IL MINISTRO FIORAMONTI BERSAGLIO DEI SOVRANISTI PERCHE’ IL FIGLIO NON STUDIAVA ITALIANO NELLA SCUOLA INTERNAZIONALE (ESSENDO NATO IN SUDAFRICA CON MADRE TEDESCA)
FIORAMONTI GIUSTAMENTE SI SCUSA CON LA SANTANCHE’ PER FRASI SESSISTE DI SEI ANNI FA E POI DENUNCIA L’ATTACCO AL FIGLIO… I SOVRANISTI NON HANNO CAPITO CHE UNO HA IL DIRITTO DI STUDIARE LA LINGUA CHE GLI PARE, NON SIAMO ANCORA IN SIBERIA
Il ministro della pubblica Istruzione Lorenzo Fioramonti ancora nell’occhio del ciclone. Dopo le polemiche sulla sua proposta di rimuovere il crocifisso dalle aule scolastiche e la sua posizione non proprio in linea con i vertici del Movimento 5 Stelle sullo Ius Culturae, Fioramonti deve rispondere alle accuse di chi non lo giudica idoneo a guidare il suo dicastero perchè avrebbe scelto di far frequentare al proprio figlio una scuola internazionale dove non si insegna l’italiano.
La notizia che il ministro avesse deciso di rinunciare all’italiano tra le materie seguite dal figlio era partita dalla chat dei genitori.
La vicepreside ha sostanzialmente confermato all’Adnkronos: «La storia del test del figlio del ministro è la seguente: in prima e seconda elementare i bambini, il 30-40% dei quali sono stranieri, fanno il programma esclusivamente in inglese. L’ora di italiano scatta, solo per chi vuole, a partire dalla terza».
«Non facciamo gli esami di italiano in sede, ma in un’altra struttura e l’anno scorso Fioramonti — ha spiegato ancora la vicepreside — che non era ministro (era viceministro all’Istruzione, ndr) — precisa la dirigente scolastica — insieme alla moglie straniera ha scelto di non far fare il test in italiano al figlio perchè preferiva si concentrasse sull’inglese. Il bimbo, venendo dal Sudafrica, non parla bene l’italiano. Oggi quel bambino frequenta un’altra scuola».
La decisione di non far effettuare al ragazzo il test di italiano sarebbe maturata anche perchè, chiosa la vicepreside, il bambino «ha frequentato la lezione di italiano per un certo numero di ore con una maestra che è andata in pensione quest’anno. Poi, siccome aveva un po’ di difficoltà , è stato scelto di non fargli fare l’esame, che del resto non è obbligatorio».
Ma il ministro non ci sta. E dalla sua pagina Facebook dice la sua: «Giorni fa alcuni giornalisti sono andati a scuola di mio figlio chiedendo informazioni sui suoi voti, sul suo comportamento e sugli esami. Difendo e difenderò sempre il diritto alla libera informazione, accetto in silenzio tutte le critiche, in taluni casi anche molto dure, che mi vengono rivolte».
E attacca: «Ma recarsi in una scuola elementare per mettere sotto le luci dei riflettori un bambino di 8 anni è un atto di violenza. Mio figlio ha sempre frequentato scuole internazionali perchè è nato e cresciuto all’estero. Queste scuole sono le uniche — continua Fioramonti — che garantiscono continuità curricolare ai bambini che cambiano spesso paese di residenza. Mio figlio, figlio di un italiano e di una donna tedesca, parla 4 lingue (tra cui l’italiano), ma al tempo dell’iscrizione aveva ancora difficoltà a scriverlo, ragion per cui — anche su suggerimento della scuola — abbiamo deciso di non registrarlo per l’esame facoltativo d’italiano».
Il ministro chiarisce che si ritiene «turbato da padre e da cittadino» considerando la diffusione delle informazioni relative alla carriera scolastica del figlio avvenute «in spregio di ogni tutela della privacy, nonchè delle più elementari regole di deontologia professionale».
Il ministro quindi non lascerà correre e annuncia che formulerà «un esposto al garante della privacy, da privato cittadino e non da Ministro, per tutelare non solo il diritto alla riservatezza di mio figlio ma quello di ogni genitore a poter crescere ed educare i propri figli senza che la loro vita venga gettata in pasto ai giornali».
Ma Fioramonti oggi era finito nella bufera anche per un’altra vicenda: quella che riguarda i suoi post sferzanti su Facebook nei confronti di diversi esponenti politici. Gli status, che risalgono al periodo in cui il ministro non era ancora sceso in politica, contenevano insulti a Daniela Santanchè e a Renato Brunetta (per i quali Fioromonti si è scusato nel corso di una telefonata privata)
Ma anche considerazioni sulle forze di polizia paragonate a «un corpo di guardia del potere» (ma era riferita ai fatti del G8 in seguito ai quali diversi funzionari di polizia sono stati condannati)
(da agenzie)
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