Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
LEGA CALA AL 21,2% (-0,8%), PD 19,1% (-0,2%), M5S 18,4% (+ 0,7%), FDI 18% (+ 0,7%), FORZA ITALIA 6,4% (-0,3%), AZIONE 3,7% (+ 0,3%), SINISTRA 2,8% (-0,2%, ITALIA VIVA 2,1% (-0,1%), VERDI 1,9%, + EUROPA 1,7%, MDP 1,7%
Il sondaggio settimanale di Swg per La7 presenta una lotta sempre più serrata tra i primi quattro partiti italiani.
L’ennesimo crollo della Lega che perde lo 0,8% porta il partito di Salvini alla quota più bassa da anni, il 21,2%, segno evidente dello scollamento del suo elettorato a favore di Fdi che guadagna questa settimana lo 0,7% portandosi a quota 18% al quarto posto.
Mentre il Pd flette in modo contenuto (- 0,2%) e si conferma secondo partito con il 19,2%, la novità è la risalita del M5S (+ 0,7%) che con quota 18,4% mantiene il terzo poto e tiene a distanza Fdi.
Forza Italia è in calo al 6,4% (-0,3%) mentre Azione di Calenda sale al 3,7% (+0,3%).
Italia Viva cala ancora al 2,1%
(da agenzie)
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Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
“IMPRONTA DI TIPO ISTITUZIONALE IMPRONTATA ALLA COLLABORAZIONE”
Il Presidente della Sicilia Nello Musumeci, intervenendo alla trasmissione di Rai1
‘Oggi è un altro giorno’, ha sorpreso distaccandosi dalla linea della destra esprimendo vicinanza al Ministro Roberto Speranza, da giorni nel mirino di Fratelli d’Italia che chiede insistemente le sue dimissioni: “Non sono parlamentare nazionale, non mi esprimo perché non ho valutazioni per adottare una scelta. Per quel che riguarda i rapporti con la Sicilia abbiamo individuato nel ministro Speranza una condotta di tipo istituzionale improntata alla collaborazione. Ho lavorato bene con Speranza”.
(da agenzie)
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Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
IL MINISTRO NON CHIESE MAI LA RIMOZIONE E NON E’ INDAGATO
Il ministro della Salute Roberto Speranza sapeva ed era «irritato» per la pubblicazione sul sito web dell’Oms del rapporto redatto dal team di ricercatori della divisione europea con il quale si metteva in luce l’inadeguatezza dell’Italia nell’affrontare l’epidemia di Coronavirus, ma non avrebbe fatto alcuna pressione per ottenere la rimozione dalla rete dello studio, poi avvenuta in meno di 24 ore.
È quanto emerge dall’indagine della Procura di Bergamo sulla gestione del Covid, in particolare in Val Seriana, e sul capitolo che sta sfiorando anche i palazzi della politica sul mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale, rimasto fermo al 2006, e sul rapporto firmato dal gruppo di esperti guidato da Francesco Zambon intitolato «An unprecedented challenge – Italy’s first response to Covid-19» nel quale si sosteneva che il nostro Paese, l’anno scorso, non aveva le armi per far fronte all’epidemia. Indagine in cui Ranieri Guerra, il direttore vicario dell’Oms, è indagato per falsa testimonianza a pubblico ministero.
Durante la sua audizione di oltre cinque mesi fa ai magistrati bergamaschi, questa è l’accusa che si legge nella rogatoria trasmessa a Ginevra al quartier generale dell’organismo dell’Onu, non avrebbe detto la verità non solo sul piano pandemico e sul fatto che non venne aggiornato, ma anche sulle presunte pressioni da lui esercitate nei confronti di Zambon affinché modificasse, edulcorandola, quella ricerca poi cancellata, dopo un suo intervento, dalla pagina dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 14 maggio scorso.
Come hanno riferito fonti giudiziarie, in base agli atti dell’inchiesta coordinata dal procuratore Antonio Chiappani, dall’aggiunto Cristina Rota e da un pool di pm, non ci sono elementi per sostenere invece un intervento di Speranza per «far cadere nel nulla» quel rapporto.
