Gennaio 22nd, 2011 Riccardo Fucile
SONO DUE LE SENTENZE CHE FANNO “DOTTRINA”: I CASI DE LORENZO E DE MICHELIS SONO I SOLI PRECEDENTI CUI FARE RIFERIMENTO PER STABILIRE SE LA COMPETENZA E’ DELLA PROCURA DI MILANO O DEL TRIBUNALE DEI MINISTRI…E DANNO TORTO A BERLUSCONI
In quale veste, la sera del 27 maggio scorso, Silvio Berlusconi ha esercitato pressioni sui
funzionari della questura milanese per il rilascio di Ruby Karima?
I legali del premier, gli onorevoli Piero Longo e Niccolò Ghedini, non hanno dubbi. Nella memoria difensiva inviata ieri per fax alla procura di Milano, contestano quella che in termine tecnico si chiama “competenza funzionale”. Ovvero, che il reato più grave di concussione si può al massimo contestare a Berlusconi in quanto presidente del Consiglio.
Per questo, la competenza va spostata immediatamente dalla procura al Tribunale dei ministri di Milano.
I magistrati, invece, sono convinti esattamente del contrario.
La sera del 27 maggio, il Cavaliere, “abusando della sua qualità di presidente del Consiglio” (qualità , non funzione), sarebbe intervenuto sui funzionari della questura.
Una volta capito su quale campo accusa e difesa giocheranno la prima partita di questo affaire, è importante vedere come, negli ultimi anni, casi simili siano stati affrontati dalla giurisprudenza.
Sono due le sentenze che, fino a oggi, hanno fatto”dottrina”.
La prima porta in calce la firma delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione e risale al 1994 (sentenza 14, presidente Gaetano Lo Coco).
Chiamata a esprimersi su un ricorso dell`ex ministro della Sanità , il liberale Francesco De Lorenzo, la Corte ha accolto l`istanza dei suoi legali, individuando il giudice naturale nel tribunale dei ministri di Napoli, ma soprattutto ha delimitato il campo per i reati di natura ministeriale.
De Lorenzo era finito in carcere il 12 maggio del 1994.
Le accuse andavano dalla associazione a delinquere, alla corruzione, perfinire al finanziamento illecito ai partiti.
“Tutti i reati attribuiti a De Lorenzo si riferiscono a quando era ministro della Sanità “.
E l`articolo 96 della Costituzione, d`altronde, comprende nella categoria dei «reati ministeriali» quelli connessi ai componenti dell`esecutivo «nell`esercizio delle loro funzioni».
Il comportamento illecito che veniva addebitato a De Lorenzo era strettamente collegato alla sua attività di ministro della Sanità o no?
Si, affermano i giudici, ma solo perchè nel suo caso veniva accusato di aver preteso nella sua veste di ministro mazzette da case farmaceutiche, per concedere loro autorizzazioni ministeriali indispensabili per commercializzare i loro prodotti.
E per venire oggi a Berlusconi, quali funzioni ricopriva la sera delle telefonate in questura?
Quella di presidente del Consiglio o piuttosto quella di chi abusava della propria posizione per chiedere l`affidamento di Ruby alla Minetti?
A giudicare dalla interpretazione della Cassazione nel caso De Lorenzo, varrebbe la seconda ipotesi.
Un altro orientamento della Cassazione sulla stessa materia risale al `98.
Le conclusioni sono le stesse, anche se il ricorso viene respinto.
In questo caso è stato l`ex ministro del Psi, Gianni De Michelis, a invocare la competenza del Tribunale dei ministri, contro una condanna per corruzione a 4 anni.
Secondo il capo d`accusa, De Michelis avrebbe percepito mazzette in veste di “deputato e capo di una corrente del Partito socialista italiano nel Veneto, nell`ambito di un accordo di illecita spartizione di somme di danaro illecitamente corrisposte da vari imprenditori per l`acquisizione di appalti di opere pubbliche”.
In totale, poco meno di mezzo miliardo di vecchie lire.
Al momento in cui De Michelis incassava le bustarelle, era effettivamente membro del governo, come ministro.
Ma quel denaro, per la Cassazione, era stato incassato per finanziare la corrente del partito di De Michelis, e gli appalti, non avevano legami con la funzione che ricopriva.
Sul punto, la Corte presieduta da Luciano Deriu, aggiunge come “la particolare qualificazione giuridica soggettiva dell`autore del reato nel momento in cui questo è commesso”, sia da mettere in stretto “rapporto di connessione tra la condotta integratrice dell`illecito e le funzioni esercitate dal ministro”.
