Maggio 4th, 2013 Riccardo Fucile
POTREBBERO ESSERE AUMENTATE LE DETRAZIONI PER I FIGLI A CARICO O TENERE CONTO DEI REDDITI BASSI
Fabrizio Saccomanni ci va con i piedi di piombo.
L’Imu, come la cassa integrazione e gli esodati, è un problema urgente da affrontare, ma non potrà essere risolto in deficit.
«Useremo i margini di manovra che ci sono, e se non ci fossero decideremo dove reperire la copertura necessaria» ha detto ieri in Parlamento il ministro dell’Economia.
E dopo che il governo ha deciso la sospensione della rata Imu di giugno, si fa strada l’ipotesi di una riforma molto profonda dell’imposta, che potrebbe cambiare nome, abbracciare anche altri tributi come la Tarsu, ed essere rivista sia nella base imponibile che nelle aliquote.
L’attuale imposta sugli immobili sarebbe trasformata in Imposta di servizio dei Comuni e, tra le prime cose, assorbirebbe anche la nuova tassa sui rifiuti.
La Tares, rivista e corretta rispetto alla Tarsu e alla Tia, che dovrebbe debuttare alla fine di quest’anno e che vale circa un miliardo di euro annui.
Anche la nuova imposta, come l’Imu da quest’anno e la futura Tares, sarebbe interamente a favore dei Comuni, che potrebbero, come nel caso dell’Imu, intervenire per modificare marginalmente le aliquote.
La nuova tassa potrebbe inglobare anche una parte del gettito dell’imposta di registro, che si paga sul trasferimento degli immobili, e che tendenzialmente verrebbe alleggerita e poi, se ci saranno i margini, abolita del tutto.
Naturalmente la nuova tassa dovrà trovare forme di applicazione diverse da quelle attuali dell’Imu, per evitare che l’operazione si traduca meramente in un aumento secco delle tasse da un miliardo laddove i cittadini invece si attendono l’alleggerimento delle tasse sulla casa.
La base imponibile, che oggi è rappresentata dalla rendita catastale dell’immobile moltiplicata per un certo coefficiente di rivalutazione, potrebbe essere riconsiderata, anche in funzione di un collegamento della riforma delle imposte sugli immobili con quella del catasto.
Potrebbero essere aumentate le detrazioni per i figli a carico, in modo da alleggerire quella che sarà la futura tassa di servizio per le famiglie numerose (anche nel calcolo della futura tassa sui rifiuti si terrà conto, più che dei metri quadri dell’abitazione, del numero dei componenti del nucleo familiare).
Oppure potrebbe essere introdotta una sorta di franchigia che esenti dal pagamento dell’imposta i proprietari che hanno i redditi più bassi.
Il Pd chiedeva di esentare dall’Imu chi paga fino a 4-500 euro di imposta, il che vorrebbe dire esonerare l’80% dei contribuenti e rinunciare a quasi tre miliardi di gettito.
Il Pdl chiede la cancellazione tout court dell’imposta sulla prima casa e la restituzione di quella pagata nel 2012.
Ci vorrebbero otto miliardi subito e altri quattro l’anno dal 2014 in poi.
Un po’ troppi considerate le condizioni attuali del bilancio pubblico, anche alla luce dei possibili margini che la Ue potrebbe offrire. «Che al momento – ha precisato ieri Saccomanni – non sono neanche da prendere in considerazione».
Mario Sensini
(da “il Corriere della Sera“)
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Maggio 4th, 2013 Riccardo Fucile
BENEFICIARIE LE ASSOCIAZIONI PIU’ DISPARATE E FONDAZIONI IN MANO AI POLITICI
Doveva essere abolita, cancellata con un rapido tratto di penna dal bilancio sparagnino della Regione
Sicilia.
E invece la Tabella H, il capitolo di bilancio simbolo di Mamma Regione che ogni anno elargisce fondi a pioggia a enti e associazioni, è rimasta saldamente al suo posto.
“L’hanno voluta i deputati, io volevo cambiare le regole” si è difeso il governatore Rosario Crocetta, che aveva annunciato la morte definitiva di quel capitolo di spesa dalle mille indiscriminate mance.
Secondo i piani del presidente le associazioni meritevoli del contributo regionale dovevano essere individuate dal governo dopo un’attenta istruttoria.
Il Parlamento però ha storto il naso.
“Onorevoli colleghi, ve la sentite voi di togliere i contributi a queste associazioni?” apostrofava l’aula Totò Cordaro del Cantiere Popolare. Nossignore.
