COME PREVISTO IN FRANCIA CADE IL GOVERNO BAYROU, NON PASSA IL VOTO DI FIDUCI
COSA SUCCEDE ORA E CHE EFFETTO AVRA’ IN UE… MACRON PARE ORIENTATO AD ASSEGNARE L’INCARICO A UN SOCIALISTA SI AREA MODERATA
Il primo ministro francese Francois Bayrou ha perso il voto di fiducia dell’Assemblea nazionale sulla discussa legge di bilancio, cosa che di fatto decreta la caduta del suo governo. Era in carica dal 15 dicembre scorso. Il premier nel pomeriggio ha tenuto un discorso in Aula, e successivamente tutti i gruppi parlamentari hanno replicato. Il voto vero e proprio è partito attorno alle 18.30, e al termine sono stati annunciati i risultati. 194 voti a favore della fiducia contro 364 contrari. Il presidente della Repubblica Macron ha fatto sapere che sceglierà il nuovo primo ministro nei prossimi giorni.
“Fare cadere il governo non risolverà né le sfide che la Francia deve affrontare né i problemi del popolo francese”, aveva provato a dire nel suo intervento l’ex premier macroniano Gabriel Attal. “È la fine dell’agonia di un governo fantasma”, ha attaccato invece la leader di destra Marine Le Pen, chiedendo nuove elezioni.
Perché il governo Bayrou in Francia è caduto
La crisi politica in Francia era esplosa dopo il piano di bilancio presentato dal premier Bayrou con l’obiettivo di tagliare la spesa
pubblica di circa 44 miliardi di euro per ridurre l’indebitamento del Paese. Il primo ministro aveva richiesto la fiducia sul provvedimento, ma l’esito era apparso scontato fin dall’inizio. Le opposizioni infatti, sono state compatte e hanno votato contro la manovra finanziaria, criticata per i numerosi tagli e le misure impopolari che intende apportare per sanare i conti pubblici francesi. La crisi che sta attraversando il Paese da diverso tempo oramai sembra aver toccato un punto di non ritorno: il debito pubblico è destinato a superare il 115% del Pil entro la fine dell’anno, il deficit segna il 5,8%, mentre la crescita è ferma.
Alla situazione economica si aggiunge l’instabilità politica. Il parlamento francese è attraversato da profonde divisioni e il premier centrista, dopo meno di nove mesi a palazzo Matignon, si prepara ad essere sostituito in quella che si presenta come la quarta crisi di governo in meno di due anni.
Cosa farà Macron
Ora che Bayrou non ha ottenuto la fiducia dell’Assemblea nazionale è costretto a rassegnare le dimissioni. Il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha fatto sapere, con un comunicato dell’Eliseo, di aver “preso atto” della caduta del governo – incontrerà domani Bayrou per accettare le sue dimissioni.
Macron ha anche affermato che nominerà il successore del primo ministro “nei prossimi giorni”. Questo, almeno per ora, sembra allontanare l’altra possibilità che si presentava al capo dello Stato: sciogliere l’Assemblea nazionale e indire nuove elezioni dopo quelle anticipate di giugno 2024. Per Macron non sarà
semplice trovare un sostituto a cui assegnare l’incarico di formare un nuovo governo, o almeno uno che sia in grado di coalizzare una nuova maggioranza disposta a sostenerlo.
Lo scorso venerdì Macron ha incontrato il presidente del Senato, Gerard Larcher, mentre oggi è toccato alla presidente dell’Assemblea Yael Braun Pivet.
A quanto risulta, la scelta del capo dell’Eliseo potrebbe ricadere su un premier di sinistra moderata, forse il segretario del Partito socialista Olivier Faure, ma per ora sono solo indiscrezioni. L’idea sarebbe di trovare una figura che continui a opporsi alla destra del Rassemblement national, e che possa essere sostenuta anche dalle forze più centriste della sinistra.
Dopo le ultime elezioni, i partiti di destra hanno continuato a crescere nei sondaggi. Non a caso, intervenendo oggi in Aula, la leader del Rassemblement national Marine Le Pen ha detto che “per Macron la dissoluzione dell’Assemblea nazionale non è un’opzione ma un obbligo”. Dall’altra parte, la sinistra radicale di La France Insoumise ha chiesto che Macron si dimetta e si vada a nuove elezioni presidenziali: “Macron è ora in prima linea, di fronte al popolo. Anche lui deve andarsene”, ha scritto sui social il leader Jean-Luc Mélenchon.
Quali sono le conseguenze per l’Europa
La decisione di Bayrou di chiedere la fiducia sulla manovra è stata definita da molti come un gesto kamikaze, un suicidio politico annunciato, mentre il premier ha parlato di un atto “eroico”, “un sacrificio” per il Paese. Numeri alla mano, era chiaro fin dall’inizio che Bayrou non sarebbe riusciti ad ottenere
la maggioranza di voti necessari, se non con l’astensione della destra e dei socialisti. Finora aveva governato avendo solo una maggioranza relativa, che in un voto secco di questo tipo non poteva bastare.
La crisi francese potrebbe avere delle ricadute anche nel resto d’Europa, sia da un punto di vista economico che politico. Ad esempio, al momento la Francia è tra i Paesi alla guida della “coalizione dei volenterosi” a sostegno dell’Ucraina: un suo indebolimento, o un eventuale cambio di linea di un prossimo governo, potrebbe ripercuotersi sugli equilibri di potere interni all’Ue e travolgerli.
(da Fanpage)
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