Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
ALLA POLEMICA DEL “GUARDIAN” (CHE SI RIFERIVA A QUELLO DA SUPERMERCATO) TOTI RISPONDE DA MILANESE, NON SAPENDO DI COSA PARLA… E ORA GIRA SUL WEB UN VIDEO CON UNA RICETTA DEMENZIALE
Il pesto è uno dei condimenti più noti e diffusi nel mondo, ed ha sempre trovato un elevato indice di gradimento. E però, per la prima volta l’immagine del pesto è diventata negativa. Molto negativa.
Lo certifica una ricerca dell’Associazione dei Palatifini – che organizza il campionato mondiale di pesto al mortaio – che continua il servizio di informazione specializzata sul pesto in collaborazione con Monitoring Emotion, che analizza le informazioni presenti su web, social, press e blog, di carattere economico e culturale, riguardanti il pesto genovese, al servizio di operatori del settore e appassionati.
Monitoring Emotion è una piattaforma di ricerca semantica per l’ascolto e l’analisi in tempo reale del Web, della stampa e dei Social Media, in grado di analizzare 50 milioni di fonti Social, 50.000 siti Web, media e new media, in 67 diverse lingue.
A contribuire a offuscare l’immagine del pesto, non solo le recenti polemiche del Guardian secondo il quale il pesto conterrebbe troppo sale, e quindi sarebbe dannoso per la salute più di un hamburger industriale, ma anche un video che negli ultimi tempi è diventato virale.
In questo video – che ha avuto 3,2 milioni di visualizzazioni – viene presentata una ricetta nella quale le mezze maniche di pasta vengono cotte e poi posizionate in verticale in un tegame. Quindi vengono riempite una ad una di pesto, ricoperte abbondantemente di pomodoro e il tutto poi coperto di sottilette prima di infornare.
Un modo assurdo di utilizzare il pesto.
Ritorniamo al Guardian e alla mannaia del giornale inglese e di altre testate come il Telegraph, (che stanno conducendo una battaglia per il cibo sano) che si abbatte sul pesto.
Una campagna che però potrebbe in qualche modo giovare alla Liguria, se avessimo dei politici intelligenti in Liguria.
Secondo il Guardian, due dei pesti più noti della Saclà – brand di riferimento in Gran Bretagna per il celebre condimento genovese – hanno il 30% di sale in più rispetto all’acqua di mare.
Dalle analisi del Consensus Action on Salt e Health (Cash), il «No 1 Classic Basil Pesto » – il best seller della Saclà – contiene il 18% di sale in più rispetto al 2009, mentre il «No 5 Organic Basil Pesto» tocca addirittura il +32%.
Ciò vuol dire che, con l’1,5 grammi di sale per porzione, entrambi sono più salati di un hamburger del McDonald’s.
Ma non è solo un problema della Saclà : il Cash ha analizzato tra giugno e luglio 75 marche di pesto – tra cui Napolina Green Pesto with Basil, Gino D’Acampo Pesto alla Genovese Basil Pesto e Truly Italian Genovese Basil Pesto – e tutte registrano una concentrazione di sodio che va dai 2 ai 2,5 grammi per 100 grammi.
All’alto contenuto di sodio, ammoniscono gli inglesi, si aggiungono i grassi saturi. Insomma, in Inghilterra il pesto non passa l’esame.
Perchè la Liguria potrebbe avvantaggiarsi.
Tutti sanno che raramente il pesto pronto che si compra al supermercato corrisponde ai canoni minimi dei buongustai.
Innanzitutto raramente l’ingrediente principale, il basilico, è dop ligure. Inoltre, per consentire al prodotto di conservarsi a lungo, avviene quasi sempre la pastorizzazione, procedimento che fa inorridire gli chef.
E, se è vero che una ricetta assoluta del pesto non esiste, tutti gli esperti di cucina invitano a fare un uso parsimonioso del sale: ci sono già parmigiano e pecorino a provvedere.
Più in generale, si può dire che, alzando la qualità del prodotto, la Liguria potrebbe mirare a esportarne una quota maggiore.
I vasetti di Toti
A fronte di osservazioni legittime da parte dei media inglesi, la risposta doveva essere nel merito e su base scientifica, denunciando un prodotto che non corrisponde ai canoni del “vero pesto” e lanciando una controffensiva sui media britannici proprio per pubblicizare quello locale, sulla base della ricetta tradizionale.
Invece Toti che fa? Manda qualche vasetto di pesto al Guardian, pensando più ad avere un articolo sui giornali locali invece che “smontare” in Inghilterra una polemica fondata.
Il pesto da supermercato segue il destino dei pelati o della pizza o del vino da market, la battaglia è comune, non esiste un “caso ligure”, ma un serio problema di qualità e origine protetta dei prodotti italiani.
