A FAR LA RIVOLUZIONE COMINCIA TU: RAFFAELLA CARRÀ È DIVENTATA L’ICONA DEI COMUNISTI CILENI, CHE CANDIDANO JEANNETTE JARA ALLA ELEZIONI PRESIDENZIALI DI NOVEMBRE
AI SUOI EVENTI ELETTORALI E PER LE STRADE DI SANTIAGO, COMPAIONO SEMPRE PIÙ SPESSO GRANDI POSTER ROSSI CON IL RITRATTI IN BIANCO E NERO DELLA “RAFFA”, ACCOMPAGNATO DALLA SCRITTA “SIEMPRE VOTO COMUNISTA” … IL FENOMENO È NATO DA UNA CARTOLERIA STORICA DEL CENTRO DI SANTIAGO, CHE HA INIZIATO A STAMPARE I CARTELLONI PER UNA RAGIONE SPECIFICA
Il prossimo 16 novembre in Cile si terranno le elezioni presidenziali e il Paese sudamericano è già in piena campagna elettorale. Una campagna che ha una protagonista inattesa: Raffaella Carrà.
La candidata di sinistra (fronte che in Cile si presenta unito) è Jeannette Jara, esponente del Partito comunista, e nella storia del Cile, è solo la seconda volta che accade. Ma da qualche settimana, ai suoi eventi elettorali e per le strade di Santiago, compaiono sempre più spesso grandi poster rossi con il ritratto in bianco e nero di una giovane Raffaella Carrà accompagnato dalla scritta: “Siempre voto comunista”, e sotto, in italiano, “una di noi”.
Il fenomeno è nato così. Due giorni dopo la vittoria di Jara alle primarie della sinistra, ottenuta con il 60% dei voti, una cartoleria storica del centro di Santiago – la Libre Arte y Diseño – ha iniziato a stampare il poster con il viso di Carrà. «Lo abbiamo creato per una ragione specifica – spiega il proprietario dellacartoleria Cesar Padilla, 57 anni – Subito dopo la vittoria nelle primarie, sembrava che Jara volesse lasciare il partito comunista per riuscire a intercettare più facilmente i voti della sinistra moderata. E quello che noi volevamo dire con questo poster era: essere comunisti non è un peccato, guardate Raffaella, lei non se ne è mai vergognata, anzi! La nostra idea ha funzionato».
Spiega ancora Cesar: «Raffaella Carrà era un’icona in Italia, in Europa, in tutto il mondo, come donna e come comunista. E non solo: è stata una delle prime persone a parlare apertamente in appoggio al mondo Lgbt».
La cantante italiana, morta nel 2021, era molto conosciuta in tutta l’America Latina soprattutto per la sua musica e come icona di stile, ma in Cile anche come figura politica nel mondo progressista. Ai tempi della dittatura di Pinochet (1973-1990) Carrà era già molto nota e veniva spesso invitata a trasmissioni televisive e festival.
Nel 1982 venne invitata a partecipare al Festival di Viña del Mar, uno dei festival storici latinoamericani, e incoronata “regina” di quell’edizione. La sua esibizione al festival passò alla storia: in un momento in cui in Cile qualsiasi libertà di espressione personale era proibita, Carrà fu esplosiva, non limitandosi mai sia nei balli che nelle parole delle canzoni.
È del 1977, del resto, la sua celebre intervista con la rivista spagnola Interviù, da cui proviene la frase usata oggi nei manifesti elettorali, in cui Carrà aveva dichiarato di «votare sempre per il Partito comunista». Racconta ancora Cesar, il cartolaio: «Quando abbiamo avuto l’idea non sapevamo come
sarebbe andata. Era sicuramente un poster inusuale per una campagna politica, ma è stato un successone».
Boric e il candidato di estrema destra José Antonio Kast, che corre anche quest’anno.
Per ora i sondaggi danno Jara in vantaggio con il 26%.Ma i suoi avversari sono tutti di destra, da quella estrema di José Antonio Katz e Johannes Kaiser a quella moderata di Evelyn Matthei. La vera incognita, dunque, sarà il secondo turno.
(da La repubblica)
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