Settembre 8th, 2025 Riccardo Fucile
IL COMBINATO TRA DEMOGRAFIA E LEGGE FORNERO FA SI’ CHE GLI ULTRA 50ENNI STABILISCANO “RECORD”, MENTRE I GIOVANI CALANO
I posti di lavoro in Italia continuano a salire, ma quasi esclusivamente grazie
all’aumento degli occupati con oltre 50 anni di età. Come è possibile? Sembra un’assurdità, ma è così. La crescita cui stiamo assistendo nel nostro mercato del lavoro non è segno dell’età dell’oro di cui parla il governo Meloni, ma prima di tutto la conseguenza di due fattori: quello demografico “trascina” sempre più persone nella fascia over 50; quello previdenziale, l’innalzamento dell’età pensionabile, le trattiene al lavoro. Ogni mese l’Istat mostra un aumento di occupati con incrementi enormi tra gli over 50 mentre nelle fasce più giovani vediamo avanzamenti miseri o persino riduzioni.
Guardiamo i dati di luglio. Su base annuale, gli occupati sono cresciuti di 218 mila. Segno che l’economia è ancora in espansione, come avviene dal 2021, anche se negli ultimi mesi ha rallentato con il Pil che ha segnato -0,1% nel secondo trimestre 2025.
Sempre nell’ultimo anno, gli occupati over 50 sono saliti di 408 mila, mentre nella fascia 35-49 anni sono addirittura scesi di 160 mila. Come è spiegabile? Torniamo ai due fattori, demografico e previdenziale, che agiscono ai due estremi. La popolazione sta invecchiando e ogni mese aumentano gli over 50; quindi sale fisiologicamente il numero di occupati che entrano nella fascia over 50. Questo aumento, però, non sarebbe così grande se non intervenisse anche il fattore all’altro estremo: la salita dell’età pensionabile che blocca l’uscita dei sessantaduenni, sessantatreenni, sessantaquattrenni etc… Se l’età pensionabile fosse più bassa, le maggiori uscite mitigherebbero l’effetto demografico sui dati sul lavoro, con minore crescita tra gli over 50.
Guardiamo ora i 35-49enni. In questa fascia, la popolazione si riduce, perché i neo-trentacinquenni che entrano sono meno dei neo-cinquantenni che escono. Su base annuale, diminuiscono tutte le componenti: -160 mila occupati, meno mille disoccupati e -83 mila inattivi (quelli che non cercano nemmeno un lavoro). In questa fascia, malgrado la sensibile riduzione di occupati, il tasso di occupazione – che è una percentuale – è invece cresciuto dello 0,3%, arrivando al 77,6%. Anche in questa fetta di popolazione agiscono due elementi: la demografia, che fa calare il numero di persone, e la crescita che, seppur lentamente, fa aumentare le assunzioni delle imprese.
Come è possibile, quindi, che il tasso di disoccupazione generale continui comunque a scendere, malgrado la gran parte dell’aumento di occupazione sia dovuto all’innalzamento
dell’età pensionabile che mantiene gli anziani al lavoro? Anche questo è dovuto a una diversa dinamica nelle varie fasce d’età. Premessa: la disoccupazione può diminuire sia per l’aumento dell’occupazione sia per l’aumento dell’inattività. Infatti, se le persone smettono di cercare un posto, diventano inattive e questo fa calare la disoccupazione, ma non è affatto positivo. Nell’ultimo anno, il tasso di inattività degli over 50 è calato di molto (-1,3%), nei 35-49enni è migliorato molto poco (-0,3%), mentre è salito – quindi peggiorato – dello 0,4% nei 25-34enni e dell’1,7% negli under 24. Mentre gli over 50 fanno scendere la disoccupazione grazie all’aumento degli occupati, i gruppi più giovani la fanno calare grazie alla crescita degli inattivi, cioè delle persone che rinunciano a cercare lavoro. Lo conferma Giorgio Alleva, economista ed ex presidente Istat: “Negli ultimi tre mesi – spiega al Fatto – gli occupati sono aumentati significativamente solo per gli over 50, e i disoccupati sono leggermente aumentati in tutte le classi di età. Gli inattivi sono invece molto aumentati tra i giovani (15-24 e 25-34 anni di età), cosa non certo positiva, e diminuiti per le altre classi (35-49 e 50 e oltre)”. Alleva tiene però a specificare che i dati mensili vanno letti con cautela, e che per comprendere la dinamica del mercato del lavoro bisogna “leggere, unitamente a quei dati, su base almeno trimestrale, le ore lavorate e le retribuzioni”.
