Gennaio 6th, 2024 Riccardo Fucile
LA QUESTIONE MORALE DEI GIORNALISTI
Giovedì lo spettacolo desolante della conferenza stampa di Giorgia Meloni ha introdotto un tema nel dibattito pubblico: con un’informazione così scadente diventa velleitario pretendere standard etici accettabili da chi governa. Non c’è peggior bavaglio di quello auto imposto. In altre parole: la questione morale riguarda pure i giornalisti, gli stessi che applaudirono platealmente Mario Draghi al termine della sua unica conferenza stampa di fine anno, il 22 dicembre 2021.
Verso Meloni, l’altro giorno, è mancato il gesto estremo della claque, ma solo quello. Con oltre tre ore a disposizione, la stampa ha fatto un’altra figura meschina. Domande per lo più vuote, ridondanti: a volte lunghissime e autoreferenziali, piccoli editoriali senza punti interrogativi; altre, invece, leggere come bolle di sapone, palle alzate alla premier per una facilissima schiacciata.
In nessun caso è stato chiesto se Meloni ritiene opportuno che un suo ministro (Guido Crosetto) abiti nell’attico di proprietà di un imprenditore della cybersecurity (di cui non ha pagato l’affitto per mesi).
Né le è stato domandato di rendere conto della bugia clamorosa pronunciata sul Mes e sul fax di Luigi Di Maio e Giuseppe Conte.
La prima domanda sulla pistola del deputato di Fdi, Emanuele Pozzolo, è arrivata per quindicesima, dopo oltre un’ora di conferenza. Quella sul fallimento delle politiche migratorie era giunta solo pochi minuti prima, per tredicesima.
Queste, invece, sono alcune delle domande puntualmente rivolte a Meloni. “La diminuzione del divario tra Nord e Sud sarà garantita dall’autonomia differenziata?”; “Che idea si è fatta dell’inchiesta sugli appalti di Anas? Ha avuto modo di parlarne con Salvini?”; “Presidente, ma quante periferie ci sono oggi in Italia? Non crede si debba ripartire proprio da lì, dalle aree depresse, per una nuova idea di Paese?”.
Un altro cronista ha sfruttato il suo spazio per un’operazione promozionale: “Come sa, noi di Sky Tg24, siamo sempre un po’ la casa del confronto. Il paese ha fatto una scelta epocale, eleggendo alla presidenza del Consiglio una donna. Poco dopo, il principale partito di opposizione ha scelto come segretario o segretaria una donna. A partire dai temi della condizione femminile, lei si impegnerebbe in un confronto tv con Elly Schlein?”. Risposta di Meloni, in sintesi: “Ma certamente”.
Immancabile la domanda a piacere: “Potrebbe indicarci tre obiettivi che intende raggiungere con il suo governo nei primi sei mesi del 2024?”. Alla presidente del Consiglio è scappato da ridere e infatti ha risposto con una provocazione: “Abolire la povertà, la pace nel mondo e la ristrutturazione gratuita delle abitazioni, esterni ed interni”.
Un’altra giornalista le ha sottoposto un pensierino, come alle elementari: “Qual è stato il momento più difficile e quale il più entusiasmante del 2023?”.
Lucidissima la riflessione del collega del Giornale: “Anni fa aveva preso un piccolo partito e l’ha portato a traguardi, il 26 o 27%, conquistando una larga fascia di elettorato centrista. Perché non fa qualcosa di centro, per cercare di consolidare questo elettorato? Ad esempio indicare Mario Draghi come candidato presidente alla Commissione europea. Super Mario potrebbe essere l’asso giusto per sbloccare la situazione”.
Un altro ha esordito confondendo la mattina – è mezzogiorno – con la notte: “Buonasera, presidente”. Poi è entrato nel vivo: “Per la Banca Mondiale, l’Italia è al 58esimo posto nella classifica sulla capacità di attrarre investimenti. Lei non c’entra niente, visto che è al governo da solo un anno”. Altra risata di Meloni: “Grazie”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Gennaio 6th, 2024 Riccardo Fucile
IL MOMENTO INDIMENTICABILE DELLE RIPRESE DEL DOCUMENTARIO SULLA SAMP
Il regista Marco Ponti ha girato con Gianluca Vialli il documentario
La bella stagione, che ha raccontato lo scudetto della Sampdoria.
