Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
IN ITALIA LEGA IN CALO AL 31,4%, M5S 21,5%, PD 20%, FORZA ITALIA 10,1%, FDI 4,8%
A poco più di un mese dalle elezioni europee del 26 maggio, il Parlamento europeo pubblica l’ultima
proiezione basata sui dati dei principali istituti di sondaggi europei e disegna lo scenario di quella che potrebbe essere la composizione della nuova assemblea.
I Popolari che scendono al 24% (in decremento di 5 punti, perdono seggi soprattutto in Francia, Italia, Spagna e Germania), i socialisti e democratici al 19,8% (anche qui in calo di 5 punti, aumentano i seggi in Spagna ma scendono in Italia, Germania e Francia).
In lieve calo anche la sinistra del Gue, al 6,1% (meno 0,8%) che perde seggi soprattutto in Italia e Spagna.
Scendono dell’1,3% e si attestano all’8,8% anche i Conservatori e riformisti (che però registrano un aumento in Olanda).
In salita invece i Verdi, al 7,6% con un incremento dello 0,7%, l’Efdd (Europa delle libertà e della democrazia diretta, di cui fanno parte il M5s e Farage) con un +0,5% al 6% e i liberali dell’Alde, al 10,1% con un +1,1%.
I sovranisti (con la Lega e Marine Le Pen), ossia l’Enf, sonoall’8.3% con un aumento del 3,3% soprattutto in Italia (dove si registrano ben 20 seggi in più).
Quanto al nostro Paese, secondo le proiezioni dell’Eurocamera la Lega scende al 31,4% con 26 seggi, rispetto al 32,2% dei voti e 27 seggi delle precedenti proiezioni. Sarebbe comunque il primo partito in Italia e il secondo in Europa dopo i tedeschi della Cdu. Il M5s risale dal 20,6% al 21,5% con 18 parlamentari e si distacca maggiormente dal Pd, che rimane al 20% netto con 16 parlamentari.
Superano lo sbarramento necessario per portare deputati all’Eurocamera anche Forza Italia, che guadagna qualche punto e un seggio e sale al 10,1% con 9 europarlamentari e Fdi, che si attesta al 4,8% con 4 seggi.
Resterebbero fuori +Europa e Italia in Comune con il 3,1%, la Coalizione la Sinistra al 2,1% e Articolo 1-Mdp con l’1,5%.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
L’ESCALATION DI TENSIONI CHE AGITANO DA MESI LA MAGGIORANZA HA RAGGIUNTO UN PUNTO DI NON RITORNO… LI TIENE INSIEME SOLO L’OCCUPAZIONE DEL POTERE
Ai leghisti, sotto schiaffo per il caso Siri, non è parso vero di leggere sul sito dell’Espresso e di Repubblica gli audio che mettono nei guai Virginia Raggi.
E a quel punto è partita l’artiglieria pesante: “Si deve dimettere”, hanno detto senza tanti giri di parole i ministri Gianmarco Centinaio ed Erika Stefani.
“Notizie inquietanti che non possono lasciarci indifferenti” hanno commentato Massimiliano Romeo, capogruppo Lega al Senato, e Riccardo Molinari, il capogruppo alla Camera.
“Sarebbe opportuno per il sindaco Raggi farsi da parte e presentare subito le dimissioni”. Insomma, Salvini ha ordinato ai pezzi grossi di menare più fendenti possibili. A cui si sono aggiunti tutti i senatori leghisti, e altri lumbard grandi e piccoli: “Inconcepibile”. “Se ne vada”.
Il diapason dell’indignazione al massimo grado, a cui a sera si è aggiunto Salvini in persona: “Virginia Raggi non è in grado di fare il sindaco”.
Fino a quel momento avevano banchettato i grillini sul sottosegretario Armando Siri, sotto inchiesta per corruzione. Danilo Toninelli, senza diplomazia, gli aveva tolto le deleghe.
Luigi Di Maio ne ha invocato l’allontanamento. “Può difendersi, ma lontano dal governo” è stata la posizione ufficiale del M5s.
