VOGHERA, L’EX ASSESSORE LEGHISTA ADRIATICI SPARO’ PER UCCIDERE UN SENZATETTO. LA GIUDICE: “VA PROCESSATO PER OMICIDIO VOLONTARIO”
ERA CHIARO FIN DALL’INIZIO, MA QUALCHE TOGA SOVRANISTA LO VOLEVA DERUBRICARE A ECCESSO COLPOSO DI LEGITTIMA DIFESA
Sarà processato per omicidio volontario l’ex assessore leghista alla Sicurezza Adriano Adriatici che la sera del 20 luglio 2021 sparò e uccise Youns El Boussetaoui, il senzatetto marocchino morto poi in piazza Meardi a Voghera, la sera stessa.
La giudice di Pavia Valentina Nevoso ha trasferito gli atti del processo all’ex assessore alla Procura ritenendo che debba essere giudicato per omicidio volontario. Per la giudice, infatti, sbagliata l’imputazione di “eccesso colposo di legittima difesa”, formulata dalla Procura.
Ci sono «gravi, precisi e concordanti indizi di omicidio a carico di Adriatici quantomeno col dolo eventuale», ha detto la giudice leggendo una lunga ordinanza.
Sulla vicenda prese posizione anche il vicepremier leghista Matteo Salvini che disse: «Aspettiamo a condannare. La difesa, se così fosse, è sempre legittima».
Nel leggere l’ordinanza, la giudice ha più volte sottolineato che l’ex assessore leghista «ha accettato l’evento nefasto», cioè che El Boussetaoui potesse morire. «Non si può parlare di legittima difesa perché fu lui a creare ed accettare una situazione di pericolo», è la tesi della giudice che ha evidenziato anche come quella sera Adriatici agì da «privato cittadino» anche se, data la sua lunga esperienza di poliziotto, avrebbe dovuto immaginare che si sarebbe messo in una condizione di pericolo.
Dopo la lettura del verdetto, i genitori e i fratelli e le sorelle della vittima si sono abbracciati tra loro in lacrime e anche con gli avvocati di parte civile, Debora Piazza e Marco Romagnoli. Sempre la giudice: «Da ex poliziotto aveva tutti gli strumenti per valutare la situazione. Il dolo del reato è confermato anche dalla zona in cui il proiettile ha attinto la vittima: poteva sparare altrove, alle gambe».
I passaggi dell’ordinanza
E ancora, sempre nel leggere l’ordinanza la giudice Nevoso ha sottolineato che «L’aggressione non fu a sorpresa. La reazione di Younes era prevedibile. Adriatici ha mostrato un’arma carica e senza sicura, non è credibile un automatismo del dito sul grilletto». La tesi del Tribunale, nello spiegare i motivi che l’ha spinto a rinviare tutti gli atti in procura, è chiara: l’imputato ha «avuto un atteggiamento freddo verso la vittima, dopo aver esploso il colpo. Parlava al cellulare, andava avanti e indietro sulla scena del crimine mentre la vittima si lamentava». Younes era a terra, ferito dalla pallottola. Insomma, per la giudice l’intenzione di voler uccidere è palese. Da qui la richiesta di riformulare l’accusa in «omicidio volontario».
I fatti
È la sera del 20 luglio 2021 e al culmine di una lite Adriatici spara un colpo di pistola e uccide il senzatetto marocchino, che gravato da problemi mentali e dipendenze, aveva dato qualche problema in città. Nessuna telecamera ha ripreso con chiarezza quel momento ma Adriatici avrebbe seguito la vittima armato e con il colpo in canna. Un elemento che, per altro, si evincerebbe da un video che poi è stato trasmesso e finito agli atti. Elementi che fanno chiedere agli avvocati la riqualificazione del reato in omicidio volontario. Gli avvocati di Adriatici invocano invece la legittima difesa.
(da La Stampa)
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