Settembre 20th, 2010 Riccardo Fucile
L’INVITO DEL FINIANO GRANATA: BASTA SPOSARE LA TESI DELLA CONGIURA GIUDIZIARIA CONTRO IL PREMIER…NO A TROVATE GIURIDICHE PER GARANTIRE IMPUNITA’ A CHI USA IL METODO BOFFO…OCCORRE GARANTIRE DIRITTI AI BIMBI IMMIGRATI E LIBERTA’ DI STAMPA, NECESSITANO NORME ANTICORRUZIONE E SUL CONFLITTO DI INTERESSI… IN PRIMO PIANO SCUOLA, RICERCA, FORZE DELL’ORDINE E MAGISTRATURA
Caro Gianfranco,
il distacco con il quale hai evitato di commentare la sceneggiata taorminese di Silvio Berlusconi, lo capisco profondamente, ma devo confessarti di non condividerlo fino in fondo.
La volgarità delle parole di Storace e la gravità di quelle di Donna Assunta, in una cornice da taverna da parte dei tanti “nuovi ascari” della fiamma accorsi, merita, infatti, più di una riflessione da parte nostra.
Ancora una volta il disprezzo ostentato nei nostri confronti da uno come Storace, indagato per la mala gestione della sanità laziale e da te miracolato con la nomina a Ministro e le parole durissime di chi abbiamo contribuito a far eleggere Presidente del Consiglio suonano allucinanti, mentre ancora alcuni dei nostri utilizzano toni melliflui e dorotei sui nostri rapporti con il Pdl e sulla priorità assoluta di offrire uno scudo giudiziario al Premier.
Allora, Gianfranco, voglio dirti con chiarezza e affetto: non ci sto a sposare ancora la tesi della congiura giudiziaria contro Berlusconi.
E mentre con i dossier e i giornali di famiglia continua e si fa ancora più grave il metodo Boffo nei tuoi e, in prospettiva, nei nostri confronti, non sopporto più le sofferte riflessioni e le trovate giuridiche di qualche amico al fine di provare a garantire impunità nei confronto di chi, potendo, ci cancellerebbe dalla scena politica.
Non ci sto a sopportare con rassegnazione attacchi e lezioni di moralità politica nei nostri confronti dai difensori di alcune delle figure più torbide della storia repubblicana e da chi cerca di mettere insieme, con ogni mezzo, deputati disposti a tutto.
Gianfranco, tu sai bene, ed è il tuo più grande insegnamento, che per costruire una grande forza nazionale, legalitaria, Repubblicana e Costituzionale, dobbiamo far si che i mezzi siano all’altezza dei fini: allora va bene il sostegno al programma votato dagli elettori, ma riempiamo immediatamente di contenuto politico il senso delle “mani libere su tutto il resto” che abbiamo rivendicato.
Serve immediatamente una rigorosa norma anticorruzione, e non è più rinviabile la concessione di diritti pieni di cittadinanza a tanti bambini e ragazzi nati in Italia da genitori regolarmente qui residenti e che si sentono, e sono, “nuovi italiani”.
Allo stesso tempo non è più rinviabile una rigorosa iniziativa politica e parlamentare sulla libertà d’informazione e sul conflitto d’interesse.
E poi occorre porre rimedio, con il reperimento di adeguate risorse, agli enormi problemi della scuola pubblica, della ricerca e dell’Università se vogliamo costruire percorsi di superamento del declino nazionale, come attenzione e sostegno non potranno mancare a misure straordinarie adeguate per le forze dell’ordine e per la magistratura.
Essenziali poi nuove politiche culturali e ambientali, al fine di salvaguardare e rilanciare il più grande patrimonio, e la più grande risorsa dell’Italia.
Lo spazio politico che possiamo aprire, restando fedeli alle nostre radici, ma con “capacità dinamica” di interpretare una “certa idea dell’Italia” è enorme, come enorme è la stima che gli italiani onesti hanno nei tuoi confronti.
Serve però liberarsi subito da tatticismi eccessivi e moderatismi privi di progetto e andare finalmente in campo aperto a parlare all’Italia profonda in modo semplice e coerente.
Solo così varrà la pena di percorrere questa nuova avventura politica.
Con l’ambizione di poter costruire un’Italia diversa e liberata da cricche, prepotenti e ascari.
