Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
I SITI ITALIANI SU CUI SONO STATE RIPUBBLICATE NOTIZIE DELL’AGENZIA HANNO REALIZZATO OLTRE 18 MILIONI DI VISUALIZZAZIONI IN SOLI TRE MESI – IN TESTA AI SITI-MEGAFONO ITALIANI C’E’ CONTROINFORMAZIONE.IT
News-Front.info è un’agenzia di stampa che nasce in Crimea il 25 novembre
2014, pochi mesi dopo l’occupazione russa. Il fondatore e direttore dell’agenzia è Konstantin Knyrik, 33 anni, che è anche il capo del partito ultranazionalista filo-Cremlino Rodina, che in russo significa «Patria», ed ha una divisione in Crimea.
L’email del partito Rodina cheredni-chenko83@mail.ru è la stessa di Mediagroup NewsFront, la società che pubblica il sito. Entrambe hanno sede in Crimea nel distretto di Bakhchisarai. L’indirizzo IP assegnato a NewsFront è di proprietà della Storm System LLC con sede a Mosca. Il Tesoro americano segnala che Konstantin Knyrik agisce per conto dell’Fsb, ex Kgb.
Per questa ragione è stato sanzionato da Usa, Ue e Uk. Sanzionati da Usa e Uk pure il cofondatore di NewsFront Mikhail Sinelin, il vicedirettore Yevgeniy Glotov, e il finanziatore Yuriy Fedin.
Da febbraio 2022 a fine maggio, in concomitanza con l’invasione russa dell’Ucraina, News-Front.info, che pubblica i contenuti in 11 lingue, ha avuto 26,5 milioni di visualizzazioni.
I siti che più la citano e vi indirizzano maggior traffico ( checked backlinks ) sono per il 35,5% in tedesco, 20,2% in russo, 13% in spagnolo, 9,3% in slovacco, 7,8% in inglese, 4,6% in olandese, seguono quelli in portoghese, francese, e altre lingue.
La fascia più numerosa di lettori è quella compresa tra il 25-34 anni (20,95%). Secondo NewsGuard, società indipendente che certifica l’attendibilità dei contenuti online, è un sito di propaganda e disinformazione perché non dichiara come si sostiene, quali sono le fonti degli articoli, e non presenta le evidenze sui fatti narrati. Facebook ha sospeso la pagina il 30 aprile, Twitter e Youtube il 20 maggio.
I collaboratori di News-Front.info («Tutti volontari in giro per il mondo», è scritto sul sito nella sezione about us ) lavorano anche per Anna-news.info, altro sito fondato da Knyrik, che ha la sede principale a Mosca e pubblica in russo, inglese, tedesco, francese e spagnolo.
Nell’agosto 2021 il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, sulla base della decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale, ha firmato un decreto sull’«applicazione di misure economiche speciali personali e altre misure restrittive» contro Anna-news. Con l’aiuto della società di cybersicurezza Swascan guidata da Pierguido Iezzi vediamo tre esempi di come la disinformazione di NewsFront arriva e si diffonde in Italia.
Primo esempio. Il 12 maggio 2022 alle 13:23 News-Front.info pubblica in lingua tedesca la notizia che preannuncia una «Destabilizzazione dell’ordine mondiale liberale». Poche ore dopo Controinformazione.info, con una traduzione dal russo di Luciano Lago, ripubblica lo stesso pezzo con il sottotitolo «In arrivo la destabilizzazione dell’ordine mondiale liberale». Lo stesso giorno la notizia di Controinformazione.info viene resa visibile in modo automatico su 11 siti: alle 16.39 su freeanimals-freeanimals.blogspot.com, alle 16.51 su decamentelibera.blogspot.com; alle 16.58 su dadietroilsipario.blogspot.com; e poi su sadefenza.blogspot.com; itruffatori.blogspot.com; unlungosogno.blogspot.com, ecc.
Secondo esempio. Il 21 marzo alle 8:17 NewsFront pubblica in spagnolo «Estados Unidos quiere prolongar la crisis en Ucrania para aumentar las ganancias de los fabricantes de armas». Il testo compare il 23 marzo su lapekoranera.it con il titolo: «Gli Usa vogliono prolungare la crisi in Ucraina per aumentare i profitti dei produttori di armi». Il 16 aprile il contenuto rimbalza su parliamodi.news e il 02 maggio su tudonoticia.org (poi rimosso).
Terzo esempio. Il 26 gennaio Sakeritalia.it traduce un articolo pubblicato da Newsfront il 24 gennaio, il 27 gennaio lo riprende tal quale Appelloalpopolo.it con il titolo «L’Ucraina trarrà vantaggio delle forniture di armi dagli Usa e dagli Stati Baltici?».
