Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
BERLUSCONI AVEVA UN’ALTRA CLASSE: PAGAVA E AGGIUNGEVA ANCHE UN CADEAU
Eh no, fermi tutti, non è giusto, non ci sto, se poi si scopre che il Carroccio è sul punto di scarrucolare, Matteo Salvini di cappottare, la destra intera di sgrugnarsi, Michetti e Bernardo di inabissarsi (ma ce la fanno benissimo da soli), e tutto perché la famosa, terribile, spietata, ghignante, grugnante Bestia ha il braccino corto, beh allora ditelo che in questo Paese non funziona più niente, neppure i complotti.
Sì, c’avevamo fatto la bocca ai torbidi misteri del cascinale di Belfiore, al Maghetto Magò della Rete incastrato dai Poteri Fortissimi (oppure dai Servizi, o dai Pupari, o dalla Giustizia a Orologeria, o dalla Spectre, o vai a sapere).
Angosciosi ci agitavano gli interrogativi su chi ha portato la bottiglietta con la droga (se poi era davvero droga), e sul quarto uomo che parlava russo (o forse non era russo, o forse non parlava, o forse neppure c’era).
Ma soprattutto la bomba che, guarda caso, deflagra a cinque giorni dalle elezioni, cribbio, non ci faceva letteralmente chiudere occhio.
Poi, ieri mattina, leggiamo avidamente le cronache immaginando nuove rivelazioni sulla tentacolare cospirazione, e ci cascano le braccia.
Apprendiamo sgomenti che rispetto al prezzo pattuito di quattromila euro (duemilacinquecento versati con regolare bonifico), ai prestatori d’opera non ne sono stati saldati millecinquecento.
Che insomma il Guru ha fatto casino, tanto che ne nasce un litigio e quando la pattuglia arriva sul viale alberato del cascinale, i carabinieri “trovano i due romeni e Morisi che urlano” (Repubblica). Purtroppo avete letto bene: “urlano”.
Come in una qualsiasi volgare rissa da marciapiede.
Come se in quel fatale attimo della storia patria in ballo non ci fossero le sorti del partito di maggioranza relativa, l’immagine adamantina di un leader chino sui problemi del Paese, ma anche la stabilità del governo e la credibilità stessa delle istituzioni.
Almeno, ai bei tempi di Villa Certosa l’ “utilizzatore finale” Silvio non solo pagava senza fiatare ma accompagnava il dovuto con dei preziosi cadeau. Altro stile.
Noi, che pure con Salvini non abbiamo mai legato, non ci sentiremmo di biasimarlo se fosse un tantino irritato con il suo geniale spin doctor. Uno che poteva rovinare la vita a chiunque, e ne ha rovinate parecchie. Uno che girava a bordo di una Maserati Levante. Uno che per millecinquecento euro più Iva ha mandato tutto a puttani.
(da il Fatto Quotidiano)
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Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
JONGHI LAVARINI POSTA UNA FOTO CON LORO
Il barone nero non accetta la presa di distanza dei big dei partiti: «Nessuno
faccia finta di non conoscermi. Il 5% di voti della “destra radicale” fa gola a tutti ed è indispensabile»
Un collage di due foto: in una, “il barone nero” posa accanto a Giorgia Meloni, nell’altra compare abbracciato a Matteo Salvini.
Roberto Jonghi Lavarini, uno dei protagonisthi dell’inchiesta di Fanpage sui presunti finanziamenti illeciti a Fratelli d’Italia, ha voluto dire la sua sul tentativo dei partiti di centrodestra di prendere le distanze dalla vicenda.
Il suo post su Instagram, pubblicato alla vigilia delle elezioni amministrative, rischia di compromettere ulteriormente la corsa a Palazzo Marino del candidato sindaco del centrodestra a Milano, Luca Bernardo.
«Sono assolutamente indipendente e apartitico ma nessuno faccia finta di non conoscermi o, peggio, si permetta di offendere gratuitamente me e la comunità di veri patrioti che, mio malgrado, in questo frangente, ho l’onore e onere di rappresentare – ha scritto il barone nero -. Il 5% di voti della “destra radicale” fa gola a tutti ed è indispensabile per vincere qualunque sfida bipolare, nei comuni e nelle regioni, come alle elezioni politiche».
Jonghi Lavarini, poi, ha diffuso un lungo comunicato – intitolato Note difensive – in cui si smarca da diverse accuse mosse dalla testata giornalistica che ha fatto scoppiare lo scandalo. «Non appartengo a nessuna loggia massonica o associazione segreta, anzi, pur conoscendo diversi massoni, tutti ne conoscono la mia contrarietà e opposizione».