Gli onorevoli colleghi dell’onorevole Cordaro ovviamente non se la sono sentita.
E l’onorevole mancia da 25 milioni di euro (8 in meno rispetto agli anni passati) è rimasta al suo posto.
Nel frattempo però enti come la fondazione Federico II tirano un sospiro di sollievo: alla fondazione molto cara al deputato del Pdl Francesco Cascio saranno destinati 264 mila euro per “lo svolgimento dei propri fini istituzionali”.
Quali fini istituzionali? Le visite a Palazzo dei Normanni.
Contributo confermato, ma ribassato di duecentomila euro, anche per il Coppem: il Comitato permanente per il paternariato euro mediterraneo incasserà quest’anno 470 mila euro per “promuovere la cooperazione e lo sviluppo locale”.
Quasi un regalo alla precedente maggioranza dato che sul sito web dell’ente si scopre che il presidente è ancora oggi l’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, attualmente imputato per mafia a Catania.
L’accusa di riciclaggio è finita invece in prescrizione già nel 2009 per il professor Sandro Musco, già consulente dell’ex presidente siciliano Rino Nicolosi, oggi fondatore e presidente dell’Officina di Studi Medievali, associazione a cui spetteranno 250 mila euro di soldi pubblici. Settantotto mila euro invece saranno elargiti all’associazione Lapidei Siciliani, mentre all’associazione siciliana Emigrati e Famiglie spetteranno 45mila euro.
Sessantasei mila euro garantiranno anche l’esistenza dello storico Istituto Internazionale del Papiro, mentre 84mila euro rimpingueranno invece le casse della sede palermitana dell’essenziale Società Siciliana di Storia Patria presieduta dall’onnipresente Gianni Puglisi, recordman italiano degli incarichi. Il parlamento non ha dimenticato l’importanza dell’Istituto superiore del giornalismo, finanziandolo con 343mila euro, quasi la stessa cifra devoluta all’Autodromo di Pergusa.
Trentamila euro serviranno invece per il funzionamento del centro regionale della fauna selvatica mentre ammonta a ben 415 mila euro il contributo per far sopravvivere la sagra del mandorlo in fiore, i carnevali di Sciacca, Acireale, Termini Imerese, Misterbianco, Barcellona Pozzo di Gotto, Trecastagni e Partanna Mondello, e il leggendario presepe vivente di Custonaci.
Esiguo, appena 20 mila euro, il contributo al museo delle ceramiche di Burgio, piccola cittadina di duemila abitanti in provincia di Agrigento, che ha dato i natali a Nelli Scilabra, giovane assessore alla formazione di Crocetta.
Al centro Ettore Majorana di Erice finiscono invece ben duecentomila euro: il fondatore del centro è Antonino Zichichi, l’ex assessore ai beni culturali silurato da Crocetta dopo poche settimane dalla nomina.
Il governatore avrebbe voluto sostituirlo con il mecenate Antonio Presti, che però ha rifiutato.
In compenso nella Tabella H ci sono anche 80 mila euro per l’associazione Fiumara d’Arte che fa capo proprio a Presti, padrone di casa di Crocetta, dato che il governatore ha fissato la sua residenza all’Atelier sul Mare di Tusa, l’incantevole albergo museo realizzato dal mecenate messinese.
Chiude l’elenco delle maxi mance l’Accademia dei zelanti e dei dafnici di Acireale che beneficerà di ben 96mila euro.
Qualcuno potrebbe chiedersi: a cosa serve l’Accademia?
Il presidente Giuseppe Contarino lo spiega zelantemente sul sito web. “Mette a disposizione di tutti ciò che possiede per fermare l’imbarbarimento e aiutare a crescere. L’Accademia vuole offrire a tutti solidarietà e incentivi per realizzare un nuovo umanesimo”. Chapeau.
Giuseppe Pipitone
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Maggio 4th, 2013 Riccardo Fucile
“L’ITALIA NON E’ UN PAESE RAZZISTA, LE COSE SI POSSONO CAMBIARE SENZA URLARE”… AGLI INSULTI RISPONDE: “LA SOCIETA’ CIVILE STA REAGENDO PERCHE ESISTE UN’ALTRA ITALIA, ACCOGLIENTE”
Il silenzio prima, l’orogoglio dopo.
Cecile Kyenge, ministro dell’Integrazione, ha di fatto ignorato gli insulti di Mario Borghezio (Lega). ”Sono nera e italo-congolese e ci tengo a sottolinearlo. Dentro di me ci sono due Paesi. Non sono di colore, sono nera, lo dico con fierezza” dichiara nella sua prima conferenza stamp, sottolineando la necessità di “cominciare ad usare le parole giuste”.
