MISTERO SUI VOLI DI ALFANO: SONO PUBBLICI SOLO DA MARZO
PER DUE ANNI NON COMPARE NEI FILES DEL GOVERNO, POI 40 AEREI BLU… COMPRESO IL VIAGGIO PER LA PARTITA JUVENTUS-BARCELLONA
Ovviamente il ministro dell’Interno ha avuto impegni istituzionali durante i suoi viaggi in Sicilia, ma in ogni caso Alfano ha protezione di livello 1, per cui non solo ha il diritto, ma il dovere di viaggiare con l’aereo di Stato”.
Come previsto, fonti del Viminale spiegano così i continui “voli blu” da e per la Sicilia di Angelino Alfano nei weekend dall’inizio dell’estate documentati dal Fatto Quotidiano: motivi di sicurezza.
In sostanza è la risposta che diede Matteo Renzi quando fu beccato a usare il volo di Stato per andare a sciare con la famiglia a Courmayeur: “Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza #regole”. La cosa curiosa è che questi protocolli di sicurezza non valessero per i precedenti ministri dell’Interno: sul sito di Palazzo Chigi è possibile ricostruire almeno gli spostamenti a spese del contribuente del predecessore di Alfano, Annamaria Cancellieri, che ha usato gli aerei blu solo per fini chiaramente istituzionali (in sostanza, per i vertici internazionali).
La cosa vale anche per il premier: Enrico Letta, giusto un anno prima di Renzi, se n’era andato a sciare con un aereo di linea, lo stesso che usa per tornare nella sua Palermo il capo dello Stato Sergio Mattarella.
Evidentemente, essendo la normativa stringente, non possiamo che pensare che questo governo sia sottoposto a minacce maggiori dei precedenti, mentre il presidente della Repubblica non è considerato un obiettivo appetibile dai terroristi o dalla criminalità organizzata impaurita da Alfano. La strana trasparenza che inizia solo da marzo
In realtà c’è uno strano giallo nel caso dei viaggi blu di Alfano. Se i voli di Stato del ministro dell’Interno che l’ha preceduto, Annamaria Cancellieri, sono infatti registrati sui files di Palazzo Chigi (ad esempio, per non fare che un esempio, il volo da e per Tunisi del 22 marzo2012), quelli del leader del Nuovo centrodestra sono invece stati segreti fino al marzo 2015: in quelle liste — in quasi due anni di permanenza al Viminale — Alfano non compare mai, poi improvvisamente sì e peraltro da protagonista (una quarantina di viaggi in cinque mesi, una bella parte dei quali da e per la Sicilia), visto che il suo nome ricorre quasi più di quello del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che qualche motivo in più per viaggiare ce l’ha.
La normativa (cioè la direttiva del 23 settembre 2011) consente di “secretare ” un viaggio solo per motivi di sicurezza, che vengono verificati dal sottosegretario delegato: è strano che i voli del ministro dell’Interno fossero segreti fino a febbraio e da quel momento in poi no, una cosa che al Viminale non sanno spiegarsi.
Lo strano caso della finale di Champions
Come abbiamo scritto ieri, anche il viaggio del 6 giugno a Berlino dovrebbe essere abbastanza imbarazzante per il governo.
La vicenda è questa: quel sabato mattina Alfano si reca a Stoccarda per un trilaterale coi ministri dell’Interno tedesco e francese su immigrazione e lotta al terrorismo.
Finita la riunione il nostro decide di far fare al suo aereo gli oltre 500 km tra Stoccarda e Berlino (la distanza da Roma, per dire, è 800 km) così la sera può vedersi dalla tribuna autorità dell’Olympiastadion la finale di Champions League tra Barcellona e Juventus, la squadra per cui tifa. È un inderogabile impegno istituzionale?
Risponde ai pricipi di “economicità e impiego razionale delle risorse ” scritte nella direttiva del 2011? Di sicuro sì, visto che ogni viaggio va giustificato con tanto di “sintetica ma dettagliata relazione” (circolare del segretario generale di Palazzo Chigi del 10 maggio 2013).
Marco Palombi e Paolo Zanca
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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