PERMESSI DI SOGGIORNO, LE VIOLAZIONI DEL GOVERNO: LA LEGGE PREVEDE SIANO RILASCIATI O RINNOVATI ENTRO 20 GIORNI
LO DICE L’ART. 5 DEL TESTO UNICO SULL’IMMIGRAZIONE CHE FISSA 20 GIORNI DALLA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA….. PERCHE’ ALLORA SI FANNO ASPETTARE GLI IMMIGRATI TRA I 7 E I 15 MESI PER IL RINNOVO?… SONO MILIONI DI PERSONE CHE LAVORANO IN ITALIA MA CHE QUALCUNO VUOLE FAR VIVERE IN LIBERTA’ VIGILATA
Anche i diritti sanciti dalla legge italiana attualmente vengono negati dalla classe politica per instillare quotidiane paure tra i cittadini, da sfruttare a fini elettorali.
L’obiettivo sono sempre loro, gli immigrati regolari che vivono nel nostro Paese, lavorano nelle nostre fabbriche, assistono i nostri anziani, studiano nelle nostre università , mandano i propri figli regolarmente nelle nostre scuole.
Quegli immigrati a cui il governo ricorda ogni giorno i loro doveri, ma ai quali si dimentica sistematicamente di riconoscere i relativi diritti.
L’art. 5 del Testo unico sull’immigrazione prevede che il permesso di soggiorno venga rilasciato, rinnovato o convertito entro 20 giorni dalla presentazione della domanda.
Allo stato attuale invece che accade?
Che circa 4 milioni di immigrati regolari debbano attendere dai 7 ai 15 mesi per un semplice rinnovo del permesso di soggiorno della validità di un anno. Ovvero, da un lato lo Stato ha emanato una legge che prevede il termine di 20 giorni per una semplice procedura burocratica, poi di fatto è il primo ad evadere la normativa da lui stesso fissato.
I media non ne hanno dato notizia, ma dal 13 dicembre Gaussou Outtarà , esponente dei Radicali italiani, immigrato dalla Costa d’Avorio, da 29 anni in Italia, è in sciopero della fame proprio per denunciare il problema dei “tempi legali utili per il rilascio dei permessi di soggiorno”.
“La quasi totalità degli immigrati in Italia non solo non ha alcuna speranza di poter ottenere la cittadinanza italiana, ma si trovano spesso privi anche di un semplice permesso di soggiorno, pur avendone diritto”, ricorda Gaussou. Sono infatti oltre 700.000, secondo una rilevazione del “Sole 24ore”, gli immigrati che attendono il rinnovo del permesso.
Sono persone che lavorano, studiano, crescono i propri figli in Italia, ma si ritrovano ciclicamente in una “terra di nessuno”, dove i diritti sono sospesi. Senza il rinnovo non ci si può muovere all’interno del continente europeo, si ha difficoltà a ritornare nel paese d’origine, a firmare un contratto d’affitto, a prendere la patente, a iscrivere i figli all’asilo.
“E’ come essere reclusi in un carcere a cielo aperto: a seconda dei momenti, possiamo essere imprigionati nei centri di espulsioni o essere in libertà vigilata, in balia della possibile revoca del permesso di soggiorno o dei ritardi nella sua concessione per motivi burocratici incomprensibili e in violazione dell’art 5 del Testo unico”, denuncia l’esponente radicale.
Questa politica che reclama giustamente il rispetto delle regole e dei doveri, poi non vuole garantire all’immigrato alcun diritto, nè la cittadinanza, nè il voto amministrativo dopo 5 anni, neanche il rinnovo del permesso nei tempi peraltro fissati dal nostro Paese.
E dietro i ritardi burocratici si fa strada l’idea che a qualcuno interessi tenere questi immigrati in una situazione di incertezza, per poi magari sfruttarne le prestazioni in nero.
E che qualcuno al governo abbia il ruolo ben preciso di non porre in essere uno snellimento delle procedure, violando la stessa legge che l’Italia si è data. Dietro a certe battaglie razziste si celano operazioni inconfessabili di sfruttamento della manodopera straniera per fare magari un favore a certe lobbie che contribuiscono economicamente alla vita di certi partiti e al successo elettorale di qualche loro esponente politico.
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