L’EX MINISTRO SOCIALISTA RINO FORMICA: “BERLUSCONI E’ MALATO, VADA A CURARSI IN SVIZZERA”
INTERVISTATO DA “LA STAMPA” AFFERMA: “ALTRO CHE NANI E BALLERINE DEI TEMPI DI CRAXI, AL CONFRONTO ALLORA I NANI ERANO GIGANTI, QUI SIAMO AL GROTTESCO, ALL’ORGIA DEL POTERE”…”IL PROBLEMA E’ DOVE METTERE BERLUSCONI, GARANTEDOGLI UN’USCITA DOLCE: POTREBBE ANDARE AD ANTIGUA”
”Una via d’uscita dalla crisi ci sarebbe. A me fa paura affrontare alla maniera di un tribunale stalinista, ma lo ha detto la famiglia: l’uomo è malato. Bene, dovrebbe farsi curare in una clinica svizzera”.
Lo afferma il socialista Rino Formica, più volte ministro nella Prima Repubblica, in un’intervista La Stampa.
Formica, che coniò l’espressione “corte di nani e ballerine” per indicare i tanti personaggi dello spettacolo e della cultura con cui era stata infarcita l’ultima Assemblea Nazionale del Psi nel 1991, all’apice della stagione craxiana, spiega che “i nani di allora erano giganti”, mentre “oggi siamo al grottesco”. “Quando la personalizzazione della politica arriva al suo stato terminale — afferma — la selezione è all’incontrario: premia i peggiori. Oggi siamo all’orgia del potere”.
Nel videomessaggio di Berlusconi, dice Formica, “ho avuto l’impressione di una crisi di panico. Teme le infedeltà attorno a lui. La Lega è come i tedeschi con Mussolini: gli hanno dato il cappotto, poi al momento opportuno, lo scaricano dal camion, e lui lo sa. La cosa curiosa è che i suoi amici sono sorpresi, non erano preparati”.
Il problema, sostiene, “è dove mettere Berlusconi. Il Cln offrì il governo Badoglio, Togliatti fece l’amnistia. Ora il sistema dovrebbe chiudere la stagione con una fuoriuscita dolce: Mediaset non si tocca, i beni non si toccano e lui se ne va ad Antigua”.
Sulla Procura di Milano, “Bruti Liberati non è Borrelli: ha le sue idee ma indaga cercando prove anche a favore dell’indagato”.
Per Formica, “l’opinione pubblica non ha ancora capito se siamo ad una crisi di sistema, oppure siamo solo al gossip. Non siamo aiutati dall’opposizione…”.
Se si va alle urne, tuttavia, “stavolta gli italiani non voteranno per Berlusconi. Potrebbe vincere la sinistra. Anche lei personalizzata e autoritaria”.
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