SALVINI E ZAIA ALLA RESA DEI CONTI: IL “CAPITONE” ACCUSA IL GOVERNATORE DI AVER PORTATO POCHI VOTI ALLA LEGA ALLE EUROPEE DI GIUGNO
ZAIA MANDA UN ‘PIZZINO’: “SE PERDIAMO IL VENETO VA TUTTO A ROTOLI. L’AUTONOMIA NON VOGLIONO FARCELA FARE ED È PER QUELLO CHE NON SI PRENDONO I VOTI”… SALVINI IN TRINCEA: SE NON PASSA ALL’INCASSO IN QUALCHE MODO, LA LEGA GLI ESPLODE TRA LE MANI
La reprimenda di Matteo Salvini. E la rabbia dei leghisti che monta, ora neppure così silenziosa. Il clima nel partito va facendosi pesante. Salvini ieri, al consiglio federale del partito, ha attribuito la responsabilità delle sconfitte in Emilia-Romagna e Umbria ai candidati, ma soprattutto ai parlamentari della zona: «Se abbiamo degli esponenti di governo che vengono da un territorio — avrebbe detto — e quel territorio va male, qualche responsabilità ci dovrà pur essere».
Di più: «Se alle Regionali qualcuno prende 30 voti, forse era meglio candidarlo in Comune». Salvini parla soprattutto dell’Emilia-Romagna, dove la débâcle è stata più fragorosa (5,27%). Lo ha rimarcato, per contrasto, una nota leghista che ha parlato di un applauso dei presenti «per l’impegno e il lavoro di Donatella Tesei», la ex presidente umbra. Il comunicato commenta il risultato: «Chiare le sconfitte, chiaro il segnale di chi non è andato a votare».
Ma secondo parecchi dei presenti c’è stato anche un momento di tensione vera. Quando il segretario leghista ha accusato il Veneto di aver preso pochi voti alle Europee di giugno. Proprio quello, per Salvini, avrebbe ridotto la possibilità di rivendicare un governatore leghista per le Regionali venete del 2025.
Il che avrebbe fatto saltare il tappo al governatore Luca Zaia, collegato a distanza: «Dobbiamo tornare sui nostri temi — avrebbe detto rivolto a Salvini —. L’Autonomia non vogliono farcela fare ed è per quello che non si prendono i voti» (mentre poche ore prima il vicepremier di FI Antonio Tajani ribadiva le perplessità sulla riforma: «Va corretta. Da prima che ci fosse la sentenza noi condividiamo quello che ha detto la Corte costituzionale»). Un intervento appassionato, quello del governatore. Al punto che Salvini gli avrebbe chiesto «Perché sei così agitato?».
Non per nulla, dopo il federale Salvini è tornato sul terzo mandato: «Continuo a ritenere che negare la possibilità di riscegliere un bravo sindaco o governatore sia un errore. Non per Salvini o Zaia, per la democrazia». E se il terzo mandato non ci fosse? «Il centrodestra si metterebbe al tavolo e farebbe altri ragionamenti». Ma «la priorità è avere un candidato della Lega in Veneto».
(da Corriere della Sera)
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