(da L’Eco di Bergamo)
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Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
PER GRILLO E’ STATO UN “RAPPORTO CONSENSUALE”…PER I PM “TENUTA PER I CAPELLI, COSTRETTA A BERE MEZZA BOTTIGLIA DI VODKA E AD AVERE RAPPORTI SESSUALI DI GRUPPO”
“Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera, a calci nel culo.
Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato alcuno stupro. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia… Vi è sembrato strano. Bene, è strano. Se non avete arrestato mio figlio, arrestate me perché ci vado io in galera”.
Così, in un video pubblicato sui suoi canali social, il garante M5S Beppe Grillo prende le difese del figlio Ciro, accusato di stupro insieme ad altri suoi tre amici genovesi, nei confronti di una ragazza italo-svedese conosciuta in Sardegna a Porto Cervo nell’estate del 2019.
Poi Grillo aggiunge: “C’è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c’è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori”.
I genitori della ragazza
“Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante”. Lo dicono, in esclusiva all’Adnkronos, attraverso il loro legale Giulia Bongiorno, i genitori della ragazza italo-svedese che ha denunciato di essere stata stuprata, nel luglio del 2019, da Ciro Grillo, figlio del garante del M5S e tre suoi amici, tutti indagati dalla Procura di Tempio Pausania per violenza sessuale di gruppo.
I genitori hanno visto il video mandato in rete da Beppe Grillo in cui dice che il figlio è innocente e in cui parla di “divertimento”.
“Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore, la disperazione e l’angoscia della vittima e dei suoi cari sono strategie misere e già viste, che non hanno nemmeno il pregio dell'”inedito”, dicono ancora i genitori della giovane, che aveva denunciato il presunto stupro al suo ritorno a Milano da una vacanza in Costa Smeralda.
Nei giorni scorsi Ciro Grillo e gli altri quattro giovani di Genova (in presenza dei loro avvocati difensori) sono stati interrogati dalla Procura di Tempio Pausania. Secondo quanto trapela, hanno ribadito la loro dichiarazione di innocenza e la tesi di un rapporto consensuale, mentre per gli inquirenti si è trattato di uno stupro di gruppo.”Sarebbe stata “afferrata per i capelli per bere mezzo litro di vodka e costretta ad avere rapporti di gruppo”, si legge negli atti.
Proprio in questi giorni – probabilmente entro la settimana – i magistrati potrebbero chiedere al giudice per le indagini preliminari il rinvio a giudizio, cioè il processo. Prima, però, il giudice dovrà fissare l’udienza preliminare e sentire gli indagati, che, nel caso fosse accolta la richiesta dei pm, a quel punto diventerebbero imputati. Anche se i difensori sperano ancora in una archiviazione.
Per la Procura non fu “sesso consenziente”, come dice invece la difesa degli indagati. Per l’accusa è stata “violenza sessuale di gruppo”. E per dimostrarlo hanno allegato agli atti, il racconto crudo della ragazza che racconta di essere stata stuprata a turno. “Verso le sei del mattino – si legge in un verbale – mentre R. M. (l’amica della vittima ndr) dormiva”, scrivono i magistrati, la giovane è “stata costretta” ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box doccia del bagno, con uno dei ragazzi. “Gli altri tre indagati hanno assistito senza partecipare”.
Poi un’altra violenza, costringendo la giovane a bere mezza bottiglia di vodka contro il suo volere. La Procura ha anche una serie di fotografie e immagini che ha inserito nel fascicolo. “La ragazza ha poi perso conoscenza fino alle 15 quando è tornata a Palau”, scrivono i pm. La “lucidità” della vittima “risultava enormemente compromessa” quando è stata “condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati” l’avrebbero costretta ad avere “cinque o sei rapporti” sessuali”.
Nel novembre scorso la Procura ha chiuso le indagini e ha messo gli atti a disposizione della difesa, che ha chiesto un termine per fare le controdeduzioni ed eseguire le indagini difensive perché il materiale è “enorme”, come dice chi ha potuto vederlo. Sicchè, i difensori hanno chiesto diverse proroghe e gli interrogatori degli indagati: oltre il rampollo di casa Grillo, gli iscritti sono Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Capitta è figlio di un dirigente di Ansaldo, Corsiglia di un noto cardiologo; l’unico meno abbiente è Lauria.
