Marzo 24th, 2019 Riccardo Fucile
LE CONSEGUENZE DEL DECRETO IN UNO STUDIO
“Repressione”. Sembra essere questa la parola d’ordine della Lega al governo.
Il 2018 è stato caratterizzato da un intensificarsi di fenomeni di aggressione a sfondo razzista. I casi di Macerata, Firenze, Roma, Napoli, Rosarno e Caserta sono solo una piccola parte degli abusi perpetrati negli ultimi mesi. Nei casi di Macerata, Firenze e Rosarno le aggressioni hanno condotto all’uccisione delle vittime, solo per il loro colore della pelle.
Secondo il “Rapporto repressione: le conseguenze del Decreto Sicurezza”, redatto dal GUE che TPI ha potuto leggere in anteprima “le dichiarazioni del Ministro Salvini e la propaganda esercitata a mezzo stampa legittimano gli aggressori che se un tempo nascondevano le proprie nefandezze, oggi se ne fanno vanto. I killer oggi vengono considerati eroi”.
“Il Decreto Salvini è come un punto di arrivo dell’evoluzione in senso autoritario delle politiche sulla sicurezza seguite dallo Stato italiano in questi anni. Le conseguenze di tali provvedimenti in termini di gestione della cosa pubblica si possono vedere nel processo di demolizione delle garanzie democratiche e dei diritti individuali”.
Il provvedimento, che contiene anche misure in tema di immigrazione, è diventato legge il 28 novembre 2018 e viene anche chiamato “Decreto Salvini”. Ma che cosa è cambiato in Italia dalla sua attuazione?
Come si legge nel Rapporto Repressione, “è l’intero sistema di accoglienza ad essere stato stravolto”.
Da integrazione a emergenza. Molti gli articoli del Decreto Sicurezza ritenuti “incostituzionali” dagli autori del Rapporto Repressione. Adesso nel sistema SPRAR (acronimo di sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) non possono entrare i titolari di permesso umanitario, equivalenti ad oltre l’80 per cento degli ospiti dell’accoglienza.
Gli SPRAR sarà accessibile solo per i possessori di protezione sussidiaria e dello status e per i minori stranieri non accompagnati. Già ora una grossa percentuale di persone con permesso.
I centri di accoglienza emergenziali sono adesso “giustificati” nella carenza di servizi, visto l’abbassamento della quota pro-capite, che è passata da 35 euro al giorno a 25 o addirittura 19 euro, trasformandosi ora, “a norma di legge”.
In alcuni casi l’accoglienza non è adeguata alle condizioni dei richiedenti asilo, come per il signor Kharbouch Said, la cui storia viene raccontata nel rapporto: gravemente malato ma, nonostante la sua vulnerabilità medica, si trova al momento in un CPR.
Particolarmente seria è la situazione riguardante i minori stranieri non accompagnati che dopo essere stati ospiti di centri per minori, raggiungono la maggiore età .
“Già in molti casi viene documentato trasferimento in centri Cas o nei maxi Cara, senza alcun rispetto nemmeno della Legge Zampa, che prevede l’estensione della tutela fino ai 21 anni e lo sforzo di inserimento negli Sprar idonei il più vicino possibile al luogo in cui il minore è vissuto in precedenza”, dice il Rapporto Repressione.
Poi, ci sono problemi anche negli uffici dell’anagrafe, che negano l’accesso all’iscrizione ed “in alcuni casi, come in Lucania, è stato negato persino a possessori di protezione sussidiaria per interpretazioni errate delle disposizioni del decreto”.
Secondo il GUE, “in sostanza, il dispositivo di controllo e repressione da parte dello Stato è diventato più grande e potente. Con lo smantellamento progressivo del “welfare state” abbiamo assistito ad un intervento sempre più massiccio dello Stato nella gestione della sicurezza pubblica”.
I manifestanti sono i nuovi nemici. Le conseguenze del Decreto Salvini non riguardano solo l’immigrazione.
Dal 2011 al 2017 si contano 15.572 attivisti denunciati, 852 arrestati, 385 sono stati i fogli di via notificati e 221 le sorveglianze speciali.