E alle cinque del pomeriggio è sceso in campo pure il premier Conte: “Chiederò a lui chiarimenti e all’esito di questo confronto valuteremo” tenendo conto che il “contratto prevede che non possono svolgere incarichi ministri e io dico sottosegretari sotto processi per reati gravi come la corruzione” e che “questo è un governo che ha l’obiettivo di recuperare la fiducia di cittadini per le istituzioni e ha un alto tasso di sensibilità per l’etica pubblica”.
Un avviso di sfratto.
La giornata segna un salto di qualità nella guerra a bassa intensità che questi due strani partner di governo conducono da mesi.
Due alleati che non sembrano avere più nulla in comune, se non l’occupazione del potere.
Il risultato è questo wrestling manettaro con pochi precedenti.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
“PRESSIONI SU DI ME PER RIDURRE L’ATTIVO NEL BILANCIO DELL’AZIENDA CON LO SCOPO DI PORTARLO IN ROSSO”… LA SINDACA COMUNQUE NON RISULTA INDAGATA
L’articolo dell’Espresso rivela che l’ex presidente e ad dell’Ama Lorenzo Bagnacani, licenziato in
tronco dalla Raggi a febbraio, qualche giorno fa ha spedito ai pm un nuovo esposto, dove accusa la sindaca in persona.
La Raggi, scrive Bagnacani ai pm, avrebbe infatti esercitato “pressioni” indebite su di lui e sull’intero cda dell’azienda, “finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali”.
In sintesi, la sindaca avrebbe spinto il manager a togliere dall’attivo dell’azienda (il bilancio era in utile per oltre mezzo milione di euro, un dato di poco inferiore rispetto a quello dell’anno precedente) “crediti che invece erano certi, liquidi ed esigibili”, con l’unico obiettivo – sostiene Bagnacani – di portare i conti di Ama in rosso.
Un’accusa grave e molto simile a quella che l’ex direttrice del dipartimento Rosalba Matassa ha lanciato contro Giampaoletti, attuale braccio destro della sindaca ora indagato per tentata concussione.
Nell’indagine sui conti di Ama risulta indagato il dg del Campidoglio, Franco Giampaoletti, per il reato di tentata concussione. La vicenda riguarda i 18 milioni di credito per i servizi cimiteriali vantati da Ama, e proprio su questi crediti Bagnacani nel suo esposto sostiene di avere ricevuto pressioni per non inserirli nel bilancio della municipalizzata. Le altre persone finite nel registro degli indagati sono l’ex ragioniere del Comune, Luigi Botteghi e il capo ad interim della Governance, monitoraggio e controllo organismi partecipati Giuseppe Labarile. Nel corso dell’attività istruttoria i pm di piazzale Clodio hanno sentito già l’ex ad di Ama, Lorenzo Bagnacani e per due volte l’ex assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, dimessasi proprio per la vicenda dei conti Ama.
“Devi modificare il bilancio come chiede il socio. Tu lo devi cambiare comunque, anche se ti dicono che la Luna è piatta”. Lo afferma Raggi nella registrazione di un colloquio avuto il 30 ottobre scorso con Bagnacani. L’audio è allegato all’esposto presentato alla Procura di Roma dallo stesso Bagnacani nel quale denuncia presunte pressioni ricevute per modificare il bilancio della municipalizzata dei rifiuti.
Nella registrazione, anticipata dall’Espresso on line, quando Bagnacani chiede chiarimenti sulla vicenda e su come valutare la qualità del credito, il sindaco taglia corto: “Non devi valutare, se il socio ti chiede di fare una modifica la devi fare: tu lo devi cambiare comunque, anche se ti dicono che la Luna è piatta”.
Lo scorso febbraio, scrive ancora L’Espresso, il manager e i membri del cda sono stati licenziati per “giusta causa”.