Il barone nero, piuttosto, afferma di appartenere a «diversi ordini cavallereschi cristiani – precisando che il gruppo esoterico che nomina nel video di Fanpage – è solo una chat whatsapp, molto eterogenea, di appassionati di miti, tradizioni, misteri, ufo, magia, castelli infestati da fantasmi, Evola e Guenon, come Atlantide e le Piramidi, lo Yoga ed il Tibet. E, comunque – conclude -, non siamo ancora riusciti a vederci di persona».
(da Open)
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Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
“DA MANAGER GUADAGNAVO UNO STIPENDIO IMPORTANTE, IN POLITICA ALLA FINE CI RIMETTI”
“Lavorerò per rimettere i vitalizi. Ancora una volta mi sono ritrovato a questo convegno di Cateno De Luca con una signora che si è permessa di chiedermi quanto guadagno perché per lei rappresento ancora la casta. Quando sono entrato in politica ero un ricco manager di impresa e guadagnavo uno stipendio importante, ho lasciato l’inacarico per mettermi a servizio della gente. Non ho rubato, non rubo e mai ruberò e avrò solo 400 euro di pensione per questa demagogia”.
A dirlo oggi durante l’assemblea regionale degli amministratori municipali organizzata da Cateno De Luca e Sicilia Vera è stato il presidente dell’assemblea regionale Gianfranco Miccichè che, come riporta l’ANSA, ha replicato a una persona che partecipava all’assemblea e gli ha chiesto ironicamente quanto guadagnava come presidente dell’Ars.
Miccichè irritato ha aggiunto: “Ora sono passato ad uno stipendio sempre ottimo, circa 7000 euro, al mese ma prenderò appunto di pensione solo 400 euro al mese grazie al modo di ragionare di questa gente e dei M5S. Ora mi sono rotto veramente il prossimo che mi chiede quanto guadagno voglio vedere il suo conto corrente, il mio è sempre in rosso”.
(da Huffingtonpost)
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Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
ULTIMA CHIAMATA PRIMA DEL 15 OTTOBRE, POI A CASA
Il tempo stringe: entro il 15 ottobre chi non avrà il Green pass non potrà
andare a lavoro. Forze dell’ordine comprese. E così si inizia a fare la conta dei non vaccinati (soprattutto dopo il caso della vicequestora Nunzia Schilirò)
La data del 15 ottobre si fa sempre più vicina. I lavoratori, pubblici e privati, non avranno più scuse.
Fra meno di due settimane dovranno mostrare la certificazione verde anti Covid per andare a lavoro, forze dell’ordine ed Esercito compresi, nonostante ancora uno su cinque non si sia vaccinato.
Numeri alla mano, come scrive oggi Repubblica, su circa 490 mila agenti – tra carabinieri, poliziotti, Penitenziaria, Fiamme gialle, Esercito, Aeronautica e Marina – ce ne sono 100 mila ancora senza vaccino. Tra questi, però, ci sono anche i titubanti, chi si è messo in fila per età anagrafica (e non per professione), chi è appena guarito dal Covid, chi è allergico e chi ha fatto solo la prima dose.
Il dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale – dopo quello che è successo con la vicequestora di Roma, Nunzia Schilirò, che continua a ribadire la sua contrarietà al Green pass – ha inviato una circolare ricordando l’obbligatorietà del Green pass sottolineando, poi, la necessità di «condurre alla vaccinazione il maggior numero possibile di dipendenti a garanzia anche della salute della collettività» attivando, se necessario, «sedute straordinarie a livello locale».
E così sono stati indetti due Open day, l’11 e il 12 ottobre, per tutto il personale di polizia. Insomma, l’ultima chiamata al vaccino prima che sia troppo tardi.
Quanti sono i non vaccinati
Ma quali sono i numeri dei non vaccinati tra le forze dell’ordine? Tra i poliziotti hanno aderito 79 mila agenti, 72 mila hanno ricevuto le due dosi. Solo il 20 per cento continua a restare nel limbo anche se, spiegano, dei 19 mila rimanenti, circa 11.500 hanno già contratto il virus e gran parte di questi si sarebbero già vaccinato. Mancano dati certi.
