Maggio 6th, 2010 Riccardo Fucile
MARONI FA LA CAMPAGNA D’EGITTO E FINGE DI ATTACCARE ALFANO PER LA CONCESSIONE DEI DOMICILIARI L’ULTIMO ANNO DI PENA: LA SOLITA FARSA LEGHISTA, PRIMA APPROVANO E POI CAVALCANO I BEONI PADANI…PER CONTROLLARE I DOMICILIARI SERVIREBBERO 33.000 AGENTI? E’ STATO MARONI A TAGLIARE DI 3 MILIARDI I FONDI ALLE FORZE DELL’ORDINE E ORA SI LAMENTA?
L’aria del Cairo ha ispirato al sassofonista Maroni un’altra delle sue stonate
composizioni: mentre fa il giro della quattro chiese africane, con la Rai al seguito, per dimostrare che viene ricevuto laddove avrebbe dovuto recarsi già due anni fa per cercare di trovare intese coi Paesi di origine dei flussi migratori, accompagnato dal fido Manganelli che ha fatto più turismo con Bobo che in tutti gli anni che ha trascorso nella Polizia di Stato, ecco che arriva il solito spottone.
Lo ha girato all’estero per evitarsi uno sputtanamento in diretta.
Che ha detto Maroni dall’Egitto?
Che il disegno di legge “svuotacarceri” predisposto da Alfano e che prevede gli arresti domiciliari per chi deve scontare l’ultimo anno di pena “è peggio di un indulto”.
Per dimostrare l’ipocrisia leghista, basterebbe ricordargli che il 13 gennaio il decreto era stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri, Maroni compreso.
Ora per dare a bere agli elettori che la Lega è “per la linea dura”, finge di cavalcare il dissenso, in perfetto stile padano.
Il ministro Alfano si è dimostrato seccato per le osservazioni di Maroni, ricordandogli che a gennaio “nessuno aveva mostrato segni di dissenso”. Tecnicamente il provvedimento cosa comporterebbe?
Che ai 3.500 detenuti attualmente ai domiciliari, se ne aggiungerebbero altri 11.000, ovvero tutti coloro che devono scontare l’ultimo anno di pena, prima di riacquistare la completa libertà .
Il decreto prende origine dal record storico di presenze nelle carceri italiane: ben 67.542 detenuti, oltre 20.000 in più del consentito e persino sopra il tetto massimo tollerabile di 66.905. Continua »
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Maggio 6th, 2010 Riccardo Fucile
“DIETRO L’INDAGINE SU VERDINI NESSUN ACCANIMENTO DEI GIUDICI VERSO L’ESECUTIVO”…FINI A SKY RICORDA LA PRIORITA’ DEL DECRETO ANTICORRUZIONE E PARLA DI CONFLITTO DI INTERESSI AL GIORNALE DI FELTRI…LE POSIZIONI DELLA LEGA SONO MINORITARIE
L’inchiesta sugli appalti torna ad agitare il governo. Il giorno dopo le dimissioni di Scajola l’esecutivo deve fare i conti con la notizia dell’apertura di un’indagine su Denis Verdini, coordinatore del Pdl.
Il presidente della Camera però esclude nettamente una congiura dei magistrati contro il governo.
«Non c’è nessuna congiura, nessun accanimento dei giudici verso l’esecutivo», dice Fini intervistato da Sky.
Il presidente della Camera però chiede una corsia preferenziale in Parlamento per il ddl anti-corruzione.
«È stato un ddl voluto dal governo- ragiona Fini- quindi i primi a essere convinti della necessità di tenere alta la guardia contro la corruzione devono essere i componenti del governo. Credo sia opportuno dare vita a una corsia privilegiata in Parlamento. È stato chiesto, nel direttivo del Pdl, da Bocchino ma non è stato accolto. Spero in un ripensamento perchè così il Pdl confermerebbe che ha fatto bene a varare nel Cdm quel provvedimento».
Il presidente della Camera poi torna a strappare, affrancandosi dalla linea di Berlusconi.
«In una democrazia, la libertà di stampa non è mai troppa», dice Fini, rispondendo alla battuta del Cavaliere, critico nei confronti del rapporto di Freedom House che ha declassato il nostro paese. Continua »
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Maggio 6th, 2010 Riccardo Fucile
NEGATA LA CORSIA PREFERENZIALE RICHIESTA DAI FINIANI PER IL DISEGNO DI LEGGE CHE PREVEDE AUMENTI DI PENA PER I REATI CONTRO LA P.A., LISTE PULITE, CONTROLLI SU APPALTI E CONCORSI, INELEGGIBILITA’ PER CHI E’ STATO CONDANNATO PER CORRUZIONE.. LITE ALLA CAMERA: PARLARE DI LEGALITA’ A QUALCUNO DA’ FASTIDIO
Nessuna corsia preferenziale per il disegno di legge anticorruzione: la richiesta dei
parlamentari finiani è stata bocciata dai sommi vertici del gruppo Pdl alla Camera che hanno dichiarato la loro contrarietà a velocizzare il provvedimento del governo contro i politici corrotti.
Mentre le norme ad personam quando è necessario devono volare, per le misure di legalità non c’è fretta.
Questa la morale che emerge dall’ultimo scontro tra le due anime del Pdl: mentre il finiano Bocchino invitava il premier a prendere lui l’iniziativa, prima di subire quella delle opposizioni, le sue parole erano accolte dal gelo e dall’ostilità dei deputati berlusconiani.
Secondo i fedelissimi del premier era pericoloso parlare di legalità il giorno delle dimissioni di Scajola e affrontare una “questione morale” che per molti evidentemente non esiste o fanno finta che non esista.
Fabio Granata si sfogava: “Potevamo dare un segnale al Paese, un’altra occasione persa: il no del Pdl all’iter veloce è un grosso errore politico perchè si tratta di un atto del governo”.
Alzare le bandiere della legalità e delle regole pare dare fastidio a qualcuno che definisce l’iniziativa dei finiani dettata da “interessi di bottega”, dimenticando che le norme le avevano decise tutti insieme: risulta strano frenare quando qualcuno ne reclama l’applicazione. Continua »
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