Emilio Randacio
(da “La Repubblica“)
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Gennaio 22nd, 2011 Riccardo Fucile
TREDICI OPERAZIONI DI BONIFICO IN UN ANNO A UNA DELLE RAGAZZE: LA STARLETTE TELEFONA E SOLLECITA, IL PREMIER SI PRECIPITA A PAGARE…E LA SORCINELLI PARLA DI “SEMPLICI CENE ELEGANTI AD ARCORE”
L’ultimo bonifico è arrivato cinque giorni fa: il 17 gennaio 2011. “Ordine e conto S.Berlusconi ABI-CAB 010… a favore di Sorcinelli Alessandra CRO 17716… 10.000,00 euro per prestito infruttifero”, questa è la contabile bancaria che documenta l’ultima delle 13 operazioni intercorse tra il premier e una delle ragazze del suo giro di feste nell’arco di un anno e sette giorni. Molto si è scritto sull’“avere” nel rapporto tra Berlusconi e le ragazze ma Il Fatto Quotidiano ha provato a dare contorni più definiti anche al “dare” di questa anomala partita doppia.
Le amiche del presidente non si stancano mai di declamare la sua generosità davanti alle telecamere.
Ma l’esame combinato delle telefonate intercettate e dell’estratto conto di una delle più assidue frequentatrici del Cavaliere , Alessandra Sorcinelli, rivela un rapporto di dipendenza economica che spiega molte cose sulle feste di Arcore.
Le sorprese non mancano: il premier continua a pagare le sue ragazze nonostante l’inchiesta.
Quando già era nota al suo entourage e ai suoi legali l’esistenza di un’indagine su Ruby e le feste, Silvio Berlusconi ha pagato tre bonifici per complessivi 25 mila euro ad Alessandra Sorcinelli, e il flusso non si è fermato nemmeno quando la ragazza è stata sentita dagli inquirenti.
Pochi giorni dopo la deposizione in Procura, infatti, esattamente 5 giorni fa, sul suo conto sono arrivati altri 10 mila euro.
In un’intervista del luglio scorso al sito Affari italiani la ex meteorina del Tg4 di Emilio Fede raccontava: “A settembre andrò a Los Angeles per tre mesi, come Elisabetta Canalis. Studierò inglese e recitazione. E spero di avere la sua stessa fortuna perchè all’estero è più facile emergere come dimostra la storia di Monica Bellucci”.
La bruna cagliaritana 26enne non ha realizzato il suo sogno ed è rimasta inchiodata a Milano, alla disperata ricerca di denaro.
Dalle carte dell’indagine si scopre che proprio a settembre tempestava di telefonate Berlusconi e il suo cassiere: Giuseppe Spinelli.
Dopo una stagione da corteggiatrice di tronisti e di madrina di Affari tuoi su Raiuno, e dopo qualche articolo di gossip per la sua storia con il figlio di Gigi D’Alessio, era scomparsa dai radar.
E il conto corrente ne risentiva. Il 14 settembre implorava Spinelli: “Facciamo almeno 10… non si può avere tutto insieme?”.
Il cassiere, tempestato dalle richieste delle altre Papi-girls, temporeggiava: “eee è un po’ un problema… che siamo un po’ eee tirati infatti mmm abbiamo sai, anche altre cose e ci siamo trovati un po’ spiazzati”.
Poi, grazie alla solita telefonata con “Lui”, come chiama al telefono B. in persona, il bonifico da 10 mila arriva.
I soldi però finiscono presto e il 27 settembre Alessandra torna alla carica con Spinelli dicendo che ha parlato con “Lui” ed è tutto a posto “come l’altra volta”.
Stavolta dovrà aspettare fino al 18 ottobre: 10 mila euro.
Quando è stata sentita dalla Polizia il 14 gennaio scorso, Sorcinelli ha raccontato di essere stata un paio di volte alle cene di Arcore, ma ha descritto feste eleganti senza prostituzione.
I magistrati che indagano Berlusconi, per documentare il tipo di rapporto che lega Alessandra al premier hanno allegato solo i due bonifici da 10 mila euro incassati dalla ragazza nel trimestre luglio-settembre 2010.
Il Fatto Quotidiano ha ricostruito tutti i bonifici effettuati dal Caimano alla 26 enne cagliaritana nell’arco di poco più di un anno.
Si scopre così che la somma totale è molto più alta: la Sorcinelli ha ricevuto dall’11 gennaio 2010 al 17 gennaio 2011, ben 115 mila euro dal Cavaliere. Uno stipendio da manager, il doppio di quanto prende un magistrato di Tribunale.
Quattro volte più dello stipendio sudato da una giovane professoressa della scuola primaria.