Ha poco senso vantarsi dei record di occupati in un Paese che da decenni occupa gli ultimi posti nel confronto europeo. Il governo Meloni però insiste nell’enfatizzare i numeri. La crescita c’è, è innegabile, ma è stata trainata dall’edilizia e dai servizi; la§
produzione industriale è invece in calo da due anni. Da quando Meloni siede a Palazzo Chigi, gli occupati sono cresciuti di 1 milione e 147 mila. Nella fascia over 50, sono saliti di 1 milione e 172 mila. Per i motivi appena detti, la crescita di occupati nella popolazione anziana è addirittura superiore all’intera crescita generale. La disoccupazione nella fascia tra 25 e 34 anni è ancora alta, all’8,4%. Con questi dati, un osservatore serio avrebbe ben poco da esultare.
(da ilfattoquotidiano.it)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 8th, 2025 Riccardo Fucile
INTELLIGENCE MILITARE KIEV, MOSCA TAPPEZZATA CON ‘NOSTRI AUGURI’
L’agenzia d’intelligence militare ucraina Hur ha “celebrato” il suo 33mo anniversario affiggendo “biglietti d’auguri” da parte di Kiev in luoghi pubblici di Mosca, ha dichiarato una fonte dell’agenzia ai media ucraina.
“La responsabilità è inevitabile”, si legge sui cartelli di cui sono state diffuse le foto. Insieme alla scritta, sui manifesti appare il logo dell’Hur. L’agenzia d’intelligence militare è stata fondata il 7 settembre 1992, poco più di un anno dopo che l’Ucraina aveva dichiarato la propria indipendenza dall’Unione Sovietica.
La fonte spiega che “l’Hur ha celebrato il suo 33mo anniversario inviando un messaggio alla capitale russa. I biglietti d’auguri sono stati esposti in diversi quartieri di Mosca: decorano recinzioni, parchi, fermate dei mezzi pubblici, pali e muri della città”.
“I residenti della capitale della cosiddetta Russia possono ovviamente aspettarsi presto speciali congratulazioni dall’intelligence militare ucraina”, ha aggiunto la fonte dell’Hur ai media di Kiev.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 8th, 2025 Riccardo Fucile
ACCOGLIAMO E PROTEGGIAMO I SOLDATI CHE SPARANO SUI BAMBINI DI GAZA
Gruppi organizzati di militari dell’esercito israeliano (Idf), da diversi mesi vengono
regolarmente in vacanza in Italia per effettuare dei periodi di “decompressione”, cioè delle vacanze per recuperare la salute mentale. Una pausa dal servizio militare attivo nella Striscia di Gaza, dove è in corso un genocidio effettuato proprio dall’Idf.
Per tutto il tempo che passano in Italia – le mete emerse finora sono le Marche e la Sardegna – i soldati vengono sempre tutelati da agenti della Digos, perché sono considerati “obiettivi sensibili”. La notizia delle vacanze ha sollevato una protesta politica del Movimento 5 stelle, che ha chiesto di sapere se il governo italiano sia coinvolto.
Alcuni casi singoli erano già stati rivelati negli scorsi mesi. La piattaforma Pressenza a fine giugno aveva riportato la testimonianza di una guida turistica delle Marche, supportata da altre fonti. Si parlava di soldati presentati agli albergatori con nomi di fantasia, di gruppi di militari accompagnati da agenti della Digos presenti in località come Sirolo, le grotte di Frasassi, Porto San Giorgio, Fermo. I fatti risalivano al dicembre del 2024.
