MOSSA DI SILVIO PER SALVARE I SOLDI DI FORZA ITALIA
PRESENTATO UN EMENDAMENTO PER NON PERDERE IL FINANZIAMENTO PUBBLICO… BATTAGLIA CONTRO LA PROPOSTA DI CHI VUOLE VIETARE DONAZIONI AI PARTITI DA PARTE DI UN CONDANNATO
Soldi e tv. Finanziamento a Forza Italia e Mediaset.
È legata alla tenuta dell’impero l’ultima trincea scavata da Silvio Berlusconi.
Che può reggere solo con questa maggioranza: “Se salta tutto — dicono nella cerchia ristretta — le ritorsioni saranno pesanti”.
Le avvisaglie (di “ritorsione”) che hanno fatto scattare il warning ad Arcore si sono già appalesate in prima commissione, alla Camera. Dove è in discussione la legge sul finanziamento pubblico.
Partiamo da qui.
Eccolo l’emendamento di Sel che ha avuto l’effetto di una scossa sulle mura di Villa San Martino, ribattezzato come una Severino patrimoniale. È l’articolo 10, comma 6-bis: “Chiunque sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per i reati previsti dagli articoli 314, 1 comma, 318, 319, 319 ter, 320 del codice penale e dagli articoli 8, 9, 10, 11 del Decreto legislativo n.74 del 2000, non può destinare sotto qualunque forma, erogazioni, liberali o meno, denaro o altra forma di altre utilità in favore di partiti, movimenti, liste e fondazioni politiche”.
Se passa, significa che il condannato Berlusconi non può donare soldi al suo partito. Almeno per il periodo in cui sconta la pena.
Almeno è così nell’ultima formulazione: “Il divieto – prosegue l’articolo – decorre dalla data del passaggio in giudicato della sentenza stessa e ha effetto per un periodo corrispondente alla durata della pena comminata in concreto dal giudice, nonchè per l’anno successivo”.
Per un partito che si alimenta grazie ai granai dell’impero berlusconiano significa, praticamente, casse vuote.
Per questo il berluscones in commissione stanno rallentando la discussione di un provvedimento che doveva essere approvato entro l’estate.
E che ora pare senza scadenza. Al momento il Pd tace.
Se ne parla oggi quando si riunirà la commissione. Ma al quartier generale berlusconiano l’ennesima pistola è già sul tavolo: “Non si può stare nella stessa maggioranza — dice un azzurro di rango — e continuare nel tentativo di colpire il leader del partito alleato su tutti i terreni”.
Ma a Berlusconi non basta stoppare l’emendamento di Sel che in molti, tra i democrat, considerano un “dato di civiltà ”: evitare cioè che i quattrini di un condannato per frode fiscale foraggino un partito politico.
Già , non basta.
Presentati pure una serie di emendamenti “salva-Forza Italia”.
Il trucco è semplice. Secondo la legge, i cittadini, attraverso il due per mille o le detrazioni, possono finanziare i partiti che si sono presentati alle elezioni: i soldi cioè si possono destinare alle sigle che erano sulla scheda elettorale.
In base a questo meccanismo c’è il Pdl, non Forza Italia.
Pronto l’emendamento dei berluscones per trasferire i soldi a Forza Italia, aggirando l’ostacolo.
Eccolo, all’articolo 8, comma 1-bis: “Le disposizioni di cui al comma 1, lettere a) e b) si applicano altresì ai partiti politici a cui dichiari di fare riferimento almeno la metà più uno dei candidati eletti sotto il medesimo simbolo alle più recenti elezioni per il rinnovo del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati”.
Quindi, quando metà degli eletti si trasferiscono dal Pdl in Forza Italia con loro si trasferisce anche il finanziamento.
E fin qui il partito. Che però è solo un aspetto.
In questi giorni è stata allertata una specie di unità di crisi per tenere d’occhio i movimenti al ministero dello Sviluppo economico.
Soprattutto dopo che è circolata una voce, come riportato da Repubblica, di un decreto per fissare un “tetto per la pubblicità ” per mettere in ginocchio Mediaset.
Al viceministro Antonio Catricalà , vicinissimo a Gianni Letta e alla sottosegretaria Simona Vicari — praticamente l’ombra di Schifani — il compito di verificare l’ipotesi di “blitz”: “Non c’è nulla” assicurano dallo staff di Catricalà . Fuori dal governo potrebbe esserci di tutto.
(da “Huffingtonpost”)
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