La vita delle Berlusconi-girl d’altro canto è dispendiosa.
In un’intercettazione, Nicole Minetti racconta con invidia a Barbara Faggioli che la ‘preferita’ del momento del Cavaliere — tale Aris Espinosa di 22 anni — aveva comprato in un colpo solo nove paia di scarpe.
Una bella vita.
Alessandra Sorcinelli nell’intervista ad Affari Italiani dice: “A Milano all’aperitivo non si può non andare da Radetzky a corso Garibaldi. Per l’estate c’è il giardino aperto del Bulgari, molto chic. Per cena, io adoro il Finger o il ristorante di pesce La Risacca e anche il Bolognese. Per ballare scelgo a seconda del giorno: lunedì è la serata dello Special, il mercoledì all’Armani, il giovedì e venerdì al Cavalli e alla domenica all’Hollywood”.
I bonifici di Berlusconi partono tutti dal conto del Cavaliere della filiale del Monte dei Paschi situata nel Centro direzionale Palazzo Vasari a Milano 2. Tutti finiscono sul conto di Alessandra Sorcinelli alla filiale del Banco di Sardegna di Milano in via Solferino.
L’andamento non è omogeneo.
Gennaio parte bene con due bonifici da 10 mila a breve distanza, 11 e 25 gennaio. Poi arrivano due mesi di magra: l’unico versamento di febbraio-marzo è quello da 5 mila euro dell’11 marzo.
Ad aprile si torna ai consueti 10 mila euro mensili, mentre a maggio ci sono addirittura due versamenti da 10 mila, il 6 e il 20 maggio.
L’estate 2010 purtroppo è asciutta: solo 5 mila euro a giugno, diecimila a luglio e zero ad agosto.
Il 16 settembre e il 18 ottobre si torna ai consueti 10 mila euro mensili.
Poi esplode lo scandalo Ruby sui giornali.
La notizia era già nota al Cavaliere e al suo entourage almeno dall’inizio di ottobre, ma i versamenti non si interrompono. Anzi.
Il 18 ottobre partono 10 mila euro e il 14 dicembre Silvio Berlusconi ordina un secondo bonifico da 10 mila. Alla vigilia del Natale, il 23 dicembre, c’è il pensierino da 5 mila euro. Anche l’indagine non ferma il flusso.
Tre giorni dopo la sua audizione in Questura , Alessandra riceve l’ultimo bonifico da 10 mila euro.
Dopo il debutto alla trasmissione Veline, Alessandra Sorcinelli è entrata nel grande giro grazie a Emilio Fede quando il direttore indagato per favoreggiamento della prostituzione con Lele Mora, la selezionò nel 2008 come meteorina del Tg.
La seconda meteorina doveva essere Hellen Skopel.
Proprio la ragazza che ha dichiarato ad Annozero di essere stata scartata dopo avere detto no agli inviti per il weekend a Forte dei Marmi del direttore del Tg4.
La coppia di meteorine Alessandra-Hellen era stata già lanciata.
Poco prima del debutto Emilio Fede cambiò Hellen con la sorella della Gregoraci.
E forse per lei è andata meglio così.
Marco Lillo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Gennaio 22nd, 2011 Riccardo Fucile
IL 20 SETTEMBRE, ALLE ESEQUIE DEL PARA’ ALESSANDRO ROMANI, MORTO IN AFGHANISTAN, C’ERANO TUTTI, TRANNE IL PREMIER… “PAPI” ERA RIMASTO AD ARCORE DOVE LA SERA AVEVA FESTEGGIATO A BASE DI BUNGA BUNGA CON 24 RAGAZZE FINO ALLE 4 DEL MATTINO… “ERA TROPPO STANCO” PER ASSISTERE AL FUNERALE DEL GIOVANE MILITARE
Silvio Berlusconi era atteso ai funerali di Luca Sanna, 33 anni, il caporalmaggiore ucciso qualche
giorno fa in Afghanistan.
Non si è fatto vedere.
Probabilmente ha preferito, dopo lo scandalo Ruby, evitare di presenziare a una cerimonia funebre mandando il sottosegretario Gianni Letta.
Non è la prima volta che Berlusconi salta appuntamenti istituzionali così delicati: sembra incredibile, ma lo scorso 19 settembre, mentre la salma del paracadutista della Folgore Alessandro Romani, trentaseienne originario di Roma, veniva accolta con cordoglio a Ciampino, il presidente del Consiglio era al telefono con Nicole Minetti.