In pole position per prendere il posto di Bagnacani ora c’è l’avvocato Pieremilo Sammarco, che ha mandato il suo curriculum per diventare presidente di Ama. La Raggi ha lavorato nel suo studio prima di diventare sindaca. “Pieremilio? È il mio dominus”, ha detto in passato.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
L’INCHIESTA DI REPORT HA RIVELATO CHE LA QUOTA DI ISCRIZIONE ALLA SCUOLA DI FORMAZIONE DELLA LEGA FINIVA NELLE TASCHE DELLA ASSOCIAZIONE DI SIRI
Armando Siri, sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Lega), è indagato per corruzione dalla Procura di Roma. La sua posizione ha creato uno scontro politico tra il suo partito e il Movimento Cinque Stelle.
Nel passato di Siri, oltre alla famosa gaffe sul “suo” ministro Toninelli (“Toninelli non è ministro”), ci sono un patteggiamento per bancarotta fraudolenta, ma anche interessi nel mondo delle discipline olistiche e la vicinanza con persone che credono che gli extraterrestri vivono tra noi.
Nel 2014 il leghista ha patteggiato una condanna a un anno e 8 mesi per bancarotta fraudolenta nell’ambito del crack di un’azienda da lui presieduta, MediaItalia.
Interpellato a riguardo, Siri ha spiegato di aver patteggiato “perchè impossibilitato a sostenere economicamente le ingenti spese processuali”.
Oggi Siri è il responsabile della Scuola di formazione politica della Lega. “Abbiamo pensato fosse necessario e utile concederci l’occasione di riappropriarci del nostro destino attraverso la conoscenza della politica, consapevoli che saremo noi a determinare il nostro futuro, senza voler cercare scorciatoie attribuendo agli “altri”, siano essi politici o uomini di potere in genere, la responsabilità della nostra piena soddisfazione”, si legge nella presentazione dei corsi, firmata dallo stesso sottosegretario.
Il programma tv d’inchiesta Report, in onda su RaiTre, ha rivelato che le quote di iscrizione a questa scuola politica della Lega non vanno al partito, bensì all’associazione Spazio Pin, che ha la sua mission nel “divulgare e diffondere i principi delle discipline Olistiche e di tutte le Filosofie Umane e delle Conoscenze Antiche”.
Pin è l’acronimo di Partito Italia Nuova, la lista con cui Siri si candidò a sindaco a Genova alle elezioni comunali del 2012 (ottenendo circa 1.200 voti, lo 0,62 per cento del totale).
Sempre secondo quanto ricostruito da Report, Spazio Pin è stata fondata da Siri insieme, tra gli altri, a un’operatrice shiatsu, a una chiropratica e a Marco Perini, che oggi è a capo della segreteria del sottosegretario.
“Il Pin nasce da un alito di vento”, spiega nel 2011 Siri intervenendo all’assemblea nazionale del Pin. “La parola politica per il Pin significa: io ti propongo il mio cosa, tu ti accorgi se è anche il tuo cosa, e insieme lo realizziamo”.
A quell’assemblea partecipa anche Salvatore Brizzi, esperto di alchimia trasformativa. Brizzi crede nell’esistenza di entità extraterrestri e tiene seminari tra cui uno intitolato “Il lato oscuro della forza”.
“In alcuni momenti della mia vita mi è stato concesso di vedere alcune entità e come queste entità agiscono nelle persone: girare per strada e vedere che attaccate alle persone ci sono delle entità e che in determinati luoghi più che in altri ci sono delle vere e proprie riunioni di queste entità , vi parlo per esperienza diretta”, racconta Brizzi nel promo di uno dei suoi corsi.
“Questo video è rivolto ai non terrestri”, dice invece Brizzi in altro filmato che si trova su Youtube. “Il mio scopo è proprio quello di raccogliere, di radunare, fare in modo che si riconoscano fra di loro e fare in modo che poi si collabori insieme, tutti coloro che non sono terrestri. Quello che è accaduto a me e cioè riuscire a capire chi sono ed essermi svegliato da quella che è l’illusione terrestre, può capitare
anche a voi.
