STORACE RISCHIA IL PIGNORAMENTO ANCHE DELLA LIVREA DI MAGGIORDOMO E DELLA BORSA CHE PORTAVA A FINI
“ME NE FREGO DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE” CHE INTIMA A “LA DESTRA” DI ONORARE LE SPESE DI 40.000 EURO DA LUI AUTORIZZATE DELLA CANDIDATA SINDACO DI GENOVA…”IL CONTRATTO LO STRACCIO, AL BALLOTTAGGIO VOTO’ DORIA”
Storace se ne frega.
Fa spallucce della sentenza del tribunale di Genova che intima a “la Destra” di pagare i 40.000 euro di spese elettorali per le Comunali dell’anno scorso anticipate da Susy De Martini, allora candidata sindaco.
Se ne frega perchè ” al ballottaggio la De Martini invitò a votare per un candidato di sinistra e io non posso spendere i soldi del mio partito per una cosa del genere”.
Il candidato in questione è Marco Doria per il quale in effetti la De Martini aveva espresso una preferenza rispetto al candidato centrista Enrico Musso.
Ma può una simile considerazione politica strappare un accordo con tanto di firma che prevedeva la copertura di spese elettorali fino a 50.000 euro?
No, infatti il procedimento del tribunale va avanti e potrebbe finire con dei pignoramenti.
La De Martini replica: “Storace, senza rendersene conto, mi fa un complimento. Evidenzia e sottolinea la mia grande autonomia e indipendenza: qualità che, disse proprio lui, lo avevano convinto nella mia scelta come candidato sindaco. Storace sapeva benissimo che mi ero candidata alle Europee con il Pdl e poi in una lista civica che sosteneva Burlando in Regione. Io lavoro per il mio territorio e le mie competenze”.
E aggiunge: “La Giustizia farà il suo corso, chiedo solo il rispetto di un contratto firmato da Storace e così sarà . Certamente non è un bell’esempio non rispettare la legge da parte di chi si ritiene la punta di diamante del centrodestra”.
(da “il Secolo XIX”)
Commento del ns. direttore
La vicenda non riveste solo aspetti locali, trattandosi del comportamento di un politico candidato a governare una delle più importanti regioni italiane, il Lazio, e che dovrebbe quindi in primis onorare i propri impegni interni per pretendere di avere credibilità nei confronti degli elettori della propria regione.
Abituato a lasciare miliardi di buchi nella Sanità laziale, forse di un debito certificato in 40.000 euro “basta fregarsene”, motto in sintonia con il destino di un caratterista e di una macchietta, non certo di un ideologo “sociale”.
Avendo seguito la campagna elettorale per le comunali a Genova, non possiamo negare che l’amica Susy avesse fatto acquisire visibilità a “la Destra” proprio grazie al suo movimentismo fuori dagli schemi.
Tanto è vero che, pur nella modestia del risultato raggiunto dal partito, Susy, come candidata sindaco, aveva raccolto diversi voti in più de “la Destra”.
Interpretando una linea alternativa ai due candidati moderati targati Pdl e terzo Polo, aveva avanzato la provocazione “tanto vale votare Doria” solo al ballottaggio, combattendo fino a quel punto una battaglia in prima linea, scarsamente supportata dal partito.
Non pagare un debito perchè “ha indicato uno di sinistra” al ballottaggio non solo è ridicolo giuridicamente, ma anche patetico politicamente per uno che scimmiotta per interesse la destra sociale.
Trattandosi di soggetto che è rimasto negli annali del Msi per essersi sempre schierato tra gli a-sociali con compiti prima di autista e poi di portaborse e portavoce di Fini.
Insomma portava sempre qualcosa: o un’auto o una borsa.
Fino a indossare la livrea di maggiordomo alla corte di palazzo Grazioli.
Per questo suggeriamo a Susy, in mancanza di denaro contante, visto che la Destra pare non abbia neanche un conto corrente diretto da pignorare, di indirizzare gli ufficiali giudiziari verso il sequestro di qualche cimelio caro a Storace: il crick dell’auto di Marchio, la borsa che ha portato, da stipendiato del partito, a Fini per anni (prima di definirlo “un maiale”, per capirci), la seggiola su cui, da stipendiato, ha posate le chiappe al Secolo d’talia per anni, la livrea da maggiordomo che ha indossato per servire alle cene eleganti del Cavaliere a palazzo Grazioli.
Sicuramente sempre ben ripagato per i suoi servigi.
Leave a Reply