Di scendere a Roma per salutare la famiglia del giovane militare ucciso da un cecchino non gli è passato, probabilmente, nemmeno per la testa: la sera, ad Arcore, erano infatti attese 24 ragazze, insieme ai suoi amici Emilio Fede e Carlo Rossella.
Così l’unico intervento ufficiale del premier sulla morte di Romani resta quello del 17 settembre, il giorno dell’attentato.
Poche righe da Palazzo Chigi: «Ho appreso con dolore la notizia della morte del tenente Romani… A lui va il mio più profondo ringraziamento e alla sua famiglia il mio più sentito cordoglio».
Il 18 il Cavaliere sembra in forma: va fino a Taormina, a presenziare al Congresso de La Destra dell’amico Francesco Storace.
Ma il 19 settembre, una domenica, non si muove da Arcore.
Tanto che alle 14,30 sono il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il governatore del Lazio Renata Polverini e i vertici militari gli unici ad accogliere il feretro di Romani.
Che fa Berlusconi?
Alle 16,30 Nicole Minetti parla con un’amica che diventerà testimone chiave nell’inchiesta su festini e prostituzione ad Arcore.
La consigliera regionale della Lombardia insieme al Cavaliere sta organizzando una festa per la sera.
«Ho sentito adesso the boss of the boss. Gli ho detto “Ahhh, allora stasera guarda che porto una mia amica”. Mi fa: “Ottimo”. Gli ho detto: “Guarda che ha la seconda laurea, ti dà del filo da torcere”. “Ottimo”. Si vede che non poteva parlare…».
È l’intercettazione, ormai famosa, in cui la consigliera regionale spiega all’amica, T.M, che cosa succede durante la cena allegra del presidente.
Il pomeriggio, mentre i familiari del parà accolgono il figlio caduto, c’è un vorticoso giro di telefonate tra le 24 invitate.
Tra loro le gemelline De Vivo, Barbara Faggioli, la prostituta Maria Ester Garcia Polanco, Barbara Guerra, Iris Berardi, altre escort e show girl come Raffaella Fico.
A Ciampino la cerimonia si è conclusa da un pezzo.
Ad Arcore iniziano le danze.
La serata è divertente, secondo le intercettazioni si conclude a notte fonda, verso le 2 e 30.
Le ragazze vanno via con gioielli e buste da 2000 euro, altre prendono ancora di più. Secondo gli inquirenti qualcuna si ferma per tutta la notte: le De Vivo, Aris Espinosa, la Fico.
Il Cavaliere, probabilmente, era soddisfatto.
Almeno stando ai racconti che T.M ha fatto il giorno dopo a un amico: «Io ho vissuto la serata come se fossi al “Bagaglino”… poi qualcuno ha iniziato a fare vedere il culo e da lì la serata è decollata».
Il giorno dopo, lunedì 20 settembre, nel pomeriggio alla Basilica di Santa Maria degli Angeli si officiano i funerali del tenente Romani.
In chiesa ci sono tutti: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che abbraccia i genitori, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, i ministri La Russa, Brunetta e Meloni, Nicola Zingaretti, Pier Ferdinando Casini e i capi delle Forze Armate. Berlusconi è ancora ad Arcore: proprio come oggi ai funerali di Stato di Sanna, a rappresentare Palazzo Chigi c’è Gianni Letta.
Che cosa stava facendo il nostro premier quel pomeriggio?
Il presidente del Consiglio in serata ha in programma una cena di gala nella sua villa Gernetto a Lesmo insieme agli imprenditori della moda, Santo Versace in primis.
Ma è il dopocena che, forse, gli interessa di più: Roberta Bonasia, sua presunta fidanzata, non è potuta venire al festino della sera prima.
Deve recuperare: così – secondo le telefonate intercettate che la ragazza fa al fratello il giorno dopo – la invita all’happening con una novantina di imprenditori.
Poi verso mezzanotte il Cavaliere torna a Milano, in bella compagnia.
«Siam state lì e abbiamo fatto festa con le ragazze» commenta la Bonasio «C’era anche qualcuno che c’era alla cena, un macello!».
Il solito: discoteca, buste coi soldi, belle ragazze.
La serata da Silvio dura fino alle 4 del mattino. «Lui, ovviamente, distrutto». Le ultime forze per chiedere un favore a Roberta: contattare tre ragazze da portare il prossimo week-end. Questo ad Arcore.
A Roma, invece, le bandiere erano a mezz’asta per lutto cittadino.
