ZINGARETTI PRESENTA LE LISTE PD PER LE EUROPEE: 76 CANDIDATI, 39 SONO DONNE, 2 DI AREA MDP
UN TERZO DEI CANDIDATI NON E’ ISCRITTO AL PARTITO: “HO MANTENUTO L’IMPEGNO”
Nicola Zingaretti ha ottenuto il risultato che voleva, ossia il varo di liste aperte, “da Tsipras a Macron”, senza voti contrari all’interno della Direzione del suo partito.
Si sono astenute, infatti le aree dei renziani, sia quella che fa riferimento a Luca Lotti e Lorenzo Guerini, sia quella di Roberto Giachetti, per un totale di 30 voti.
È arrivato il sì, invece, di tutti gli altri, compresa la componente di Maurizio Martina, che ha dato atto al segretario di aver “rispettato nei suoi obiettivi politici principali” il mandato ricevuto di presentare “liste aperte, lavorando per unire gli europeisti progressisti e riformisti”.
“Non è una lista a mia immagine e somiglianza – ha detto Zingaretti, presentando i nomi – ma a nostra immagine e somiglianza”.
Il segretario dem ha messo in luce nel suo intervento di apertura come le candidature siano state vagliate e scelte già nella prospettiva di un’alternativa a un governo che “mostra tutta la sua drammatica inadeguatezza. Sta a noi – ha aggiunto – mettere in campo una proposta competitiva, una credibile alternativa, che dia il segno del cambiamento”.
Dei 76 candidati, la maggioranza sono donne (39), un terzo è costituito da non iscritti al Pd, di cui due sono esponenti diretti di Articolo Uno, Massimo Paolucci e Maria Cecilia Guerra.
Proprio su quest’ultimo nome si è consumato lo ‘strappetto’ con i renziani, che hanno scelto l’astensione più come segnale politico che per un reale dissenso rispetto alle liste presentate.
“Lo sforzo del segretario è stato importante – ha riconosciuto Gianni Dal Moro, intervenuto in Direzione per i lottiani – ma non siamo convinti che il principio di un non ritorno all’indietro sia in termine di rappresentazione delle candidature che di progetto politico sia stato completamente rispettato. Ma la nostra non vuole essere una bocciatura, bensì una critica responsabile”.
D’altra parte, Base riformista ha incassato il posto da capolista per Simona Bonafè al Centro (dove c’è anche l’altro uscente Nicola Danti), un non scontato terzo posto nel Nord-Est per l’ex ministro Paolo De Castro (affiancato anche qui da un’altra uscente, Isabella De Monte), il numero due per Pina Picierno al Sud (oltre a Giosi Ferrandino), mentre nelle Isole, pur non essendo riferimento diretto di quest’area, sosterranno sia la capolista Caterina Chinnici che Pietro Bartolo.
Ai giachettiani sono ricondotte invece le candidature dell’ex viceministro Enrico Morando e della rappresentante in Italia di En Marche, Caterina Avanza, entrambe nel Nord-Ovest, che consentono così all’area dei renziani in senso ampio di essere rappresentata ovunque.
Anche Articolo Uno riesce a individuare in ciascuna delle cinque circoscrizioni propri riferimenti: oltre a Guerra (Nord-Ovest) e Paolucci (Sud), i bersaniani convergeranno anche loro sul medico di Lampedusa Pietro Bartolo (Centro e Isole) e su personalità come Giuliano Pisapia, Pierfrancesco Majorino e Brando Benifei nel Nord-Ovest.
Anche Carlo Calenda (capolista nel Nord-Est) ha visto accolte gran parte delle proprie richieste per i nomi di Siamo Europei, a cominciare da Irene Tinagli (Nord-Ovest), Achille Variati (Nord-Est), Virginia Puzzolo (Isole), ma anche l’inserimento tra le teste di lista di Roberto Gualtieri al Centro
(numero 3), per il quale si era speso stamattina con un tweet.
A fare notizia, però, sono i tanti esterni voluti da Zingaretti.
La sorpresa dell’ultimo minuto è costituita da Roberto Battiston, l’ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana, revocato improvvisamente dall’attuale governo nel novembre scorso.
Già nota era la candidatura dell’ex Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti come capolista al Sud, così come quelle di Mamadou Sall (sindacalista della Cgil di Firenze impegnato sui temi dell’integrazione) e di Silvio Calò, nominato cittadino europeo dell’anno per l’ospitalità offerta ad alcuni rifugiati.
Tra gli altri, si segnalano Beatrice Covassi, capo della rappresentanza in Italia della Commissione europea, Eric Veron, imprenditore franco-olandese, fondatore di Vailog, società specializzata in sviluppo immobiliare industriale, Bianca Verrillo, avvocato maceratese impegnata nella lotta alla violenza contro le donne.
Varate le liste, Zingaretti si dedicherà a mettere a punto anche la squadra del partito. La prossima settimana sarà varata la nuova segreteria e sarà formalizzato a Gianni Cuperlo l’incarico di guidare la Fondazione che dovrà “mettere in campo un nuovo progetto di cultura politica per il Pd e il centrosinistra”, ha spiegato il segretario in coda alla riunione odierna. Inoltre, entro aprile si completeranno anche le nomine per la Conferenza delle donne dem e per la commissione che dovrà modificare lo Statuto.
(da “Huffingtonpost”)
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