Oggi il Fatto quotidiano ha riportato che ci sarebbero stati numerosi viaggi di questo tipo, almeno a partire dal 2024 e proseguiti anche nel 2025. Si tratterebbe di gruppi di poche decine di persone, della cui presenza non vengono informati i sindaci. Le autorità di polizia, però, si attivano: come detto, la Digos si occupa di accompagnare i militari israeliani presenti sul territorio. Non come un servizio di scorta ma in quanto i soldati dell’Idf sono ritenuti “obiettivi sensibili”, a rischio, come ha fatto sapere ad Ansa una fonte informata.Finora si è parlato delle Marche, ma si sono registrati dei casi simili anche in Sardegna. A inizio settembre Sardegna Notizie 24 aveva riportato che ci sarebbe stato un gruppo di un centinaio di militari israeliani in un resort di Santa Teresa Gallura, arrivati con un pacchetto turistico di lusso. La loro presenza aveva suscitato le proteste di attivisti locali. Oggi, l’Unione sarda ha aggiunto che sarebbero sbarcati altri militari all’aeroporto di Olbia.
Interrogazione M5s: “Accogliamo bimbi palestinesi e anche soldati che gli sparano?”
Insomma, sembra che diverse località in Italia vengano usate da
mesi come destinazione per la “decompressione” dei soldati israeliani, che dopo il periodo di riposo tornano in servizio con l’Idf. Si tratta di permessi che vengono concessi dalle forze armate di Tel Aviv, per provare a limitare l’impatto psicologico del genocidio sugli stessi militari che lo commettono.
La domanda che ne è nata, sul piano politico, è se il governo Meloni sia stato in qualche modo coinvolto nell’organizzazione di questi viaggi. “Il Movimento 5 Stelle pretende dal governo immediate spiegazioni su queste presenze: ci sono degli accordi in merito? Il governo italiano che ruolo ha in tutto questo? Organizza? Protegge i militari? Veramente siamo così ipocriti da accogliere nei nostri ospedali i bambini di Gaza feriti e sulle nostre spiagge i soldati israeliani che sparano loro contro?”, ha chiesto la senatrice M5s Alessandra Maiorino, che ha annunciato un’interrogazione in Senato.
Le ha fatto eco la collega Stefania Ascari alla Camera: “Chiediamo di sapere dal governo se conferma la notizia e se tale presenza sia stata preventivamente comunicata e autorizzata dalle autorità italiane e, in caso affermativo, a quale titolo e sulla base di quali accordi bilaterali o multilaterali”. Polemico anche il deputato e coordinatore regionale nelle Marche Giorgio Fede: “Pensavamo che il turismo nelle Marche dovesse essere potenziato con gli stranieri, sì, ma con famiglie e visitatori da tutto il mondo per compensare il calo degli italiani penalizzati dalla crisi economica. Non certo con i militari israeliani troppo stressati dal fatto che, seguendo gli ordini di Netanyahu, stanno compiendo un genocidio”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 8th, 2025 Riccardo Fucile
“DECIDETE VOI COSA FARE MA FATELO CONVINTE, COME SAPETE FARE”… LE PAROLE DI JULIO HANNO SCATENATO UN PARZIALE 8-1 CHE HA ANNICHILITO LA TURCHIA
Il discorso di Julio Velasco all’Italvolley campione del mondo è il manifesto del migliore allenatore vi possa essere in circolazione nello sport. Ha saputo toccare le corde giuste al momento giusto. In quel “decidete voi cosa fare ma fatelo convinte, come sapete fare” nell’ultimo time-out decisivo c’è l’essenza del motivatore che uccide il giocatore dentro di sé (per usare un esempio riportato da lui stesso) e dà la carica giusta alla squadra affinché dia tutto in quegli ultimi punti che fanno la storia della pallavolo femminile nazionale.
Nel quinto set ha messo il cuore e la fiducia in mano alle sue ragazza, ha chiesto loro di lanciarlo oltre la rete. E loro lo hanno fatto piazzando una sequenza micidiale di colpi che hanno definitivamente spazzato via la Turchia. “Volevo ragazze autonome e autorevoli e ho un gruppo che ha fatto grandissime cose”, missione compiuta.
