PRIMA DI TULLIANI, QUANDO ST. LUCIA NON COLLABORAVA: I PRECEDENTI
SULLE VICENDE DI UN CONTO CANADESE E UNO SCANDALO AMERICANO, POCHI ANNI FA, NEGARONO OGNI INFORMAZIONE, NONOSTANTE RICHIESTE UFFICIALI…. STRANAMENTE PER LA PRIMA VOLTA IL GOVERNO DI ST.LUCIA FORNISCE UNA DICHIARAZIONE NON RICHIESTA, SENZA ALLEGARE LE PROVE PERALTRO
Rudolph Francis, ministro della Giustizia del paradiso fiscale caraibico, qualche giorno fa ha spiegato come tutta la gestione del dossier Tulliani-Printemps-Timara-casa di Montecarlo rientri “nella prassi normale isolana”.
In realtà , tutto questo interesse del governo di St. Lucia a scoprire chi si nasconda dietro le due società offshore proprietarie dell’appartamento in cui vive il Tulliani è una prassi inedita, così come la presunta fuga di notizia.
Lo dimostra la gestione di due scandali della storia recente di St.Lucia.
Il primo caso risale a maggio 2005 e il governo reagì ben diversamente.
Il vicepresidente di un’agenzia governativa canadese, Antonius Gibson, denunciò l’esistenza di un conto segreto della National Conservation Authority, l’ente per cui lavorava e che l’aveva appena licenziato.
Secondo Gibson, l’agenzia utilizzava un conto segreto presso la filiale di Santa Lucia della Royal Bank of Canada.
In quel caso il responsabile della Royal Bank ai Caraibi ha tempestivamente negato di essere a conoscenza di alcun particolare in merito.
E il governo di St. Lucia inquel caso non si preoccupò del “buon nome dell’isola”, ma fece muro intorno alla banca e nulla uscì: dall’esecutivo, disse l’allora premier Kenny Anderson, non sarebbe arivata alcun tipo di collaborazione.
Nessun scrupolo ebbe il governo neanche nel 2004 a difendere il proprio buon nome di fronte al duplice scandalo con al centro proprio due immobili. L’ambasciatore di St.Lucia a New York, Earl Huntley, trasferisce la proprietà di un immobile del governo a Brooklyn.
Il nuovo intestatario è l’organizzatore delle attività di una associazione culturale di St Lucia che lavora nel palazzo.
Una volta privatizzato l’immobile, viene usato come garanzia per ottenere da uan banca un prestito di 150.000 dollari, finiti nelle tasche dell’ambasciatore. L’indagine arrivò a dimostrare che aveva avuto complici nell’esecutivo, ma da St Lucia nessuna collaborazione anche in quel caso.
E ancora: sempre a New York, lo Stato ha contestato al governo di St.Lucia di aver evaso 30.000 euro di tasse in una compravendita immobiliare nel 2000.
Per inciso: l’attuale ministro degli esteri, una ventina di anni fa era stato pure arrestato per aver falsificato il passaporto.
Tutti precedenti che dimostrano come il presunto documento, senza prove allegate, del ministro della Giustizia rappresenta in ogni caso una eccezione.
Chissà , in questa occasione, cosa avrà fatto cambiare prassi al governo di St. Lucia …
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