“Zone rosse, limitazione degli spostamenti, cariche e procedimenti penali a danno degli attivisti, con utilizzo delle misure di emergenza varate nella stagione degli anni di piombo. Sono problemi che ci mettono di fronte alla più profonda cecità della politica di fronte alle istanze poste dai movimenti che rivendicano democrazia, welfare, dignità ”, si legge nel capitolo del rapporto che parla del diritto di espressione.
Da un decennio Italia vi è un netto calo del numero dei reati, nonostante sia stata incentivata l’attitudine denunciatoria dei “cittadini zelanti”e l’aumento della ricettività delle denunce da parte delle polizie. Allo stesso tempo c’è stato un aumento spaventoso delle persone denunciate, arrestate e dei detenuti.
Questo significa più carceri, sicurezza della pena, abolizione di gradi di giudizio e della prescrizione. Questo ha cancellato una realtà già quasi trasparente, ovvero quella delle persone detenute e dei loro familiari.
“Il Decreto Salvini? È il trionfo del crime deal: ovvero l’esasperazione di paure e insicurezze”, spiegano gli autori del rapporto a TPI.
(da TPI)
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Marzo 24th, 2019 Riccardo Fucile
ARRESTATI PER RAPINA, NEI LORO TESTI RICHIAMI RAZZISTI, MA NON SONO I SOLI TRAPPER XENOFOBI… CE NE SONO ALTRI CON PRECEDENTI PENALI E VIOLENZE RAZZISTE
Com’è noto la musica trap è il genere più ascoltato da giovani e giovanissimi.
È stata spesso al centro di polemiche a causa dei testi di alcuni trapper che parlano in modo esplicito di droga. Una fra queste alimentata dal recente servizio di Striscia la notizia sui trapper che consumano una droga chiamata Purple Drank.
Ma c’è un altro aspetto meno noto di questo nuovo genere musicale: il tentativo di sdoganamento di un gergo razzista ad opera di alcuni trapper. Il riferimento è ai due cantanti Gianmarco Fagà e Gabriele Magi, in arte Traffik e Gallagher.
Nei testi delle loro canzoni si ascoltano frasi come “negro ti spengo col ferro”, “negro ti ho spento con un click”, come nella traccia titolata “Diamanti razzisti”, nella quale la parola “negro” è ripetuta per ben venti volte.
Non solo nelle canzoni, la parola sprezzante verso chi ha la pelle scura è parte del loro gergo quotidiano, come è evidente dai numerosi video pubblicati su Instagram dai due cantanti nei quali è largamente utilizzata.
Questo non ha risparmiato accuse di razzismo ai due “artisti”, che si sono sempre difesi affermando in più occasioni di avere origini sudamericane (senza però fornire alcuna prova) e quindi di non poter essere razzisti.
Hanno inoltre detto di utilizzare questa parola solo come intercalare per riferirsi ai propri compagni e non come offesa. Ma poi succede che il “negro” lo picchiano sul serio.
Proprio ieri, a quanto si apprende dai principali quotidiani, Traffik e Gallagher sono stati arrestati, fra le altre cose, per aver massacrato di botte un cittadino 50enne del Bangladesh con l’obiettivo di rapinarlo. Durante il pestaggio, stando a quanto riportato da Il Messaggero, si sarebbero appellati a lui con insulti razzisti.
L’episodio risale al 23 febbraio scorso ed è accaduto vicino alla stazione Termini di Roma. Sono accusati di avere aggredito tre ragazzi, anche con l’utilizzo di un tirapugni, nel tentativo di strappare loro lo smartphone.
Non contenti se la sarebbero presa anche col bangladese, che per fuggire è finito investito da un’automobile riscontrando la frattura di una gamba.
Questo è quanto è stato ricostruito dalle indagini dei Carabinieri della Stazione Roma Macao, per capire come sono andate realmente le cose bisognerà ovviamente attendere la fine del processo.
Se Gallagher e Traffik con l’estrema destra non c’entrano nulla, non potrebbe dirsi lo stesso di alcuni elementi del loro entourage.
Personaggi come Yari dall’Ara e Massimiliano Minnocci, detto il “Brasiliano” accompagnano i due cantanti in giro per l’Italia durante i live.
Il primo, ha militato nell’estrema destra prima con CasaPound, poi con Forza Nuova. Con diversi precedenti penali alle spalle, l’anno scorso nel quartiere romano Tiburtino III capeggiò una serie di violente proteste contro i migranti del centro di accoglienza del posto.