Controinformazione.info da marzo a fine maggio ha avuto quasi 1,3 milioni di visualizzazioni. A partire dal 24 febbraio il sito ha tradotto da News-front.info ben 32 articoli, rimbalzati a loro volta su altri 30 siti. Sempre da marzo a maggio, lapekoranera.it ha contato 1,65 milioni di visualizzazioni, mentre la notizia sulla volontà degli Usa di prolungare la guerra per aumentare il business sulle armi è rimbalzata su un altro sito con 165.100 visualizzazioni (parliamodi.news).
Nello stesso periodo, Sakeritalia.it, con a capo Andrei Raevsky, definito TheSaker, e che pubblica contenuti anche in francese, tedesco, spagnolo e russo, ha ottenuto 415.100 clic. Risultano tradotti da NewsFront 11 articoli come: «Le folli azioni del regime di Kiev hanno provocato caos e anarchia nelle strade di città pacifiche» pubblicato su NewsFront il 7 marzo, oppure «La religione ucraina con i suoi falsi profeti», uscito su NewsFront il 28 maggio. Appelloalpopolo.it, che ha ripubblicato a sua volta, ha avuto altre 61.100 visualizzazioni.
Anche Vietatoparlare.it, che usa NewsFront come fonte, ne ha raccolte 78.200. Complessivamente i siti italiani su cui sono state ripubblicate notizie dell’agenzia diretta dal capo del partito Rodina hanno realizzato oltre 18 milioni di visualizzazioni in soli tre mesi. La lista completa delle pubblicazioni sui siti italiani è su Corriere.it . Senza contare i rilanci sui social, in particolare su twitter e nitter (social contro la censura simile a twitter), dove gli articoli tradotti da Controinformazione.info hanno avuto ampia eco
Per esempio quello del 16 febbraio: «Provocazione in stile “caschi bianchi”: l’#Ucraina prepara un disastro chimico nel #Donbass», o quello del 7 marzo: «I metodi del Terzo Reich: Zelensky e i “partner occidentali” dell’Ucraina portano le persone al massacro».
Quello che il lettore non sa Nei Paesi democratici fortunatamente ognuno può pubblicare ciò che crede, ma il lettore quando apre un sito di informazione dovrebbe essere messo in grado di capire da dove arrivano le notizie che sta leggendo.
Il 16 giugno a Bruxelles è stato presentato il nuovo Codice di buone pratiche con il quale i motori di ricerca e le piattaforme devono tutelare i loro utenti dalla disinformazione. Dovrebbero contrassegnare con una spunta verde il sito affidabile, e con un punto esclamativo in rosso in caso contrario.
E poi accompagnare con un browser tutte le informazioni relative agli indicatori specifici: attendibilità delle fonti, distinzione fra fatti e opinioni, se vengono ripetutamente pubblicate notizie false o titoli ingannevoli, chi finanzia il sito. Ma di fatto, denuncia NewsGuard, solo Microsoft sta andando in questa direzione, mentre tutti gli altri motori di ricerca (Google, Yahoo, DuckDuckgo ecc.) e le piattaforme social Meta (Facebook), Twitter e TikTok, non stanno facendo nulla.
Il problema è che le Linee guida Ue del maggio 2021 raccomandano di aiutare gli utenti a orientarsi, ma non c’è nessun obbligo a farlo. Controinformazione.info si presenta così ai lettori: «Siamo un pugno di persone che non si accontentano delle verità di comodo dell’apparato dei media ufficiali e che operano su un percorso di ricerca e di cognizione libera di idee…». Nessuno però dice al lettore che le notizie riportate pari pari da News-Front.info provengono da un sito diretto dal capo di un partito ultranazionalista direttamente legato al Cremlino.
(da il Corriere della Sera)
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Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
UN SOTTOSEGRETARIO CHE NON CONOSCE NEMMENO LA LEGGE: “QUANDO SI VA IN TELEVISIONE BISOGNA ESSERE PREPARATI, ALTRIMENTI FACCIA ALTRO”
Tra gli autori e sostenitori del disegno di legge sullo Ius Scholae c’è l’avvocato Hilarry Sedu, che a Omnibus su La7 ha avuto un dibattito con il sottosegretario leghista all’Istruzione Rossano Sasso.
