QUANTI SONO REALMENTE GLI SPIATI ? GLI APPARECCHI SOTTO CONTROLLO SONO 19.000, GLI UTENTI 6.000
LE CIFRE REALI SONO BEN DIVERSE DAI 7.500.000 INTERCETTATI DENUNCIATI DA BERLUSCONI…. I CONTI DELLE SOCIETA’ PRIVATE ESTERNE PORTANO A QUESTE CIFRE…. IL COEFFICIENTE 5.3 E LE “CONVERSAZIONI NON RILEVANTI”
La storia delle intercettazioni e la necessità di una legge che ponga un freno alle medesime ha in realtà origine nella divulgazione delle telefonate del premier in cui una volta raccomandava a Saccà qualche attrice, un’altra ragionava su feste e ragazze da invitare a palazzo Grazioli con un imprenditore barese, un’altra ancora quando se la prendeva con un commissario dell’Agcom perchè non faceva chiudere “Anno Zero”.
In questo scenario di frasi rubate e poi divulgate, nel contesto di una indagine verso terzi, è iniziato il pressing per mettere un bavaglio alla intercettazioni. Se non ci fosse stato un interesse della politica, nessuno avrebbe mai avuto obiezioni al riguardo.
A questo punto è interessante la guerra dei numeri che si è scatenata per enfatizzare questo strumento di indagine e i suoi possibili eccessi.
Il premier ha parlato il 16 giugno scorso in Tv di 7,5 milioni di italiani intercettati, i magistrati hanno ribattuto che non sono più di 26.000 le persone ascoltate.
Uno studio super partes ora forse risulta più obiettivo, trattandosi di un calcolo lineare.
Le procure per intercettare è noto che si affidano a società esterne private. Quindi è stato più semplice, per gli amministratori delegati di queste società , sentirsi in questi giorni tra di loro e fare una verifica dei lavori in corso.
Ecco i risultati: la società Area ha sotto controllo 5.200 telefoni o telefonini (non persone fisiche quindi).
La società Rcs ne ha 4.500, la Sio 1.500, Radio Trevisan 1.000, Innova 3.000, le altre più piccole in tutto 3.500.
In totale gli apparecchi sotto controllo in Italia sono meno di 19.000.
Ma non è tutto: i vari colletti bianchi o i criminali sotto controllo hanno a disposizione varie utenze.
Tra gli intercettatori vige il “coefficiente 5,3”: per tracciare le conversazioni di un indagato si mettono sotto controllo in media circa 5 numeri.
Quindi 19.000 apparecchi telefonici diviso 5 utenze a testa, portano a un totale di circa 4.000 intercettati.
Gli esperti di queste aziende stanno ancora più larghi e al massimo parlano di non più di 6.000 persone sotto controllo.
Altro aspetto: è ovvio che questi 6.000 intercettati parlano con altre persone, nel corso della giornata, ma tra le aziende entra in vigore la dizione “conversazione non rilevante” che fa buttare nel cestino le chamate ad amici, parenti e a chiunque non parli con l’intercettato di fatti di reato o di opacità e intrecci sospetti.
Un altro dettaglio interessante: ogni intercettato per reati non di mafia viene ascoltato in media per 35 giorni, per reati di mafia sui 100 giorni, solo per i latitanti si arriva ai due anni.
Quindi gli intercettati reali sono 6.000 e non 7.500.000, a dimostrazione che la legge che si vuol forzosamente approvare interessa solo i politici e non certo i cittadini.
Se pensiamo quanti mesi perde il Parlamento a discutere di una legge che interessa qualche decina di persona della Casta, invece che dedicarsi ai problemi degli italiani, viene davvero da mettersi le mani nei capelli.
Altro che occhio nel buco della serratura.
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