SALVINI E IL PANICO DA SENTENZA: “SE CONDANNATO UN DANNO AL PAESE”
VENERDI’ IL VERDETTO AL PROCESSO OPEN ARMS… IN REALTA’ LA RICHIESTA DI 6 ANNI E’ BASSA, UN SEQUESTRATORE DI PERSONA DOVREBBE ESSERE CONDANNATO A 15 ANNI DI GALERA E ARRESTATO SUBITO, ALTRO CHE FARE IL MARTIRE… SE GOVERNASSE UNA DESTRA VERA SAREBBE IN GALERA DA TEMPO
Incassa il colpo arrivato dal governatore Attilio Fontana e dal neo segretario della Lega lombarda Massimiliano Romeo, che smontano la linea da lui impressa alla Lega e chiedono maggiore attenzione al Nord: «Restiamo uniti, i nemici sono fuori non dentro la Lega», dice. Poi interviene alla festa di Fratelli d’Italia, in collegamento, per lanciare messaggi di affetto alla premier Giorgia Meloni: «Un onore lavorare con lei, ci prenotiamo per il 2032».
Matteo Salvini è insolitamente timido. Ma non riesce a nascondere lo sguardo preoccupato per l’unica cosa che al momento lo inquieta: la sentenza del processo Open Arms attesa venerdì a Palermo. «Fino a oggi c’è stato il dibattimento, ma adesso non vi nascondo che sapere di poter essere condannato a sei anni per aver difeso i confini del Paese mi crea un po’ di agitazione», si lascia scappare dal palco del congresso della Lega lombarda allo Sheraton di San Siro.
Salvini chiede unità al partito assicurando che non si dimetterà in caso di condanna perché “accanto” a lui ha tutta la Lega: «La decisione dei giudici sarà uno spartiacque per l’Italia», dice, agitando lo spettro “dell’invasione di migranti:” «Una condanna anche solo a un mese significherebbe una bocciatura dell’Italia e un messaggio devastante al resto del mondo», dice rilanciando la riforma della giustizia: «Va fatta subito».
Al congresso regionale il leader del Carroccio interviene dopo il j’accuse dei vertici del partito in Lombardia. Il governatore Attilio Fontana punta il dito contro i leghisti di altre regioni che «presentano emendamenti che fanno male al Nord»: «Ecco, questo mi fa arrabbiare, come mi fa arrabbiare sapere di un ex rettore di un ateneo del Sud che al tavolo di confronto con la ministra Anna Maria Bernini propone azioni contro gli atenei della Lombardia». E giù applausi. Poi interviene Romeo, che critica tutta la linea del partito e auspica una Lega lombarda autonoma.
Salvini ribatte ma chiede di stargli vicino: «So che avrò voi al mio fianco nel giorno della sentenza» dice, prima di difendere le sue scelte: «Dal progetto del partito nazionale non torno indietro — aggiunge — perché se facciamo la corrente del Nord nel centrodestra non otterremo mai nulla. Grazie al partito nazionale stiamo arrivando al traguardo storico dell’Autonomia. Anzi, dobbiamo avere l’ambizione di tornare a essere il primo partito del centrodestra».
Unità, vicinanza contro i nemici esterni: i giudici innanzitutto. Questo chiede e invoca il leader: «Le sentenze del Tar contro le precettazioni, il processo a Palermo, i nostri sindaci arrestati e poi prosciolti — continua — siamo sotto attacco». Il Capitano smorza quindi le tensioni, pensando sempre a venerdì. E per questo lancia anche messaggi distensivi alla premier Meloni: «Ringrazio Giorgia, non mi ha mai fatto mancare la solidarietà per la vicenda politica che si conclude a Palermo il 20 dicembre».
(da agenzie)
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