Per l’esponente del Carroccio in Italia esiste già lo Ius Soli: “Ci sono alcuni partiti – ha detto – che vogliono anteporre i desideri degli immigrati a quelli degli italiani ed è chiaro che qualcosa non va. A chi ci ascolta io ricordo che lo Ius Soli è previsto dall’art. 9, comma 1, lettera F, della legge 92 del 1991”. Il testo al quale Sasso fa riferimento prevede però che la cittadinanza venga riconosciuta in casi limitati a coloro che nascono nel territorio italiano e i cui genitori siano da considerarsi o ignoti
Poi il leghista ha attaccato lo Ius Scholae, ipotizzando che un genitore di un ragazzo che abbia ottenuto la cittadinanza possa “delinquere” sicuro di non poter essere espulso: “Se un bambino di 8 anni ha un papà che delinque, e i dati dimostrano che sono tantissimi i reati compiuti dagli immigrati, quel papà non viene espulso”
A quel punto Sedu prende la parola: “L’onorevole Sasso ha dato prova di impreparazione”. “Impreparato lo dica a qualcun altro”, replica Sasso, ma Sedu argomenta: “Se il genitore del minore delinque e costituisce una minaccia per lo Stato e per l’ordine pubblico, viene comunque espulso. Lei prima ha anche sostenuto che in Italia esiste lo Ius Soli, ma in realtà non esiste. E anche su questo devo dire che lei purtroppo è impreparato”.
“Lei sta facendo una etnicizzazione dei reati – prosegue l’avvocato – I reati vengono commessi dagli italiani autoctoni e da chiunque. L’etnicizzazione del reato è razzismo puro”.
Sasso respinge le accuse di razzismo ma Sedu insiste: “Glielo dico perché sta facendo una serie di confusioni arrivando a dire addirittura agli italiani che in questo momento esiste lo Ius Soli. Per favore, quando si va in televisione, bisogna essere preparati, altrimenti si fa altro”. All’invito di Sasso a Sedu di “ripassare l’articolo 9 della legge” l’avvocato conclude perentorio: “Veramente sarebbe l’art. 4 e anche in questo lei è impreparato”.
(da NextQuotidiano)
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Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
BALBETTANTI DI FRONTE ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE E BELLIGERANTI CONTRO BAMBINI GIÀ ITALIANI NEI FATTI PER NASCONDERE I SOLITI PREGIUDIZI… ALZANO LA POLVERE INTORNO A UNA LEGGE PERCHÉ NON RIESCONO A CONTRASTARLA NEL MERITO
Sono talmente “forti”, talmente “uomini al comando” che hanno deciso di
prendersela con i bambini.
Anche il dibattito politico sullo Ius scholae mostra la natura di Salvini e Meloni, sempre balbettanti di fronte a un Draghi o davanti alla comunità internazionale e poi improvvisamente belligeranti contro bambini già italiani nei fatti (molti di loro nati in Italia) che diventano una roncola da agitare per mettere in piazza i soliti stolti fantasiosi pregiudizi che non trovano riscontro nella realtà.
Ci ricorderemo, tra qualche anno, che nel 2022 è accaduto che bastonando i bambini Salvini e Meloni sono riusciti a parlare di immigrati e droga (dimenticando che la criminalità organizzata italiana, ‘Ndrangheta in testa, è la regina della cocaina nel mondo), sono riusciti a parlare degli sbarchi (che non hanno nessun collegamento con lo Ius scholae ma sono saldamenti collegati alle guerre che Salvini e Meloni propugnano e alla crisi climatica che continuano a negare), sono riusciti ancora una volta ad alzare la polvere intorno a una legge perché non riescono a contrastarla nel merito.
I benefici portati dall’acquisizione della cittadinanza
Si parla invece di una legge che interessa il 10 per cento della popolazione scolastica. Il 65 per cento degli interessati sono già nati in Italia. Si possono immaginare invece i benefici.
Come scrive Giulia Bettina per lavoce.info «la letteratura economica ha spesso messo in luce i benefici significativi dell’acquisizione della cittadinanza, che agisce da catalizzatore per l’integrazione socio-economica dei migranti, focalizzandosi soprattutto sulla partecipazione degli stranieri già adulti al mercato del lavoro.
Vi sono anche ricerche che si sono concentrate specificamente sull’impatto delle naturalizzazioni dei più giovani. Per esempio, in Germania la riforma che nel 2001 ha introdotto lo ius soli (ossia la concessione della cittadinanza per il solo fatto di essere nati in territorio tedesco) al posto del precedente ius sanguinis ha offerto l’opportunità di un interessante caso di studio.
I risultati sul caso tedesco, così come per altri Paesi europei, mostrano che l’acquisizione della cittadinanza esercita un effetto positivo sulle performance scolastiche dei minori stranieri, riduce il loro tasso di abbandono e accresce le probabilità di intraprendere percorsi di istruzione propedeutici alla frequenza universitaria».
Lucrare sui più deboli per una manciata di voti
Si tratta di una legge che servirebbe a togliere a cittadini già italiani la spiacevole sensazione di essere ospiti, anche poco desiderati, in un Paese in cui sono già impiantati per costruirsi il proprio futuro.
