LEGGE ELETTORALE, AVANZA IL “LODO LAURICELLA”, SEGNALI DA PD E FORZA ITALIA
LA PROPOSTA DEL DEPUTATO TROVA CONSENSI: TENERE FERMI I PUNTI CARDINE DELL’ITALICUM ED ELIMINARE IL BALLOTTAGGIO
L’idea è quella di estendere l’Italicum al Senato ma prevedere che il premio di maggioranza (55% dei seggi) scatti solo se una lista o un partito ottengono almeno il 40% dei voti – a livello nazionale – sia alla Camera che al Senato.
Ma se nessun partito dovesse toccare quota 40%, il premio di maggioranza non scatta e la redistribuzione dei seggi avviene sulla base di un meccanismo proporzionale.
Questa l’idea dell’on Lauricella che depositerà presto la proposta in commissione alla Camera.
Il “lodo Lauricella” fino ad ora ha il pregio di non essere stato bombardato subito e questo per una legge elettorale, in un momento così delicato e con un governo nato con questo primo obiettivo, è già un risultato.
Lui, Giuseppe Lauricella, parlamentare del Partito democratico, il giorno dopo la presentazione del suo “Italicum corretto”, cucito su Camera e Senato e con una base di partenza proporzionale, spiega che la soluzione “tiene insieme diverse esigenze” ma allo stesso tempo “non avvantaggia nessuno” tenendo conto del “contesto politico attuale”. Caratteristiche che ricevono sguardi d’interesse per una proposta che partendo da un impianto già esistente, corregge quelle parti che rischiano la bocciatura dei giudici costituzionali e che risultavano più indigeste ai più come il ballottaggio (che per Lauricella è buono solo per i sistemi monocamerali), le pluri candidature (che da dieci consentite diventano tre).
L’altro vantaggio è che prova a rendere le maggioranze più omogenee possibili sia alla Camera sia al Senato, elemento che insieme con gli altri potrebbe andare incontro anche al giudizio pendente della Corte Costituzionale che sul “vecchio” Italicum il 24 gennaio dovrà emettere il suo verdetto.
Oggi anche la presidente di Montecitorio ha detto che sulla legge elettorale, con l’obiettivo di “ottenere un consenso allargato, il Parlamento può già cominciare a lavorare”.
Se il gioco d’anticipo non sarebbe lesivo nei confronti della Consulta che comunque decide su un sistema che, dopo la bocciatura del referendum non è applicabile così com’è, e allo stesso tempo può essere una tentazione per chi ha manifestato l’esigenza di andare alle urne prima possibile.
La lista è lunga: primo il Movimento 5 Stelle ma anche Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e anche Renzi e i suoi fedelissimi costretti a cedere alla nascita del nuovo governo ma indisponibili a dargli troppi margini di manovra.
“Per noi meglio aspettare la Consulta ma far incontrare Italicum modificato e, per il Senato, i resti del Porcellum, non è una cattiva idea” spiega il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta.
La base proporzionale non dispiace così come l’altro paletto piantato dagli azzurri, ovvero che “il cuoco della nuova legge dovrà essere il Parlamento e non il governo”.
Per tutta l’opposizione il “Lauricellum” ha certamente il vantaggio che il premio di maggioranza scatta solo se la soglia del 40 per cento viene raggiunta dalla stessa lista in entrambe le Camere, risultato non facilmente raggiungibile in questa fase politica.
Tutti però se la possono giocare e infatti anche dal fronte governativo per ora non ci sono reazioni negative.
Nonostante nel Pd in tanti abbiano già firmato per una riedizione del Mattarellum, la legge che ha il marchio dell’attuale inquilino del Colle ha però il limite di essere poco amata nel campo dell’opposizione, oltre a essere una legge disegnata per una competizione politica bipolare e dunque troppo stretta.
In un giro d’orizzonte nella galassia Dem, la minoranza di sinistra lo giudica un contributo “equilibrato”, per altri dalla pattuglia ex lettiana si tratterebbe di un intervento “minimale” che però rappresenta un primo passo possibile.
Se “il cuoco sarà il parlamento” e non il governo, l’esecutivo avrà comunque il ruolo di dare i pareri nel percorso di commissioni e aula e dunque la nuova ministra delle riforme Anna Finocchiaro è il primo punto di riferimento istituzionale.
Con Giuseppe Lauricella è in ottimi rapporti ed è difficile che il lancio del sasso del parlamentare siciliano, sia avvenuto a sua insaputa.
Con gli opportuni interventi chirurgici e l’estensione per il Senato, l’Italicum “post referendum” potrebbe diventare anche da Palazzo Chigi un buon punto di partenza su cui sistemare il tavolo per un ampio consenso tra le forze politiche.
Con una base proporzionale che piace anche ai centristi, è nelle mani del Movimento 5 Stelle il destino del Lauricellum.
“Le modifiche dei giudici all’Italicum applicate anche al Senato e poi subito al voto” dice Danilo Toninelli l’esperto della materia per i 5 Stelle.
Se dunque la Corte Costituzionale dovesse fare le sue correzioni all’Italicum, sovrapponibili a questo sistema, la strada della nuova legge elettorale potrebbe sgombrarsi all’improvviso e accelerare così la fine della legislatura come, almeno a parole, in tanti dicono di desiderare.
(da “Huffingtonpost”)
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