Se Toti avesse preso un aereo non per andare per una volta alle solite manifestazioni della Lega, ma per fare visita alla redazione del Guardian, magari accompagnato da un paio di esperti locali, sarebbe certamente uscita una sua intervista che avrebbe ristabilito subito la verità
Altro che tappeti e vasetti, ogni tanto bisogna saper usare il cervello.
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Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
PRIMA DEVE CHIEDERE SCUSA A DUE CANDIDATI DELLA LISTA MUSUMECI FINITI PER ERRORE NELL’ELENCO DEGLI IMPRESENTABILI, POI SI INVENTA LE SCUSE DEL GIORNALISTA DE “LA STAMPA” PER L’ARTICOLO SUI PARENTI NELLA SUA LISTA
Schizzi di merda digitali, questa la definizione coniata da Beppe Grillo qualche anno fa
per descrivere quelli che criticano il MoVimento 5 Stelle.
Dietro compenso, ovviamente, perchè solo se si viene pagati si trova la forza di criticare il M5S. Schizzi di merda digitali però sono anche quelli di Giancarlo Cancelleri, candidato Presidente della Regione Siciliana per il MoVimento
Il “refuso” del M5S su Savona e Lo Sciuto
Da qualche tempo Cancelleri va in giro per la Sicilia (ieri però è stato esibito sul palco davanti a Montecitorio) a raccontare quello che farà una volta eletto.
Ma soprattutto ci tiene a ribadire la differenza tra “loro” e gli “altri”. La vecchia politica, i “vecchi” partiti candidano personaggi impresentabili legati alla criminalità organizzata, al malaffare i cui familiari sono stati oggetto di inchieste giudiziarie.
Ma come ci ha spiegato la consigliera pentastellata Valentina Corrado i parenti non c’entrano nulla con l’attività politica di una persona. A patto che ovviamente sia del M5S. Ma per Cancelleri “per vincolo di parentela” ci sono persone che sono impresentabili.
Succede però che nella foga di allungare la lista degli impresentabili nella lista del candidato del centrodestra Nello Musumeci il 5 Stelle si faccia prendere un po’ troppo la mano.
In quell’elenco finiscono infatti Riccardo Savona e Giovanni Lo Sciuto.
Il primo viene accusato dall’infografica diffusa dal M5S di avere rapporti con la mafia. Il secondo invece viene accusato di essere “amico” del boss e super latitante Matteo Messina Denaro.
Pronta la replica di Savona che ha annunciato l’intenzione di voler querelare il pentastellato e che a LiveSicilia ha spiegato che nei suoi confronti non è in corso alcuna indagine nè ci sono condanne per mafia.
Anche Giovanni Lo Sciuto sta valutando l’intenzione di querelare Cancelleri e ha spiegato che “l’amicizia” con Messina Denaro è riconducibile ad una foto risalente al 1981 durante il matrimonio di una cugina del boss.
Il candidato della lista Musumeci racconta che in quell’occasione “per le mie conoscenze di ragazzino non mi era dato sapere che quella famiglia fosse così pericolosa, nè avevo doti di chiaroveggenza che potevamo farmi prevedere il futuro”.
Cancelleri ha chiesto scusa e ha spiegato che si è trattato di un errore di stampa, di un refuso perchè “gli impresentabili di Musumeci sono così tanti che a trascriverli si rischia di sbagliare“. Anche ieri dal palco di Roma Di Maio ha detto che “hanno svuotato le carceri per provare a battere Giancarlo Cancelleri”
Parenti e portaborse nella lista a 5 Stelle
Ma anche il M5S ha i suoi impresentabili. Certo non sono indagati o sospettati di avere rapporti con la mafia. Il loro è un problema di metodo.
Ad esempio quello di privilegiare il “vincolo di parentela” nella selezione delle candidature. Apparentemente infatti nel M5S se si è “parente di” qualche altro 5 Stelle ci sono buone probabilità di trovare un posto in lista.
A raccontarlo ieri su La Stampa è stato Ilario Lombardo.
La Stampa descrive una vera e propria carica di parenti e di portaborse che sono finiti nella lista dei 62 candidati consiglieri a sostegno di Cancelleri.
Ieri Cancelleri era su La 7 a Tagadà e Tiziana Panella gli ha chiesto conto della storia dei parenti e portaborse nella sua lista. Cancelleri risponde dicendo che “quell’articolo è falso” e che nella sua lista non ci sono “nè parenti nè portaborse”.
Un’affermazione alquanto azzardata visto che nel pezzo di Lombardo viene fatto notare che sua sorella Azzurra Cancelleri è deputata al Parlamento
Cancelleri e le scuse da Ilario Lombardo
Cancelleri aggiunge anche che «il giornalista che ha scritto quell’articolo mi ha cercato telefonicamente, io non gli ho risposto, mi ha fatto sapere che si scusava soprattutto per quello che era stato scritto nel titolo». Il candidato del M5S ha anche espresso il desiderio che La Stampa pubblicasse un articolo per spiegare che il pezzo di Lombardo non era vero.