Come racconta Marwa Mahmoud, attivista del Movimento Italiani senza cittadinanza e consigliera comunale a Reggio Emilia, a Eleonora Camilli su Valigia Blu «è l’ultima chiamata in stazione, se non passa questo treno sarà difficile ricominciare la battaglia da capo. Sono anni che disperdiamo energie, sempre più persone stanno andando in altri Paesi, perché si sentono figli illegittimi, a volte del tutto orfani, di un Paese che non li riconosce.
Ci sono oltre un milione e mezzo di ragazzi che aspettano da troppo tempo, c’è grande disillusione e stanchezza anche nei movimenti». Se non se ne farà nulla potremmo raccontare ai compagni di classe dei nostri figli che gli “uomini forti” Meloni e Salvini (a Giorgia non dispiacerà essere chiamata così) hanno lucrato sulla loro schiena per una manciata di voti. Pronti a lucrare su qualcun altro al prossimo giro.
(da Tag-43)
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Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
MOLTI SPARIRANNO IN 20-30 ANNI… MA IN ITALIA GLI AMBIENTALISTI VENGONO DERISI DA UNA MASSA DI IGNORANTI
Non solo la Marmolada: i cosiddetti glacier hazards, ovvero i rischi legati a valanghe di ghiaccio e ad alluvioni catastrofiche, sono in aumento e riguardano l’intero arco alpino.
La più grande tragedia sulle Alpi nell’era moderna, con almeno 7 vittime accertate, ha riacceso l’attenzione su una situazione che l’Italia deve monitorare con attenzione. Il nostro Paese, infatti, conta secondo l’ultimo Catasto effettuato ben 903 ghiacciai sul suo territorio. Si trovano praticamente tutti sull’arco alpino, tranne i due piccoli corpi glaciali del Calderone sull’Appenino abruzzese. In totale coprono una superficie di 368 chilometri quadrati, ovvero il 40% in meno rispetto al precedente catasto del 1989.
Non c’è solo il grande caldo delle ultime settimane, quindi: la ritirata dei ghiacciai è un fenomeno che prosegue da ormai oltre mezzo secolo. E che, secondo WWF Italia, è destinato a peggiorare: “Con la media delle temperature degli ultimi anni i ghiacciai sotto i 3.500 metri di altitudine sono destinati a sparire nel giro di 20-30 anni“.
Dove si trovano
La fotografia più completa e aggiornata sullo stato dei ghiacciai in Italia è quella realizzata dal gruppo di ricerca glaciologica dell’Università degli Studi di Milano nel 2015: il Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani a cura di Claudio Smiraglia e Guglielmina Diolaiuti. Sono stati censiti 903 ghiacciai nel nostro Paese. Il numero più elevato si registra in Lombardia, dove sono 230, seguita dall’Alto Adige con 212 e dalla Valle d’Aosta con 192. Altri 115 corpi glaciali sono presenti in Trentino, mentre in Piemonte sono 107. Numeri molto più bassi nelle altre due Regioni dell’arco alpino: in Veneto sono 38, in Friuli Venezia Giulia appena 7. Poi, come detto, sono stati censiti anche due piccoli ghiacciai in Abruzzo, gli unici presenti sull’Appenino. Analizzando la superficie dei corpi glaciali rispetto all’estensione delle diverse Regioni, la Valle d’Aosta risulta essere quella più “glacializzata”, con il 36,1% del territorio ricoperto dal ghiaccio. Seguono sempre la Lombardia (23,8%) e l’Alto Adige (23%).
Le loro caratteristiche
Le tipologie di ghiacciai presenti in Italia sono molto diverse: il grande altopiano dell’Adamello è il più vasto apparato glaciale delle alpi sul versante italiano. Ma ci sono anche ghiacciai vallivi come i Forni e il Lys, oppure i piccoli ghiacciai montani e i minuscoli glacionevati. In generale, evidenzia l’ultimo catasto, si caratterizzano per essere di ridotte dimensioni: la media nazionale è di 0,41 chilometri quadrati. Infatti, l’84% dei ghiacciai italiani ricopre solo il 21% della superficie totale ghiacciata nel nostro Paese. I corpi che hanno un’area maggiore di un chilometro quadrato sono appena il 9,4%, si legge nel catasto realizzato da Smiraglia e Diolaiuti, ma coprono una superficie del 67,8%. Sono solamente tre i ghiacciai italiani che superano i 10 km quadrati di estensione: il Ghiacciaio dei Forni (11,34) in Lombardia, il Ghiacciaio dell’Adamello (16,30( in Lombardia e Trentino, il Ghiacciaio del Miage (10,47) in Valle d’Aosta. Da soli rappresentano il 10,3% dell’intera area glaciale italiana.