Quel materiale è diventato anche un libro: Le cose importanti. E oggi ricorda il campione in un’intervista a la Repubblica: «Qualunque momento vissuto con lui, lo associo sempre alla gioia. La gioia di fare bene una cosa. La gioia della curiosità: Luca voleva sapere tutto di un film, la tecnica, la produzione, la scrittura. Quella dello stare insieme in quelle cene con i compagni della Samp. Quella di Vialli e Mancini. La gioia negli occhi di Luca quando ci presentavamo noi del circo, con la nostra baraonda».
La malattia
Ponti ricorda che Vialli era già molto malato per il tumore al pancreas. Ma durante le riprese non era «mai stanco, mai distratto. Mai rapito da altri pensieri, e dire che ne aveva, e quanti. Invece, nella post produzione peggiorò, stava molto male. Però il film lo presentammo ugualmente insieme, a Torino e a Genova, un mese prima che Vialli morisse». Soprattutto, ricorda l’ultima cena che Vialli ha organizzato per salutare gli amici: «Luca aveva organizzato tutto per il compleanno di Mancini: il locale, la torta, il karaoke, i poster. C’erano gli amici, e lui voleva che ogni cosa fosse perfetta. Era stanchissimo. A un certo punto, senza dire nulla a nessuno, se ne andò. Ci scrisse un messaggio su WhatsApp: “Vi divertivate così tanto che non ho voluto disturbarvi”. Scrisse anche se se ne andava a casa, e poi a Londra. Era di domenica sera. Il lunedì rientrò in Inghilterra, il mercoledì lo ricoverarono in ospedale, dove morì».
L’ultima sera senza addio
Quella è stata l’ultima sera, ma senza arrivare a un addio: «Luca fu bravissimo ad evitarlo, aveva simili delicatezze. Ha costruito un addio senza dirci addio. Però Roberto si accorse che Luca se ne stava andando dal ristorante e fece in tempo a uscire per salutarlo». E poi lo raggiunse a Londra. Ponti dice che non aveva capito che fosse un addio: «Luca ci aveva abituati ai colpi di coda. Tutti eravamo convinti che si sarebbe ripreso anche stavolta. Quando Roberto tornò in sala, partimmo col karaoke. Si cantò Lettera da Amsterdam, inno non ufficiale della Samp, struggente. Eravamo felici». Luca era «Una persona molto sensibile e arguta, con il dono di tenere insieme gli altri. Un maestro nel costruire relazioni forti. Io non avevo mai conosciuto i giocatori di quella Sampdoria, e grazie a Luca siamo diventati amici veri, ci sentiamo spesso, a volte andiamo pure alla partita insieme».
Un momento da non dimenticare
Infine, nel colloquio con Maurizio Crosetti, Ponti ricorda un momento delle riprese indimenticabile: ««Cercavamo l’inquadratura finale, e io volevo che ci fossero Luca e Roberto. Alla fine, decisi che il luogo perfetto era il molo di Quinto, verso le cinque e mezza del pomeriggio. Era il 2022, era febbraio e faceva freddo. Già nella prima inquadratura, al tramonto, Vialli scoppia a ridere e Mancini lo abbraccia. In quel momento ho pensato al privilegio che avevo ad essere lì, di fronte a quell’invincibile amicizia, a quella forza e a quella tenerezza».
(da Open)
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Gennaio 6th, 2024 Riccardo Fucile
“LA PREMIER E’ A DISTANZA SIDERALE DALLE ESIGENZE DELLE PERSONE”…. E SULLA SFIDA TV: “NON MI FA NESSUNA PAURA”
La premier Giorgia Meloni «faccia nomi e cognomi di chi prova a ricattarla». In un’intervista a la Repubblica la leader del Partito Democratico Elly Schlein sostiene che, se è vero quello che dice la premier, questo «è un pericolo per l’Italia. Dovrebbe consegnare alle autorità competenti gli elementi in suo possesso».
Ma Schlein obietta: «Ho il timore, come già visto con Crosetto, che sia il solito vittimismo e complottismo da quattro soldi per coprire fallimenti economici e sociali. Un comportamento non adatto a chi governa il Paese che ora guida il G7».