(da agenzie)
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Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
GLI INTOPPI STATUTARI FRENANO IL CAMBIAMENTO ANNUNCIATO
Qualcuno parla (o per meglio dire, spera) addirittura di un “clamoroso ripensamento” da parte di Giuseppe Conte, altri parlano di beghe legali di vario tipo per frenare la nascita del “nuovo” Movimento 5 Stelle.
In realtà chi ha avuto modo di sondare gli umori dell’ex premier sa che non c’è niente di tutto questo, anzi.
Come fanno notare a TPI fonti di primo piano del Movimento, Conte prosegue senza sosta sia il progetto di rifondazione grillina sia la ricerca di una sede nella cuore della capitale. C’è però una grande verità che Beppe Grillo ha ben presente in queste ore e che scuote l’animo del comico genovese e di gran parte del gruppo parlamentare 5 Stelle: le cose vanno male. Anzi, malissimo.
Allo stato attuale il M5S non ha un rappresentante legale e Vito Crimi continua a svolgere le funzioni di capo senza alcuna legittimità dalla base. Giuseppe Conte è in estremo ritardo, i nodi giudiziari legati allo statuto stanno ostacolando un percorso che sembrava segnato.
Non solo, ciò che realmente impensierisce Grillo è la scarsa attitudine di “Giuseppi” al “comando”, ad assumere la guida di una forza che oggi fatica a ritrovare una direzione. Al momento non c’è un programma, un progetto, una base su cui realizzare il cambiamento più volte auspicato da Conte e dai suoi fedelissimi.
E, ironia del destino, sono in molti a rimpiangere Giggino, che sembra aver praticamente abbandonato gli interessi di partito per dedicarsi a pieno ritmo ai dossier della Farnesina.
Di Maio ha compreso qual è il suo ruolo e la sua strada, è forse l’unico tra i maggiorenti ad aver capito dove andare e cosa fare mentre tutti gli altri sono in balia del secondo mandato, travolti dalla paura di non essere rieletti e di finire nel dimenticatoio.
Così, sono in molti ad iniziare ad accarezzare una nuova ipotesi: una leadership a due, Conte-Di Maio, che compensi le evidenti fatiche dell’ex premier e le avversità che una buona parte del deep state nutre nei suoi confronti.
Sarebbero diversi, tra senatori e deputati, ad essere concordi su un simile sviluppo. Una delle principali preoccupazioni discusse di recente a Marina di Bibbona sarebbe infatti la nascita incontrollata di nuove correnti interne che “rischierebbero di indebolire ulteriormente il Movimento”.
“Quando c’era Luigi queste correnti non esistevano e non si capisce perché ora stiano proliferando in questo modo”, commenta un deputato a TPI. Un metodo criticato più volte da Conte nelle sue ultime occasioni pubbliche, ma di fronte al quale Giuseppi “ha scarsissimo margine d’azione, mentre Luigi sarebbe in grado di amministrare, lo ha già fatto”.
Una consapevolezza che piano piano sta maturando anche nelle frange più ostili all’ex capo politico e che avrebbe spinto persino Grillo a fare più di una riflessione.
Insomma, la domanda delle domande è capire quale strada intraprendere in un momento in cui le prossime elezioni amministrative, stando almeno alle previsioni, per i grillini rischiano di essere una nuova Caporetto.
A Milano si va verso un’intesa su Sala, quindi a trazione Pd. A Torino tutto è ancora in bilico, a Bologna il M5S non ha praticamente peso, a Roma intorno alla candidatura di Raggi ci sono molti malumori e nessuno tra i maggiorenti crede che Virginia possa farcela. A Napoli, invece, le uniche chances di vittoria.
Guarda il caso, patria e terreno di Giggino, dove Roberto Fico potrebbe prepararsi a rivestire i panni di candidato sindaco lasciando la presidenza di Montecitorio a Dario Franceschini.
(da TPI)
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Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
SI VIAGGIA SU UNA MEDIA DI 300.000 SOMMINISTRAZIONI AL GIORNO INVECE CHE 500.000
Poco più di un mese dopo la presentazione del nuovo piano vaccinale targato
Figliuolo, gli obiettivi previsti non sono mai stati raggiunti. Principalmente è colpa della carenza di dosi, ma la previsione del generale, commissario straordinario all’emergenza Covid voluto dal presidente Draghi, aveva anche altri problemi già in origine.