La velocità di riduzione
Il confronto con i dati raccolti nei decenni passati permetti di certificare come i ghiacciai italiani siano in forte ritiro. L’ultimo catasto realizzato -che quindi non tiene conto di quanto accaduto negli ultimi 6 anni – dimostra che la superficie è passata dai 519 chilometri quadrati del 1962 (Catasto Cgi-Cnr), ai 609 del 1989 (catasto World Glacier Inventory, con dati raccolti negli anni ’70-80), fino agli attuali 368 chilometri, pari al 40% in meno rispetto all’ultimo catasto. Il numero dei ghiacciai è paradossalmente aumentato: si è passati dai 835 apparati glaciali del primo catasto (realizzato nel 1962) ai 903 attuali. L’incremento di 68 unità però è dovuto alle frammentazioni, ovvero a ghiacciai più grandi che per via del loro scioglimento si sono ridotti in più corpi sempre più piccoli.
“L’aumento rispetto al 1962 è un altro segnale di pericolo – sottolinea WWF Italia – perché dovuto all’intensa frammentazione che ha ridotto sistemi glaciali complessi a singoli ghiacciai più piccoli. Negli ultimi 150 anni alcuni ghiacciai hanno perso oltre due chilometri di lunghezza, ma a ridursi è anche il loro spessore che in una sola estate può assottigliarsi anche di 6 metri“. “Se le temperature continueranno ad aumentare – afferma l’ong ambientalista – nel giro di pochi decenni i ghiacci eterni dalle Alpi Orientali e Centrali potrebbero ridursi drasticamente o scomparire. Rimarrebbero solo sulle Alpi Occidentali, quelle più alte. Inoltre, i ghiacciai sono sempre più scuri, e quindi più vulnerabili alle radiazioni solari“.
Le differenze regionali
La riduzione dei ghiacciai nelle diverse Regioni, secondo i dati raccolti nell’ultimo catasto, risulta tuttavia molto diversificata. In Piemonte, Veneto e Friuli-Venezia Giulia la superficie si è ridotta di quasi la metà in mezzo secolo. In Lombardia, invece, i ghiacciai hanno registrato nello stesso arco di tempo una perdita di estensione inferiore: circa un quinto rispetto al 1962, seppure il dato potrebbe essere sottostimato. Inoltre, il catasto del 2015 identifica ben 180 ghiacciai come estinti. La maggior parte si trovava in Alto Adige (70), altri 37 in Valle d’Aosta e 24 in Lombardia.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
NEL PNRR I FONDI A DISPOSIZIONE DELLE CENTRALINE DELL’ACQUA SONO APPENA 900 MILIONI… I SOLDI NON BASTANO PER SISTEMARE LE FALLE NEL NOSTRO SISTEMA
Ci ritroviamo gli acquedotti colabrodo che, da soli, cioè senza che nessuno di
noi si faccia mezza doccia, buttano via più del 30% di quello che dovrebbero incanalare. Parlano i fatti. Anzi, i numeri.
Primo: un terzo dell’acqua che circola nella rete idrica italiana si perde prima che noi apriamo la vasca del bagno. Vuol dire che ogni cinque litri, due li perdiamo dissipandoli da qualche parte tra falle, inghippi e tubi vecchi di settant’ anni.
Secondo: il problema non lo scopriamo ora, è antico quanto i condotti di cui sopra, al punto che il governo ci sta provando a metterci una pezza, ma è talmente risicata che tapperà ben poco. Nel Pnrr i fondi a disposizione delle centraline dell’acqua sono appena 900 milioni. Cioè a malapena il 2%. Ma di cosa stiamo discutendo?
Terzo: a richiamarci all’ordine son capaci tutti. Arrivano le ordinanze che razionano le scorte (sacrosante, per carità, dato il momento) e in alcuni casi ti viene persino da ridere: a Castenaso, nel Bolognese, i parrucchieri non possono più farti il secondo shampoo; a Pergine, in Valsugana, l’orto lo puoi innaffiare ma tassativamente con bagnafiori “a uso manuale” che non superino i dodici litri di capienza. Sono esempi.
La Sima, che è la società italiana di medicina ambientale, ieri è ri-sbucata fuori per ricordarci che ogni italiano consuma 245 litri di acqua al giorno (trenta per lavarsi i denti, cinquanta per farsi la doccia, cento per togliere il fango dalla macchina) e non l’ha presa benissimo: «Per risolvere il nodo siccità occorre partire dalle abitudini quotidiane dei cittadini», tuona il suo presidente, Alessandro Miani, snocciolando un rosario di regole per sciupare il meno possibile.