Le città con meno vaccinati tra i poliziotti restano Napoli e Milano, vanno meglio Palermo e Roma. Per la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese solo l’8 per cento sarebbe senza copertura. «Ogni giorno, soprattutto nelle sezioni volanti, c’è chi si rifiuta di salire nell’auto dove sa che c’è un collega non vaccinato», racconta un poliziotto. Chi non si è vaccinato, invece, spera in «una proroga per le forze di polizia» mentre i sindacati chiedono tamponi gratis.
Tra le Fiamme gialle ci sono 8 mila non vaccinati su 58.300 finanzieri.
Un terzo degli agenti della Penitenziaria, invece, non ha fatto il vaccino (gli agenti sono in tutto 36.939). Numeri parziali visto che dal conteggio vanno tolti coloro che hanno già avuto il virus.
Tra le Forze armate, poi, l’83 per cento ha ricevuto una dose, il 72 per cento entrambe. Ultimo in classifica l’Esercito dove ci sarebbero, dunque, più “resistenze”. I Carabinieri, invece, hanno 93.224 vaccinati su 108 mila agenti. Ne mancano all’appello 15 mila. Anche in questo caso bisogna considerare i 12.500 carabinieri positivi (e di questi una quota ha fatto la dose singola).
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
SONDAGGIO: L’EMERGENZA AMBIENTALE PERCEPITA COME PRINCIPALE MINACCIA ALLA SICUREZZA
L’emergenza climatica è percepita dagli italiani come la principale minaccia alla sicurezza del paese, un dato in crescita rispetto allo scorso anno. I cittadini ne sono preoccupati addirittura più che della pandemia.
Interrogati sulle principali minacce, gli italiani mostrano di avere le idee chiare: l’89% degli italiani ritiene che l’emergenza climatica rappresenti la principale minaccia alla sicurezza nazionale, un dato in sensibile aumento rispetto al 2020, quando l’84% degli italiani la considerava tale.
La gravità dell’emergenza climatica è inoltre sentita trasversalmente da giovanissimi e over 55, a sottolineare la crescente sensibilità sul tema in tutte le fasce della popolazione italiana.
In ambito comparativo, l’emergenza climatica è considerata più importante anche della pandemia. Lo spettro di nuove epidemie globali hanno infatti ricevuto l’85% delle preferenze, collocandosi al secondo posto in graduatoria, seguite dagli attacchi cibernetici (70%) in terza posizione.
Emerge dal rapporto del Laboratorio Analisi Politiche e Sociali (Laps) del Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena, commissionata dal programma di politica estera Italiana dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) con il sostegno della Fondazione Compagnia San Paolo.
Il sondaggio ha coinvolto un campione di 2.049 individui, dando seguito a precedenti indagini condotte annualmente dallo IAI e LAPS sugli orientamenti degli italiani in materia di politica estera. Il sondaggio completo verrà presentato nelle prossime settimane. In questo articolo un’anticipazione di alcuni dei dati più salienti relativi alle opinioni degli italiani in merito all’emergenza climatica.
Priorità ambientale
Il sondaggio tocca l’importante tema del costo economico della transizione. Posti di fronte al trade-off tra tutela dell’ambiente e crescita economica, il 48% degli italiani privilegia la lotta al cambiamento climatico rispetto alla crescita economica, anche in questo caso un trend in aumento rispetto al 2020.
La questione è quanto mai attuale: storicamente la crescita del PIL è stata associata all’aumento delle emissioni di gas serra, e cambiare rotta alla velocità necessaria non è certo banale. I vantaggi ambientali, sociali ed economici di un’azione tempestiva però superano di gran lunga i costi iniziali – una visione alla base della “crescita verde” promossa da tempo dall’Ue, apripista della visione di crescita ‘net-zero’.
Nonostante il dibattito politico sulla sostenibilità in Italia sia spesso polarizzato e poco incisivo, i partiti italiani sono sempre più spesso chiamati a esprimersi sul tema. Se da una parte è difficile trovare, almeno in Italia, qualcuno che neghi il cambiamento climatico, le posizioni risultano variegate. Il sondaggio mostra che mentre tra gli elettori del PD e M5S prevalgono quelli che indicano la lotta al cambiamento climatico come priorità rispetto alle esigenze economiche, tale orientamento è meno netto nei partiti di destra e di centro-destra, ma le differenze sono tutto sommato limitate.
