Dicembre 28th, 2009 Riccardo Fucile
TANTI GIOVANI HANNO TRASCORSO IL NATALE COME VOLONTARI AI PRANZI PER I POVERI DELLE COMUNITA’ DI ASSISTENZA….A GELA NON VIENE SOCCORSA UNA BIMBA PER UN CONFLITTO DI COMPETENZA TRA DUE SQUADRE DI ELICOTTERI DEL 118
Le festività natalizie sono, per la quasi totalità degli italiani, un momento di serenità da trascorrere con i familiari più cari, un recupero delle tradizioni, una pausa di meditazione nella frenetica vita quotidiana.
Per molti meno fortunati rappresentano invece un periodo in cui si acuisce la solitudine, l’emarginazione, il sentirsi un corpo estraneo della società .
Da qualche anno, per tanti clochard, poveri senza tetto, indigenti ed emarginati, il pranzo di Natale organizzato da comunità religiose o laiche, rappresenta un momento di concreta solidarietà umana.
A Genova la comunità di Sant’Egidio ne ha organizzati diversi, in differenti punti della città : sono stati oltre 2.100 i bisognosi che hanno potuto trascorrere così una giornata al caldo, con un pranzo “ricco”, grazie alla solidarietà di questa associazione che opera in tutta Italia.
La sorpresa da un lato è stata nell’alto numero di indigenti che vi hanno partecipato, segno che la soglia di povertà si sta sempre più abbassando nel nostro Paese e colpisce ormai anche ceti fino a ieri esclusi dal precipitare della crisi, dall’altro lato dalla straordinaria partecipazione di volontari per servire a tavola e preparare l’evento.
A Genova sono accorsi in 900 per dare una testimonianza concreta di solidarietà umana e di vicinanza ai più sfortunati: di questi ben 400 erano studenti liceali e universitari.
Tanto da far dire a un docente: “Faccio l’insegnante e spesso coi miei colleghi facciamo discorsi rassegnati sulle nuove generazioni, poi però vediamo che su questi temi sono i primi a rispondere”.
Il Natale con i poveri non è un gesto folkloristico, ma la risposta alle attese di tutti, l’attesa di chi è fragile e cerca un sostegno e una compagnia. Continua »
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Dicembre 28th, 2009 Riccardo Fucile
LA FONDAZIONE DI FINI CRITICA IL MINISTERO DELLA CULTURA PER I CONTRIBUTI STATALI A FAVORE DEI “CINEPANETTONI”… SI TAGLIA IL FONDO UNICO PER LO SPETTACOLO E INVECE CHE AIUTARE I FILM DI SOSTANZA SI REGALANO MILIONI ALL’AMICO DE LAURENTIIS?
Da un paio di giorni è scoppiata una polemica che merita un commento non superficiale:
“Farefuturo”, il web magazine della Fondazione che fa capo al presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha preso una dura posizione contro la prassi di concedere finanziamenti pubblici ai “cinepanettoni”, ovvero i film di Natale che sbancano i botteghini con le gag nazional-popolari di De Sica e compagni di merende.
Il motivo di questa campagna polemica è da ricercare nelle norme attuali che consentono a film come “Natale a Beverly Hills” di usufruire di aiuti statali, proprio mentre il governo taglia il Fondo unico per lo spettacolo.
Il punto, a nostro parere, non è nel dare un giudizio su film di questo genere, in quanto riteniamo che ognuno sia libero di produrre il film che gli pare e lo spettatore di scegliere la pellicola che più di aggrada.
La questione rilevante è un’altra: è assurdo che la pellicola benefici dei crediti d’imposta e degli aiuti fiscali e monetari pensati per sostenere gli autori italiani più coraggiosi che realizzano film di qualità e culturalmente più stimolanti.
Ci si chiede perchè il ministero della Cultura regali denaro pubblico al produttore per un film milionario che non è certo un prodotto culturale, quando poi lesina su finanziamenti a spettacoli teatrali o lungometraggi di ben altro valore artistico.
Perchè, ci chiediamo, un film come “Natale a Beverly Hills” è stato inserito, e da chi, come “film di interesse culturale”, condicio sine qua non per poter usufruire dei contributi statali?
Qua si tratta di un contributo di circa due milioni di euro, non noccioline, per un film che ai botteghini risulterà largamente in attivo.
Non si tratta neanche di coprire una perdita, ma solo di incrementare il guadagno di De Laureentiis, a scapito dei giovani registi italiani che invece ne avrebbero bisogno.
Il decreto ministeriale num. 28 del 2004 (decreto Urbani) riconosce infatti finanziamenti pari al 7% degli incassi per i lungometraggi che al botteghino abbiano ottenuto da 10.329.138 a 20.700.000 euro. Continua »
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Dicembre 28th, 2009 Riccardo Fucile
LO DICE L’ART. 5 DEL TESTO UNICO SULL’IMMIGRAZIONE CHE FISSA 20 GIORNI DALLA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA….. PERCHE’ ALLORA SI FANNO ASPETTARE GLI IMMIGRATI TRA I 7 E I 15 MESI PER IL RINNOVO?… SONO MILIONI DI PERSONE CHE LAVORANO IN ITALIA MA CHE QUALCUNO VUOLE FAR VIVERE IN LIBERTA’ VIGILATA
Anche i diritti sanciti dalla legge italiana attualmente vengono negati dalla classe politica per instillare quotidiane paure tra i cittadini, da sfruttare a fini elettorali.
L’obiettivo sono sempre loro, gli immigrati regolari che vivono nel nostro Paese, lavorano nelle nostre fabbriche, assistono i nostri anziani, studiano nelle nostre università , mandano i propri figli regolarmente nelle nostre scuole.
Quegli immigrati a cui il governo ricorda ogni giorno i loro doveri, ma ai quali si dimentica sistematicamente di riconoscere i relativi diritti.
L’art. 5 del Testo unico sull’immigrazione prevede che il permesso di soggiorno venga rilasciato, rinnovato o convertito entro 20 giorni dalla presentazione della domanda.
Allo stato attuale invece che accade?
Che circa 4 milioni di immigrati regolari debbano attendere dai 7 ai 15 mesi per un semplice rinnovo del permesso di soggiorno della validità di un anno. Ovvero, da un lato lo Stato ha emanato una legge che prevede il termine di 20 giorni per una semplice procedura burocratica, poi di fatto è il primo ad evadere la normativa da lui stesso fissato.
I media non ne hanno dato notizia, ma dal 13 dicembre Gaussou Outtarà , esponente dei Radicali italiani, immigrato dalla Costa d’Avorio, da 29 anni in Italia, è in sciopero della fame proprio per denunciare il problema dei “tempi legali utili per il rilascio dei permessi di soggiorno”.
“La quasi totalità degli immigrati in Italia non solo non ha alcuna speranza di poter ottenere la cittadinanza italiana, ma si trovano spesso privi anche di un semplice permesso di soggiorno, pur avendone diritto”, ricorda Gaussou. Sono infatti oltre 700.000, secondo una rilevazione del “Sole 24ore”, gli immigrati che attendono il rinnovo del permesso. Continua »
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