EUROPEE M5S: A RISCHIO BOICOTTAGGIO IL VOTO SU ROUSSEAU
LA BASE GRILLINA NON VUOLE RATIFICARE CANDIDATURE OUTSIDER
Luigi Di Maio non poteva scegliere un luogo più simbolico di così per presentare i candidati M5s al Parlamento europeo: il Tempio di Adriano, Imperatore della pacificazione.
Perchè è la pace che il capo politico M5s, sabato mattina, dovrà far rinascere dentro il partito dopo lo scompiglio degli ultimi giorni.
Nel Tempio romano in piazza di Pietra il vicepremier riunirà tutti i pentastellati in corsa verso lo scranno di Bruxelles e tra loro ci saranno anche le outsider che hanno mandato in tilt gli attivisti storici dei vari territori, deputati e senatori.
Basti pensare che le cinque donne prescelte per guidare le liste rischiano di essere stroncate dal voto sulla piattaforma Rousseau. Voto che dovrebbe tenersi venerdì ed essere una semplice ratifica ma il rischio è che si trasformi in qualcos’altro.
Dai territori il messaggio al leader è arrivato forte e chiaro: “I capilista devono essere i nostri, i più votati” che coincidono con i parlamentari europei uscenti.
Di Maio non ne vuol sapere, la decisione di candidare cinque outsider “donne di eccellenza” ormai è presa, con buona pace dello zoccolo duro M5s che minaccia di boicottare la votazione. Due sono in casi più eclatanti. Uno all’estremo Nord e l’altro all’estremo Sud.
Partiamo da Torino dove il gruppo consiliare M5s si è schierato contro la decisione di candidare l’attuale assessore all’Innovazione Paola Pisano: “Si dimetta subito se vuol fare campagna elettorale”, è il messaggio recapitato alla diretta interessata e anche al capo politico.
L’unica alternativa è candidare Tiziana Beghin, europarlamentare uscente ma verrebbe meno l’idea delle candidature esterne e si aprirebbe un nuovo fronte fomentato da chi ha dovuto rinunciare.
Infatti malvolentieri Ignazio Corrao nella circoscrizione Isole e Fabio Massimo Castaldo, mister preferenze su Rousseau, nell’Italia centrale, hanno visto sfumare il loro posto di capolista.
E dalla Sicilia soprattutto potrebbe arrivare un segnale clamoroso: boicottare il voto.
Nel senso che tanti iscritti potrebbero non partecipare se non addirittura votare contro la candidata che con ogni probabilità sarà Chiara Cocchiaro, l’ingegnere aerospaziale, la “donna d’eccellenza”, a cui toccherebbe anche l’ingrato compito di sedare la fronda grillina.
Oltre ai problemi interni, Di Maio deve fare i conti con il futuro M5s in Europa.
Il capo politico cova ancora il sogno di un gruppo tutto suo con il Movimento 5 Stelle alla guida. Per adesso, però, si registrano solo travagliati tentativi di raccogliere alleati di peso.
Il gruppo è fermo a cinque partiti e ne servono almeno sette. Quelli annunciati sono i croati Zivi Zid, i polacchi Kukiz 15, i finlandesi di Liike Nyt e Akkel, il partito greco dell’agricoltura e allevamento guidato da Evangelos Tsiobanidis. Due di questi tuttavia rischiano tuttavia di non superare la soglia di sbarramento.
Questo progetto alternativo di cui parla il capo politico non ha ancora una base da cui partire. E la base M5s, quella degli iscritti, è quanto mai frammentata.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply