DONNE IN NERO DELLE NOSTRE PARTI: LE DONNE VELATE DELLE NOSTRE CAMPAGNE FINO A DUE GENERAZIONI FA
LA LIBERTA’ DELLE DONNE E’ TUTT’ALTRO CHE UN VALORE TRADIZIONALE
Molto ridere per lo svarione della leghista Ceccardi, che pubblica indignata l’immagine di una processione del nostro Sud credendola una adunata islamica. Ceccardi appartiene all’ala esagitata della Lega, corrente non ufficiale ma ricca di esponenti; non staremo dunque a sindacare su un errore dovuto sicuramente al suo incontenibile entusiasmo politico
Piuttosto, vale a sua parziale scusante la somiglianza tra certi scorci (non tanto remoti) del nostro paesaggio sociale e delle nostre tradizioni religiose, e l’Islam.
Le donne velate, il corpo femminile recluso e sottoposto all’arbitrio del padre, il nero del lutto indossato per anni: non erano mica le Folies Bergère, le nostre campagne, e non solo quelle meridionali, fino a un paio di generazioni fa.
Ci abbiamo messo un bel po’ per uscirne, e se per esempio un partito (per fare nomi: la Lega) fa riferimento alle tradizioni cristiane come chiave identitaria, beh deve fare i conti con ciò che l’Italia tradizionale è stata per secoli: misogina, bigotta, chiusa alle libertà (il divorzio è stato legalizzato mezzo secolo fa, l’interruzione di gravidanza anche meno).
La coscienza dei diritti, la laicità, la secolarizzazione della Chiesa, la lotta di liberazione delle donne, non ultimo il benessere economico, sono stati tra i fattori che hanno lentamente sbullonato la macchina oppressiva della “famiglia tradizionale” idealizzata dalla nuova destra (per altro pullulante di divorziati).
Non si può cianciare ogni due minuti di “valori tradizionali” e poi postare, inorridendo, una processione di donne in nero del
nostro Sud. La libertà delle donne è tutt’altro che un valore tradizionale. Ed è soprattutto l’odiata sinistra, a partire dalle lotte delle mondine, ad avere levato il velo alle italiane. La storia, ammesso si abbia voglia di leggere un libro, a volte aiuta.
(da La Repubblica)
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