Il piano Figliuolo è datato 13 marzo e, secondo quanto ricostruisce Pagella Politica, le somministrazioni settimanali previste non sono mai state rispettate. C’è grande disparità tra le diverse Regioni, sia per quanto riguarda il ritmo della vaccinazione, sia le categorie a cui viene somministrato. Insomma, la popolazione immunizzata aumenta sempre più velocemente, ma non quanto avrebbe dovuto secondo il piano del generale.
Le previsioni del generale Figliuolo, mai rispettate
Il piano Figliuolo prevedeva che tra il 17 e il 23 marzo si arrivasse a quota 300mila vaccinazioni al giorno. Queste cifre, invece, sono state raggiunte – in media – solo la scorsa settimana, quasi un mese dopo rispetto alla previsione originale. Ma attenzione: secondo il piano del commissario straordinario in questi giorni (14-20 aprile) si sarebbero raggiunte le 500mila somministrazioni giornaliere. Ancora una volta un passo indietro rispetto alla tabella di marcia: in sostanza indietro di un mese. Il problema principale è abbastanza evidente: mancano le dosi per vaccinare 500mila persone al giorno, che vorrebbe dire riceverne 3 milioni e mezzo a settimana (pensando di somministrare ogni singola fiala). In più gli stop ad AstraZeneca prima e a Johnson&Johnson poi hanno rallentato non di poco l’andamento della campagna
Prima gli anziani: i frutti dell’ordinanza di Figliuolo
Dieci giorni fa il generale Figliuolo firmava un’ordinanza in cui ristabiliva l’ordine su chi vaccinare prioritariamente. Prima gli anziani e i fragili, a prescindere dalle categorie economiche.
Ma a che punto è la somministrazione in queste fasce di popolazione? Ad oggi, tra gli over 80, uno su cinque ancora non ha ricevuto la prima dose. Ci sono grandi differenze, però, tra le diverse Regioni: più del 90% degli ultraottantenni in Veneto è stato vaccinato, mentre la Sicilia è sotto al 60% e la Calabria sotto al 65%.
Negli ultimi giorni, però, c’è stata un’accelerazione nella fascia di età tra i 70 e i 79 anni, anche se tra gli ultraottantenni manca all’appello ancora il 20% della popolazione, con alcune Regioni, come la Toscana, che stanno recuperando perché rimaste indietro. La somministrazione agli ultrasettantenni procede, ma è ancora all’inizio: solo nelle Province autonome di Trento e Bolzano i vaccinati contro il Covid superano quota 50%.
(da agenzie)
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Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
DIVERSE REGIONI HANNO PREVISTO COSTI FISSI, LA LOMBARDIA NO
Vivere in una Regione o in un’altra, in epoca Covid, può costituire un vantaggio o uno svantaggio. Accade per la campagna di vaccinazione, in cui alcune realtà territoriali sono meglio organizzate e più veloci di altre, ma succede anche con un’altra delle armi che abbiamo per contrastare i contagi da Coronavirus: i test antigenici rapidi, strumenti che possono rivelarsi preziosi per prevenire il dilagare dell’infezione, perché veloci, economici e ormai facilmente accessibili in diverse Regioni d’Italia, tramite le farmacie. Non tutte le Regioni, tuttavia, garantiscono la stessa possibilità di accesso ai test rapidi – i quali, lo ricordiamo, non hanno funzione diagnostica come il tampone molecolare, ma solamente di screening.
Nel Lazio, ad esempio, la Regione ha fissato un prezzo fisso, pari a 22 euro, per il tampone rapido, cui tutte le farmacie devono attenersi. La cifra è stata fissata già a novembre 2020, grazie a un accordo con le associazioni di categoria.
A fissare un prezzo massimo per i test antigenici rapidi in farmacia sono state ad esempio anche l’Emilia Romagna (15 euro), la Puglia (20 euro), la Campania (22 euro), l’Umbria (22 euro), la Toscana (22 euro) e il Veneto (26 euro).