Grande sostegno per un’azione più robusta dell’Ue sull’ambiente
Molti degli intervistati sostengono con decisione una solida azione europea sul tema climatico. Alla domanda “Cosa dovrebbe fare l’UE sul tema dell’ambiente?” una sorprendente maggioranza (80%) risponde che si dovrebbe sanzionare chi viola la legislazione ambientale. L’Italia è peraltro tra i paesi dell’UE con il maggior numero di violazioni delle norme europee in materia – e per questo ha dovuto pagare circa 500 milioni di euro per violazioni accertate sino al 2018.
Per testare ulteriormente l’opinione degli italiani, è stata posta la stessa domanda a un sotto-campione, ma aggiungendovi il dato sopra riportato sull’entità delle sanzioni già comminate all’Italia. Il risultato non cambia di molto: un’ampia maggioranza (72%) si è espressa a favore di sanzioni europee contro chi viola la legislazione Ue in materia ambientale.
Un ulteriore dato significativo riguarda le iniziative legali di cittadini e associazioni contro lo stato italiano (e altri stati europei) per l’inadempienza nel fronteggiare il cambiamento climatico. Più dell’80% degli intervistati considera tali iniziative utili a sensibilizzare l’opinione pubblica ma il 42% non ritiene che esse possano effettivamente influenzare i decisori politici.
Speranza nel G20
L’indagine sonda anche le percezioni degli italiani sugli appuntamenti decisivi per l’azione climatica globale. L’Italia, con la presidenza del G20 e la co-presidenza della COP26, è una voce importante sui tavoli internazionali, e in queste settimane si discutono infatti a livello multilaterale questioni cruciali – a partire dalla finanza climatica. Interrogati sull’agenda G20, una maggioranza relativa degli intervistati (35,9%) indica come priorità proprio l’emergenza climatica, che stacca, e non di poco, i flussi migratori (21,2%).
Nel frattempo la lotta contro la crisi climatica è entrata nel vivo: con la Pre-COP di Milano e in vista della COP di Glasgow, gli attivisti Fridays for Future (FFF) si sono mobilitati per lo Sciopero Globale del Clima il 24 settembre scorso, chiedendo a gran voce il rispetto degli Accordi di Parigi per contenere l’aumento della temperatura media globale a 1.5 gradi.
Il decennio 2020-2030 è cruciale per pianificare la strada della transizione verso gli obiettivi net-zero entro il 2050. Il crescente sostegno dei cittadini alla causa climatica deve trovare risposte adeguate da parte delle istituzioni, cui spetta assicurare un processo di transizione solidale e ordinato.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
NEL MONDO 5 MILIONI DI VITTIME… ORA SI MARCIA A 8.000 DECESSI AL GIORNO
Le vittime negli Stati Uniti a causa del Covid19 hanno superato le 700.000
unità, secondo i dati della Johns Hopkins University.
Si tratta di un numero di persone più o meno equivalente alla popolazione della capitale Washington. Dopo una risposta iniziale alla pandemia pesantemente criticata, gli Stati Uniti hanno da allora organizzato il lancio di vaccini efficaci, ma si ritrovano comunque ad aver registrato il maggior numero di vittime al mondo, molto più avanti di altri paesi come Brasile e India.
I decessi in tutto il mondo legati alla pandemia hanno superato i 5 milioni e, secondo un conteggio della Reuters, hanno subito una accelerazione, Mentre ci è voluto poco più di un anno perché il bilancio delle vittime raggiungesse quata 2,5 milioni, i successivi 2,5 milioni di morti sono stati registrati in poco meno di otto mesi. Nell’ultima settimana sono stati segnalati in media 8.000 decessi al giorno in tutto il mondo, ovvero circa cinque decessi al minuto.
Negli ultimi giorni c’è stata una crescente attenzione sull’invio di vaccini alle nazioni più povere, dove molte persone devono ancora ricevere la prima dose: più della metà del mondo deve ancora ricevere almeno una dose di un vacci secondo Our World in Data.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
L’INTERVENTO DELLA FIRST LADY PER FAVORIRE CONCESSIONE CREDITI AD AZIENDE AMICHE
Una situazione da monitorare fino in fondo: verrebbe da dire che vista la fama del marito in ambito Covid, non è da escludere nulla.
La procura federale del Brasile ha avviato un’inchiesta sulla moglie del presidente Jair Bolsonaro
L’indagine è stata avviata dopo la denuncia di un presunto intervento della first lady brasiliano per favorire la concessione di crediti da parte dell’istituto di credito, nell’ambito del programma di aiuto per l’emergenza Covid, ad imprese amiche.