C’è un problema però: Lombardo non solo conferma il contenuto del suo articolo ma ha scritto che lui quelle scuse non le ha mai fatte:
Cancelleri mente sapendo di mentire, ma soprattutto si inventa di sana pianta delle scuse. Noi non ci siamo sentiti, l’ho cercato al telefono per chiedergli un’intervista e non mi ha risposto. Ma non gli ho mai chiesto scusa e confermo ogni virgola dell’articolo. Dispiace che il candidato governatore di una forza politica che predica la trasparenza sia inciampato in questa menzogna.
Solo Cancelleri può pensare che un giornalista, prima ancora che venga annunciata una querela, chiami un politico per scusarsi del contenuto di un articolo uscito poche ore prima. E non risulta sia stata annunciata nessuna azione legale nei confronti di Lombardo.
Ma del resto è evidente che Cancelleri ha una relazione complicata con la trasparenza e con le scuse.
(da”NextQuotidiano”)
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Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
LA BATTAGLIA DI SABRATHA HA RIAPERTO LA ROTTA LIBICA… APPELLO DI SOS MEDITERRANEE: “NAVI DEI SOCCORSI INSUFFICIENTI”… POSSIAMO RINGRAZIARE QUEI POLITICI INFAMI CHE HANNO FATTO LA GUERRA ALLE ONG
Un gommone dietro l’altro, più di 1200 migranti partiti dalla Libia soccorsi in 48 ore, 600 sbarcheranno domani a Palermo dalla nave umanitaria Aquarius di Sos Mèditerranèe, la nave dei minori visto che a bordo in 240 hanno meno di 18 anni.
Sono di nuovi giorni e notte di soccorsi convulsi nel Mediterraneo dopo che la liberazione di circa 6000 migranti detenuti nei centri controllati dai trafficanti da parte delle milizie governative ha provocato una corsa alle partenze da parte di chi è nelle condizioni di salire su una imbarcazione qualsiasi.
“Alla Aquarius -raccontano da bordo della nave della Ong – è stato chiesto di intervenire in 7 operazioni in 36 ore: cinque salvataggi e due trasferimenti, prima a est di Tripoli, poi a ovest, poi di nuovo a est. Grazie alla professionalità delle squadre dei soccorritori e alle condizioni metereologiche clementi, le operazioni di salvataggio si sono svolte senza problemi. Tutte le persone che si trovavano in serio pericolo su imbarcazioni di fortuna in mare aperto, ora sono al sicuro a bordo della Aquarius”, ha commentato Madeleine Habib,coordinatrice Sar (Search and Rescue) di Sos Mèditerranèe.
Tutte le operazioni di salvataggio e di trasbordo sono state coordinate dalla centrale della Guardia costiera di Roma.
Al termine delle operazioni sono in totale 606 le persone a bordo della nave Aquarius che ora sta facendo rotta verso Nord e raggiungerà Palermo, il “porto sicuro” domani mattina.
Altissimo il numero dei bambini e dei ragazzini. Un naufrago su tre è un minore.
A operazioni concluse, a bordo della nave Aquarius si contano 241 bambini e adolescenti, 178 dei quali non accompagnati, un record assoluto.Undici donne incinte, di cui due al nono mese di gravidanza, e un neonato di appena una settimana sono stati subito presi in carico dalla ostetrica di MSF, partner medico di Sos Mèditerranèe sulla Aquarius.
§Diversi naufraghi presentano sintomi di malnutrizione e appaiono provati dalla prolungata mancanza di cure, un giovane porta i segni di ferite da arma da fuoco e da machete.
Numerose donne di origine subsahariana hanno dichiarato di essere state ripetutamente vittime di violenze sessuali e di essere state imprigionate per diversi mesi.
I naufraghi soccorsi martedì e mercoledì provengono da più di 15 Paesi differenti: Siria, Egitto, Mali, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Sudan, Marocco, Somalia, Eritrea, Senegal, Camerun, Nigeria, Liberia, Etiopia, Algeria, Ghana, Benin, Gambia, Yemen.
Diverse famiglie arrivano dalla Siria.
Drammatici i loro racconti. “Siamo fuggiti dalla Siria e siamo arrivati in Libia nel 2012. Ho lavorato nel settore delle costruzioni in Siria e in Libia ho continuato. Ma ora in Libia non è più possibile accedere agli ospedali e ai servizi, non c’è più l’economia, non ci sono più soldi, nè lavoro. Tutto ormai ruota intorno al racket e al traffico di esseri umani: a seconda della tua nazionalità ti viene chiesta una certa somma di denaro”, ha spiegato un siriano di circa sessant’anni .
