REGIONALI: I SOVRANISTI DEL SUQ
GRANDI MOVIMENTI IN VISTA DELLE URNE CON I RAS CHE MIGRANO DA UNA COALIZIONE ALL’ALTRA
Per capire che si avvicinano le elezioni regionali c’è una cartina di tornasole infallibile: se inizia la campagna acquisti di cacicchi e campioni di preferenze, allora ci siamo.
In questi casi di solito l’affare è doppio: il consigliere (o il suo sponsor) va col migliore offerente ricevendo rassicurazioni sul
futuro, il nuovo partito mette le mani su un bel bottino di preferenze, sperando che il potere millantato dal ras di turno non sia sbiadito.
Particolarmente attivi in questi mesi sono i partiti di centrodestra, anche a costo di furti e sgambetti reciproci. In Puglia il bazar è aperto 24 ore su 24. A inizio agosto la Lega si è assicurata l’arrivo di Massimo Cassano, ex sottosegretario con Renzi e Gentiloni il cui primo incarico in politica, a Bari, risale al 1983. Cassano è stato più volte consigliere regionale, tanto col centrodestra quanto col centrosinistra, è stato senatore con Berlusconi prima e con Alfano poi, e infine ha tentato anche l’avventura centristra con Calenda, prima di accordarsi con la Lega.
Pochi giorni prima, sempre in Puglia Forza Italia aveva invece accolto il consigliere regionale Massimiliano Stellato, altro recordman di preferenze passato da Udc, Udeur, Pd, Italia Viva e compagnia. Lui, a dispetto dei tanti cambi di casacca, non fa una piega: “Sono sempre stato democristiano”.
La sfida al Pd è aperta e FdI non vuole essere da meno. Di qualche mese fa l’annuncio che il consigliere pugliese Paolo Pagliaro, a lungo dirigente di Forza Italia, in vista delle regionali avrebbe sciolto il suo Movimento Regione Salento, facendolo confluire nel partito di Giorgia Meloni.
La lotta per le preferenze sarà agguerrita. La Lega si è infatti garantita anche Napoleone Cera, consigliere uscente eletto la
prima volta a sostegno di Michele Emiliano e la seconda contro. Il padre Angelo è stato a sua volta tre volte consigliere regionale e due volte deputato. Cera cercherà la riconferma insieme al centrista Antonio Paolo Scalera, pure lui appena approdato in Lega. Come nel calciomercato, si aspetta invece l’ufficialità per Anita Maurodinoia in Noi Moderati, ex Pd indagata per corruzione elettorale.
L’altro grande laboratorio politico è la Campania. Quando sarà definita la trattativa tra il Pd e Vincenzo De Luca sarà anche più chiara la strategia elettorale dei fedelissimi del governatore, sia quelli rimasti nel Pd sia quelli sparsi nelle civiche. Per il momento, non è da sottovalutare il cambio di nominativo del gruppo consiliare “De Luca presidente”, diventato “A testa alta con De Luca”, con tanto di simbolo perfetto per una lista. Si vedrà.
Intanto pure qui la Lega ha piazzato un paio di colpi, come l’ex europarlamentare Lucia Vuolo, rimasta senza seggio in FI, e il consigliere Massimo Grimaldi, strappato ai meloniani. Un anno fa era arrivata Michela Rostan, ex deputata il cui curriculum, solo negli ultimi 8 anni, recita: Pd, Articolo 1, Italia Viva, Forza Italia e ora Lega.
In questo quadro non stanno a guardare FI e FdI. I berlusconiani hanno annunciato l’ingresso del consigliere regionale Livio Petitto, mentre a fine 2024 Raffaele Pisacane ha lasciato la maggioranza di De Luca per traslocare in FdI. Ma in Campania
troviamo impronte digitali nobili in questo suk. Sono quelle di Armando Cesaro, figlio del decano forzista Luigi e oggi riferimento campano di Italia Viva. Cesaro ha convinto al trasferimento la consigliera Maria Grazia Di Scala, ritrovandola dopo gli anni di militanza comune in FI. Nel frattempo, Di Scala aveva trascorso gli ultimi anni in FdI, dunque all’opposizione di De Luca.
E nelle altre Regioni al voto? In Calabria le dimissioni a sorpresa di Roberto Occhiuto hanno spiazzato tutti, trovando impreparati gli emissari del mercato, costretti ad anticipare le mosse rispetto alla scadenza naturale della legislatura.
In compenso, la Lega si era portata avanti già dallo scorso anno, quando si era assicurata Katya Gentile da FI. Molto più di una semplice consigliera regionale. Katya è infatti figlia di Pino Gentile, plurieletto per trent’anni in Regione e fratello dell’ex ministro Tonino (il cui figlio Andrea è deputato FI). Dopo decenni, la famiglia si è dunque separata.
Un aneddoto spiega bene il peso di Katya e del padre. Quando l’allora commissario regionale leghista Giacomo Saccomanno presentò Katya Gentile in conferenza stampa, ammise di aver “elaborato un dettagliato report sull’influenza elettorale della famiglia di Pino e Katya Gentile” e di averlo “consegnato direttamente a Matteo Salvini”: “Questo documento – disse Saccomanno – sottolinea l’importante ruolo che la famiglia Gentile ha giocato e continua a giocare nel contesto politico
locale cosentino, regionale e nazionale”. Segno di quanto sarà sentita la competizione interna alla coalizione di Occhiuto.
Da qui alle elezioni è lecito aspettarsi rimescolamenti, come dimostra la fuga di massa da FI in provincia di Crotone provocata, a inizio settimana, dall’addio al partito da parte dell’ex deputato Sergio Torromino, da ben otto anni segretario provinciale dei forzisti. Trattative in corso.
In Toscana le regionali sono invece piuttosto scontate, ma proprio per questo il travaso di qualche migliaio di preferenze da un partito di destra all’altro può essere decisivo per strappare un seggio in più. La Lega ha appena perso due consiglieri: Marco Casucci, il più votato ad Arezzo e vicepresidente del Consiglio regionale, è passato a Noi Moderati; mentre Marco Landi, dopo 10 anni trascorsi anche con importanti ruoli nel partito regionale, è finito in FdI.
I meloniani sono operativi anche in Veneto, in attesa di capire come finirà la decisione sul dopo-Zaia. Due arrivi dalla Lega: Silvia Rizzotto (per la verità eletta con la lista Zaia, con ben 7.300 preferenze a Treviso) e il veronese Marco Andreoli. Da tempo per FI si dà da fare l’ex leghista Flavio Tosi, che sta convincendo molti ex padani a mollare Matteo Salvini. Il caso più recente è l’ex assessore alla Sanità Luca Coletto, che fu anche sottosegretario alla Salute.
E poi le Marche. Forza Italia è scatenata. A ridosso delle elezioni, il partito ha arruolato la consigliera regionale Monica
Acciarri (già ex Pd, poi Lega) e il collega Mirko Bilò, pure lui ex Carroccio. L’ultimo arrivo ufficiale è quello dell’assessora leghista Chiara Biondi. Nel brindare al lieto evento, la neo-forzista ha parlato di “una scelta nel segno della continuità nel centrodestra”. La tipica continuità di chi cambia partito.
(da Il Fatto Quotidiano)
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