Tommaso Cerno e Emiliano Fittipaldi
(da “L’Espresso“)
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Gennaio 22nd, 2011 Riccardo Fucile
APPENA ACCORDATASI CON “CHI LE DONNE LE VUOLE SOLO ORIZZONTALI”, LA EX PASIONARIA SANTANCHE’ HA SISTEMATO LA NIPOTINA COME ASSESSORE ALLA MODA ALLA PROVINCIA DI MILANO…MA PER SETTE MESI SILVIA GARNERO NON E’ MAI SFILATA IN CONSIGLIO
Silvia Garnero, classe ’84, da maggio a novembre non è mai comparsa in Consiglio.
L’opposizione ne ha chiesto le dimissioni con una mozione di sfiducia poi bocciata. L’assessorato rischia di costare 14 volte in più di quanto potrà spendere nel 2011
Assessore provinciale con record di assenze e uno scarnissimo contributo alla vita politica scandito da appena tre delibere in un anno e mezzo di legislatura.
Il tutto a fronte di una spesa annua di 350mila euro.
Tanto vale l’assessorato di Silvia Garnero, piemontese classe ’84, che nel dicembre scorso, grazie all’aiuto della maggioranza, ha rintuzzato una mozione di sfiducia firmata dall’intera opposizione.
Alla fine di quel voto dirà : “Accetto questo atto in maniera rispettosa, ma anche con imbarazzo e stupore, perchè speravo che un certo modo di fare politica non trovasse posto in quest’aula. Voi mi date della fannullona e dell’incapace e io questo non lo accetto perchè è ingiusto e falso”.
Nella primavera del 2009 la sua nomina contribuisce a rafforzare le quote rose nella neo giunta provinciale di Milano governata da Guido Podestà .
Il più giovane assessore d’Italia, appena 25 anni allora, bella presenza, un curriculum politico inevitabilmente scarno, ma una grande dote da spendere: la parentela con il sottosegretario del Pdl Daniela Santanchè.
Tanto basta per spingere la giovane Silvia a palazzo Isimbardi.
A lei, Podestà , riserva l’assessorato alla Moda con delega di prestigio: quella all’Expo 2015.
Un bel successo per una ragazza che sul tavolo (politico) mette due lauree: in Graphic and Virtual Design alla facoltà di Architettura del Politecnico di Torino e in Fashion Design a Milano.
Il sito della Provincia di Milano, poi, aggiunge particolari: “Silvia Garnero ha lavorato nel settore della comunicazione a livello internazionale per approdare al mondo della pubblicità nel settore dell’editoria tradizionale e dei new-media”.
Da qui parte la sua carriera politica.
“Aderisce al progetto politico (quale sarebbe? ndr) di Daniela Santanchè e si occupa in veste di capostaff della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2008. E’ nominata tra i coordinatori del Movimento per l’Italia e partecipa alla stesura del programma del nuovo soggetto politico. Attualmente è dirigente nazionale e ricopre la carica di tesoriere”.
E sarà proprio l’Mpi a tirare la volata per la vittoria di Podestà che sul posto lascia il presidente uscente Filippo Penati.
Il movimento della Santanchè non ha candidati in lista, eppure puntella la campagna elettorale dell’ex agente immobiliare di Berlusconi.
Spiegherà :”Io non faccio politica per le poltrone, nè per lo stipendio, mi batto per un progetto politico. Pensiamo a vincere, e poi avremo il nostro riconoscimento politico”.
Una poltrona, se non personalmente, la ottiene comunque.
E’ propria quella alla Moda su cui siede la giovane Silvia.
Nel frattempo, qualche settimana dopo le nomine, il quotidiano Libero le riserva una pagina d’intervista.
Solo una coincidenza che all’epoca la concessionaria per la pubblicità sia la Visibilia di proprietà della Santanchè.
La nipotina ha, però, le idee chiare: “Ho già in mente due cose da fare: un road show nei comuni della Provincia per far avvicinare le persone all’Esposizione universale e poi sfruttare la mia giovane età per coinvolgere il maggior numero di coetanei in questo progetto”.
E zia Daniela? “Vivo con lei e già il fatto di starle accanto per me è stata una grande palestra di vita”.
Perchè “zia Daniela è molto severa e pretende tanto da sè stessa e da chi le sta accanto”.
Da allora il ruolino di marcia in Provincia segna tre delibere per contribuiti ad associazioni e un’informativa per il Digital Music Forum, manifestazione sull’evoluzione della musica nel web.
Ma il dato più eclatante, ricostruito nella stessa mozione, sono le spese: inizialmente, infatti, il budget dell’assessorato vale 220mila euro.
Tesoretto diminuito di 50mila durante la revisione del bilancio.
Mentre per il 2011 si prevede un massimo di 25mila.