“In Libia, se vedono Siriani dicono” dammi i soldi”. Mi hanno rubato la macchina. È diventato impossibile vivere laggiù. È uguale per tutti gli stranieri, se non sei libico non sei niente. Non ho avuto altra scelta: il mio passaporto era scaduto,era il mare o la morte”, ha continuato il testimone siriano che desidera chiedere asilo in Germania, dove si trova una parte della sua famiglia.
“Abbiamo tentato la traversata tre volte. Ma la prima volta la barca è quasi affondata, la seconda volta il tempo era troppo brutto e dei pescatori ci hanno consigliato di tornare sulla costa altrimenti saremmo morti in mare, la terza volta era questa. I trafficanti ci hanno dato una bussola e ci hanno detto: se andate in questa direzione arrivate a Malta. Se andate in questa direzione arrivate a Venezia. Se andate in questa direzione arrivate in Andalusia”.
Ha aggiunto ancora il naufrago siriano, che assicura che la barca è partita da Garabulli, a Est di Tripoli.
Valeria Calandra, presidente di Sos Mèditerranèe, rinnova l’appello ai governi europei perchè si predisponga un adeguato assetto di navi di soccorso nel Mediterraneo. “Le diverse operazioni di salvataggio effettuate dalla Aquarius in queste ultime ore su una vasta area marittima dimostrano che la crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale continua o addirittura peggiora – dice -. Gli uomini, le donne e specialmente i tanti bambini salvati in mare scappano dal caos e dal clima di insicurezza e di violenza generalizzata in Libia. In mancanza di un’alternativa sicura, non hanno altra scelta che tentare la traversata del tratto di mare più mortale al mondo.
Sos Mèditerranèe non può che interpellare di nuovo le autorità nazionali ed europee sulla necessità urgente di mobilitazione di imbarcazioni di salvataggio nel Mediterraneo per intervenire in tempo, prima che le imbarcazioni di fortuna si rompano e affondino, non lasciando alcuna possibilità sopravvivenza ai loro passeggeri”.
(da “La Repubblica”)
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Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
ECCO LA SPIEGAZIONE DI UNA DELLE MENTI PIU’ LUCIDE DEL GENERALE (FIGURATEVI GLI ALTRI)
Oggi l’internet si è fatta quattro risate guardando il video pubblicato dai fedelissimi del
generale Antonio Pappalardo in cui si vede «l’arresto» del deputato Ettore Rosato, “padre” della nuova legge elettorale in votazione alla Camera.
L’ilarità era suscitata soprattutto da quel “grazie, arrivederci” pronunciato da Rosato che sembrava non aver, chissà perchè, preso molto sul serio l’accaduto.
E invece sappiate che c’è una raffinatissima strategia dietro l’arresto di Rosato.
A spiegarla, con dovizia di particolari, è una delle menti più lucide della Rivoluzione del Generale:
1) il soggetto DEVE ESSERE identificato dal cittadino a mezzo dichiarazione VERBALE (“Io sono Tal dei Tali”)
2) Non lo si deve strattonare e trattenere (potrebbe configurarsi il resto di sequestro di persona)
Per questo motivo (PQM)
a) filmare tutto con chiarezza
b) avere un paio di testimoni
c) LASCIARLO PROSEGUIRE, ecco perchè Rosato RIDE…non ha capito! (ma voi, evitate di farlo, siete più intelligenti, no?)
3) Compilare il verbale di arresto, con NOME e COGNOME e QUALIFICA del REO di USURPAZIONE DI POTERE POLITICO (una delle tante eventualità di FLAGRANZA contemplate dall’art. 383 del Codice di Procedura Penale, come leggete dall’articolo)
4) FIRMARLO assieme ai testimoni e consegnarlo all’Autorità Giudiziaria, SENZA BISOGNO di allegare ULTERIORI DOCUMENTI E ATTI e senza bisogno di SPORGERE QUERELA (è stato fatto tutto quanto attiene al precedente, depositato, debitamente notificato a TUTTI I COMANDI E I COMMISSARIATI D’ITALIA DA NOI VIA PEC, e nei giorni 11 settembre e 10/11 ottobre alle Autorità di piazza Montecitorio, nonchè alla segreteria politica della presidente ABUSIVA della Camera dei Deputati)
5) conservare il FILMATO e, se richiesto, allegarlo al mandato di ARRESTO consegnato alla AG.
Insomma, avete capito? L’arresto in flagranza serve a rendere più veloce la procedura grazie alla notifica all’autorità giudiziaria.
Il fatto che così il tutto si riduca a uno scherzo non facendo passare i guai che hanno passato i forconi all’epoca di Osvaldo Napoli è soltanto un dettaglio.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
LA CRISI CONTINUA, LA NESTLE’ CONTINUA A RIDURRE IL PERSONALE, ANCHE LA COLUSSI TAGLIA 125 DIPENDENTI.. E LA CHIAMANO RIPRESA
Per le eccellenze umbre dell’alimentare la crisi non è finita.
