CORRUZIONE GENOVA: L’AVVOCATO LA MATTINA SENTITO COME TESTE CONFERMA LE PRESSIONI RICEVUTE DA TOTI
“LA LINEA ACCUSATORIA NON E’ STATA SMENTITA”
E’ stato sentito per oltre 4 ore dai pm Luca Monteverde e Federico Manotti come persona informata sui fatti l’avvocato Andrea La Mattina, nell’ambito dell’inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria e portato ai domiciliari il presidente Giovanni Toti.
La Mattina, membro del comitato portuale in qualità di rappresentante per la Regione, aveva espresso perplessità e ma poi aveva votato a favore della proroga a 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse per Aldo Spinelli. “Sono sereno. Le offese di Toti? Fanno parte del segreto istruttorio” li è limitato a dire ai cronisti uscendo da palazzo di Giustizia. L’interrogatorio è stato secretato come quello di tutti i testimoni sentiti fino ad ora e il procuratore Piacente si limita a dire: “La linea accusatoria non è stata smentita“.
Secondo l’accusa La Mattina avrebbe ricevuto pressioni in particolare da Toti per cambiare la propria posizione. In un primo momento aveva detto senza mezzi termini che quella proroga era “una presa per il culo”. Toti aveva prima invitato il segretario generale della Regione, Pietro Paolo Giampellegrini a “sensibilizzare” quello che Toti aveva definito “un ragazzetto saccente dello studio Erede Bonelli… un ragazzetto che sperava di entrare in Autorità Portuale per avere un minimo di visibilità”. Ma La Mattina in un primo momento si era arrabbiato sfogandosi con Signorini al telefono: “Andate a quel paese, organizzatevi meglio, convocatemi quindici giorni prima, spiegatemi che ci sono delle cose che scadono e allora va bene, ne parliamo, se no altrimenti è una estorsione eh! Perché voi mi dite o voti a favore oppure metti in ginocchio il porto, andate a quel paese io non ci sto”.
Poi dopo un invito a pranzo da parte del governatore (siamo a metà ottobre 2021) aveva cambiato idea, tanto che in una conversazione intercettata con Rino Canavese (l’unico a votare, alla fine, contro l’operazione) aveva detto che “mi è stato spiegato meglio il contesto… il contesto nel senso… e anche se vogliamo il disegno… il disegno politico no che c’è dietro che mi sembra quantomeno comprensibile…”
Delle presunte pressioni a La Mattina era stato chiesto, nel lungo interrogatorio della scorsa settimana, proprio all’indagato Giovanni Toti che ha di fatto ammesso le pressioni, considerandole però legittime. Ha ammesso che “sono stati o Spinelli o Signorini a chiedermi di intervenire su La Mattina” che “la pratica era urgente perché concatenata ad altre pratiche strategiche per il porto”. Toti ha commentato l’intercettazione con Signorini in cui definisce La Mattina “un demente, un pazzo” dicendo che era un commento alla situazione critica nell’ambito del board portuale che gli aveva descritto Signorini, a causa di quelli che si opponevano al rinnovo (tra cui lo stesso rappresentante della Regione”.
Per il governatore insomma La Mattina “rappresentava la Regione, ancorché senza vincolo di mandato” e doveva essere “adeguatamente sensibilizzato”. La Mattina quindi in seno al Comitato di Gestione non poteva per Toti votare contro il rinnovo perché “in senso politico il voto contrario non avrebbe rispecchiato la posizione di Regione, Comune ed Autorità Portuale. Se i commissari vengono nominati dagli enti territoriali devono in qualche modo condividerne le posizioni sulle linee generali di sviluppo”. Nelle intercettazioni l’avvocato Andrea La Mattina viene anche poco garbatamente definito “un avvocaticchio”, “un ragazzetto che sperava di entrare in Autorità Portuale e avere un minimo di visibilità”, uno cioè che “si compra con una carta unta, basta dargli un minimo di considerazione…”
Toti nell’interrogatorio ha sminuito le affermazioni offensive dicendo che voleva solo “riportare in modo colorito a Signorini le lamentele che La Mattina mi aveva rappresentato conseguentemente dicevo a Signorini di dargli più considerazione per averlo dalla sua parte”.
Oltre ad essere stato nominato dalla Regione come membro del Comitato di Gestione del porto di Genova Andrea La Mattina nell’agosto del 2023 è stato nominato sempre da Giovanni Toti rappresentante regionale per la Conferenza nazionale per la giustizia riparativa. La nomina il 5 settembre aveva provocato un’interpellanza del consigliere di opposizione Ferruccio Sansa, che aveva chiesto “motivi e compenso” pur non mettendo in dubbio la preparazione professionale dell’avvocato. Toti aveva risposto spiegando che la nomina era avvenuta secondo le procedure di legge nei confronti di un “soggetto esperto in materie giuridiche” e, rispetto al compenso Toti aveva chiarito che l’attività “non dà diritto a compensi, gettoni, indennità o rimborso spese”.
(da Genova24)
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