QUANDO TUTTO VUOL DIRE NIENTE
LA PAROLA “TUTTO” NEGLI SLOGAN POLITICI NON PORTA BUONO
“Blocchiamo tutto”, che è il nome un po’ troppo ambizioso del nuovo movimento di protesta francese, nei fatti bloccherà solo un po’ di strade e di quartieri, come sempre accade con questi moti virulenti e di corto respiro. Poi qualcuno raccoglierà i cocci e tutto tornerà come prima.
La parola “tutto”, negli slogan politici, non porta buono, a partire da quel “vogliamo tutto” che nei dintorni del Sessantotto emozionava assai come azzardo esistenziale, ma conteneva già il germe della sconfitta. Perché “tutto”, in politica come altrove, non esiste, è una illusione, un inganno, una fake, un tradimento della realtà delle cose.
E da un certo punto di vista mettere come posta in palio “tutto” è una furbata, anche quando sia inconscia: perché la smisuratezza dell’obiettivo giustifica già in partenza l’impossibilità di centrarlo. Eh, cosa vuoi, per forza che abbiamo perso: volevamo tutto, e figurati se il potere era disposto a concedercelo. È per quella via che fior di rivoluzionari poi diventano cinici e non credono più in niente.
Peccato, perché dell’impopolarità del turbo-capitalismo, dei suoi misfatti ai danni della salute pubblica, della consunzione del Welfare, si dovrebbe parlare non ogni tre o quattro anni con un urlaccio, ma quotidianamente. E se il movimento, invece che Blocchiamo Tutto, si chiamasse Blocchiamo Qualcosa, il
ministero degli Interni sarebbe molto più preoccupato.
(da repubblica.it)
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