LACRIME DI KIMMODRILLO
QUANDO ANCHE I CATTIVI FINGONO DI ESSERE BUONI
L’arte di conquistare gli amici e il dominio sugli altri di Dale Carnegie (è la bibbia di ogni bravo venditore, Berlusconi ne sapeva citare a memoria interi passi) parte dall’assunto fondamentale che anche i cattivi pensano di essere buoni.
Mi è tornato alla mente guardando un affranto Kim Jong-un inginocchiarsi davanti alla bara di un soldato nordcoreano morto nella lontana Ucraina e partecipare con occhio umido a una fastosa cerimonia commemorativa, dove tutti applaudivano freneticamente e piangevano a comando, compreso Kim, che se lo sarà comandato da solo.
Tutti tranne sua sorella Kim Yo-jong, l’algida numero 2 del regime. Lei è certamente una cattiva, ma almeno è consapevole di esserlo, mentre il libro di Carnegie era scritto da un maschio e parla di maschi che hanno sempre bisogno di autoassolversi e
quindi di autorappresentarsi migliori di quanto non siano.
Certo, la scena del Kim commosso viaggiatore è abbastanza agghiacciante. Stiamo parlando di un uomo che ha fatto sbranare suo zio da un branco di cani e che si compiace di essere circondato dal terrore e da un livello di servilismo di cui in Occidente non avevamo memoria, prima che Rutte perdesse la testa per Trump.
Ecco, lo statista di Mar-a-lago è un altro sicuramente convinto di essere una personcina a modo. E anche Netanyahu. E Khamenei. Per non dire di Putin e di Xi. Siamo talmente circondati da leader buoni che non ci dormo la notte.
(da corriere.it)
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