Sul sito dell’associazione Spazio Pin, inoltre, si parla dei benefici del camminare sui carboni ardenti: “Le antiche civiltà , tra cui i cristiani, camminavano sui carboni ardenti per purificarsi e per trasformare le proprie paure in punti di forza, trasformando i carboni interiori in diamanti. Si tratta di un’esperienza unica e straordinaria che, oltre a creare uno stretto legame di gruppo tra i partecipanti, metterà alla prova ciascuno di essi sfidando i propri limiti e paure che, troppo spesso, costituiscono il principale ostacolo al perseguimento della nostra autentica volontà ”.
Oltre alla divulgazione delle scienze olistiche, l’associazione affitta i locali delle sue due sedi a Milano per conferenze, meeting, riunioni e seminari. In una di queste sale è andato in scena a marzo 2018 l’incontro tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e l’ex stratega di Donald Trump, Steve Bannon.
Una cronista di Report, sotto mentite spoglie, è andata in una sede di Spazio Pin per chiedere informazioni sull’affitto di questi locali. La donna referente dell’associazione le risponde che volendo si può pagare in contanti risparmiando sull’Iva.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
“DOPO CHE E’ EMERSA LA TRUFFA DEI PRESTAMPATI PER LA RICHIESTA DI SOCCORSI, PREDISPOSTI DALL’ITALIA PER FINGERE UN INTERVENTO INESISTENTE DELLA GUARDIA COSTIERA LIBICA, LA MAGISTRATURA INDIVIDUI CHI HA DATO QUEST’ORDINE ILLECITO”
“Viviamo una condizione di grande allarme. Siamo in presenza di un disegno eversivo che
costituisce un pericolo per tenuta democratica di questo Paese. Presenterò un esposto alla Corte di giustizia Aja, evocando l’accertamento della violazione dei diritti umani. Lo avevo già fatto un anno e mezzo fa, lo ripresenterò arricchendolo dei nuovi elementi emersi”.
Lo ha detto, Leoluca Orlando, durante una conferenza stampa a Palazzo delle Aquile, tornando a parlare della politica in tema di immigrazione del Governo giallo verde
“Sostanzialmente continua questa beffa criminale della Libia. L’accordo criminale siglato in passato con questo Paese e che ha trasformato la Libia in un campo di concentramento a cielo aperto, senza nessun rispetto dei diritti umani, ora si è arricchito con l’utilizzo delle cosiddette autorità libiche a fini che sono persecutori nei confronti dei migranti e di quanti cercano di salvare la loro vita”.
Il sindaco di Palermo è tornato ad attaccare il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, puntando il dito contro il suo “disegno eversivo” che mette a rischio “la tenuta democratica del Paese”.
“Siamo davanti a un Governo che utilizza un’odiosa immunità parlamentare per difendere un ministro responsabile di sequestro di persona e ora anche di sequestro di minori. E’ la conferma che nel nostro Paese è a rischio la tenuta democratica, un rischio confermato ogni giorno, con un ministro che, dopo aver esautorato i militari, ha pensato di esautorare anche i sindaci”.
“Ciò che abbiamo visto è la conferma di un genocidio volontario determinato dal comportamento del ministro dell’Interno. Abbiamo assistito a uno stato confusionale di chi dovrebbe coordinare i soccorsi in mare”.
Tutto questo lo ha detto a margine della conferenza stampa tenutasi a Palazzo delle Aquile nel corso della quale Mediterranea saving humans ha reso noti i dialoghi tra la guardia costiera italiana e quella libica riguardo alle operazioni di soccorso di una imbarcazione lo scorso 19 marzo.
Orlando parla quindi di un “italiano subordinato e incapace di reagire agli ordini politici del ministro dell’Interno” e che “riempie una modulo che poi un ‘Mustafa’, sedicente ufficiale libico, firma. La domanda è: quante volte, in mancanza di una individuazione da parte di una nave ong, un gommone e’ stato fatto affondare senza che qualcuno scrivesse un modulo per affidare l’incarico di coordinamento a un ‘Mustafa’ sedicente ufficiale libico?”.
Il sindaco di Palermo ha quindi concluso: “Siamo in presenza di una complicita’ sicuramente morale e politica di strage e i magistrati esistono per accertare se tale responsabilita’, oltre che politica, è anche giudiziaria”.