Fare la lavastoviglie solo se è a pieno carico; non far scorrere il rubinetto mentre ci si rasa la barba; usare i wc con il doppio pulsante di erogazione; raccogliere la pioggia per bagnare le zucchine del campo. Però la ramanzina sarebbe meglio farla a chi, negli ultimi cinquant’ anni, ha consentito che la nostra rete idrica si sia ridotta a un colino da minestra.
Sarebbe meglio, inoltre, le orecchie tirargliele a chi oggi sbandiera Vogliamo dirla tutta? La prima tranche di richieste che sono fioccate a Roma per accaparrarsi gli spicci di quei famosi 900 milioni di Pnrr supera già (e di gran lunga) gli importi messi a bando perché vale, e da sola, circa 2,1 miliardi: l’ha sottolineato il ministero della Transazione.
Ieri il governo ha fatto sapere che, per il momento, ha messo sul tavolo 1,38 miliardi in risorse a vario titolo per le riduzioni delle perdite di acqua nelle redi di distribuzione nazionale, i soldi del Pnrr più altri 482 milioni del programma React Eu: ma il discorso cambia di qualche millimetro.
Solo la prima fetta di domande (ne sono arrivate 119) per accedere ai fondi del Pnrr, che scadeva il 31 maggio e, tra l’altro, copriva appena 630 dei 900 milioni di euro totali, è praticamente il doppio di quanto l’esecutivo dispone, per ora, con la cassa pubblica,
E il problema rimarrà.
(da agenzie)
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Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
IL LEONE SOVRANISTA DA TASTIERA DOVRA’ AFFRONTARE IL PROCESSO
Si è aperto al tribunale di Vicenza il processo nei confronti di un imprenditore di 56 anni, accusato di avere insultato su Facebook l’eurodeputata del Pd, Alessandra Moretti.
I fatti risalgono al 2018, quando Fabio A. – milanese residente a Montecarlo – aveva condiviso un articolo che attribuiva all’esponente democratica alcune affermazioni che lei non aveva mai pronunciato con quali veniva incolpato Matteo Salvini della morte di Desirée Mariottini, la 16enne uccisa a Roma dopo aver subito violenza. L’imprenditore aveva accompagnato la condivisione dell’articolo (falso) con una serie di insulti, sessisti e non: tra questi ce n’è solo uno pronunciabile, “imbecille”. Per tutti questi motivi l’imprenditore milanese dovrà rispondere di diffamazione aggravata.
Moretti, assistita dall’avvocato Alessandro Cogolato, ha rifiutato l’offerta di 5mila euro avanzata dal “leone da tastiera” per ritirare la querela nei suoi confronti e sarà parte civile al processo. “Su certi diritti non possono esistere compromessi e accordi, non è una questione economica, ma una battaglia di civiltà e giustizia, non sono disposta ad accettare e sono decisa ad andare fino in fondo” ha spiegato Moretti al Corriere della Sera.
“Chi, come me, riveste un ruolo pubblico e fa politica ha la responsabilità non solo di dare il buon esempio ma di dare soprattutto coraggio a chi è più fragile – continua l’eurodeputata – Questa battaglia la porto avanti per tutte le donne e per tutte le ragazze che ogni giorno subiscono qualsiasi forma di abuso o molestia”.
(da agenzie)
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Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
SE IL M5S ROMPERÀ CON IL GOVERNO, IL PD NON ACCETTERÀ UN ESECUTIVO CON APPOGGIO ESTERNO DEI GRILLINI, NÉ UN GOVERNO TECNICO…L’UNICA STRADA PER I DEM È IL VOTO ANTICIPATO
«Non c’è nessun altro governo se cade questo. Troppo alte e impegnative le
sfide che il Paese ha davanti». Il segretario del Pd, Enrico Letta, non ha dubbi: «C’è preoccupazione per la situazione. Il partito è comunque in salute ed eventualmente pronto al voto. Non c’è alcuna agitazione, semmai grande determinazione, se si dovesse andare ad uno showdown elettorale».
Questo è lo scenario che il segretario non teme, ma non quello al quale lavora. Ha incontrato Giuseppe Conte a Cortona, venerdì scorso, all’assemblea della corrente guidata da Dario Franceschini, e da allora i contatti non si sono mai interrotti.
L’obiettivo dichiarato di Letta è quello di lavorare con grande impegno per tenere Giuseppe Conte e il Movimento a bordo. Per il Nazareno è quindi soprattutto l’ora della diplomazia e non degli ultimatum, perché la scelta prioritaria è quella di continuare con questo governo e con questa maggioranza fino alla fine naturale della legislatura.
Certo, non ci sono sconti possibili. Impensabile andare avanti come se nulla fosse se il leader dei Cinque Stelle scegliesse la strada dell’appoggio esterno al governo. Ma Letta è convinto, e lo va dicendo a Conte, che far prevalere la linea massimalista non solo sarebbe un male evidente per il Paese, ma anche per le prospettive elettorali del suo Movimento.