A gennaio dello scorso anno è stato arrestato per una rapina in una gelateria.
Il “Brasiliano”, esperto di bodybuilding, è salito agli onori delle cronache per un video diffuso in rete nel quale minacciava alcuni agenti delle forze dell’ordine al margine di una manifestazione di Casa Pound a Pietralata. Sul corpo ha tatuate diverse svastiche e il volto di Hitler e Mussolini. “Da giovane andavo a picchiare i barboni e i negri”, ha dichiarato in una recente intervista rilasciata alle Iene.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 24th, 2019 Riccardo Fucile
ACCERTAMENTI SULLE TENDE FORNITE DAL VIMINALE DOPO IL ROGO NELLA TENDOPOLI “SICURA” SECONDO IL GOVERNO… CAVI ELETTRICI SCOPERTI POSIZIONATI VICINO ALLA DOCCIA
Il motivo della morte di Sylla Noumo, l’immigrato senegalese che era da poco arrivato a San
Ferdinando, potrebbe risiedere in alcune anomali dell’impianto.
Secondo alcuni racconti fatti dagli altri ospiti della tendopoli, il ragazzo potrebbe essere rimasto fulminato dopo aver toccato con il piede una ciabatta o dei fili elettrici pericolosamente vicini alla sua tenda. Ora la Procura di Palmi ha disposto degli accertamenti.
Sono finite sotto la lente di ingrandimento le tende fornite dal ministero dell’Interno a San Ferdinando, dove sono ospitati diversi immigrati dislocati dalla baraccopoli.
Pochi giorni fa ha perso la vita un ragazzo appena arrivato, Sylla Nuomo, che aveva appuntamento il girono successivo agli uffici di Gioia del Tauro per il rinnovo del permesso di soggiorno.
Sulle dinamiche della sua morte, legate ad un piccolo incendio fortunatamente spento senza fare altre vittime, si sta indagando: ora però emerge il sospetto che l’incidente sia dovuto a delle anomalie nell’impianto.
«Per la prima volta ho voluto disporre una consulenza tecnica per accertare le cause dell’incendio» ha dichiarato il procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza, aggiungendo di aver fatto un sopralluogo in prima persona e di non avere prove che l’incidente fosse doloso e dovuto a dissapori interni alla comunità degli immigrati.
(da agenzie)
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Marzo 24th, 2019 Riccardo Fucile
LA NOTTE AZZURRA DEL GIOVANE 19ENNE NATO A VERCELLI DA GENITORI DI ORIGINE IVORIANA VA OLTRE IL GOL REALIZZATO CON LA NAZIONALE
Un sogno. E un messaggio. La notte azzurra di Moise Kean va oltre al primo gol di un ragazzo nato nel 2000 e, in campo, con la maglia della Nazionale: la rete del giovane diciannovenne nato a Vercelli da genitori di origini ivoriane cade nelle ore in cui la questione della cittadinanza torna a far dividere.
“Io non ho mai avuto problemi, sono nato qua, in Italia ed i miei genitori ci abitavano da più di 30 anni: così – racconta Kean – ho avuto subito la cittadinanza. Mi dispiace di tutto ciò che sento: alla fine, se stiamo tutti nello stesso paese bisogna essere trattati tutti come italiani. Non ci devono essere diversità …”.
Kean ha realizzato la seconda rete più «giovane» nella storia del calcio azzurro: la prima è quella di Nicolè, la terza di Rivera. Un sigillo figlio della velocità e tecnica, tutto mille all’ora, tutto molto elegante. “Se può essere considerato il nuovo Balotelli? Possono giocare e fare molto bene…”, sottolinea il ct Roberto Mancini.
Kean non smette di sorridere dopo il balletto messo in scena al momento del gol del 2 a 0 contro la Finlandia: “Lo faccio spesso con i miei amici, mi è venuto spontaneo. Sono contento ed orgoglioso di quanto fatto, ma – precisa l’attaccante della Juve – devo dimostrare ancora tanto…”.
L’Italia lo consacra a giocatore del futuro: con lui, la nostra Under 21 si presenterà agli Europei del prossimo giugno e, con lui e gli altri ventenni, Mancini vuole cominciare a costruire un nuovo domani per questa nazionale.