L’indagine si basa sulle informazioni contenute in un articolo pubblicano dalla rivista “Crusoé” secondo il quale la signora Bolsonaro trattò personalmente con il presidente della Caixa, Pedro Guimarães, inoltrando i documenti degli imprenditori che chiedevano crediti a bassi interessi.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
“CON GIORGIA LITIGAI QUANDO ERA MINISTRA DELLA GIOVENTU'”
Nonostante le dichiarazioni di Berlusconi, poi smentite, si continua a non
vedere Salvini e Meloni all’altezza di un ruolo di sì tanta responsabilità, e probabilmente non lo si fa con tutti i torti, vista l’inadeguatezza di uno da ministro e dell’altra in ogni sua proposta che ultimamente ha riguardato Covid, migranti ma non solo.
Antonio Martino, ex ministro azzurro dei governi Berlusconi afferma che il leader di Forza Italia “non ha mai coltivato una successione degna di questo nome. Ma al tempo stesso dobbiamo prendere atto che né Giorgia Meloni né Matteo Salvini hanno la stoffa del leader: nessuno dei due lo vedrei come presidente del Consiglio di un nostro governo, di un governo di centro-destra”.
A Roma, “se ci fosse stato Guido Bertolaso, avrei votato per lui”, dice. Se voterà per Carlo Calenda?”Voterò per il più simpatico”, risponde
Meloni futuro premier? “Con lei ricordo uno scontro quando era ministra per le Politiche giovanili. Lei caldeggiava un provvedimento a favore delle ‘comunità giovanili’, intervenni per ricordare che non è ammissibile chiedere ai cittadini di mettere le mani al portafoglio, riducendo le risorse destinate alle finalità essenziali dello Stato per poi dilapidare denari in provvedimenti della cui, non dico utilità, ma addirittura serietà, è lecito dubitare. Avemmo uno scontro in Parlamento, il provvedimento non passò e lei mi mandò a quel paese”.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2021 Riccardo Fucile
“BERNARDO NON E’ UN CANDIDATO ADEGUATO PER MILANO, POI DELLA POLITICA NON MI IMPORTA UN CAZZO”
“Fidanza ha fatto una puttanata che costerà voti a Fratelli d’Italia perché quando l’elettorato viene a sapere che vengono commesse queste cose, non va tanto per il sottile e non ti vota”.
Non va tanto per il sottile, come ci ha sempre abituati, anche Vittorio Feltri, capolista del partito di Giorgia Meloni a Milano per le elezioni Comunali del 3 e 4 ottobre.
A Fanpage.it, il fondatore e direttore editoriale di Libero commenta l’inchiesta “Lobby nera” del team Backstair sull’eurodeputato, nel frattempo autosospesosi dall’incarico di capodelegazione del partito stesso.
Direttore, in una circostanza Fidanza parla male di un capolista. Pensa possa essere lei?
Non mi interessa niente di chi possa essere. Io Fidanza manco lo conosco, si figuri che rilievo possano avere le sue dichiarazioni nei miei confronti.
Cosa pensa della vicenda?
Che ha fatto una puttanata ed è degno di essere rimproverato. Se tutto quello che è stato raccolto dovesse essere interamente vero, è chiaro che ha sbagliato e ha fatto un’azione scorretta.
Ci sono però anche ambienti fascisti vicini sia a Fidanza che a Chiara Valcepina. Nell’inchiesta si sentono insulti indirizzati a neri ed ebrei, inneggi a Hitler. Non è grave?
Il fascismo in Italia non c’è più da un pezzo, però sono rimasti gli antifascisti.
Beh, alcune dichiarazioni di questi soggetti fanno pensare che sia proprio il contrario…
Io credo che se nel 2021 ti dichiari ancora fascista, o comunista, sei un deficiente.
Senta a proposito delle elezioni: è la sua prima volta da candidato, prova qualche tipo di emozione al riguardo?
Nessuna, mi fa solo piacere se riesco a dare una mano a Giorgia Meloni che stimo e ammiro.
In che posizione si trova la leader di FdI?
Fino a prima che si sapesse di Fidanza molto comoda (ride, ndr). Ora un po’ meno.
Chi vincerà?
Sala, ovviamente.
Al primo turno?
Che cambia tra primo turno e ballottaggio? L’importante è vincere.
Ma perché non le piace Bernardo?
Ma perché non è il candidato adeguato, cinque anni fa c’era Parisi che era di un’altra categoria. Poi, a me sinceramente importa poco per non dire un cazzo della politica.
(da agenzie)
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