“A MELONI LA TELEVENDITA E’ SFUGGITA DI MANO”: GIUSEPPE CONTE LIQUIDA IL DISCORSO DI RIMINI DELLA DUCETTA (“TANTA FUMOSA PROPAGANDA E ZERO FATTI”) E NON LE PERDONA LA “DOPPIEZZA E SPREGIUDICATEZZA” DELLE SUE PAROLE SU GAZA, DOPO CHE “IL SUO GOVERNO HA PROTETTO ININTERROTTAMENTE IL CRIMINALE NETANYAHU
PER BONELLI DI AVS, LE ACCUSE AI GIUDICI ”VELANO IL VERO OBIETTIVO DI QUESTA DESTRA: PIEGARE LA GIUSTIZIA ALLA POLITICA, PRELUDIO DI UNA DERIVA AUTORITARIA” – RENZI: “DIECI IN RETORICA, ZERO IN CONCRETEZZA, È SOLO FUFFA”. UDITE UDITE, STAVOLTA E’ CRITICO ANCHE CARLO CALENDA, IL RUOTINO DI SCORTA DEL MELONISMO
Secondo il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, a Meloni «la televendita è sfuggita di mano». L’intervento di Rimini è intriso di «tanta fumosa propaganda e zero fatti, è imbarazzante e preoccupante per chi governa non essere mai chiamata a fare i conti con la realtà», attacca l’ex premier. Non perdona a Meloni la «doppiezza e spregiudicatezza» delle sue parole su Gaza, dopo che «il suo governo ha protetto ininterrottamente il criminale Netanyahu».
Stesso giudizio da parte del capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, che definisce «vergognosa» la scelta di «limitare la critica sui conti della “proporzionalità” delle stragi rispetto al 7 ottobre, senza nessun accenno al fatto che il governo Netanyahu sta compiendo un vero genocidio».
Insomma, un concentrato di «pura propaganda», con la «solita foga contro i disperati che perdono la vita in mare: per questo governo sono loro la vera emergenza, e la colpa – ancora una volta – viene scaricata sulla magistratura o su presunti burocrati».
Per Angelo Bonelli di Avs, le accuse ai giudici «svelano il vero obiettivo di questa destra: piegare la giustizia alla politica, preludio di una deriva autoritaria». Mentre, secondo il collega Nicola Fratoianni, a Rimini Meloni «ha fatto una magia: come al solito sono spariti i problemi reali del nostro Paese».
Il leader di Italia viva la sfida a portare gli annunciati piani per la casa e per le imprese in Parlamento: «Che aspetti, cara Giorgia? Vieni in Senato e porta i due disegni di legge. Altrimenti è la solita fuffa». Stavolta è critico anche Carlo Calenda, che si concentra sui costi dell’energia: «Meloni ne parla come se venisse da Marte o fosse da ieri a Palazzo Chigi – scrive sui social il leader di Azione – Bisogna fare le cose e smettere di parlarne».
(da agenzie)
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