SEQUESTRATA LA VILLA DI LUISA TODINI, EX PARLAMENTARE DI FORZA ITALIA: CONTESTATI VARI ABUSI EDILIZI
SIGILLI AL CANTIERE DI VILLA ADA, A RIDOSSO DEL PARCO RABIN…VI SAREBBERO LAVORI DI COSTRUZIONE DIVERSI DALLA CONCESSIONE EDILIZIA RILASCIATA, VARIAZIONI DEL PROGETTO E MANCATA AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA
Lavori di costruzione diversi da quelli indicati nella concessione edilizia rilasciata, variazioni del progetto non compatibili con la domanda di condono edilizio presentata e, soprattutto, nessuna autorizzazione paesaggistica della Regione Lazio, cui è sottoposto l’immobile, per costruire.
A Roma gli agenti della Polizia municipale dell’Ufficio antiabusivismo edilizio del Campidoglio, coordinati dal comandante Antonio Di Maggio, hanno sequestrato oggi il cantiere della villa dell’imprenditrice ed ex parlamentare europea di Forza Italia Luisa Todini, una costruzione nel parco Rabin di Via Panama, a pochi metri dalle mura di Villa Ada.
Nei mesi scorsi diverse associazioni ambientaliste avevano denunciato la situazione, chiedendo un intervento per bloccare il cantiere, da sempre nascosto da alti bandoni di lamiere e da inferriate coperte da teloni.
La casa, composta dal fabbricato principale con piano terra e primo piano con fabbricato accessorio attiguo, era stata dismessa dal patrimonio del Comune di Roma nel 2006 ed era diventata proprietà di un noto costruttore romano, che poi l’aveva rivenduta a febbraio 2010 alla Todini.
Giovedì mattina gli agenti della Municipale hanno eseguito un sopralluogo trovando il cantiere deserto.
Ieri mattina hanno messo i sigilli, dopo aver controllato le documentazioni fornite dai legali della proprietaria che comprendono le richieste di condono, le dichiarazioni di inizio attività e i disegni catastali.
La concessione edilizia rilasciata è risultata difforme dalle opere che si stavano effettivamente realizzando, in particolare il fabbricato del box auto era stato unito all’abitazione, trasformando l’originaria tettoia di eternit in una vera e propria area abitativa.
Le variazioni effettuate per la chiusura della veranda e del cambio di destinazione d’uso dell’autorimessa a civile abitazione non erano compatibili con la domanda di condono edilizio presentata.
Ma la cosa più grave, riferisce la Municipale, era la mancanza dell’autorizzazione paesaggistica della Regione Lazio a cui è sottoposto l’immobile.
Tutta l’area verde di Villa Ada e Monte Antenne rientra infatti nei vincoli di tutela paesaggistica ed è proprio da una comunicazione della Regione Lazio che si sono avviate le indagini culminate questa mattina con il sequestro edilizio.
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