FIN DAGLI ANNI ’80, DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DALLA RUSSIA: IL SUO SOGNO ERA COSTRUIRE UNA TRUMP TOWER A MOSCA, INSIEME AL CREMLINO
NEL 1987 LA SUA PRIMA VISITA NELLA CAPITALE RUSSA. E QUI INIZIA IL MISTERO: SECONDO UN EX AGENTE KAZAKO DEL KGB I SERVIZI DELL’URSS, IL FUTURO PRESIDENTE USA FU RECLUTATO GRAZIE A UN “KOMPROMAT”, CHE COMPRENDEVA MATERIALI A SFONDO SESSUALE,,, I FONDI RUSSI NELLE SOCIETÀ DI TRUMP, LE PRESUNTE INTERFERENZE ELETTORALI E IL GIALLO DEL PRIMO INCONTRO NEL 2017: PERCHÉ ORDINÒ ALL’INTERPRETE DI NON RIVELARE NIENTE, E DISTRUSSE GLI APPUNTI?
«Pensate che Putin verrà al concorso di Miss Universo a novembre? E se verrà, diventerà il mio migliore amico?», si chiedeva garrulo in un non dimenticato post su Twitter Donald Trump.
Correva l’anno 2013 e il tycoon newyorkese stava per portare a Mosca lo spettacolo di cui deteneva i diritti insieme alla Nbc .
È sempre stata un’ossessione, la Russia, per Trump. Sin dal 1986, quando durante una cena in cui era seduto accanto all’ambasciatore sovietico all’Onu, Yuri Dubinin, gli parlò del suo sogno di costruire una Trump Tower a Mosca in una joint venture con il Cremlino.
La sua prima visita nella capitale sovietica risale all’anno dopo. E qui, inizia il mistero. Secondo un ex agente kazako che aveva lavorato per il Kgb, Alnur Mussaiev, fu in quell’occasione che i servizi della Lubianka reclutarono Donald Trump, nome di copertura Krasnov, grazie a un corposo Kompromat , che comprendeva materiali a sfondo sessuale.
Nessuno ha mai provato l’accusa. Ma due cose sono certe: la prima è che a partire dagli anni 2000, come ha ammesso il figlio Donald Jr, fondi privati russi sono entrati negli affari immobiliari e nelle proprietà del tycoon.
La seconda sono le lodi sperticate che da sempre Trump ha elargito a Vladimir Putin, al quale nel 2015, un anno dopo l’annessione della Crimea, assegnò un «10» in leadership.
Sin dal 2017, quando entrò la prima volta alla Casa Bianca, Trump non è mai riuscito a liberarsi dal sospetto di un rapporto inquietante con Putin. La drammaturgia dei loro incontri lo ha rafforzato. La prima volta si videro al G20 di Amburgo: subito dopo un faccia a faccia senza collaboratori, il presidente americano si fece consegnare le note dall’interprete, ordinandogli di non rivelare ad alcuno quanto aveva sentito.
Quella sera stessa, alla cena ufficiale, Trump a un certo punto lasciò il posto a tavola assegnatogli, prese una sedia e si piazzò accanto a Putin, conversando con lui senza che alcun funzionario del suo staff fosse presente.
Ma il vertice più celebre resta quello russo-americano di Helsinki, nel 2018, dove parlarono a lungo senza testimoni e alla fine Trump in conferenza stampa smentì l’Fbi, dicendo di credere a Putin, che nei colloqui aveva negato ogni interferenza russa nelle presidenziali americane del 2016.
Nei quattro anni tra il primo e il secondo mandato, Trump e Putin ebbero almeno sette conversazioni private. Nel febbraio 2022, […] per commentare l’invasione russa dell’Ucraina, Trump applaudì all’audacia dell’azione, definendo Putin «un genio che ama il suo Paese». Da quando è tornato alla Casa Bianca, il presidente repubblicano ha messo il turbo ai rapporti con Putin, senza tuttavia cavare un ragno dal buco.
Anche quando minaccia sanzioni, Trump non sembra credere alle proprie minacce, mentre Putin come nel gioco delle tre carte, gli fa balenare sull’Ucraina scambi di territori che non sono tali e promesse (concrete) di cooperazione sull’Artico. Anche questa volta, all’inizio, si vedranno senza testimoni, solo con gli
interpreti. Come in un vertice tra capi di Cosa Nostra. Due cose continuiamo a ignorare: Donald Trump ha investito in Russia? O la Russia ha investito in Donald Trump ?
(da agenzie)
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