Le parole di Velasco che hanno scatenato il parziale di 8-1 nel tie-break
Basta dare un’occhiata ai punteggi raccolti in tabellone: l’Italia, la sua Italia, è passata dal 7-7 nel tie-break al 15-8 finale, lasciando alle avversarie appena un punto, un timido cenno che sì, forse, potevano ancora giocarsela. Pura illusione perché quando Velasco ha detto alla squadra “decidete voi cosa fare ma fatelo convinte, come sapete fare” è stato il segnale che era quello il momento per andarsi a riprendere tutto quanto era mancato in questi 23 anni (nel 2002 c’è stata la prima vittoria mondiale).
La Turchia è crollata, si è arresa allo strapotere delle Azzurre, in grado di mettere a terra (come si dice in gergo) un parziale di 8-1
devastante. Un’azione martellante, scandita dai muri impenetrabili e dagli attacchi altrettanto efficaci.
Il pragmatismo del coach: “Dobbiamo menare, non perdiamo lucidità”
L’arringa nell’ultimo set è stata sicuramente emozionante, quella che rimasta scolpita dentro considerato il frangente della finale, ma c’è un altro momento della partita che pure fotografa bene quanto sia fondamentale la capacità di Velasco di entrare nella testa delle ragazze. Dopo aver vinto il primo set 25-23, nel secondo il coach si è accorto della difficoltà palesata dalla squadra e ha capito subito quale era la pecca, la sbavatura da lavare via senza pensarci due volte su. L’argentino è stato netto e deciso, indicando la strada da seguire senza urtarne la suscettibilità.
E senza fare troppi giri di parole è andato dritto al cuore del problema: “Non dobbiamo fare tanti pallonetti… dobbiamo menare perché se perdiamo lucidità è un casino”.
L’Italia era finita sotto per 15-6 nel secondo, perdendo la frazione per 25-13, ma quella strigliata ha spianato la strada per non lasciarsi a fare, per stare sul pezzo, per continuare a lottare “come sapete”. E vincere.
È stata l’ennesima perla del tecnico argentino che mette in bacheca in terzo mondiale della carriera dopo le Olimpiadi: ne ha conquistati due con la generazione d’oro maschile negli Anni Novanta (in Brasile nel 1990 e in Grecia nel 1994), ha ottenuto il terzo calandosi nel ruolo di Pigmalione di un gruppo dove forza del collettivo e talento delle singole si mescolano e si trasformano. E quel vecchio adagio “si vince di squadra” si conferma leit-motiv anche dell’esperienza iridata (e del trionfo) della Nazionale a Bangkok. Dopo i Giochi, il Mondiale. Chapeau.
(da Fanpage)
argomento: Politica | Commenta »
Settembre 8th, 2025 Riccardo Fucile
ORO OLIMPICO E CAMPIONESSE DEL MONDO, L’ITALIA DI VELASCO VINCE ANCORA… QUAL’E’ IL SEGRETO DI UN GRUPPO CHE HA VINTO 36 PARTITE DI FILA
L’Italvolley femminile di Julio Velasco è campione del mondo per la seconda volta
nella sua storia. Il successo in finale contro la Turchia (3-2) è arrivato al tie-break, legittimato coi muri nel momento decisivo di una partita vibrante e spettacolare.
Queste atlete della pallavolo italiana, queste grandiose giocatrici, capaci di reggere pressioni enormi e di esaltarsi grazie al loro talento e alla loro forza non sono dei fenomeni, non sono quello che altri prima di loro sono stati. Per loro bisogna trovare un termine nuovo, un termine tutto loro perché forse niente è stato come loro e, vediamo un po’ cosa ci presenta il futuro, forse niente sarà come loro nella storia degli sport di squadra in Italia.
Il “fare squadra” dietro il successo iridato delle Azzurre
In semifinale e finale siamo arrivate così vicine alla sconfitta, l’amica che devi rinnegare direbbe Velasco, la vicina che ti viene a bussare e a volte hai tanta voglia di far entrare, per mettere fine alla sofferenza.
E invece per due volte l’abbiamo ricacciata indietro, abbiamo deciso che non era quello il giorno in cui accettare di essere seconde a qualcuna. L’abbiamo fatto con una capacità di essere squadra impossibile da ripetere e difficile anche da spiegare. Quasi sempre il concetto di “fare squadra” lo si usa per evidenziare la compattezza del gruppo e per la coesione dello stesso in tensione verso l’obiettivo.