Al contrario, altre Regioni, pur prevedendo la possibilità di effettuare i test in farmacia, non hanno fissato un costo massimo. È il caso della Lombardia, dove i test antigenici sono arrivati nelle farmacie solo a marzo, e dove ogni struttura è libera di fissare il prezzo che vuole, col conseguente rischio di rincari per gli utenti.
Il protocollo della Lombardia per i test rapidi Covid nelle farmacie è stato approvato lo scorso 1 febbraio 2021. Prevede l’obbligo per l’utente di fissare un appuntamento, e la necessità di essere asintomatici. L’esito del test arriva nell’arco di 15 minuti e, se positivo, viene immediatamente trasmesso all’Asl di riferimento.
Per quanto riguarda il prezzo, però, la giunta guidata da Attilio Fontana non ha previsto alcun tetto massimo. L’unica tariffa prevista dal protocollo è il rimborso di 12 euro (iva esclusa) riconosciuto alle farmacie per ogni test rapido effettuato. Si tratta di “un compenso comprensivo dei costi per l’approvvigionamento dei materiali di consumo, dei dispositivi di protezione individuale e della remunerazione del servizio”.
La diretta conseguenza della mancata previsione di un prezzo massimo, per la popolazione lombarda, sono le notevoli differenze di costo fa una farmacia all’altra. La cifra varia quindi a seconda del quartiere o della città di riferimento, arrivando anche a raggiungere i 50 euro, come documentato di recente da Il Fatto Quotidiano.
Resta da chiedersi se il governo – che sul tema dei vaccini ha condannato le disparità tra Regioni – possa tollerare che rimangano differenze di questo tipo sul costo dei tamponi rapidi nelle farmacie, o se invece non sia più opportuno fissare un prezzo massimo a livello nazionale, come deciso dal governo Conte sulle mascherine a 50 centesimi. Nel frattempo, a continuare a farne le spese, saranno i cittadini lombardi, che hanno già pagato un prezzo molto alto a causa della pandemia.
Un’iniziativa positiva da segnalare, in questo contesto, è la possibilità di eseguire, a partire dal 16 aprile, test rapidi gratuiti nelle tensostrutture allestite dalla Croce Rossa presso la stazione di Milano Centrale.
Lo stesso succede a Roma, a stazione Termini, grazie alla collaborazione col Gruppo Ferrovie dello Stato e al contributo della Commissione europea. Un piccolo passo, che però non può rappresentare la soluzione adeguata per oltre 10 milioni di lombardi.
(da TPI)
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Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
CHI E’ ANNALENA BAERBOCK: GIOVANE, ECOLOGISTA, CARISMATICA ED EX CAMPIONESSA DI TUFFI
Il partito tedesco dei Verdi ha annunciato che alle prossime elezioni politiche che si
terranno il 26 settembre 2021 candideranno la parlamentare Annalena Baerbock all’incarico da cancelliera, oggi ricoperto da Angela Merkel.
Baerbock è l’altra persona oggi alla guida del partito insieme a Robert Habeck.
Quello dei Verdi è un boom rispetto alle ultime elezioni: i sondaggi li danno sopra al 20 per cento, secondi solo all’alleanza cristiano-democratica Cdu/Csu e davanti rispetto a Spd.
Annalena Baerbock sarà l’unica donna a concorrere per la cancelleria, si confronterà con il socialdemocratico Olaf Scholz e il candidato che verrà fuori dal braccio di ferro nell’Unione.
Le prime dichiarazioni
“Inizia oggi un nuovo capitolo per il nostro partito e in caso di vittoria per il nostro Paese – ha dichiarato Baerbock in conferenza stampa – Sono convinta che questo Paese abbia bisogno di un nuovo inizio”.
Baerbock è deputata dal 2013, ma non ha esperienza di governo: “Sì, non sono stata cancelliera e neppure ministra. Io scendo in campo per il cambiamento. Per lo status quo si battono altri“. E ancora: “Vorremmo guidare questo governo ma poiché la politica non è un esercizio di realizzazione di desideri, spetterà agli elettori decidere chi uscirà (vincitore) da queste elezioni e con quanta forza”.
