CORTEO ANTIFASCISTA DEL 30 GIUGNO, CENTRODESTRA MODELLO TOTI: UN FDI VUOLE VIETARLO, IL COORDINATORE DI FDI CRITICA CHI VUOLE VIETARLO, BUCCI DICE CHE NON E’ POSSIBILE
GRANDE PROVA UNITARIA DELLA CORTE DEI MIRACOLATI DALLA SINISTRA E DA GRILLO
Si surriscalda il clima politico intorno alla giornata di domani, il 30 giugno.
In città è previsto un corteo in serata della galassia antagonista e antifascista, con partenza da piazza Alimonda.
E un convegno organizzato dalla Camera del lavoro dal titolo “Antifascismo e lavoro: nelle nostre radici il nostro futuro” si svolgerà presso la Compagnia unica in Sala Rum.
Ma a far salire la temperatura sono tre fattori: l’elezione di Marco Bucci a sindaco, l’apertura di una sede di Casa Pound vicino a piazza Alimonda e, proprio ieri, la richiesta al Prefetto da parte di Alberto Campanella (eletto consigliere con FdI) e Gianni Plinio di vietare il corteo antifascista.
«Troppo elevato – scrivono i due esponenti di Fratelli d’Italia – è il rischio di incidenti e di danneggiamenti nel centro cittadino come spesso accaduto ad opera di militanti violenti dell’area antagonista. Va, poi, tenuto presente che esaltare i drammatici fatti del 30 Giugno 1960 configura l’apologia di reato. La violenza di piazza scatenata dai comunisti, che mise a ferro e fuoco la città , impedì la celebrazione del Congresso Nazionale del Msi, partito presente in Parlamento»
Un comunicato che è stato visto come una provocazione ad esempio dal Collettivo autonomo dei lavoratori portuali: «Chiediamo massima partecipazione al corteo del 30 Giugno, in memoria del ’60. Il corteo vuole essere pacifico e arrivare a destinazione. Non bisogna cadere in provocazioni ed essere tanti. Si chiede a tutti i lavoratori antifascisti di partecipare al corteo commemorativo», scrivono sulla loro pagina Facebook.
Oggi si terrà una riunione in Prefettura del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, ma l’impostazione della Questura rimane la stessa adottata in situazioni simili recentemente: vigilanza discreta sul corteo ma nessuno stop forzato, per evitare tensioni.
Anche il neo-sindaco Marco Bucci non farà propria la posizione dei due esponenti di Fratelli d’Italia, perchè come ha spiegato nei giorni scorsi al Secolo XIX «le uniche manifestazioni che possono essere vietate sono quelle pericolose per l’ordine pubblico». E in ogni caso il sindaco non ha titolo per vietare un bel nulla, salvo che la concessione di sale pubbliche.
Il comunicato di Plinio e Campanella ha suscitato anche parecchi mal di pancia nei vertici del partito, Matteo Rosso, coordinatore regionale, l’ha definito «inopportuno» in questo momento, con le elezioni appena trascorse e la prospettiva del primo consiglio comunale.
Giusto per la cronaca:
1) Ognuno è libero di manifestare nelle forme e modalità concordate. Nessuno vieta di indire cortei o convegni di segno opposto, è certamente più etico e “di destra vera” che chiedere di vietare quelli degli altri.
2) CasaPound non c’entra nulla: ha aperto una sede in una via laterale a Piazza Alimonda, ma senza alcun nesso con i noti fatti, come precisato dai suoi vertici locali.
3) Che l’uscita dei due esponenti di Fdi sia motivata solo dalla ricerca di visibilità e non dalla sostanza è dimostrata dal fatto che la richiesta di vietare la manifestazione della sinistra antagonista, rivolta al sindaco, è fumo negli occhi. E’ il questore a decidere, d’intesa con il prefetto, il sindaco non ha alcun potere (per fortuna). Non a caso, la “provocazione” non è piaciuta al coordinatore di Fdi, segno di una nota “guerra interna” che si sta sviluppando da mesi nel partito della Meloni, e tanto meno a Bucci che ha già da pensare ai suoi guai.
4) Nel silenzio della Lega che segue con imbarazzo la vicenda (abituati a straparlare, è fragoroso il loro silenzio) la vicenda è derubricata a lotte interne alla destra locale. Evviva il modello Toti: finchè vince può tacitare con qualche poltrona, quando queste verranno messe in discussione ci sarà da ridere sulla “coesione territoriale” del centrodestra ligure. Tempo al tempo.
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