La Perugina, storica azienda produttrice di cioccolata, e il produttore di biscotti, pasta e fette biscottate Colussi hanno infatti annunciato circa 500 esuberi.
I sindacati lavorano per cercare soluzioni meno drastiche, mentre i lavoratori annunciano mobilitazioni.
La Perugina, che fa capo alla multinazionale Nestlè, ha dichiarato 364 esuberi tra gli 800 dipendenti impegnati sulle linee produttive di San Sisto, Perugia.
In un migliaio sono scesi in piazza sabato scorso per protestare contro le scelte della multinazionale. Insieme ai lavoratori umbri, c’erano anche quelli di Parma: lì a rischiare sono in 160.
La vertenza della Perugina dura ormai da anni: nel 2014, quando in casa Nestlè si parlava per la sola San Sisto di 180 persone a rischio, è partito il contratto di solidarietà .
Da quel momento gli operai hanno chiesto di discutere del piano di produzione, di non aspettare che dell’azienda “rimanessero solo le mura”.
Fino all’annuncio choc della scorsa primavera, quando il gruppo dolciario parlò di 340 persone da ricollocare, tra produzione e logistica, per le quali tra un anno, alla scadenza della cassa integrazione, non sarà più assicurata la continuità occupazionale se non per incarichi stagionali.
Poi l’ennesima doccia fredda, quella di alcune settimane fa, quando le persone a rischio sono diventate 364, nonostante l’azienda dichiari di non voler parlare di esuberi.
La situazione sembra ora in stallo: sei mesi di tempo per salvarli, con una trattativa che rimpalla tra tavoli al ministero dello Sviluppo e in Confindustria Umbria.
Anche l’aria che si respira nel gruppo Colussi è pesante: qui sono in 125 i dipendenti, su circa 500, ad essere mandati a casa con lettera di licenziamento arrivata martedì scorso.
Si tratta di 115 operai impegnati nella produzione, cinque impiegati e 5 colleghi della So.Ge.Sti, che si occupa del settore commerciale della Colussi.
Un’intera linea produttiva delle 8 presenti in azienda a Petrignano d’Assisi viene così smantellata. Già a luglio l’azienda aveva presentato un documento che prevedeva tra i 50 e i 60 esuberi, nonostante gli 82 milioni di investimenti previsti, di cui 55 per lo sviluppo di un piano marketing per il rilancio dei marchi Colussi e Misura, e 27 da impiegare sulle linee di produzione.
Dopo l’ultimo annuncio però, con la decisione di spostare parte della produzione dall’Umbria a un altro stabilimento del gruppo, gli esuberi raddoppiano e ad oggi sindacati e lavoratori hanno 75 giorni di tempo per trovare una soluzione diversa.
A mobilitarsi sono anche i lavoratori stagionali della Colussi di Tavernelle Val di Pesa, in provincia di Firenze, dove si produce la linea Sapori e i cornetti Misura, insieme a quelli di Fossano, in provincia di Cuneo, dove nascono le fette biscottate e la pasta Agnesi.
Gli esuberi in casa Colussi sono stati definiti strutturali, nonostante al momento siano di fatto il doppio di quanto dichiarato negli anni precedenti.
Alla Colussi martedì 17 ottobre sarà sciopero. A deciderlo sono stati i lavoratori che si sono riuniti in assemblea il giorno dopo la decisione dell’azienda.
Sempre il 17 ci sarà la riunione in Confindustria tra i dirigenti del gruppo alimentare e i sindacati, per decidere delle sorti dell’azienda e scongiurare il futuro più nero.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
INSUFFICIENTI I DISSIDENTI PER BLOCCARE LA NUOVA LEGGE ELETTORALE
Il Rosatellum supera lo scoglio del voto segreto e viene approvato alla Camera.
Favorevoli 375, contrari 215.
Rispetto ai voti di cui avrebbe potuto disporre la maggioranza secondo i calcoli della vigilia, i franchi tiratori sarebbero stati circa 66.
Si è votato a scrutinio segreto, richiesto da Mdp. Secondo fonti parlamentari, il Rosatellum bis potrebbe essere portato in Senato già domani e inviato al presidente della Commissione Affari costituzionali, Giuseppe Torrisi.
L’esame della legge a Palazzo Madama potrebbe iniziare già la prossima settimana, con l’obiettivo di portarlo in aula il 24 ottobre.
Durante le dichiarazioni di voto, Speranza di Mdp, contrario al Rosatellum 2.0, ha parlato di “pagina nera” per una legge elettorale sospinta “a pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, a colpi di fiducie” e di “grave errore” la rinuncia al voto disgiunto.
