TESSERE NON PAGATE, BUFERA SULLA LEGA ANCHE A SAVONA
A SAVONA I LEGHISTI SONO POCHI, MA RIESCONO PURE A LITIGARE IN VISTA DEL CONGRESSO…IL SEGRETARIO AMMINISTRATIVO SI E’ DIMESSO: TRA GLI 88 ISCRITTI MOLTI NON HANNO VERSATO LA QUOTA DI ISCRIZIONE, MA VENGONO FATTI VOTARE LO STESSO
Non è un buon momento per i tesseramenti dei partiti.
Nel centrodestra, poi, non ne va una dritta.
Se per quello recente del Pdl è scoppiato il caos e ora addirittura un’inchiesta della Procura per tessere false a cittadini ignari (tre indagati), pure tra gli alleati della Lega Nord non c’è molto da sorridere.
I tesserati del Carroccio sono molti meno del Pdl e pare tutti straconsapevoli di esserlo ma il problema è che non tutti pare abbiano pagato la quota prevista dallo statuto e questo sta creando un imbarazzante caso “contabile” che da Savona è arrivato al coordinamento ligure e persino alla sede nazionale di via Bellerio a Milano.
La denuncia è partita dall’ex segretario amministrativo del partito savonese, Erasmo Lino Belledonne, che ha scritto ben due lettere tra metà gennaio e i primi di febbraio per chiarire che i conti della Lega non tornano riguardo ai pagamenti di 88 quote “Sos” (soci sostenitori) che avrebbero dovuto pagare 15 euro a testa e in buona parte non lo hanno fatto.
Ma sempre Belledonne ha scritto che qualche irregolarità risulterebbe anche nelle quote dei “Som” – i soci militanti – che di quota dovevano pagare 30 euro a testa e qualcuno è rimasto indietro: almeno 4 nel 2011.
Così come non risulterebbe incassata – ma questo è problema meno contabile e più “politico” – la quota annuale di circa 2 mila euro che la commercialista ed ex iscritta leghista Grazia Troisi, attuale revisore dei conti della Provincia in quota alla Lega, girava al Carroccio in virtù del suo incarico a Palazzo Nervi: la savonese non li ha più versati perchè nel 2011 non le è stato consentito di rinnovare la tessera 2010 nonostante la storica militanza.
Motivo? Pare qualche giorno di ritardo rispetto alla scadenza dei termini.
Un pretesto, secondo alcuni.
Tutte cose che Belledonne, fino a pochi giorni fa segretario amministrativo (dal 30 gennaio 2012 è stato revocato), ha messo nero su bianco in due missive al veleno inviate alla segreteria nazionale oltre che a quella regionale e provinciale per chiedere spiegazioni sulla gestione contabile ma ovviamente anche per gettare un’ombra sul partito savonese.
Lettere in cui tra l’altro l’ex contabile sottolinea l’importo della cifra presente sul conto corrente del partito alla sua uscita di scena (25 mila euro e spiccioli) per prendere le distanze da eventuali contestazioni future.
Insomma, un terremoto.
E visto che Erasmo Belledonne fa parte della corrente di minoranza del partito che si oppone al segretario Paolo Ripamonti, è un terremoto anche politico con annessa dichiarazione di guerra proprio al “gruppo Ripamonti” alla vigilia del congresso cittadino di Savona che oggi pomeriggio dovrà definire i nuovi assetti della segreteria del capoluogo.
Due, allo stato, gli aspiranti segretari: il favoritissimo Massimo Arecco, consigliere comunale della corrente-Ripamonti, e lo sfidante della minoranza Alfredo Capozza, leghista della prima ora.
Già scritto il verdetto: vincerà Arecco forte di tre/quarti dei voti dei militanti con la minoranza (Capozza, Navinovich, Bertolazzi, Belledonne e altri) che però oltre alle accuse sui conti avrebbe pronto un dossier per svelare «altre irregolarità ».
Sui conti delle tessere l’accusa, in concreto, è di aver fatto decine di iscrizioni di sostenitori senza pretendere il saldo delle quote allo scopo di mettersi in pari con le richieste del partito nazionale: lo statuto leghista, infatti, prevede che debba esserci un rapporto di almeno 1 a 3 tra soci militanti e sostenitori, cosa che nella sezione di Savona non c’era e non c’è ancora adesso visto che i militanti sono 42 e i sostenitori appena 88 (ma prima di questa campagna d’adesioni erano una quarantina appena).
Quindi i sostenitori sarebbero veri ma irregolari le loro iscrizioni dal punto di vista amministrativo.
E l’altra accusa è quella di aver scoraggiato il rinnovo delle tessere di vecchi iscritti (come la Troisi, o il gruppo dei giovani padani) non graditi all’attuale gruppo dirigente, e viceversa di non aver fatto pagare la tessera di nuovi militanti (4) al contrario “graditi”.
“Non rispondo neppure perchè non ho voglia di alimentare questa polemica pretestuosa e fatta ad arte da qualcuno allo scopo di fare caos – è la replica del segretario provinciale Paolo Ripamonti – io lascio che si sbattano, ora facciamo questo congresso cittadino dopodichè il partito di Savona avrà un suo direttivo e tanti saluti”.
(da “Il Secolo XIX”)
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