo, entrati in Regione con il Listino.
Perchè due dimissioni per far entrare la Lauro? Perchè prima di lei nel listino c’era un altro leghista, Franco Senarega, noto intimo di Salvini nelle sue escursioni a Recco.
Così alla fine Toti, pur di far entrare in Consiglio regionale Lilli Lauro, ha regalato un posto alla Lega.
L’ennesimo favore al Carroccio che si prende tutti gli assessorati chiave (dalla Sanità con la protetta di Maroni, Sonia Viale, alle infrastrutture con l’inquisito Rixi), dopo aver ottenuto pure la presidenza del Consiglio regionale con l’altro indagato Bruzzone.
Mentre Toti piazza l’indagato Marco Scajola al Welfare.
Altre accuse a Toti riguardano il fatto che le regole debbono valere per tutti: . se si adotta il criterio che chi viene nominato assessore deve dimettersi da consigliere, il principio dovrebbe essere rispettato da tutti.
Se deve essere nominato un capogruppo si deve votarlo, non imporlo dall’alto.
I dirigenti dovrebbero essere informati delle decisioni senza doverle leggere sui giornali, visto che Toti fa tutto in gran segreto con il suo cerchio magico.
Per non parlare della serie di gaffes che inanella: l’ultima quella di scrivere a Renzi contro la decisione della Commissione europea di non finanziare il Terzo Valico (peraltro giustamente, visto che non è trans-nazionale).
Ma come, Forza Italia è nel Ppe, hai Tajani che è vicepresidente e invece che fare pressione sui tuoi, stai a scrivere a Renzi che non c’entra una mazza?
Nel frattempo l’alleato Fratelli d’Italia, dopo aver fatto eleggere l’inquisito Matteo Rosso, designa Berrino e non Fidanza come assessore in quota, dopo una votazione in cui la direzione si spacca in due.
Alla fine La Russa parla con stampa di “larga convergenza” sul nome di Berrino: se un solo voto di differenza è una “larga convergenza” basta saperlo.
Leave a Reply