(da Globalist)
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Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
LA MEMORIA DELLA RETE INCHIODA L’INCOERENZA POLITICA: ECCO COSA SCRIVEVA SALVINI CINQUE ANNI FA
Era il primo maggio del 2014 quando Matteo Salvini twittava dicendo di voler abolire tutte le prefutture. Il programma era inserito nella campagna elettorale della Lega- Ieri, invece, il ministro dell’interno ha aumentato il potere ai prefetti togliendone ai sindaci
Passa il tempo, cambia la gente. E di battaglie ne ha fatte tante. Forse troppe.
Ed è così che Matteo Salvini, per merito (o colpa, dipende dai punti di vista) della memoria dei social, cade ancora una volta nell’incoerenza.
Nel tardo pomeriggio di mercoledì, infatti, il ministro dell’Interno ha emanato una direttiva per dare maggiore potere alle prefetture, togliendone ai sindaci. Una mossa che ha scatenato le reazioni di molti primi cittadini che si sentono depauperati di alcuni poteri fondamentali nella gestione delle loro città . Ma dov’è l’incoerenza del leader della Lega?
La risposta ce la dà un suo tweet (e non solo, perchè la questione ha fatto parte di una lunghissima campagna elettorale del Carroccio) del primo maggio del 2014: quasi cinque anni fa.
All’epoca, infatti, Matteo Salvini portava avanti una sua idea maturata nel corso del tempo: l’abolizione di tutte le prefetture d’Italia perchè ritenute dispendiose e inutili.
Il programma di cancellazione integrale è riportato anche sul sito della Lega che ne parlava così: «Il Prefetto è un organo periferico dell’amministrazione dello Stato che dipende gerarchicamente dal Ministero dell’Interno. In un processo di riforma del Paese in un’ottica federalista, le competenze delle Prefetture devono essere trasferite alle Regioni, agli Enti Locali o ad altri organismi o istituzioni (ad es. le Camere di commercio)».
Il tutto confermato anche da un Tweet del suo segretario.
Nel testo del documento della Lega (che all’epoca ancora portava con sè l’etichetta Nord e lo slogan ‘Prima il Nord’) esprime la sicurezza da parte del partito di Matteo Salvini nel voler cancellare interamente tutte le prefetture d’Italia: «La figura del Prefetto è contraria ad una organizzazione dello Stato su basi federaliste. Il Prefetto infatti, essendo l’emanazione periferica dello Stato sul territorio, è sinonimo di centralismo. Ecco perchè mantenere la figura del Prefetto significa mantenere un controllo finale dello Stato centrale sulle autonomie locali che, invece, hanno il diritto di autogovernarsi all’interno di un sistema che si voglia configurare come federale. Visto che la riforma federale del Paese ha l’obiettivo di diminuire il peso dello Stato, mantenere questa figura istituzionale non darebbe alle varie realtà territoriali la possibilità di governarsi in maniera autonoma. È quindi chiaro che il Prefetto si pone in netta contrapposizione con le esigenze di un vero decentramento dei poteri in favore delle autonomie locali e di ogni vera riforma federale del Paese».
Ora Matteo Salvini ha deciso non solo di mantenere in vita tutte le prefetture, ma utilizzarle (ancora una volta) come mezzo di propaganda per mostrare i suoi muscoli ai vari sindaci delle città italiane. Peccato che la rete abbia una memoria infinita, in grado di far riemergere vecchie idee e prese di posizioni. Ma la vita è una campagna elettorale.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
DATI INPS: ASSUNZIONI CALANO, AUMENTANO LE DOMANDE DI DISOCCUPAZIONE… LE NUOVE PENSIONI CALATE DEL 16%
Crescono i lavoratori che si rivelano irregolari ai controlli dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
L’anno scorso, sono state 98.255 le aziende in cui gli ispettori del lavoro hanno riscontrato irregolarità , il 70% di quelle su cui sono stati condotti e definiti gli accertamenti. Un 5% in più di quanto si registrava nel 2017.