Fabio Granata
argomento: AN, Berlusconi, casa, Costume, destra, emergenza, Fini, governo, la casta, PdL, Politica, radici e valori, scuola, Sicurezza | 2 commenti presenti »
Settembre 20th, 2010 Riccardo Fucile
IL COMUNE AVEVA SPESO 7.500 EURO PER 10 ZERBINI, 6.500 EURO PER I CESTINI DELLA MONNEZZA, 230.000 EURO PER GLI ARREDI… SOLO PER RITINTEGGIARE IL TETTO OCCORRERANNO ALMENO 10.000 EURO.. ORA MARONI INCENSA MIGLIO, MA BOSSI LO DEFINI’ “UNA SCOREGGIA SPARATA NELLO SPAZIO”
Scaricato anche dai vertici della Lega, il sindaco di Adro, Oscar Lancini, dopo la circolare
scolastica ispirata dalla Gelmini che lo invita a rimuovere dalla scuola i 700 simboli leghisti affissi anche nei cessi, ha replicato: ” cancello i somboli se me lo dice il Capo”.
Comprendiamo che, più che un sindaco di un comune della Repubblica italiana, si ritenga un dipendente leghista, ma evidentemente non ha ancora ben afferrato il concetto del rispetto delle leggi vigenti.
Ci sarà qualcuno che gliele farà rispettare, anche se tardivamente.
Il ministro degli interni Maroni aveva già preso le distanze dall’iniziativa: “Intitolare la scuola a Miglio è stata una grande idea, ma io i sarei fermato lì”.
Ma Maroni ha fatto finta di dimenticare come Bossi definì il professor Miglio: “una scoreggia sparata nello spazio”, peraltro corrisposto dall’ideologo della Lega che definì il Senatur “un mentitore nato e un ubriacone”.
Peccato che il sindaco di Adro non abbia ritenuto di far scalpellare sui muri, all’entrata della scuola, questa frase famosa di Miglio, sarebbe stato un contributo a eliminare l’ipocrisia leghista che celebra le persone da morto, dopo averle insultate in vita.
Ma un altro problema si porrà agli amministratori di Adro: chi pagherà ora i costi della “bonifica” dei 700 simboli leghisti presenti nella scuola?
Per acquistare gli arredi il comune di Adro ha sborsato 230.000 euro, cui vanno aggiunti altri 350.000 euro pagate, attraverso una sottoscrizione, da 30 famiglie del Paese.
Emerge pertanto che è stata una piccola minoranza dei cittadini di Adro a contribuire, quelli di stretta fede leghista.
E i costi di alcuni interventi per imprimere il sole delle Alpi nella struttura scolastica non è stato certo da poco: i 10 zerbini dell’ingresso sono costati ben 7.500 euro, i cestini dell’immondizia 6.500 euro, tutti soldi buttati a questo punto.
Sul tetto poi campeggiano due giganteschi soli della Alpi del diametro di 8 metri ciascuno: una prima stima ha fissato in non meno di 10.000 euro la spesa per cancellarli, ritinteggiando la copertura.
La tesi corrente è che le spese verranno messe a bilancio del Comune, ma non se ne comprende il motivo: dovrebbero essere fatte pagare al sindaco, alla giunta e a quei consiglieri che hanno votato la delibera.
Precedenti sentenze della Corte dei Conti vanno in tal senso.
Per quale ragione tutti i cittadini di Adro dovrebbero pagare delle spese di propaganda politica che non hanno richiesto?
Che il sindaco e chi per lui paghino di tasca e non rompano le palle.
Semmai i simboli rimossi se li possono attaccare sull’uscio e sulle finestre di casa, a perenne memoria.
argomento: Bossi, Costume, denuncia, Gelmini, governo, LegaNord, Politica, radici e valori, scuola | Commenta »
Settembre 20th, 2010 Riccardo Fucile
IL DEPUTATO LEGHISTA IN EMILIA E’ CONTESTATO DALLA BASE E ALLA CAMERA RIMEDIA BRUTTE FIGURE… CONTESTA CON UNA INTERPELLANZA IL DIRITTO DI DUE GENITORI MAROCCHINI DI CHIAMARE IL LORO BIMBO JIHAD “PER IL SIGNIFICATO VIOLENTO DEL NOME”… IL GOVERNO RISPONDE: “VUOL SOLO DIRE UOMO FORTE, CORAGGIOSO, DIFENSORE DAI SOPRUSI”
L’ on. Angelo Alessandri è ormai un mito in Emilia: dopo essersi fatto pagare le multe per le infrazioni automobilistiche dalla segreteria nazionale della Lega, dopo essere stato accusato dal suo vice Lusetti di varie nefandezze (che sono costate al Lusetti l’espulsione dal partito), dopo non aver versato le quote alla federazione di competenza e aver scapolato pure di pagare l’affitto del suo studio emiliano di parlamentare (cose di cui abbiamo ampiamente parlato in precedenti articoli), ora si è pure distinto per la attività parlamentare.