Secondo Schlein la premier «rivela una distanza siderale dalle esigenze concrete delle persone. Propone un mix tra bugie, vittimismo e difese dell’indifendibile, con buchi di visione evidenti».
Le liste d’attesa, il caro mutui, il caro vita
E ancora: «Non sa cosa siano le liste d’attesa, il caro mutui e il caro vita. Non parla di violenza sulle donne forse perché l’opposizione concentrava le poche risorse a sua disposizione in manovra a quel tema mentre la destra distribuiva mance per finanziare campi da golf. Copre con menzogne enormi difficoltà, come sulla drammatica vertenza dell’ex Ilva».
Mentre la risposta su Pozzolo «è stata del tutto insufficiente. Meloni avrebbe dovuto chiedere scusa e pretendere le dimissioni. E invece racconta la storiella di parlamentari non consci delle loro responsabilità: è lei, alla guida del suo partito personale, ad aver fatto le liste. Non può negare le sue responsabilità. Ma lo fa su tutto: sulla bocciatura della riforma del Mes e sulla legge bavaglio, dà la colpa al Parlamento, quando è lei a dare la linea alla sua maggioranza».
Il confronto tv
Rispetto al caso Anas, «la difesa di Meloni è debolissima. Salvini deve riferire: non è indagato ma le ordinanze – che la legge bavaglio vuole oscurare – delineano un sistema di intermediazione tra manager pubblici e imprenditori che usavano la loro prossimità al ministro e a un sottosegretario della Lega».
Invece, sul confronto tv, «ho lanciato io la sfida a Meloni, sul merito: non mi fa nessuna paura». Ma senza «sostituire quello in Parlamento».
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2024 Riccardo Fucile
LO SCONCIO SOVRANISTA: IL CANONE MININO SARA’ DI 3.2225 EURO ANNUI QUANDO OGNI STABILIMENTO HA GUADAGNATO IN MEDIA 260.000 EURO
È un bel momento per essere concessionari delle spiagge demaniali:
non solo, per tutto il 2024, ci sarà la proroga delle concessioni balneari (con sommo disappunto di chi vorrebbe entrare nel settore), ma il canone annuale da versare allo Stato (proprietario delle stesse spiagge) scende del 4,5%.
Lo stabilisce, come spiega il Corriere della Sera, una circolare del ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini. Di conseguenza, «la misura minima di canone» scende quest’anno a 3.225,50 euro per tutto il 2024 contro i 3.377,50 euro dovuti nel 2023.
Nonostante le tariffe di ombrelloni e lettini, la scorsa estate, siano schizzati in alto un po’ ovunque. Canoni e redditività sono, al contrario di quello che si potrebbe pensare, scollegati: a regolare l’adeguamento è un meccanismo che risale agli anni Novanta basato su diversi indici Istat di inflazione. Basti guardare all’ultimo rapporto della Corte dei Conti, secondo cui nel 2020 a fronte di 12.166 concessioni lo Stato ha incassato appena 92,5 milioni. Il fatturato medio di ogni stabilimento, secondo i calcoli Nomisma, si è invece aggirato attorno ai 260mila euro.
I guai con Bruxelles
Lo scorso novembre, la Commissione europea ha inviato all’Italia un parere motivato contro l’Italia per «violazione della Direttiva servizi (Bolkestein) e del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea» sulle concessioni balneari. Bruxelles ha concesso allo stato italiano un termine di due mesi entro il quale presentare le proprie osservazioni. Il tempo, dunque, sta per scadere: nei prossimi giorni, dovrebbe tenersi un vertice per affrontare la questione. Che parallelamente viene affrontata a livello giudiziario, con numerose sentenze dei Tar che hanno annullato le proroghe delle concessioni disposte nel 2023 dai comuni, perché in contrasto con le norme Ue.
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2024 Riccardo Fucile
I SOLDI SERVIVANO AD AUMENTARE IL NUMERO DEGLI AMBULATORI: ERANO APPENA 25 MILIONI
Sono spariti dalla legge di bilancio fresca di approvazione i 25 milioni di euro che erano stati stanziati nel biennio 2023-2024 per il contrasto dei disturbi alimentari. I soldi servivano ad aumentare il numero degli ambulatori, così da poter assistere soprattutto chi soffre di queste patologie ma non ha la possibilità di rivolgersi a una struttura.