“Insomma — calcola il consigliere Ezio Casati — , a fronte di una spesa annua di 350mila euro (tanto vale il conto dell’assessorato), ci cui 100 (lordi) per lo stipendio della Garnero, la provincia di Milano rischia di pagare 14 volte di più di quanto (in teoria) l’assessore alla Moda potrà spendere dall’anno prossimo”.
Ancora più desolante il calendario delle presenze in Consiglio provinciale: dal 10 luglio 2009 al 6 maggio 2010, lo score segna quota venti.
Dopodichè fino al 4 novembre successivo di lei non si sa più nulla.
Nel documento si fa notare come ”in sedici mesi di attività ” Silvia Garnero “è stata relatrice di un’unica delibera di Giunta” e ha partecipato “a sole tre audizioni di Commissione”.
Due delle quali con la presenza dell’allora amministratore delegato di Expo Lucio Stanca, ma “limitandosi alla sola presentazione”.
Di più: il 14 ottobre, vigilia dell’appuntamento del Bie, la nipotina della Santanchè risulta assente in consiglio provinciale.
Eppure è lei l’assessore con delega all’Expo.
Sul tema la giovane Silvia inciampa di nuovo nel maggio scorso, quando è in pieno svolgimento la discussione sulle aeree di Expo.
Il nodo è semplice: come acquisirle.
Comune e Provincia sono irremovibili: comodato d’uso con la possibilità per i proprietari di costruire dopo la fine dell’ evento; il Pirellone, invece, insiste per l’ acquisto in modo da non avvantaggiare troppo i privati.
Bene, la Garnero nel suo intervento parla addirittura di esproprio.
Il grave incidente diplomatico viene salvato in zona Cesarini dall’intervento diretto di Guido Podestà che la smentirà pubblicamente.
Insomma, la giovane designer non sembra essere apprezzata nemmeno dalla sua stessa maggioranza.
La riprova arriva proprio il 16 dicembre quando Roberta Capotosti, ex Movimento sociale, ora Pdl vota a favore della mozione di sfiducia perchè, dice, “la politica, per come mi hanno insegnato ad intenderla e per come ho imparato a farla, è innanzitutto un atto d’amore nei confronti di un Ideale che, a seconda delle epoche, si declina via via in maniera differente, senza perdere, però, la sua natura originaria”.
Meno male che ci pensa la zietta a fare la morale.
Agli altri, ovviamente.
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Gennaio 22nd, 2011 Riccardo Fucile
ACCUSE DELLA BASE SUI METODI DI SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DEL PARTITO: “CI VADA LEI AI GAZEBO, MAGARI SI PORTI LE ZOCCOLE DI LELE MORA”…”TANTA GENTE SI SENTE TRADITA NEL VEDERE COME SI FA CARRIERA, ALTRO CHE MERITOCRAZIA”
Rivolta nel Pdl: Nicole Minetti si deve dimettere dal consiglio regionale. 
Lo chiede un folto gruppo di giovani militanti a Milano, la capitale del berlusconismo.
Con una raccolta di firme che in soli due giorni ha raggiunto le 1.500 adesioni.
Il malessere è diffusissimo, i “frondisti” inveiscono contro i metodi di selezione della classe dirigente del partito.
E annunciano lo sciopero della militanza, fino a quando il coordinamento regionale non avrà convinto l’intraprendente Nicole a fare un passo indietro: «Ci vada lei ai banchetti e ai gazebo, magari in compagnia delle zoccole procacciate da Lele Mora», ha tuonato una giovane consigliera di zona, lunedì scorso, a una riunione del Pdl convocata nella sede di viale Monza.
A capitanare la rivolta dei giovani pidiellini, la 25enne Sara Giudice, eletta in un parlamentino di circoscrizione.
La ragazza si era fatta sentire pure la primavera scorsa, quando si seppe che l’igienista dentale di Berlusconi sarebbe stata inserita nel listino bloccato di Formigoni, e quindi automaticamente eletta in consiglio regionale.
E adesso rincara: «Il popolo del centrodestra ha la dignità delle persone semplici, che si mette in politica perchè ha voglia di fare, nel Pdl c’è bisogno di ripensare totalmente al modo di selezione della classe dirigente; sono sempre di più quelli che come noi si sentono traditi, confusi e smarriti».
Forse il problema è proprio Berlusconi, e Sara non lo nega: «Sono stufa di sentir dire che lui aiuta la gente, come ha fatto anche la Gelmini da Vespa, io e tanti miei coetanei non vogliamo essere aiutati con la carità o con qualcosa di peggio, ma con università migliori, un nuovo welfare, opportunità vere per tutti».
