DOV’E’ L’INTERESSE CULTURALE DI “NATALE A BEVERLY HILLS”? EPPURE IL GOVERNO REGALA DUE MILIONI DI EURO
LA FONDAZIONE DI FINI CRITICA IL MINISTERO DELLA CULTURA PER I CONTRIBUTI STATALI A FAVORE DEI “CINEPANETTONI”… SI TAGLIA IL FONDO UNICO PER LO SPETTACOLO E INVECE CHE AIUTARE I FILM DI SOSTANZA SI REGALANO MILIONI ALL’AMICO DE LAURENTIIS?
Da un paio di giorni è scoppiata una polemica che merita un commento non superficiale: “Farefuturo”, il web magazine della Fondazione che fa capo al presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha preso una dura posizione contro la prassi di concedere finanziamenti pubblici ai “cinepanettoni”, ovvero i film di Natale che sbancano i botteghini con le gag nazional-popolari di De Sica e compagni di merende.
Il motivo di questa campagna polemica è da ricercare nelle norme attuali che consentono a film come “Natale a Beverly Hills” di usufruire di aiuti statali, proprio mentre il governo taglia il Fondo unico per lo spettacolo.
Il punto, a nostro parere, non è nel dare un giudizio su film di questo genere, in quanto riteniamo che ognuno sia libero di produrre il film che gli pare e lo spettatore di scegliere la pellicola che più di aggrada.
La questione rilevante è un’altra: è assurdo che la pellicola benefici dei crediti d’imposta e degli aiuti fiscali e monetari pensati per sostenere gli autori italiani più coraggiosi che realizzano film di qualità e culturalmente più stimolanti.
Ci si chiede perchè il ministero della Cultura regali denaro pubblico al produttore per un film milionario che non è certo un prodotto culturale, quando poi lesina su finanziamenti a spettacoli teatrali o lungometraggi di ben altro valore artistico.
Perchè, ci chiediamo, un film come “Natale a Beverly Hills” è stato inserito, e da chi, come “film di interesse culturale”, condicio sine qua non per poter usufruire dei contributi statali?
Qua si tratta di un contributo di circa due milioni di euro, non noccioline, per un film che ai botteghini risulterà largamente in attivo.
Non si tratta neanche di coprire una perdita, ma solo di incrementare il guadagno di De Laureentiis, a scapito dei giovani registi italiani che invece ne avrebbero bisogno.
Il decreto ministeriale num. 28 del 2004 (decreto Urbani) riconosce infatti finanziamenti pari al 7% degli incassi per i lungometraggi che al botteghino abbiano ottenuto da 10.329.138 a 20.700.000 euro.
Una cifra che è sempre stata superata dai cinepanettoni e infatti “Natale a Beverly Hills” è già lanciato oltre i 20 milioni di incasso.
Ciò significa che il produttore riceverebbe un contributo statale di 1,5 milioni di euro e, grazie al meccanismo fiscale del tax credit, potrà chiedere un credito d’imposta fino al 15%.
Fermo restando che il mercato lo decide lo spettatore, andando a vedere quello che gli pare e pagando di tasca sua il biglietto, non è ammissibile che , con i soldi pubblici, invece di finanziare lungometraggi non di cassetta, ma sicuramente di qualità , si sia arrivati a definire “di interesse culturale” film come quelli natalizi di De Sica.
Il che è veramente troppo, salvo che il concetto di cultura non sia stato cambiato nel programma elettorale del Pdl, ma (per ora) non ci risulta.
Visto che il nome di De Laurentiis era uscito fuori come possibile candidato del Pdl alle regionale in Campania, non vorremmo che qualche servo sciocco abbia voluto fargli un favore extra come regalia natalizia.
Nel caso allora, il regalino se lo faccia di tasca sua, non con i soldi dei contribuenti italiani per finanziare un film pure abbondantemente in attivo, oltre di qualità discutibile.
E Bondi pensi a finanziare opere serie, altrimenti lo chiameremo Boldi che, con tutto il rispetto dovuto al comico milanese, gli si addice di più.
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