Dicembre 15th, 2009 Riccardo Fucile
E’ ORA DI DIRE CHE IL PDL E’ INCAPACE DI SELEZIONARE UNA CLASSE DIRIGENTE ADEGUATA… A CHE SERVE UN PARTITO, SE POI SI DEVONO SCEGLIERE ESTERNI? … SICILIA NEL CAOS, PUGLIA CON IL CASO FITTO, ROMA CON UNA SINDACALISTA, CAMPANIA IN ALTO MARE…E IL NORD REGALATO A BOSSI
La cronaca di questi ultimi giorni ha portato in casa Pdl novità sostanzialmente negative, dando sempre più l’immagine di una struttura verticistica, dove i voti li porta e li perde il premier, con poco coinvolgimento delle strutture locali.
Se da un lato questo può rappresentare un’ancora di salvezza in determinate fasi, è evidente che ciò può costiture un handicap in quasi tutti gli altri momenti.
La Sicilia, emblema della vittoria del Pdl in un recente passato, ha visto il Pdl addirittura sfasciarsi, vittima dei contrasti tra gli uomini di Schifani e Alfano da un lato e quelli di Miccichè, buona parte di An e Lombardo dall’altra, arrivando ora a una crisi dichiarata alla Regione.
In Puglia il partito è quasi contento che il ministro Fitto sia stato rinviato a giudizio “solo” per corruzione, peculato e abuso d’ufficio, grazie al proscioglimento almeno per i reati di concussione e associazione a delinquere.
Ma stilare quasi un comunicato di vittoria, di fronte al rinvio a giudizio per sei reati, ci sembra una strana anomalia per chi dovrebbe gestire le elezioni pugliesi.
Siamo arrivati al punto che in Puglia verrà presentato alle regionali il giudice D’Ambruoso, quasi per voler far capire che nel Pdl esistono anche i magistrati e non solo gli inquisiti.
D’Ambruoso è esperto di terrorismo, ma non ha mai amministrato nemmeno il condominio, possibile che tutta la classe dirigente locale sia impresentabile? A Napoli girano più nomi e candidature che i numeri consigliati per il lotto, dopo avere per mesi rovinato l’immagine del partito con la candidatura del chiacchierato Cosentino.
Anche qua ora si parla, tra gli altri, di un altro giudice, Arcibaldo Miller, di Bertolaso, del presidente del Napoli De Laureantis, di un tecnico di area di sinistra, come l’ing. Cosenza.
A leggere i nomi emerge che sono tutti esterni, ce ne fosse uno che provenisse dalle strutture territoriali del partito. Continua »
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Dicembre 15th, 2009 Riccardo Fucile
AL “CONFRONTO CIVILE” SI TORNA SIA EVITANDO LE FRASI DA GUERRA CIVILE DI DI PIETRO, MA ANCHE IL KILLERAGGIO DE “IL GIORNALE”… NON SI PUO’ ACCUSARE TUTTO IL MONDO DI COSPIRAZIONE PER MASCHERARE LE PROPRIE DEBOLEZZE…. SI INIZI NON SPECULANDO SULL’ATTO DI UNO SQUILIBRATO
C’è chi scrive per unirsi al coro e meritarsi una gratifica natalizia: facile dire cose scontate in
questa Italia divisa a metà tra una imitazione della destra e una della sinistra.
Sembrano talvolta prodotti made in China, marchi contraffatti di una politica dove gli appelli al “confronto civile” di Napolitano e di Fini vengono “recepiti” da entrambi di schieramenti come se l’auspicio fosse solo rivolto all’altro contendente.
A scuola si usava ingenuamente giustificarsi sostenendo “ha iniziato prima lui”, in politica vale lo stesso principio, ma con una buona dose di malafede. E’ quanto stiamo assistendo in questi giorni, dopo l’inqualificabile aggressione al premier ad opera di uno squilibrato e convalida la nostra tesi.
La solidarietà costa poco e si spende in abbondanza, la coerenza e una analisi anticonformista crea inimicizie pericolose.
Leggiamo su “Libero” di stamane: “In Italia si respira guerra. E’ colpa dei compagni. Monta l’odio politico e a fomentarlo è da mesi una opposizione che ha scatenato contro Berlusconi una caccia all’uomo senza precedenti”.
Se questa è la ricerca del “confronto civile” andiamo bene.
Dalla’altra parte Di Pietro ha parlato di un “premier che istiga alla violenza” e la Bindi ha accusato il premier di essere “l’artefice di un clima violento che si respira nel Paese”.
Pensiamo che ogni schieramento dovrebbe iniziare a farsi un bell’esame di coscienza, se avesse veramente a cuore le sorti della nostra nazione, perchè creare una perenne delegittimazione dell’avversario, usare un linguaggio truculento, chiamare a raccolta le truppe come se si dovesse andare a combattere la madre di tutte le battaglie non giova all’unità delle future generazioni.
Chi vince deve avere rispetto di chie perde, sempre, soprattutto quando è chiaro che l’Italia è divisa a metà e nessuno ha tagliato il traguardo con distacco, ma solo in volata con un rush finale: mettiamocelo bene in testa.
E chi ha vinto, non ha mai vinto per meriti suoi, ma per demeriti altrui, non a caso Prodi e Berlusconi si sono alternati, come se il popolo italiano scegliesse non il meglio, ma il meno peggio. Continua »
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Dicembre 15th, 2009 Riccardo Fucile
UNA SOCIETA’ OFFRE 73 EURO, MA VIENE GIUDICATA INAFFIDABILE, ANCHE SE CURA IL SERVIZIO MENSA DI MINISTERI E CARABINIERI…. VINCE CHI NE OFFRE 79,14 ED E’ ANCHE SOCIO DEL SAN RAFFAELE, GESTITO DA DON VERZE’, AMICO PERSONALE DI BERLUSCONI
Il Senato della Repubblica cambia gestione: a partire da gennaio è come se cambiasse l’insegna di un ristorante, in questo caso si tratta di una società esterna unica per ristorante, buvette e mensa per i dipendenti.
Succede che la gara d’appalto per gestire per quattro anni il servizio la vinca la società Ladisa per 11,5 milioni di euro, ma che venga giudicata “inaffidabile” e passi la seconda classificata, la ditta Gemeaz.
Teniamo presente che un pasto al Senato, con l’incidenza anche del personale e del servizio, era arrivato a costare 85,75 euro a fronte di un 15 euro pagati dai senatori.
Con il nuovo contratto la spesa si ridurrà a 79,14 euro, ma se fosse stata scelta la Ladisa ancor meno, 73 euro.
Il ribasso normalmente è quello che determina la scelta del fornitore a parità di servizio, ma in questo caso l’offerta della Ladisa viene stranamente giudicata nel suo complesso inaffidabile e rilevate incongruenze.
Vediamo ora chi ha vinto: la seconda classificata è la ditta Gemeaz di Toberto Cusin, colosso del settore con 5.200 dipendenti.
Cusin è anche consigliere della Fondazione San Raffaele di MIlano di don Luigi Verzè, amico personale di Berlusconi. Continua »
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