Che senso ha, si ragiona al Nazareno, per un leader che ha fatto il presidente del Consiglio, che ha portato a casa le fondamenta del Pnrr, che ha dato al Movimento una prospettiva istituzionale, farsi mangiare affidandosi a capi popolo come Alessandro Di Battista e Virginia Raggi?
Enrico Letta ovviamente vede di quanti ostacoli è irto il cammino per la prospettiva del campo largo, ma non sarà certo lui a mollare, perché è convinto che sia l’unica strada che possa contrastare il passo alle destre, che – per quanto divise – si presenteranno alla fine unite alle elezioni.
Al Nazareno in questi giorni si guarda e riguarda l’ultimo sondaggio fatto da Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera . E si dice, numeri alla mano: controllate, la sinistra divisa perde. Se invece si unisce, per la prima volta dal 2016, il risultato torna a darle ragione. E questo senza rinunciare alle prospettive di crescita del Pd. Al Nazareno è molto piaciuta l’intervista di Roberto Speranza, che alla Stampa ha detto di vedere la possibilità di un nuovo Ulivo vincente, sotto la guida di Letta.
Il segretario del Pd è tutt’ altro che contrario a rivedere la legge elettorale, considera quella attuale una normativa pessima, ma teme che i margini per modificarla in Parlamento siano davvero esigui, e quindi è necessario organizzarsi al meglio, in vista del voto del 2023, nell’ipotesi probabile che il sistema non cambi.
Non c’è quindi alcun conflitto di sostanza con l’altro uomo forte del Pd, Dario Franceschini, che ieri ha chiuso i lavori della sua componente. Tutti e due pensano che non ci siano margini qualora Giuseppe Conte scegliesse la via della rottura dell’alleanza di governo, semmai il segretario del Pd, anche per il suo ruolo, è maggiormente impegnato perché i conflitti si ricompongano e la rottura non si verifichi.
(da il Corriere della Sera)
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Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
“DRAGHI? DOVETE ESSERE ORGOGLIOSI DELLA LEADERSHIP CHE AVETE” – “PUTIN UCCIDE TUTTI, RIFIUTARE DI INVIARE ARMI IN UCRAINA È UN TRADIMENTO”
“Se non diamo armi agli ucraini, se non sosteniamo gli ucraini è come se non avessimo sostenuto gli ebrei”. Alec Ross non usa i guanti. In un’intervista ad Antonello Barone per la settima edizione del Festival del Sarà – Dialoghi sul Futuro, in programma in piazza Duomo a Termoli dal 22 al 24 luglio, l’ex consigliere di Barack Obama, noto esperto americano di politiche tecnologiche, dà le pagelle alla politica italiana di fronte alla guerra russa in Ucraina.
Promosso a pieni voti il presidente del Consiglio Mario Draghi. “Voi italiani dovete essere orgogliosi adesso della leadership che avete”, dice Ross. A Washington DC il timoniere di Palazzo Chigi è tenuto in grande considerazione, spiega poi. “Dal punto di vista dei miei amici della Casa Bianca chi sono i leader più capaci oggi in Europa? L’Inghilterra con Boris Johnson? No. Macron? No. Olaf Scholz in Germania? No. In realtà è il governo di Draghi”.
Durissimo invece il giudizio sul leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, reduce da uno scontro aperto con Draghi e tentato da uno strappo alla maggioranza per passare a un appoggio esterno al governo. Il guru tech americano definisce l’ex premier “vergognoso”.
Sotto accusa finiscono “le sue ambizioni” e i suoi “punti di vista sulla guerra Ucraina-Russia”. Ovvero la posizione, difesa a più riprese da Conte e dal Movimento Cinque Stelle, di sostanziale contrarietà all’invio di armi alla resistenza ucraina, su cui si è rischiato un tonfo della maggioranza di governo lo scorso 21 giugno, quando il Parlamento ha votato una risoluzione sulla guerra e il posizionamento dell’Italia.
Per Ross non ci sono vie di mezzo, “Putin uccide tutti”. Rifiutarsi di inviare armi, a suo dire, è un tradimento non lontano da quello perpetrato dai “collaboratori italiani” che, settant’anni fa, “hanno inviato gli ebrei in Germania”.
L’affondo di Ross, oggi visiting professor all’Università di Bologna, aprirà il festival di Termoli e sarà commentato dagli ospiti in presenza. Saranno più di trenta a partecipare al dibattito “Verticale italiana. Diritti. Istituzioni. Imprese”.
Tra i protagonisti nelle edizioni passate della kermesse, ormai diventata un punto di riferimento per la regione, l’ex premier Romano Prodi e l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini oltre a presidenti di regione, manager, giornalisti e accademici.