Aggiunge Benjamin Khafi, 35 anni, dirigente di una multinazionale: «Con l’elezione della Minetti, un caso non certo isolato, è stato sovvertito un principio fondamentale per le persone come me: quello del merito. Nel Pdl i giovani che vanno avanti non sono certo quelli con percorsi limpidi, le tecniche di reclutamento sono dei casting; una cosa è certa: io ai gazebo non ci vado più».
Poi Antonio Salinari, 26 anni, impiegato: «Da questi dirigenti non ci sentiamo più rappresentati, mi domando quale politica del fare sia possibile nel nostro partito».
Un annuncio di addio a Berlusconi?
«Vediamo che cosa succede dopo questa nostra richiesta di far dimettere la Minetti, prima i fatti poi si decide».
Ha già deciso Fabrizio Hennig, anche lui consigliere di Zona: «Con questo squallore che emerge, ora si scopre il motivo vero per cui la Minetti è stata inserita nel listino. Nel Pdl non c’è futuro, il presidente è andato fuori di melone e io lascio il partito».
Rodolfo Sala
(da “La Repubblica“)
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Gennaio 22nd, 2011 Riccardo Fucile
INTERVISTATO DA “LA STAMPA” AFFERMA: “ALTRO CHE NANI E BALLERINE DEI TEMPI DI CRAXI, AL CONFRONTO ALLORA I NANI ERANO GIGANTI, QUI SIAMO AL GROTTESCO, ALL’ORGIA DEL POTERE”…”IL PROBLEMA E’ DOVE METTERE BERLUSCONI, GARANTEDOGLI UN’USCITA DOLCE: POTREBBE ANDARE AD ANTIGUA”
”Una via d’uscita dalla crisi ci sarebbe. A me fa paura affrontare alla maniera di un tribunale stalinista, ma lo ha detto la famiglia: l’uomo è malato. Bene, dovrebbe farsi curare in una clinica svizzera”.
Lo afferma il socialista Rino Formica, più volte ministro nella Prima Repubblica, in un’intervista La Stampa.
Formica, che coniò l’espressione “corte di nani e ballerine” per indicare i tanti personaggi dello spettacolo e della cultura con cui era stata infarcita l’ultima Assemblea Nazionale del Psi nel 1991, all’apice della stagione craxiana, spiega che “i nani di allora erano giganti”, mentre “oggi siamo al grottesco”. “Quando la personalizzazione della politica arriva al suo stato terminale — afferma — la selezione è all’incontrario: premia i peggiori. Oggi siamo all’orgia del potere”.
Nel videomessaggio di Berlusconi, dice Formica, “ho avuto l’impressione di una crisi di panico. Teme le infedeltà attorno a lui. La Lega è come i tedeschi con Mussolini: gli hanno dato il cappotto, poi al momento opportuno, lo scaricano dal camion, e lui lo sa. La cosa curiosa è che i suoi amici sono sorpresi, non erano preparati”.
Il problema, sostiene, “è dove mettere Berlusconi. Il Cln offrì il governo Badoglio, Togliatti fece l’amnistia. Ora il sistema dovrebbe chiudere la stagione con una fuoriuscita dolce: Mediaset non si tocca, i beni non si toccano e lui se ne va ad Antigua”.
Sulla Procura di Milano, “Bruti Liberati non è Borrelli: ha le sue idee ma indaga cercando prove anche a favore dell’indagato”.
Per Formica, “l’opinione pubblica non ha ancora capito se siamo ad una crisi di sistema, oppure siamo solo al gossip. Non siamo aiutati dall’opposizione…”.
Se si va alle urne, tuttavia, “stavolta gli italiani non voteranno per Berlusconi. Potrebbe vincere la sinistra. Anche lei personalizzata e autoritaria”.
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Gennaio 22nd, 2011 Riccardo Fucile
LA SENTENZA DELLA SUPREMA CORTE SULL’ACCUSA ALL’EX SOTTOSEGRETARIO DI CONCORSO ESTERNO ALLA CAMORRA… PER LA CASSAZIONE PUO’ UGUALMENTE CONDIZIONARE CANDIDATURE E APPOGGIARE CANDIDATI A RISCHIO
Un uomo «socialmente pericoloso», nonostante le sue dimissioni dal governo e la
riduzione del suo «peso politico» a seguito del suo presunto coinvolgimento con il clan dei Casalesi.
E’ questa la definizione data dalla Corte di Cassazione di Nicola Cosentino, ex sottosegretario del governo Berlusconi e attuale coordinatore del Pdl in Campania, nella sentenza con la quale la Seconda sezione penale ha respinto il ricorso presentato dal parlamentare contro l’ordinanza di custodia in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli e confermata dal Tribunale del riesame il 28 settembre 2010, con l’accusa di concorso esterno nell’associazione camorristica.