Di Maio per il M5s ha ammonito: “Stanno imponendo al Paese una legge elettorale calpestando le prerogative del Parlamento, una storia già vista. State approvando in maniera antidemocratica una legge incostituzionale. State lasciando al Paese una nuova legge truffa e la storia non vi assolverà “.
Lupi di Area Popolare ha contestato al M5s l’ipocrisia di considerare legittimo il ricorso al voto segreto e invece eversivo il ricorso del governo alla fiducia.
Brunetta di Forza Italia ha annunciato al centrosinistra la definitiva dissoluzione dopo l’inevitabile sconfitta alle prossime elezioni politiche con la nuova legge elettorale: “E non proiettate su di noi le vostre angosce i vostri fallimenti. Voi parlate fra di voi, noi parliamo al Paese”.
La Lega chiede elezioni subito dopo la legge di stabilità , altro che mesi di galleggiamento fino a maggio.
Prima del voto, la chiusura di ettore Ettore Rosato, capogruppo Pd e intestatario della nuova legge elettorale: “L’unica forzatura sta in 120 voti segreti con cui credevate di poter scrivere voi la legge elettorale. Siamo arrivati qui per merito di Mdp e M5s. A giugno avevamo scritto un modello che vi andava bene. Ma siccome fare un accordo politico con noi non andava bene, avete dovuto bocciarlo. Il Rosatellum l’ha voluto Fico. Se volevate il Consultellum dovevate dirlo con chiarezza. Avete sempre detto no a qualsiasi nostra proposta e io rivendico di aver fatto una legge elettorale ‘insieme’, con un’ampia maggioranza. Non si rappresentano gli italiani con la guerra, ma con lo spirito di servizio”.
(da agenzie)
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Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
“QUESTA LEGGE ELETTORALE NON HA NESSUNA LOGICA SE NON QUELLA DI COLPIRE IL M5S”
“Caro Renzi, fai un miracolo in segreto e ordina al tuo partito di bocciare il Rosatellum”. È la richiesta avanzata da Michele Santoro in un editoriale apparso sul sito di Servizio Pubblico.
Il giornalista chiede al leader del Pd di ordinare “ai tuoi cooptati che non radunano nemmeno i parenti stretti in una Festa dell’Unità di bocciare questa legge con l’ultimo voto. Tu sei capace di queste decisioni repentine. E lasciaci liberi di scegliere se non i nostri veri rappresentanti almeno il partito che sentiamo meno lontano da noi”.
Scrive Santoro:
“La legge che si vuole approvare non ha nessuna logica, se non quella di cercare di sottrarre ai grillini qualche decina di deputati e di regalarne altrettanti al Cavaliere che, a urne appena chiuse, dovrebbe sbattere la porta della sua coalizione, mandando a quel paese Salvini e Meloni, per sedersi al tavolo di una nuova maggioranza col PD”.
Inoltre, con questa legge elettorale, commenta Santoro, “si regala al Movimento Cinque Stelle una spinta pazzesca per presentarsi come vittima in campagna elettorale e gli si offre su un piatto d’argento l’obbligo di votare sia nel proporzionale (scegliendo il partito che ci piace di più) sia nel maggioritario (scegliendo il candidato che ci piace di più) nella stessa identica maniera. In poche parole non solo dovremo votare su liste bloccate i candidati che ci propone il partito nel proporzionale, ma anche il candidato dello stesso partito nel collegio maggioritario, senza poter scegliere un candidato di un partito diverso. Fedeli alla linea. Una fede, un voto e finte coalizioni che si scioglieranno al primo caldo”.
Il giornalista ricorda poi l’evoluzione della campagna referendaria sulla riforma costituzionale bocciata il 4 dicembre.
Secondo Santoro “il segretario del PD, che si candida a scavalcare D’Alema nella speciale classifica del perdente di maggiore successo nella Storia del nostro paese, ha dato vita a una campagna referendaria dove non era importante scegliere la soluzione migliore o, comunque, il male minore ma se Matteo meritasse o no il titolo di Mister Universo. Così la risposta è stata ovviamente No e i grilli maturi e parlanti come me, assai diversi da quelli piccolini, sono stati presi a martellate”.
Per questo motivo rivolge un appello a Renzi: “Vorrei rivolgermi direttamente a te, perchè non penso che l’Italia abbia a guadagnarne da una tua scomparsa dalla scena politica. Dopo l’esito del Referendum mi aspettavo un’apertura, una chiamata a raccolta, un appello alla società civile, per Roma prima di tutto e per la Sicilia. Mi trovo ad assistere impotente a una via crucis delle mie idee, mentre il centrosinistra affoga tra i tuoi rottami, aspettando che sia addirittura Berlusconi a gettargli un salvagente”.