Chi è Annalena Baerbock
Giovane leader 40enne e carismatica che riflette una parte importante dell’elettorato ecologista del Paese, Baerbock lavora nel parlamento nazionale da 8 anni ed è co-presidente del partito dal 2018 insieme a Habeck, 51 anni, già ministro dell’Ambiente per sei anni nel Land dello Schleswig-Holstein. Invece di litigare, come sta accadendo nel blocco Cdu-Csu, i due leader ecologisti hanno preferito collaborare nel momento della scelta.
Ex campionessa di trampolino, nota per la volontà di ferro, il pensiero rapido e il talento nel fare rete.
Prima di entrare in politica si è laureata in diritto internazionale alla London School of Economics (LSE). Fino a qualche anno fa Baerbock era praticamente sconosciuta, ma da quando è diventata leader dei Verdi si è fatta riconoscere per la sua retorica sobria ed efficace, e per la sua autorevolezza. “Tutti o quasi nel partito la considerano una persona competente e operosa”, ha notato di recente il quotidiano tedesco Die Welt. Nei sondaggi la sua popolarità è superiore a quella di Habeck, sia fra i sostenitori del partito sia fra gli elettori tedeschi in generale, abituati da anni ad avere leader donne in politica.
La riscossa dei Verdi
Secondo diversi osservatori della politica tedesca, negli ultimi tempi i Verdi si sono fatti sempre più largo nel panorama nazionale. Il partito è riuscito ad aumentare i propri consensi sia per la prolungata irrilevanza dei Socialdemocratici, che a settembre secondo i sondaggi otterranno il il peggior risultato della loro storia, sia per le difficoltà della CDU, il partito di centrodestra di Angela Merkel, coinvolto nel complicato sforzo di trovare il sostituto dell’attuale cancelliera.
Il dopo Merkel tanto atteso in Germania
Con le elezioni di settembre si aprirà una nuova pagina politica per la Germania, visto che Angela Merkel non si ricandiderà per la Cdu/Csu dopo 16 anni ininterrottamente alla guida del Paese. La candidatura di Baerbock dovrà essere confermata formalmente al congresso del partito a giugno. Oggi i Verdi, sempre secondo quanto rilevano i sondaggi, incassano più del doppio delle preferenze rispetto all’8,9 per cento delle elezioni del 2017.
(da TPI)
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Aprile 19th, 2021 Riccardo Fucile
CONFERMA INDIRETTA CHE LE SUE CONDIZIONI SONO GRAVI
Alexey Navalny è stato trasferito nel reparto ospedaliero della colonia penale IK-3 del Servizio Penitenziario Federale russo (FSIN) nella regione di Vladimir, specializzato nell’osservazione medica dei detenuti
Lo fa sapere il servizio stampa del FSIN. Secondo il servizio penitenziario le condizioni di Navalny sono “soddisfacenti”
La struttura viene definita come “l’ospedale regionale per i detenuti”. Secondo il FSIN, Navalny “viene visitato ogni giorno da un medico generico” e “con il consenso del paziente, gli è stata prescritta una terapia vitaminica”
“Il trasferimento alla colonia penale IK-3 è un trasferimento alla stessa colonia di tortura, solo con un grande ospedale, dove vengono trasferiti i malati gravi – ha scritto su Twitter Ivan Zhdanov, direttore del Fondo Anti-Corruzione -. E questo va inteso come il fatto che le condizioni di Navalny sono peggiorate così tanto che persino la colonia della tortura lo ammette. È abbastanza chiaro che ora ci viene data una sorta di ‘buona notizia’ sulle condizioni di Alexey prima della protesta. Non fatevi ingannare: possiamo ottenere le vere informazioni solo dagli avvocati”.
Gli alleati del 44enne hanno convocato una manifestazione nazionale per mercoledì 21 aprile, giorno in cui il presidente Vladimir Putin terrà l’annuale discorso alla Nazione
Il ministero dell’Interno russo ha però invitato a non partecipare alla protesta non autorizzata e ha dichiarato che le forze dell’ordine “non permetteranno una destabilizzazione della situazione e prenderanno tutte le misure necessarie per mantenere l’ordine nelle regioni del Paese”.
(da agenzie)
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