(da “La Stampa”)
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Marzo 24th, 2019 Riccardo Fucile
DON GAMBARDELLA: “LUIGI RESTI VICINO AI VALORI CATTOLICI”
Ieri è continuata la surreale discussione pubblica sulla cittadinanza da “regalare” a Rami, con
Salvini nel ruolo dell’orco cattivo e Di Maio in quello di Luigi XVI: un risvolto divertente però è arrivato dalle reazioni raccontate oggi da Maria Corbi sulla Stampa:
Per Salvini «la cittadinanza non è un biglietto del Luna Park, non si può dare a tutti».
Di Maio conferirebbe la cittadinanza «per meriti speciali», ma timidamente: «Il tema della cittadinanza ai bambini nati nel nostro Paese non è nell’agenda del governo e può essere affrontata solo a livello europeo».
E così il suo mentore, il suo confessore religioso don Peppino Gambardella deve ricordargli chi è e da dove viene: «Luigi non si appiattisca sulla posizione della Lega, i 5 Stelle sono diversi. Si ricordi che la maggioranza degli italiani è d’accordo sullo Ius soli, il gesto di attenzione per Ramy non dovrebbe essere un caso isolato. La Chiesa sostiene il diritto allo Ius soli, Luigi si apra all’esigenza umanitaria e resti vicino ai valori cattolici».
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 24th, 2019 Riccardo Fucile
SMS A SORPRESA DEL BOMBER ARGENTINO AL PADRE DEL 13ENNE CHE HA SVENTATO LA TRAGEDIA DEL BUS
L’sms arriva, inatteso, sul cellulare del padre. Per l’esattezza, si tratta di un messaggio vocale, che Rami Shehata – il ragazzino che assieme al compagno Adam El Hamami ha sventato la tragedia sul bus dirottato — difficilmente potrà mai dimenticare.
Il numero è sconosciuto, ma la voce è inconfondibile: “Sono Paulo Dybala, sei veramente un eroe, vorrei conoscerti”.
L’attaccante argentino ha deciso di compiere questo gesto dopo aver letto sui giornali di essere uno degli idoli del tredicenne.
Questo il messaggio completo:
“Ciao Rami, come stai? Spero molto bene. Sono Paulo Dybala, volevo dirti che ho saputo quello che hai fatto, sei veramente un eroe. Ho saputo che hai la mia maglia e per quello che hai fatto mi piacerebbe parlare con te. E vorrei invitarti allo Stadium a vedere una partita, quando potrai. Spero veramente di poterti conoscere. Sono davvero contento di poterti mandare questo audio: sei davvero un grande, ti mando un forte abbraccio”.
Ovviamente, Rami ha accettato con entusiasmo: “Ciao Paulo, sono Rami. Volevo dirti che sei il mio giocatore preferito al mondo, seguo la Juve solo perchè ci sei tu, ho anche la tua maglietta appesa nella mia camera da letto. Il mio sogno è vederti presto e trascorrere una bella giornata con te. Mi fa molto molto, ma molto piacere vederti”.
(da agenzie)
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Marzo 24th, 2019 Riccardo Fucile
PIF COSI’ COMMENTA L’USCITA DI SALVINI SULLA NECESSITA’ DI CONCEDERE LO IUS SOLI AL BAMBINO EROE DEL BUS DI MILANO
“Abbiamo un ministro dell’interno che fa il bullo con un ragazzino di 13 anni”. Non usa giri di
parole Pif, che dal suo profilo Instagram commenta l’uscita di Matteo Salvini che rispondendo a Ramy, uno dei ragazzini eroi dell’autobus incendiato a Milano, sulla possibilità di ricevere la cittadinanza italiana tramite Ius Soli, aveva detto: “Vuole lo Ius Soli? Si faccia eleggere in Parlamento e cambi la legge”.
Un’uscita che non è piaciuta a molti e neanche alla Iena che ha immediatamente scritto: “Definirlo “ministro della mala vita” forse va al di là delle sue capacità . È semplicemente un BIMBOMINKIA”. Senza mezzi termini. Tanti i commenti di approvazione sotto il post che avallano l’opinione di Pif.
“È il ministro che questa Italia si sta meritando, che pena!”, scrive qualcuno. “È un bullo, non lo fa”, fa eco un altro.
(da “Huffingtonpost”)
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