Invece che dedicarsi a risanare la profonda crisi della Lega in Emilia che si sta sfasciando nella lotta tra i suoi adepti e i suoi contestatori interni, e mentre i giudici hanno messo sotto inchiesta anche il capogruppo leghistan in Regione per la questione dei resoconti delle spese elettorali, ecco Alessandri che presenta una interpellenza al ministro Maroni.
Tutto trae origine dal nome Jihad, scelto da una coppia di marocchini per il loro bambino, nato a Mirandola la notte di capodanno del 2008.
A gennaio 2009, il quotidiano la Padania aveva ripreso il caso e Alessandri non si è lasciata scappare l’occasione per rimediare una brutta figura: ha subito presentato una interpellanza perchè “il caso merita una speciale attenzione, sia per lo sviluppo equilibrato del bambino, sia per il significato violento del nome”.
Maroni, per evitare di essere convolto nella brutta figura, fa rispndere al sottosegretario all’Interno Michelino Davico che pone fine alla questione sollevata dal Carroccio.
“Il nome Jihad significa lottatore, uomo forte, coraggioso, difensore dei soprusi, nulla a che vedere con la guerra santa, soprattutto quando si tratta di musulmani che non hanno mai manifestato posizioni riconducibili al fondamentalismo islamico”.
La risposta smonta la tesi del povero Alessandri che sperava di conquistare qualche prima pagina: sia la prefettura di Modena che il consolato del Marocco hanno confermato che non c’era motivo di bloccare il nome del bimbo in quanto l’etimolgia indica “un uomo forte e coraggioso”.
Dopo tante multe (non pagate di tasca sua) per eccesso di velocità , stavolta Alessandri metriterebbe una multa per mancanza di consultazione del vvocabolario.
Sperando che il segretario amministrativo nazionale Belsito non metta anche questa in pagamento.
argomento: Bossi, denuncia, LegaNord | Commenta »
Settembre 20th, 2010 Riccardo Fucile
IL DEPUTATO LEGHISTA IN EMILIA E’ CONTESTATO DALLA BASE E ALLA CAMERA RIMEDIA BRUTTE FIGURE… CONTESTA CON UNA INTERPELLANZA IL DIRITTO DI DUE GENITORI MAROCCHINI DI CHIAMARE IL LORO BIMBO JIHAD “PER IL SIGNIFICATO VIOLENTO DEL NOME”… IL GOVERNO RISPONDE: “VUOL SOLO DIRE UOMO FORTE, CORAGGIOSO, DIFENSORE DAI SOPRUSI”
L’ on. Angelo Alessandri è ormai un mito in Emilia: dopo essersi fatto pagare le multe per le infrazioni automobilistiche dalla segreteria nazionale della Lega, dopo essere stato accusato dal suo vice Lusetti di varie nefandezze (che sono costate al Lusetti l’espulsione dal partito), dopo non aver versato le quote alla federazione di competenza e aver scapolato pure di pagare l’affitto del suo studio emiliano di parlamentare (cose di cui abbiamo ampiamente parlato in precedenti articoli), ora si è pure distinto per la attività parlamentare.
Invece che dedicarsi a risanare la profonda crisi della Lega in Emilia che si sta sfasciando nella lotta tra i suoi adepti e i suoi contestatori interni, e mentre i giudici hanno messo sotto inchiesta anche il capogruppo leghistan in Regione per la questione dei resoconti delle spese elettorali, ecco Alessandri che presenta una interpellenza al ministro Maroni.
Tutto trae origine dal nome Jihad, scelto da una coppia di marocchini per il loro bambino, nato a Mirandola la notte di capodanno del 2008.
A gennaio 2009, il quotidiano la Padania aveva ripreso il caso e Alessandri non si è lasciata scappare l’occasione per rimediare una brutta figura: ha subito presentato una interpellanza perchè “il caso merita una speciale attenzione, sia per lo sviluppo equilibrato del bambino, sia per il significato violento del nome”.