Questo perché, su 126 strutture sul territorio nazionale (112 pubbliche e 14 private), 63 sono al Nord, 20 nella sola Emilia-Romagna. Nel Centro scendono a 23, mentre 40 sono distribuite tra Sud e Isole, 12 in Campania e 7 in Sicilia. Il Molise non ne ha nemmeno una.
Laura Dalla Ragione, direttore Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ha dichiarato al Corriere della Sera: «Una rete insufficiente però, anche a fronte dell’aumento dell’incidenza di questi disturbi dopo il Covid, al momento che l’ultimo censimento del 2023 ha contato 126 strutture sul territorio nazionale, di cui 112 pubbliche e 14 private accreditate. Con grandi differenze tra una regione e l’altra». Il fondo ha permesso di implementare i servizi esistenti, attivarne di nuovi, e assumere 780 professionisti (tra psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti e nutrizionisti e medici specialisti in nutrizione clinica).
Adesso però, a causa del mancato stanziamento, il progetto si concluderà e gli ambulatori chiuderanno, a partire dal 31 ottobre. Lasciando in difficoltà tutti i pazienti presi in carico. Nel frattempo, il fenomeno cresce: Dalla Ragione ricorda che i casi intercettati nel 2019 erano 680.569, mentre nel 2023 sono arrivati a 1.680.456. Secondo i dati Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte), di anoressia e bulimia cinque anni fa sono morte 2.178 persone, in quello appena finito i decessi sono stati 3.780. Età media: 25 anni. «Siamo disperati, come è possibile che non si sia riusciti a dare continuità? – domanda Giuseppe Rauso, presidente dell’Associazione nazionale disturbi del comportamento alimentare -. Non sappiamo come dirlo alle famiglie. Qui si parla della seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali. Speriamo che qualche decreto legge possa restituirci la speranza».
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2024 Riccardo Fucile
I CANDIDATI SARANNO SELEZIONATI IN BASE ALLA “SENSIBILITÀ OLFATTIVA”, E IL LORO COMPITO SARÀ RICONOSCERE GLI ODORI “TIPICI” DI CUI SI LAMENTANO I CITTADINI CHE VIVONO NELLA ZONA DELL’INCENERITORE – L’OBIETTIVO, UN PO’ VAGO, È CREARE UNA MAPPA DI FREQUENZA E INTENSITÀ DEGLI ODORI
Il comune di Arezzo cerca “nasi”, non per annusare essenze ma il
cattivo odore che da mesi insiste nell’area del termovalorizzatore di San Zeno. L’Amministrazione comunale di Arezzo ha annunciato infatti l’avvio di un’indagine olfattometrica nell’area orientale del territorio municipale.
L’incarico, si legge in una nota, sarà retribuito, e consiste nell’effettuare sopralluoghi in date e orari richiesti, seguire percorsi prestabiliti sostando in posizioni prefissate dove eseguire la misurazione sensoriale, ovvero annusare l’aria a intervalli e inserire nel questionario (attraverso apposita applicazione per smartphone) la propria sensazione olfattiva.
Ad effettuare la selezione del personale da impiegare è la società Eol di Lucca. I candidati verranno selezionati in base alla sensibilità olfattiva, per poi essere formati a riconoscere gli odori tipici che sono oggetto di ripetute segnalazioni da parte dei cittadini delle frazioni di San Zeno, Le Poggiola e Chiani”. L’obiettivo dell’indagine è quello di produrre una mappa di frequenza e intensità degli odori.
“Ci aspettiamo – commenta l’assessore comunale all’ambiente Marco Sacchetti – che i risultati offrano un solido contributo alla comprensione del fenomeno, e quindi alla soluzione del problema. A breve sarà messa a disposizione per tutti i residenti dell’area una specifica app per segnalare gli odori secondo un formato standard. Sia lo studio che il software collegato all’app per l’elaborazione dei dati si avvarranno di una stazione meteo appositamente installata nell’area da cui proviene il maggior numero di segnalazioni”. L’indagine avrà una durata di sei mesi.
(da agenzie)
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