Grazie all’attività dell’Ispettorato sono emersi 1,35 miliardi di euro di contributi e premi evasi, il 23% in più rispetto al dato rilevato nell’anno precedente.
Gli ispettori hanno poi stanato 42.306 lavoratori totalmente in nero. La maggiore incidenza del fenomeno è stata registrata in Campania, Puglia, Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna.
Quanto alla tipologia di attività , la graduatoria vede: servizi di alloggio e ristorazione (10.082 lavoratori in nero, pari a circa il 54% degli accertamenti definiti), commercio (4.722/28%), edilizia (4.710/16%), attività manifatturiere (4.191/39%), agricoltura (3.349/51%).
Inps, l’andamento di contratti e pensioni
Nei primi due mesi del 2019 la variazione netta sui rapporti di lavoro a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni meno cessazioni) risulta positiva per 208.560 contratti (+119% sui primi due mesi del 2018). Lo si legge nell’Osservatorio Inps sul precariato. Si conferma il boom delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato passate dalle 101.730 del primo bimestre 2018 a 175.677 (+72,6%).
Nel complesso, però, il mercato del lavoro sembra risentire del rallentamento economico: nei primi due mesi le assunzioni totali dei datori di lavoro privati sono state 1.064.000 con un calo del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Altri dati, quelli sulle domande di disoccupazione rafforzano queste incertezze: a febbraio sono state presentate 111.331 domande di NASpI, 31 di mobilità e 1.453 di DisColl per un totale di 112.815 domande, segnando un incremento del 3,1% rispetto al mese di febbraio 2018 (109.458 domande).
L’Istituto ha infine aggiornato i dati sui flussi di pensione e riportato che gli assegni liquidati nel primo trimestre 2019 sono stati 93.123 con un calo del 16% rispetto al primo trimestre 2018. L’importo medio è di 1.025 euro a fronte dei 1.093 del primo trimestre 2018 e dei 1.090 di media dell’intero 2018. La riduzione risente del fatto che a inizio 2019 sono scattati i cinque mesi di incremento dell’aspettativa di vita. Il calo si concentra sulla vecchiaia (-39,2%). Non sono comprese le pensioni liquidate con Quota 100 decorrenti da aprile.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
AVREBBE ANCHE UN IMPATTO NEGATIVO SULL’OCCUPAZIONE, SOPRATTUTTO DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO
Potrebbe andare peggio che nel 2013. Non solo contrazione dei consumi, ma anche dei redditi, e dell’occupazione.
Se scatteranno le clausole di salvaguardia, e aumenteranno le aliquote Iva, le conseguenze potrebbero essere di un ulteriore ripiegamento dell’intero sistema, spiega il responsabile del Centro Studi di Confcommercio Mariano Bella: “Gli ultimi due aumenti Iva sono stati nel 2011 e nel 2013, e quei tre anni sono stati tra i peggiori della nostra storia economica in termini di consumi. Ma nella situazione attuale di domanda debole i produttori potrebbero decidere di evitare una traslazione completa sui prezzi, e in quel caso l’imposta graverà in parte anche sui redditi dei produttori, diventando ancora più nociva per l’economia perchè avrà un impatto su tutta la filiera produttiva, dall’agricoltura all’industria”.
Potrebbe anche risentirne l’occupazione: riducendosi il margine di guadagno, le imprese potrebbero decidere di produrre un po’ meno, e quindi di utilizzare meno lavoratori, a fronte anche di una domanda che comunque sarà in calo. L’Istat ha stimato una contrazione dei consumi nell’ordine dello 0,2% annuo, ma a molti è sembrata un’ipotesi ottimistica: Confcommercio ritiene che si arriverà allo 0,7- 0,8%, calcolando 382 euro di maggiori tasse a testa e 889 euro in più a famiglia.
Confesercenti parla di una perdita di consumi nell’ordine dei dieci miliardi nel giro di due anni, le associazioni dei consumatori si spingono anche oltre, a cominciare dal Codacons che stima in 1.200 euro annui la stangata per ogni famiglia, a parità di consumi.