Maroni, per evitare di essere convolto nella brutta figura, fa rispndere al sottosegretario all’Interno Michelino Davico che pone fine alla questione sollevata dal Carroccio.
“Il nome Jihad significa lottatore, uomo forte, coraggioso, difensore dei soprusi, nulla a che vedere con la guerra santa, soprattutto quando si tratta di musulmani che non hanno mai manifestato posizioni riconducibili al fondamentalismo islamico”.
La risposta smonta la tesi del povero Alessandri che sperava di conquistare qualche prima pagina: sia la prefettura di Modena che il consolato del Marocco hanno confermato che non c’era motivo di bloccare il nome del bimbo in quanto l’etimolgia indica “un uomo forte e coraggioso”.
Dopo tante multe (non pagate di tasca sua) per eccesso di velocità , stavolta Alessandri metriterebbe una multa per mancanza di consultazione del vocabolario.
Sperando che il segretario amministrativo nazionale Belsito non metta anche questa in pagamento.
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Settembre 20th, 2010 Riccardo Fucile
DA NOI SI PAGA IL DOPPIO CHE IN FRANCIA, GRAN BRETAGNA E SPAGNA CON AUMENTI TRE VOLTE SUPERIORI ALL’INFLAZIONE NEGLI ULTIMI 5 ANNI…LA TASSA SUI RIFIUTI A NAPOLI COSTA 331 EURO PER 80 MQ CONTRO I 135 DI FIRENZE… L’ACQUA A MILANO 103 EURO CONTRO I 431 DI FIRENZE…I SERVIZI LOCALI PIU’ CARI A CAGLIARI, PALERMO, GENOVA, NAPOLI, ROMA
Bollette da restare fulminati: due volte più salate a Roma, Bologna e Milano
rispetto a Parigi, Londra e Madrid.
Tre volte maggiori del tasso d’inflazione degli ultimi cinque anni e con una forte differenza tra le varie città italiane.
Secondo i calcoli dei ricercatori di Confartigianato che hanno elaborato i dati del ministero dello Sviluppo Economico, tra il 2005 e il 2010, le tariffe di acqua, rifiuti e trasporto pubblico sono salite del 28,4%, tre volte l’inflazione e due volte la crescita registrata in Europa.
Solo acqua e rifiuti hanno subito aumenti del 32% contro il 15% dei Paesi euro.
Nell’ultimo biennio, quello della recessione, l’acqua è salita del 16% contro il 7,1% europeo. Le differenze tra capoluogo sono poi enormi: per un appartamento di 80 mq, si pagano a Napoli 331 euro, a Firenze 135 euro di tassa rifiuti.
L’acqua costa 103 euro l’anno a un milanese, 431 euro a un fiorentino.
Dieci abbonamenti mensili per il trasporto pubblico costano 480 euro a Palermo, 270 euro a Catania, 280 euro a Venezia.
Le bollette di gas ed elettricità sono salate per i cagliaritani ( 2.335 euro l’anno), molto meno per i veneziani (1.497 euro).
La città sarda si colloca al primo posto per i servizi sociali più cari, calcolati assieme: 3.108 euro contro i 2.179 di Milano, ultima.
Seguono tra le più care Palermo (2.633), Genova (2.559), Napoli (2.537), Roma (2.461). L’incidenza dei servizi pubblici sul Pil pro-capite locale, la ricchezza prodotta, quasi mai corrisponde a un incremento di qualità .
E’ altissima a Napoli (14,6%), Palermo (15%), Catania (14,85).
Più contenuta , con servizi più convenienti, a Milano (6%), Bologna (7%) e Roma (7,6%).
Al di là delle differenze interne, rimane grave il “caro tariffe” se rapportato ai parametri europei: un ulteriore incremento che ci ha portato ad avere tariffe doppie rispetto a quello degli altri Paesi.
Confartigianato conclude sostenendo che nel comparto dei servizi pubblici (valore 32 miliardi), si muovono in Italia troppi interessi e gare solo di facciata.
Non sarebbe ora che qualcuno ponesse mano a questa gestione fallimentare, nell’interesse dei cittadini, o dobbiamo solo e sempre pensare come priorità alla giustizia ad personam e al federalismo tarocco?
argomento: Berlusconi, carovita, denuncia, economia, Energia, governo, PdL, Politica, Rifiuti | Commenta »