IL DECRETO SOSTEGNI (EX RISTORI) SLITTA ANCORA ALLA PROSSIMA SETTIMANA PER CONTRASTI TRA LE FORZE DI MAGGIORANZA SULLE MISURE CHIAVE
IL GOVERNO CONTE AVEVA GIA’ FISSATO LA CIFRA DI 32 MILIARDI, POI LA CRISI E IL NUOVO GOVERNO DEI “MIGLIORI”… IL CENTRODESTRA VUOLE IL CONDONO TOTALE PER GLI EVASORI TRA IL 2000 E IL 2015, TANTO PER CAPIRE CHI RAPPRESENTANO
Mentre dall’Ocse vengono notizie incoraggianti per la ripresa dell’economia mondiale legata alla prospettiva dei vaccini e a piani di stimolo mastodontici come quello di Joe Biden, l’Italia perde terreno.
L’Outlook dell’organizzazione di Parigi taglia le stime della nostra crescita per quest’anno (lo fa solo per noi e per la Francia) di 0,2 punti portandoci comunque a scommettere su un sempre considerevole rimbalzo del 4,1 per cento. La fotografia della nostra situazione attuale si completa ricordando che il primo bimestre — notizia di pochi giorni fa — ha segnalato una crescita del clima di fiducia dell’industria manifatturiera.
Significa che siamo su un crinale stretto e che dobbiamo giocarci tutte le carte, non solo sul Recovery Plan che segnerà il nostro futuro, ma anche sul decreto “sostegni” da 32 miliardi, già pronti e approvati con relativo scostamento.
La notizia dello slittamento alla prossima settimana ha provocato nervosismo negli operatori, soprattutto dei servizi che è il settore che soffre di più. Ieri i ristoratori hanno protestato sotto la Regione Lombardia, la Confesercenti ha ricordato che il mondo delle imprese e del lavoro autonomo ha perso lo scorso anno 125 milioni al giorno, gli operatori del turismo e della neve (sciolta e dunque già dimenticata) hanno ridotto dell’80 per cento l’attività .
Senza contare le attese delle famiglie per le quali il decreto prevede congedi parentali straordinari Covid retribuiti almeno fino al 50 per cento ed estesi fino ai figli minori di 16 anni, diritto allo smart working, sostegni economici come il voucher baby sitter per i lavoratori autonomi e le partire Iva. Tutte misure che al momento sono sospese.
La risposta deve arrivare ma i diversi punti di vista tra l’ala destra e quella sinistra della maggioranza stanno portando il decreto in stallo.
Tre i nodi, che coincidono con le questioni più importanti.
L’ultimo riguarda il meccanismo dei ristori: quale deve essere la base di calcolo del fatturato sulla quale calibrare i rimborsi? La perdita percentuale dei primi due mesi (2020 su 2019) è stata scartata perchè non copre in modo omogeneo tutti i settori non tenendo conto delle stagionalità . Il Tesoro lavora ora sulla perdita media del fatturato tra 2020 e 2019, misura più omogenea: chi supera il 33 per cento, per fasce, ha diritto ad un ristoro dal 15 al 30 per cento del perduto.
La componente di centrodestra del governo vuole invece che la base di calcolo sia non la media ma il totale delle perdite complessive del 2020, misura che farebbe sballare i conti.
L’altra questione è quella fiscale: anche in questo caso sono state bloccati i pagamenti e non le cartelle, inoltre il centrodestra chiede una sanatoria delle vecchie cartelle tra il 2000 e il 2015 senza tetto o con tetti molto alti fino a 30 mila euro. Un colpo di spugna che esponenti del Pd e Leu hanno definito un condono.
La terza questione riguarda lo sblocco dei licenziamenti che esponenti della Lega, ad esempio, hanno ritenuto legittimo fin da subito per l’edilizia e sul quale i sindacati e l’ala sinistra fanno muro. Come posizioni divergenti si profilano sulla proroga della cig limitata a giugno o fino all’autunno.
La matassa del primo piano di stimolo del governo Draghi si ingarbuglia
(da agenzie)
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