(da il Giornale)
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Luglio 4th, 2022 Riccardo Fucile
“I 5 STELLE DI CASALEGGIO VOLEVANO DEMOCRAZIA DIRETTA, TRASPARENZA NEI PALAZZI, ERANO CONTRO LA FINANZA SPECULATIVA E I FINANZIAMENTI STATALI. POI FU PROPRIO DI MAIO A DARE IL COLPO DI GRAZIA, INAUGURANDO LA STAGIONE DEGLI INCONTRI CON LE LOBBY A PORTE CHIUSE”… “CASALINO? NOI PREDICAVAMO LA SEMPLICITÀ, LUI VENIVA IN SENATO CON ABITI FIRMATI E CINTURE DI GUCCI. HA UN’AMBIZIONE SENZA FRENI”
Claudio Messora è un caso da studio, simile a quello delle radio libere anni ’70.
Nato ad Alessandria d’Egitto in un anno imprecisato, quest’ ex musicista (ha vinto perfino Castrocaro) è partito come Mazarino della Comunicazione del M5S, pioniere del citizen journalism dinamitardo, vessillifero del sovranismo, nonché tenutario di un sito, ByoBlu, che, solo su Youtube, faceva 100 milioni di visualizzazioni
Dopo la rottura col M5S, Messora è a oggi a capo di un piccolo impero mediatico che tra, radio, tv e digital sta spazzando via la concorrenza. Il suo de profundis per i 5 Stelle è un po’ venato da nostalgia. Un po’. Tra i 5 Stelle s’ avverte un delirio diverso.
Grillo che dice a Draghi di licenziare Conte, la crisi di governo. Cosa accadrà? Non è che se i 5 Stelle vanno al voto spariscono (alle elezioni hanno fatto il 2,5%)?
«I 5 stelle sono già spariti. Sono anni che non esistono più per chi li ha eletti. Continuano ad esistere solo nei palazzi. Sono quello che resta di un sogno, come quando la mattina ti svegli a letto tutto sudato».
La scissione di Di Maio. Grillo gli dà del “traditore”. Cosa è successo? Chi lo seguirà?
«Conte aveva ereditato il M5S, capendo che, così come era diventato, alle prossime elezioni non avrebbe più preso un voto. Così ha tentato di riconquistare una fetta di elettorato priva di rappresentanza, contraria all’invio delle armi in Ucraina. Ma questo rischiava di far cadere il governo. Che, se cade, significa che i M5S vanno tutti a casa. Di Maio ha atteso l’esito delle elezioni, e poi si è “messo in proprio” in salvataggio di Draghi. Promettendo un terzo mandato a chi non aveva più speranze…».
Qual è la differenza col M5s delle origini? Questo M5S non ha esaurito la sua mission, diventando parte del sistema?
«I 5 stelle di Casaleggio volevano democrazia diretta, trasparenza nei palazzi, erano contro la finanza speculativa e i finanziamenti statali. La mossa dell’Alde al Parlamento Europeo, con M5S che voleva entrare nel partito più europeista in cambio di poltrone e potere, fu l’inizio. Poi fu proprio Di Maio a dare il colpo di grazia, inaugurando la stagione degli incontri con le lobby a porte chiuse, dei pranzi con la Trilaterale, delle rassicurazioni alle banche sui pignoramenti più rapidi. E adesso finisce di smembrare i 5Stelle, per guadagnarsi la gratitudine di Draghi. Per questo Grillo lo chiama traditore».
Hai detto che Rocco Casalino, ti deve molto. In che senso? Cosa consiglieresti nella comunicazione di Conte, ora?
«Lo ha detto lui. In effetti fui io ad assumerlo e a dargli il ruolo di gestione dei rapporti con le tv, a difenderlo da Casaleggio che non lo voleva e poi a caldeggiarlo in sostituzione mia, quando andai in Europa. Il resto lo ha fatto tutto da solo. Era un “grillino” sui generis. Noi predicavamo la semplicità, lui veniva in Senato con abiti firmati e cinture di Gucci. Però è un lavoratore infaticabile e – a differenza mia – ha un’ambizione senza freni. Se vuole aiutare Conte e il M5S ad invertire la parabola, gli consiglierei la comunicazione degli inizi: umiltà e tornare a picconare il sistema da fuori».
Come vedi Di Battista e i duri e puri del M5S? C’è un’altra possibilità per loro?
«Di Battista è stato molto in gamba, uscendo dai palazzi dopo il primo mandato. Si è riservato la possibilità di farne un secondo, e non si è reso corresponsabile del declino. Lui ha l’immagine, i contenuti e la credibilità per rilanciare un Movimento sull’orlo dell’estinzione».
(da Libero)
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