“BLOCCHIAMO TUTTO”, SE IL WEB FA POLITICA
COME E’ NATA LA PROTESTA DI OGGI IN FRANCIA
Bloquons tout, Blocchiamo tutto, è la nuova frontiera della protesta senza bandiere. Debutta oggi in Francia e compie un ulteriore passo avanti verso la smaterializzazione della politica: non ha capi riconoscibili, non ha divise come i vecchi Gilet Gialli, non nasce contro specifici provvedimenti come successe nel 2018 per l’aumento dei carburanti. Persino le sue origini sono avvolte dalla nebbia. Sono mesi che la stampa di Parigi cerca di venirne a capo: chi sono, da dove vengono, come ce l’hanno fatta?
La pista principale porta a un canale della messaggistica Telegram, Les Essentiels, che nel maggio scorso fu il primo pubblicare l’invito a fermare la Francia il 10 settembre. Solo 170 iscritti fino ad agosto, poi l’escalation su Tik Tok e Youtube. Un secondo gruppo, Indignamoci, si è manifestato il 15 luglio, subito dopo le misure di austerity annunciate da François Bayrou: più politicizzato a sinistra, ha dilagato in parallelo all’originale con l’effetto collaterale di tagliar fuori la destra dall’adesione alle manifestazioni.
Il contatore ha cominciato a correre davvero due settimane fa. Oltre venti milioni di visualizzazioni per i contenuti dedicati su Tik Tok, settantamila conversazioni al giorno su X, cinquemila e più pagine a tema su Facebook, bot che generano oltre mille tweet al giorno. È così che il movimento si è fatto bolla, e la bolla ha sottomesso un pezzo della politica francese. La sinistra di Jean-Luc Mélenchon è stata svelta ad accodarsi, con il suo leader che si è offerto come generoso patrigno per un’insurrezione apparentemente senza padri. Il sindacato, pur di non restare indietro, ha aderito al blocco con numerose sigle a cominciare da quella dei ferrovieri: loro sì in grado di bloccare tutto.
Il resto si capirà oggi, e vai a vedere se sarà il colpo di grazia per l’arcinemico Emmanuel Macron, l’atto finale del suo precipitare nel consenso – lo bocciano il 77 per cento degli elettori – e la fine delle sue ambizioni di leadership europea. Oppure, al contrario, una insperata “chance” di proporsi come argine al disordine che rischia di travolgere la Francia, l’incentivo che mancava ai partiti per trovare un accordo di governo che resista almeno fino alle Presidenziali del 2027.
La riuscita della giornata (che prevede altre forme di boicottaggio, compreso il ritiro in massa di contante per mandare
in crash le banche) ci darà anche il responso sulla nuova frontiera aperta da Bloque Tout. Non più partiti, ed era scontato. Ma neppure movimenti, neppure reti associative, neppure capipopolo-influencer alla Coluche o alla Beppe Grillo. Al loro posto, anonime bolle social che si auto-alimentano con estrema rapidità, capaci di condizionare i partiti e persino realtà strutturate come i sindacati tradizionali per condurle verso forme estreme di lotta.
Oggi la bolla si manifesterà in carne e ossa sulle piazze francesi. Li vedremo, finalmente, li conteremo e li ascolteremo. Si capirà che cosa rappresentano: una giornata di ribellione generata da una fase di crisi del sistema, o la prima la manifestazione di un nuovo modello, il debutto di una web-politik senza riferimenti riconoscibili a cui basta un buon titolo – Bloquons tout lo è – per generare tempesta.
(da lastampa.it)
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