Dunque, visto che hai perso anche Rignano, fermati a riflettere, comportati da leader, fai un miracolo in segreto visto che in pubblico non ti riesce. Ordina ai tuoi cooptati che non radunano nemmeno i parenti stretti in una Festa dell’Unità di bocciare questa legge con l’ultimo voto. Tu sei capace di queste decisioni repentine. E lasciaci liberi di scegliere se non i nostri veri rappresentanti almeno il partito che sentiamo meno lontano da noi. Col proporzionale, perchè altro seriamente non si può fare. Altrimenti amen, bye bye Partito Democratico e un ciaone a te. Mio malgrado.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
DEPUTATI IN PROCESSIONE DA PORTAS PER CAPIRE SE CON IL ROSATELLUM SARANNO RIELETTI
Corridoio dei fumatori, due passi dal Transatlantico. 
C’è la fila attorno al deputato del Pd Giacomo Portas. “Giacomo, Lombardia 2 al 12 per cento, quanti seggi fa col listino? E sull’uninominale insieme a voi ce la facciamo?”. Giacomo Portas è il leader dei Moderati, una lista regionale del Piemonte, circa 50mila voti. Con questo sistema elettorale, servono come il pane per vincere nei collegi da quelle parti.
Aria sorniona, Portas custodisce gelosamente nel proprio smartphone un file excel da lui elaborato, con tutte le simulazioni possibili di riparto dei seggi, per ogni collegio uninominale e plurinominale, in base alle possibili percentuali di consenso di tutti i partiti: “Giacomo, secondo te, se in Lombardia perdiamo nei collegi, quanti ne scattano sul proporzionale? Facci vedere il foglio”.
Manca qualche ora al voto sul Rosatellum. I peones di tutti gli schieramenti chiedono rassicurazioni sul proprio futuro.
Portas, grande esperto di flussi e sistemi elettorali fino alla maniacalità , è tranquillo e dispensa consigli perchè con questa legge, in cui nei collegi si vince anche con lo zerovirgola, è determinate come tutti i cespugli locali.
“Portas è il CAF del Rosatellum bis”, ironizza un senatore conterraneo di Forza Italia che si è appena avvalso del suo parere.
Parere dispensato con prudenza ed equilibrio: “Ho una grossa responsabilità – dice – visto che il numero di eventuali franchi tiratori dipende anche dal fatto che si sentono rieletti o meno”.
È il D-Day del Rosatellum. Che inizia la mattina presto: capannelli, simulazioni, contatti bipartisan per capire l’impossibile: quanti seggi perderanno i partiti di appartenenza con la nuova legge elettorale.
Impossibile perchè l’estensione dei collegi del Rosatellum è ancora un’incognita.
Agitati i parlamentari di Forza Italia del Sud, costretti a digerire l’alleanza con la Lega e a sostenere candidati del Carroccio nei collegi.
Le vecchie volpi da Transatlantico spiegano che “sono almeno una ventina”.
Anche quelli del Nord sono assai poco entusiasti; a un gruppo di questi di avvicina l’ex-azzurro Mario Pepe: “Vi do un consiglio. Fatevi candidare nelle regioni rosse, che con Mdp al 15 ci prendiamo qualche collegio uninominale”.
Qualcuno teme che con questa legge si crei una sorta di quinta colonna di Salvini in casa: “Quando andremo a trattare i collegi del Nord, Salvini dirà : questo è troppo moderato, i miei lo non reggono, mettete uno alla Toti. Così condizionerà le nostre scelte mettendo gente e lui vicina”.
In aula, dopo l’ennesima fiducia strappata con un quorum bassissimo, parte l’ostruzionismo dolce dei grillini e di Mdp su emendamenti e ordini del giorno, un centinaio circa.
Per i Dem dirige il traffico l’efficientissima delegata d’aula Cinzia Fontana, mentre Ettore Rosato segue in piedi flemmatico come un allenatore di calcio. “Il margine è rassicurante, devono essere più di 120, dai…”.
A ogni scrutinio il suo pollice alto o verso è l’indicazione tassativa su cosa bisogna votare, tanto che dopo un po’ anche leghisti e forzisti cominciano ad appoggiarsi al suo lavoro (e in negativo anche i grillini).
Arriva Dario Franceschini, in mattinata. Parla coi parlamentari indecisi, si apparta con Rosato, presidia il Transatlantico, è l’unico che si vede nei banchi governo. E telefona, in continuazione.
È il vero garante dell’operazione Rosatellum. Un suo compagno di partito, che lo conosce bene, osserva: “Dario sa benissimo come non farsi notare, ma altrettanto bene come farsi notare”.
“Sono le 17 e tutto va bene” osserva ancora Rosato: le prime votazioni degli oltre 100 ordini del giorno presentati da M5S e Mdp danno esito tranquillizzante.
Fuori, il rumore è infernale: “O-ne-stà “, “O-ne-stà “.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 12th, 2017 Riccardo Fucile
DOPO IL TERZO SI’ DI 308 DEPUTATI IN SERATA SI PASSA AL VOTO SEGRETO, SI TEME IL VOTO DEI PEONES
Fra scontri in Aula e manifestazioni variegate di protesta davanti ai palazzi del potere si arriva finalmente ad un voto finale sulla legge elettorale.