E poi: “L’Italia non è un Paese razzista, ha una cultura dell’accoglienza ben radicata, ma c’è una non conoscenza dell’altro, non si capisce la diversità è una risorsa. Da questi attacchi — ha concluso — ho imparato tante cose”.
Dopo gli attacchi ricevuti “c’è stato un sostegno da parte del premier e di tutti i componenti del Governo. Sicuramente avrebbe dovuto uscire anche un sostegno pubblico, ma sulla solidarietà rispetto a questi attacchi io mi sento abbastanza tutelata. La risposta più forte — ha aggiunto il ministro — deve darla la società civile, il Paese. E la società sta reagendo a questi attacchi, perchè esiste anche un’altra Italia, accogliente”.
“E’ chiaro che questo cambiamento doveva esserci — ha proseguito il ministro riferendosi alla sua nomina — dobbiamo affrontarlo tutti insieme, ma anche all’interno del Governo posso dire che oltre al ministro Idem anche gli altri hanno dimostrato solidarietà . Questo è un buon segno e per questo motivo non ho risposto, e non credo che sia il caso di soffermarsi su singole voci che possono parlare più forte ma che non sono la maggioranza”.
Certo bisogna dare risposte ai tanti figli di stranieri che nascono e crescono in Italia e non si sentono nè italiani nè del Paese di origine dei loro genitori” ha proseguito Kyenge, a proposito della legge sulla cittadinanza.
“Ma le cose si possono cambiare senza urlare”.
“Faccio parte di una squadra — ha precisato — nel Governo ci sono altre forze politiche diverse dalla mia come ad esempio il Pdl o Scelta Civica, dobbiamo cercare uno spazio comune e un terreno condiviso, sempre nel rispetto dell’altro, senza mai offendere”.
Sul tema dell’immigrazione il ministro non tralascia la situazione dei Cie “è un’emergenza che non dimentico e che conosco bene perchè ho condotto tante battaglie in prima linea, denunciando anche che lì molte persone non dovrebbero esserci”.
Un’emergenza sulla quale, dunque “c’è massima attenzione e sensibilità e il mio impegno personale”.
Il ministro, sottolinea che su questo fronte “non si possono promettere risultati immediati” perchè si tratta di politiche dell’immigrazione a più ampio raggio “che vanno affrontate a livello europeo, oltre le nostre frontiere, perchè a volte la risposta di una voce isolata non ha la stessa forza di una risposta collettiva”.
Di una cosa però si dice certa ‘la ministra’ (come lei stessa si definisce) “per me prima di tutto viene la persona” e su questo “mi batterò. Non so — conclude — se riuscirò a portare a casa dei risultati ma voglio porre le basi per un cambiamento”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Maggio 4th, 2013 Riccardo Fucile
“NESSUNO PUO’ RITENERSI DEPOSITARIO DELLA VERITA'”… “BERSANI E’ UNA PERSONA ONESTA, NON E’ ADATTO A FARE POLITICA OGGI, VANNO DI MODA GLI UOMINI DI SPETTACOLO”
“Quando si chiama inciucio qualunque tipo di accordo, allora tanto vale non entrarci proprio in
politica”.
E’ la critica che il cantautore Gino Paoli, ospite di “Un giorno da pecora”, su Radio Due, muove al suo amico Beppe Grillo circa il suo niet ad un’intesa col Pd.
“Penso” — continua — “che non si può entrare in politica con idee assolutamente depositarie della verità e non discutibili”.
E spiega: “La possibilità di un accordo tra il Movimento 5 Stelle e il Pd sicuramente c’era, ma io non mi metto a discutere con Grillo perchè non mi metto a discutere con i depositari della verità ”.
Paoli sottolinea che quello attuale è l’unico governo possibile e che Grillo segue uno schema ben preciso: “Ma non è assolutamente disposto a cambiare questo schema. Questo è il grosso guaio. Sostiene che ha uno statuto che gli impedisce di fare accordi. Io” — prosegue — “Don Gallo, la moglie di Crozza e tante persone abbiamo cercato di convincerlo a salvare almeno il salvabile”.
Totale, invece, è l’apprezzamento accreditato dal cantante a Pierluigi Bersani: “Lo stimo moltissimo, è una brava persona, un uomo perbene e corretto. Lui dice la verità anche quando non dovrebbe dirla. Le persone oneste non sono fatte per fare la politica di oggi. Ci vogliono le persone di spettacolo“
(da “il Fatto Quotidiano“)
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