Ma il “fare squadra” non include mai la capacità di tutte le atlete di contare tanto in campo. Tutte quelle chiamate in causa invece ci hanno fatto vincere sul serio, non portando le borracce ai fenomeni (ecco che il termine fenomeno è di nuovo da escludere).
Egonu ha giocato ad alti livelli per tutto il torneo
Paola Egonu ha giocato ad alti livelli per tutto il torneo, in questa finale ha deciso il primo set con tre difese consecutive e il terzo con una serie di attacchi magistrali, ma poi con il Brasile in semifinale e nel quinto set della finale è stata Kate Antropova a darci la vittoria, a contare davvero. Alessia Orro è stata come sempre pulita e ordinata nel gioco, a tratti commovente in difesa ma anche Carlotta Cambi, quando Velasco chiamava il doppio cambio, è stata fondamentale, senza quasi mai passaggi a vuoto
Se proprio dobbiamo essere sinceri, Fahr e Danesi hanno giocato al di sotto dei loro livelli, perché i livelli di Fahr e Danesi sono senza eguali. Non ci sono centrali a muro e in attacco come loro. Sarah Fahr si è fatta male prima della semifinale, Anna Danesi ha avuto piccoli problemi cardiaci e legati al caldo nel palazzetto. Con loro al 100% probabilmente avremmo sofferto di meno, questo serve anche per far capire quanto futuro ha di fronte a questa squadra. Ma ovviamente loro sono la squadra, la colonna vertebrale, vincenti anche se non al massimo.
Un’atleta senza futuro in Nazionale sembra essere Monica De Gennaro, il miglior libero al mondo. Perderla sarebbe devastante e speriamo che ci ripensi dopo un giro di pausa. Intanto resta quel “lascio” pronunciato a caldo dopo aver vinto tutto. Per lei le parole servono a poco, uno dovrebbe soltanto guardarla e dirle grazie. Ma anche Eleonora Fersino che entra nel quinto set e fa due difese su Vargas quanto ha contato? Sempre il massimo, perché questa squadra ha vinto con tutte.
Stella Nervini e Gaia Giovannini, al posto della campionessa olimpica Caterina Bosetti e di Alice Degradi, infortunatasi, hanno sfruttato al massimo quello che avevano, difeso e ricevuto benissimo e giocato palle fondamentali per vincere, ancora una volta vincere, tutte insieme, tutte fondamentali.
Myriam Sylla trascinatrice contro la Turchia
Infine Myriam Sylla, l’alteta che dal terzo set in poi in questa finale è stata una scienziata, capace di guidare con l’esempio, la voglia, la tenacia e la bravura le altre. Non si vince
un’Olimpiade, non si vince un Mondiale se non lo si fa tutte insieme, al di là dei fenomeni, anzi battendo i fenomeni.
Le altre squadre avevano sì i fenomeni, il Brasile aveva Gabi, la Turchia aveva Vargas, in questi giorni abbiamo potuto ammirare Madisen Skinner negli USA, Mayu Ishikawa nel Giappone, Tijana Boskovic nella Serbia, Isabelle Haak nella Svezia, questi sono i fenomeni, eppure abbiamo vinto noi perché da sole non si vince, vincono tutte.
Il grande lavoro di Velasco è nella forza del collettivo
Per fare questo, per far capire questo assunto complicatissimo soprattutto nello sport di alto livello a giocatrici che vogliono anche loro il badge di fenomeni appiccicato addosso, ci voleva un uomo e un maestro, il Gran Maestro Julio Velasco.
In pochi mesi ha diffuso l’idea geniale ma per molti tecnici malsana che tutte sono indispensabili, che si vince con un bouquet di fiori profumati, non con gli alberi che svettano e rischiano di accartocciarsi alla prima folata di vento. Una volta detto questo però, poi lo devi far accadere sul campo e Velasco ci è riuscito, scegliendo sempre la soluzione vincente.
(da Fanpage)
argomento: Politica | Commenta »