Un atto che arriva dopo l’approvazione di un altro sistema di voto, l’Italicum, strettamente legato alla riforma costituzionale travolta dagli elettorali il 4 dicembre, mai utilizzato, e alla fine bocciato dalla Corte costituzionale.
Un tentativo che arriva in fondo dopo altri progetti falliti, ritorno al Mattarellum, sistema tedesco in varie versioni, un’altra versione del Rosatellum affondato in Aula lo scorso giugno.
Ma oggi a Montecitorio, dopo tre fiducie votate con ampia maggioranza, l’ultima è arrivata stamattina con 309 sì 87 no ìe 6 astenuti, si gioca con il pallottoliere, si fanno calcoli sui franchi tiratori, si scrutano volti e mosse dei deputati per capire cosa faranno quando, forse già nel pomeriggio, saranno chiamati a votare con voto segreto il via libera alla legge elettorale.
Voto segreto che dovrebbe essere richiesto dai contrari alla legge che devono presentare solo 30 firme per attivare la procedura. Prima però bisognerà votare gli articoli 4 e 5 e discutere gli ordini del giorno.
Passa la norma salva-Verdini.
Via libera, dopo un dibattuto confronto in aula, alla contestata norma – ribattezzata salva-Verdini – che consente agli italiani residenti in Italia di potersi candidare in una ripartizione delle circoscrizioni estere.
Favorevoli all’emendamento sono stati 337 deputati, contrari 154, astenuti 22.
Duro l’attacco di Danilo Toninelli, M5s: : “E’ una norma ‘salva-Verdini”.
La replica del Pd: “Da parte della dottrina sono stati addirittura avanzati dubbi sulla costituzionalità della sola candidabilità nella circoscrizione Estero per i residenti all’Estero. Con la nuova norma, il diritto riconosciuto ai cittadini residenti in Italia di candidarsi all’Estero viene comunque rigorosamente disciplinato e limitato. E’ una norma di pura reciprocità “, ha spiegato il relatore Emanuele Fiano, difendendo la norma.
Il fronte del sì.
Sulla carta il vasto schieramento che sostiene alla luce del sole il Rosatellum non dovrebbe avere problemi: messi tutti insieme dovrebbero raggiungere quota 441 voti, oltre il 70 per cento dei componenti della Camera.
Una cifra che si ricava sommando i 283 deputati del Pd, i 50 di Forza Italia, i 23 di Area popolare, i 19 della Lega, i 14 di Civici ed Innovatori, i 6 delle Minoranze linguistiche, i 17 di Scelta Civica-Ala, i 12 di Centro democratico, gli 11 di Direzione Italia, i 6 dell’Udc e i 4 del Psi.
Da questo calcolo bisogna togliere i 3 del Pd che hanno già detto che voteranno no: Rosy Bindi, il prodiano Franco Monaco e il lettiano Marco Meloni.
I contrari.
Il fronte del no, sempre sulla carta non ha chances: sommando i 13 voti di Mdp, gli 11 di Fratelli d’Italia, gli 88 del Movimenti Cinque Stelle, i 17 di Sinistra italiana e i 5 di Alternativa libera si arriva ad un magro 164 voti. A cui si potrebbero aggiungere i voti di alcuni deputati del corpaccione del Gruppo Misto che non hanno dichiarato le loro intenzioni.
Tutti questi numeri portano alla conclusione che per bocciare la legge, nel segreto dell’urna dovrebbe manifestarsi 120, forse 127 franchi tiratori.
Nella previsione che tutti i sostenitori del no si presentino in Aula e votino. Una cifra altissima, anche tenendo conto dei famosi 101 deputati che bocciarono la candidatura di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica.
Il timore dei franchi tiratori.
Nonostante questi calcoli rassicuranti, circola però a Montecitorio e dintorni incertezza e anche un certo timore. Nel Pd, per esempio, danno per scontato che si manifesteranno una trentina di franchi tiratori.
Ma nessuno sa bene cosa decideranno i peones, tutta quella massa di deputati che compulsano tabelle e grafici per capire quale potrebbe essere il loro collegio uninominale o l’ampiezza del collegio plurinominale. Sono soprattutto deputati del Nord, dove la probabile alleanza Lega-Forza Italia potrebbe spazzarli via dal panorama politico.
Ma lo stesso timore potrebbe spingere i deputati meridionali del centrodestra . Anche loro potrebbero essere penalizzati dal nuovo meccanismo di voto.
E sullo sfondo si profila lo scoglio del Senato, dove i numeri, nonostante l’apporto del centrodestra, sono veramente a rischio quando si vota a scrutinio segreto.
(da “La Repubblica”)
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