A pagare saranno soprattutto le persone in difficoltà economica, a meno che non si attuino misure di salvaguardia sociale ( vedi l’articolo qui sopra). La Cgia di Mestre ricorda ad esempio che l’operazione si tradurrà in una partita di giro tutta a svantaggio dei più poveri, che rientrando nella no tax aerea non beneficeranno di alcuna riduzione dell’Irpef, ma saranno costretti a farsi carico dell’aumento dei prezzi che grava in buona parte sui beni di largo consumo.
L’aumento dell’aliquota Iva dal 10 al 13% interessa carni, pesce, energia elettrica per uso domestico, gas metano per uso domestico, quello dal 22 al 25,2% abbigliamento, calzature, detersivi, elettrodomestici.
Le conseguenze si potrebbero tradurre in un ulteriore calo del prodotto interno lordo, concorda Confesercenti: “È dal 2010 che ci portiamo dietro queste clausole di salvaguardia – ricorda il segretario generale Mauro Bussoni – e in quegli anni, tra il 2011 e il 2013 e poi anche dopo, il gettito aggiuntivo è stata una delusione, tant’è vero che poi a lungo si è evitato di riproporre un ulteriore aumento, per evitare l’impatto negativo sui consumi interni che valgono il 60% del Pil”.
L’eventuale aumento, valuta la Cgia, si tradurrà per l’Italia in un primato non certo invidiabile: “Dal 2020 i consumatori italiani saranno sottoposti all’aliquota Iva ordinaria più elevata tra tutti i Paesi dell’area dell’euro, – dice il segretario, Renato Mason – con un serio rischio che l’economia sommersa assuma dimensioni ancor più preoccupanti”.
(da agenzie)
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Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA DOPO CHE IL GOVERNO HA FALLITO L’ENNESIMO TENTATIVO DI TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA CRISI DI ALITALIA
Atlantia, la società che controlla Autostrade per l’Italia e gli aeroporti di Roma, chiude le porte a
un’idea di ingresso nella partita per il salvataggio di Alitalia: “Il cda non ha mai affrontato questo tema. Abbiamo talmente tanti fronti aperti che aprirne un altro in più, particolarmente complesso, non ce lo possiamo permettere”, ha detto l’amministratore delegato, Giovanni Castellucci, rispondendo sull’ex compagnia di bandiera in assemblea.
Come ricostruito da Repubblica nei giorni scorsi, con i potenziali partner stranieri sfilati, l’operazione Alitalia non può ricaredere interamente sulle Fs: lo sforzo del governo – che pure ha fatto la guerra alla società dopo la tragedia del Ponte Morandi – di coinvolgere Adr è cresciuto con l’aumentare dei rischi di fallimento del vettore. La holding dei Benetton e la sua controllata negli aeroporti avevano già fatto sapere di non avere interesse a un intervento nel capitale della compagnia accanto alle Fs.
Castellucci ha ribadito il concetto: “E’ vero che essendo azionisti dell’hub in cui Alitalia opera, speriamo che venga rilanciata salvata e ristrutturata per poter competere ma, dall’altro lato, abbiamo tanti fronti aperti ed aprirne uno ulteriore, particolarmente complesso, non ce lo possiamo permettere”.
Il sindacato segue la partita, con idee differenti.
“Se non ci saranno risposte in termini urgenti potremmo anche pensare a uno sciopero nel mese di maggio”, ha detto il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi al termine dell’incontro con i commissari in cui non ci sono state novità , aggiungendo che “se non dovessero arrivare in tempi brevi informazioni dal governo sulla strategia per il piano industriale saremo costretti a mobilitarci”. “Nelle prossime settimane potremmo avere delle novità , ma è chiaro che se entro il 30 aprile non arrivano ci muoveremo con una mobilitazione”, ha fatto eco il segretario nazionale della Filt-Cgil, Fabrizio Cuscito.
Più cautela dalla Fit-Cisl: “Prima di assumere una decisione del genere, vogliamo avere chiara la situazione, in questo momento i commissari hanno fatto un buon lavoro e siccome il mese sta per scadere vediamo cosa succede”.
(da agenzie)
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