“MI PIACE VINCERE E ADORO LA VITA, NON CHIAMATEMI DIVERSA”
NICOLE ORLANDO VINCE QUATTRO ORI AI MONDIALI PER ATLETI DOWN
Le sue vittorie Nicole le dedica alla nonna. Per quattro volte la ventiduenne di Biella è salita sul gradino più alto del podio ai Mondiali per atleti down in Sud Africa.
La ragazza si è aggiudicata l’oro nei 100 metri, nel salto in lungo, nel triathlon e nella staffetta 4 per 100, dove ha realizzato il record del mondo.
“Sono contenta, mi piace vincere le medaglie. Mi devo preparare alle Olimpiadi di luglio, a Firenze”, ha raccontato la ragazza entusiasta al Corriere della sera.
A festeggiare in prima fila con lei ci sono i genitori di Nicole, da sempre a fianco alla figlia, pronti a sostenerla e incoraggiarla ad affrontare ancora più sfide di quelle che già la vita le ha preservato.
“Io l’avevo avvertita: guarda che ci sono le messicane che sono molto forti, sarà dura – dice la madre Roberta – Mi ha risposto di non preoccuparmi. Lei è così, molto determinata: il suo allenatore assicura che se tutti i suoi sportivi avessero la stessa concentrazione, vincerebbero molto di più. Lo spirito agonistico non le manca: suo fratello e sua sorella non le hanno mai fatto passare niente e lei ha sempre cercato di competere. Ci avevano detto che i ragazzi Down hanno i legamenti laschi e quindi sono lenti e pigri. Per stimolarla, l’abbiamo portata in piscina che aveva appena un anno. Quando ha iniziato a camminare è stata la volta della ginnastica artistica”.
Matteo Renzi ha voluto omaggiare Nicole, dedicandole un post su Facebook per ringraziarla di “aver reso onore all’Italia”.
Il premier si rivolge anche agli altri atleti della Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale, che in tutto hanno conquistato 27 titoli nell’atletica leggera e 5 nel tennis tavolo.
Adesso per Nicole è tempo di pensare alle Olimpiadi di luglio a Firenze, ma prima darà spazio alla preparazione per interpretare una parte nel musical organizzato dai ragazzi della palestra.
“Perchè mi dite così? Perchè sono diversa? In che senso diversa? – recita precisa al telefono –. Non posso anche esser stupida, cicciona, prima donna o lesbica? O devo essere sempre solo quella con la sindrome di Down?”.
Oggi, intanto è una campionessa della Nazionale.
(da “Huffingtonpost“)
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