Secondo i magistrati della Suprema Corte, la partecipazione dell’ex sottosegretario (per il quale la Camera dei deputati ha negato l’autorizzazione all’arresto) ad alcune iniziative anticamorra successivamente al 2009 è stata un’«espressione di attività difensive dal momento che l’indagato era già al corrente delle indagini a suo carico».
Per quanto riguarda, inoltre, la riduzione del peso politico del parlamentare, la Cassazione osserva che tale elemento è ininfluente, riguardo alle valutazioni sulla pericolosità in quanto «le modifiche delle meccaniche elettorali che renderebbero superflui i pretesi appoggi elettorali, sono state disattese, dai giudici di merito, in quanto il sostegno dei Casalesi poteva servire a sostenere candidati indicati da Cosentino nelle competizioni minori, aumentandone il peso politico».
Anche il sopravvenuto arresto di tutti i camorristi con i quali Cosentino, secondo l’accusa, «avrebbe contratto un debito di riconoscenza» è ininfluente, come dimostra la circostanza che il «coinvolgimento di Cosentino nell’affare della società di rifiuti Eco4 era avvenuta mentre il boss Francesco Bidognetti era già in carcere».
Per quanto, infine, riguarda «la rinuncia alla candidatura alla presidenza della Regione Campania», anche questo è un elemento che deve essere «disatteso», come quello della «diminuzione del peso politico» per via del possibile appoggio che Cosentino potrebbe fornire a candidati sostenuti dal clan dei Casalesi nelle competizioni minori.
Eppure, nonostante le stesse prese di posizione polemiche interne della Carfagna, il Pdl continua a mantenere un personaggio del genere a coordinare il partito in Campania.
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Gennaio 22nd, 2011 Riccardo Fucile
SIGILLI AL CANTIERE DI VILLA ADA, A RIDOSSO DEL PARCO RABIN…VI SAREBBERO LAVORI DI COSTRUZIONE DIVERSI DALLA CONCESSIONE EDILIZIA RILASCIATA, VARIAZIONI DEL PROGETTO E MANCATA AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA
Lavori di costruzione diversi da quelli indicati nella concessione edilizia rilasciata, variazioni del progetto non compatibili con la domanda di condono edilizio presentata e, soprattutto, nessuna autorizzazione paesaggistica della Regione Lazio, cui è sottoposto l’immobile, per costruire.
A Roma gli agenti della Polizia municipale dell’Ufficio antiabusivismo edilizio del Campidoglio, coordinati dal comandante Antonio Di Maggio, hanno sequestrato oggi il cantiere della villa dell’imprenditrice ed ex parlamentare europea di Forza Italia Luisa Todini, una costruzione nel parco Rabin di Via Panama, a pochi metri dalle mura di Villa Ada.
Nei mesi scorsi diverse associazioni ambientaliste avevano denunciato la situazione, chiedendo un intervento per bloccare il cantiere, da sempre nascosto da alti bandoni di lamiere e da inferriate coperte da teloni.
La casa, composta dal fabbricato principale con piano terra e primo piano con fabbricato accessorio attiguo, era stata dismessa dal patrimonio del Comune di Roma nel 2006 ed era diventata proprietà di un noto costruttore romano, che poi l’aveva rivenduta a febbraio 2010 alla Todini.
Giovedì mattina gli agenti della Municipale hanno eseguito un sopralluogo trovando il cantiere deserto.
Ieri mattina hanno messo i sigilli, dopo aver controllato le documentazioni fornite dai legali della proprietaria che comprendono le richieste di condono, le dichiarazioni di inizio attività e i disegni catastali.
La concessione edilizia rilasciata è risultata difforme dalle opere che si stavano effettivamente realizzando, in particolare il fabbricato del box auto era stato unito all’abitazione, trasformando l’originaria tettoia di eternit in una vera e propria area abitativa.
Le variazioni effettuate per la chiusura della veranda e del cambio di destinazione d’uso dell’autorimessa a civile abitazione non erano compatibili con la domanda di condono edilizio presentata.
Ma la cosa più grave, riferisce la Municipale, era la mancanza dell’autorizzazione paesaggistica della Regione Lazio a cui è sottoposto l’immobile.
Tutta l’area verde di Villa Ada e Monte Antenne rientra infatti nei vincoli di tutela paesaggistica ed è proprio da una comunicazione della Regione Lazio che si sono avviate le indagini culminate questa mattina con il sequestro edilizio.
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