CASTIGATE I POVERI: PRETENDONO DI USARE IL VOTO PER POTER CAMPARE
LA MORALE SOVRANISTA: I RICCHI VOTANO PER CHI FA I LORO INTERESSI, I POVERI DEVONO VOTARE PER CHI FA GLI INTERESSI DEI RICCHI, ALTRIMENTI E’ POPULISMO
Editoriali a firma di ricchi commentatori col culo al caldo avvelenati contro il Rdc, pieni di odio di classe
Quale idea migliore, con le bollette da tempo di guerra, che togliere il pane di bocca a 3 milioni di persone (1,3 milioni di nuclei famigliari) raggiunte dal Rdc, come promette di fare Meloni con l’aiuto dei servi sciocchi che le si accoderanno?
Sia chiaro: Meloni (che a ridosso del voto ha furbamente smesso di chiamarlo “metadone”) e l’amico di Bin Salman, che lo chiama “reddito di criminalità”, sono solo le avanguardie dell’operazione di messa al bando del Rdc.
Dietro, c’è tutto un mondo diciamo culturale impegnato a far credere agli italiani che se non se la passano bene la colpa non è di una classe politica inetta e corrotta, di una cronica iniquità delle risorse, di un’evasione fiscale da 99,5 miliardi – per lo più perpetrata da industriali, ricconi con lo yacht, furbi con un piede nei paradisi fiscali, tra i quali molti di quegli stessi politici che fanno le leggi per auto-condonarsi – ma di chi prende dallo Stato 546 euro (in media) al mese perché non ha lavoro, magari per il motivo che è inabile, o malato, o minorenne.
Dopo il voto, il plotone d’esecuzione non si è affatto placato: livido per la rimonta del M5S al sud, ha continuato a sparare contro il Rdc e coloro che lo percepiscono, ritratti come fannulloni e parassiti (notevole la sfilza di interviste empatiche ai ristoratori schiavisti che non trovano personale).
Per anni si è accusato il popolo di votare “con la pancia”, in modo irrazionale e obbedendo agli impulsi sottocorticali comandati dalla Tv; quando questo popolo vota per chi si impegna a tutelare i suoi interessi, allora il voto è truccato, non democratico.
Non è voto di scambio, invece, promettere la flat tax, il taglio del cuneo fiscale, gli aiuti alle imprese: i ricchi votano in coscienza e filosoficamente, visto che non devono pensare alla sopravvivenza.
Non fu voto di scambio quando Renzi, pochi giorni prima delle Europee del 2014, mise 80 euro in busta paga al ceto medio (e promise mancette a categorie varie, anche ai 18enni figli di miliardari), usando soldi pubblici per farsi campagna elettorale.
Il Rdc è costato 19,8 miliardi in tre anni e ha salvato 1 milione di persone (su 5,6 milioni totali) dalla povertà assoluta (Istat). Il Jobs Act è costato 20 miliardi in sgravi fiscali alle imprese per i contratti a tutele crescenti, che non hanno spostato di un centimetro l’occupazione stabile.
La verità è che i sedicenti liberali coi soldi pubblici, vedono più di buon occhio FdI che il M5S. Per Meloni e i suoi cecchini anti-Rcd hanno solo parole di miele. Come per Renzi, rientrato in Parlamento grazie al passaggio di Calenda, che si è già messo a disposizione per cambiare la Costituzione secondo i desiderata dei postfascisti. C
he il Rdc disincentivi al lavoro è poi la preoccupazione precipua di gente che non ha mai lavorato, vedi Salvini (a cui consigliamo di verificare i requisiti per accedervi).
Calenda disse che Berlinguer sarebbe “inorridito” davanti a un sussidio superiore a un reddito da lavoro, perciò teorizzava che il Rdc dovesse essere abbassato, non che venissero alzati i salari, per non fare concorrenza sleale alle imprese
Tutto il razzismo e il classismo di questi miracolati si riassume in ciò: i ricchi votano per chi fa i loro interessi; i poveri devono votare per chi fa gli interessi dei ricchi, altrimenti è populismo e voto di scambio.
(da Il Fatto Quotidiano)
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