IL MINISTRO DEGLI ESTERI ZARIF: “REAZIONE ENTRO I LIMITI DELL’ONU, LEGITTIMA DIFESA CONTRO UN ATTACCO TERRORISTICO”
“NON SARA’ L’IRAN A PROVOCARE L’ESCALATION, RIVENDICHIAMO L’AUTODIFESA NEL RISPETTO DELL’ART 51 DELLA CARTA ONU”
Un’azione condotta per “legittima difesa” contro un “attacco terroristico”. Un’azione che ha preso di mira “obiettivi legittimi secondo il diritto interazionale”, nel pieno rispetto dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.
Se il presidente iraniano Hassan Rohani, rivolgendosi agli iraniani, utilizza il linguaggio forte della vendetta – “Taglieremo le gambe agli Usa, come loro hanno tagliato la mano al generale Qassem Soleimani — la volontà di Teheran di restare entro i limiti dell’Onu, evitando azioni e provocazioni non conformi al diritto internazionale, è evidente nelle parole scelte dal ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e dall’ambasciatore di Teheran all’Onu Majid Takht-e Ravanchi.
Parole che indicano la volontà della Repubblica islamica di dare un segnale alla comunità internazionale: non sarà l’Iran a provocare l’escalation.
L’attacco iraniano di questa notte alle basi Usa in Iraq è stato condotto per “legittima difesa” contro un “attacco terroristico” compiuto con l’uccisione del generale Soleimani, ha detto ai media a Teheran il ministro degli Eteri Zarif.
“Non ho dati precisi sul numero” delle vittime dell’attacco alle basi Usa in Iraq, “li fornirà l’esercito. Ciò che è certo è che la Repubblica islamica ha preso di mira una base degli Stati Uniti da cui avevano colpito il comandante Soleimani e che avevano usato in passato per attacchi contro le forze della Resistenza. Perciò è stato un obiettivo legittimo secondo il diritto internazionale”, ha aggiunto Zarif.
Un concetto ribadito anche sulla piazza virtuale di Twitter.
In un tweet Zarif ha riferito di “misure proporzionate di legittima difesa nel rispetto dell’articolo 51 della Carta delle nazioni unite” e ha sottolineato che l’Iran “non vuole la guerra nè l’escalation” ma “si difenderà da ogni aggressione”.
L’Iran “non vuole la guerra” con gli Usa, ma si riserva il “diritto all’autodifesa” e “prenderà tutte le necessarie e proporzionate misure contro ogni minaccia o uso della forza”, ha scritto l’ambasciatore di Teheran all’Onu in una lettera inviata al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
Dichiarazioni misurate e attente a mantenere la Repubblica islamica dentro il perimetro della comunità internazionale e delle sue leggi.
Dichiarazioni dirette, appunto, all’Onu e a Bruxelles, più che a quella parte di Medio Oriente che chiede vendetta per Soleimani e brucia bandiere americane.
A questa parte si rivolge invece il presidente Rohani, quando promette che Teheran “taglierà le gambe agli Usa nella regione”, dopo che loro hanno “tagliato la mano” a Soleimani
La Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha parlato di “uno schiaffo in faccia agli Usa”, che deve spingere gli americani ad andare via dalla regione. “Ieri notte li abbiamo schiaffeggiati”, ha detto parlando dalla città santa di Qom. “Ma se si arriva al confronto, le azioni militari di questo tipo non sono sufficienti… la presenza corrotta degli Stati Uniti deve finire”.
I Pasdaran iraniani, attraverso la tv di Stato, hanno assicurato che qualsiasi misura di ritorsione degli Stati Uniti contro gli attacchi missilistici iraniani avrà una nuova risposta. “Gli americani ora sanno che le loro basi possono essere prese di mira dall’Iran … Le loro basi saranno prese di mira se gli Stati Uniti risponderanno agli attacchi missilistici dell’Iran in Iraq”.
Un alto funzionario dell’ufficio della Guida Suprema ha assicurato che la risposta dell’Iran all’uccisione del generale Soleimani è stata finora la più debole tra quelle di cui Teheran può essere capace. Ora sta agli Usa non accendere altre micce.
(da “Huffingtonpost”)
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