ACQUA E RIFIUTI: IN ITALIA AUMENTI DOPPI RISPETTO AGLI ALTRI STATI EUROPEI
DA NOI SI PAGA IL DOPPIO CHE IN FRANCIA, GRAN BRETAGNA E SPAGNA CON AUMENTI TRE VOLTE SUPERIORI ALL’INFLAZIONE NEGLI ULTIMI 5 ANNI…LA TASSA SUI RIFIUTI A NAPOLI COSTA 331 EURO PER 80 MQ CONTRO I 135 DI FIRENZE… L’ACQUA A MILANO 103 EURO CONTRO I 431 DI FIRENZE…I SERVIZI LOCALI PIU’ CARI A CAGLIARI, PALERMO, GENOVA, NAPOLI, ROMA
Bollette da restare fulminati: due volte più salate a Roma, Bologna e Milano rispetto a Parigi, Londra e Madrid.
Tre volte maggiori del tasso d’inflazione degli ultimi cinque anni e con una forte differenza tra le varie città italiane.
Secondo i calcoli dei ricercatori di Confartigianato che hanno elaborato i dati del ministero dello Sviluppo Economico, tra il 2005 e il 2010, le tariffe di acqua, rifiuti e trasporto pubblico sono salite del 28,4%, tre volte l’inflazione e due volte la crescita registrata in Europa.
Solo acqua e rifiuti hanno subito aumenti del 32% contro il 15% dei Paesi euro.
Nell’ultimo biennio, quello della recessione, l’acqua è salita del 16% contro il 7,1% europeo. Le differenze tra capoluogo sono poi enormi: per un appartamento di 80 mq, si pagano a Napoli 331 euro, a Firenze 135 euro di tassa rifiuti.
L’acqua costa 103 euro l’anno a un milanese, 431 euro a un fiorentino.
Dieci abbonamenti mensili per il trasporto pubblico costano 480 euro a Palermo, 270 euro a Catania, 280 euro a Venezia.
Le bollette di gas ed elettricità sono salate per i cagliaritani ( 2.335 euro l’anno), molto meno per i veneziani (1.497 euro).
La città sarda si colloca al primo posto per i servizi sociali più cari, calcolati assieme: 3.108 euro contro i 2.179 di Milano, ultima.
Seguono tra le più care Palermo (2.633), Genova (2.559), Napoli (2.537), Roma (2.461). L’incidenza dei servizi pubblici sul Pil pro-capite locale, la ricchezza prodotta, quasi mai corrisponde a un incremento di qualità .
E’ altissima a Napoli (14,6%), Palermo (15%), Catania (14,85).
Più contenuta , con servizi più convenienti, a Milano (6%), Bologna (7%) e Roma (7,6%).
Al di là delle differenze interne, rimane grave il “caro tariffe” se rapportato ai parametri europei: un ulteriore incremento che ci ha portato ad avere tariffe doppie rispetto a quello degli altri Paesi.
Confartigianato conclude sostenendo che nel comparto dei servizi pubblici (valore 32 miliardi), si muovono in Italia troppi interessi e gare solo di facciata.
Non sarebbe ora che qualcuno ponesse mano a questa gestione fallimentare, nell’interesse dei cittadini, o dobbiamo solo e sempre pensare come priorità alla giustizia ad personam e al federalismo tarocco?
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